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Trasformiamo i tempi di crisi in occasioni di crescita - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:34

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Trasformiamo i tempi di crisi in occasioni di crescita

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Da oltre due anni viviamo a livello sociale un susseguirsi di fenomeni complessi e preoccupanti.
La pandemia da Coronavirus, la guerra in Ucraina, così vicina ai nostri confini, la crisi economica che incalza e i disastri naturali causati dal cambiamento climatico stanno diventando lo sfondo costante che accompagna la nostra quotidianità.
In questo quadro appare evidente il senso di precarietà generale e in particolare il disagio delle giovani generazioni, che hanno ancora più motivi di insicurezza e vedono il proprio futuro sempre più frenato.
Un nuovo scenario che, impattando sulla nostra realtà interiore in modo più o meno diretto, ha risvegliato ansie e paure di ogni genere, talvolta difficili da gestire.
In particolare, le restrizioni dovute all pandemia, ad esempio la didattica a distanza, hanno fortemente condizionato e circoscritto lo spazio e il tempo delle relazioni e del divertimento così vitali per la formazione e la crescita, soprattutto dei più giovani.
L’emergenza economica è un altro scenario che ha colpito duramente le nuove generazioni, particolarmente svantaggiate nella mobilità sociale, costringendole a dover affrontare varie difficoltà per raggiungere condizioni di vita soddisfacenti.

Dal Rapporto annuale Istat 2022 emergono questi dati:
nel nostro paese su 100 giovani, 13 abbandonano gli studi prima del diploma;
tra i 18 e i 29 anni, 20 su 100 sono disoccupati;
tra i 18 e i 34 anni, 68 su 100 vivono ancora a casa con i genitori;
tra i 15 e i 29 anni, 23 su 100 non studiano né lavorano;
tra i 18 e 34 anni, 18 su 100 vivono in povertà assoluta.

Il punto di vista del Buddismo

Di fronte alla complessità della situazione attuale, è naturale sentirsi in ansia, farsi prendere da un senso di paura e rassegnazione.
Tuttavia, dal punto di vista del Buddismo, proprio tale tendenza alla sfiducia è una manifestazione dell’oscurità fondamentale e il vero ostacolo al cambiamento.
A questo proposito il presidente Ikeda scrive: «La pace è una sfida tra la speranza e la disperazione, tra la perseveranza e la rassegnazione. Più l’impotenza attecchisce nella coscienza delle persone, maggiore è la tendenza a ricorrere alla forza. L’impotenza genera la violenza» (La speranza è una scelta, Esperia, pag. 94).
L’oscurità fondamentale si manifesta nell’incapacità di credere nella nostra natura di Budda, ovvero nell’illimitato potere di trasformazione che esiste dentro la nostra vita e in quella degli altri. In definitiva, la costruzione di un futuro migliore avviene attraverso il confronto con questa oscurità dentro di noi, tra il “credere” e il “non credere” nel potenziale umano.

Come trasformare un “grande male” in un “grande bene”

Il Buddismo afferma che nella nostra vita esiste il potere di trasformare qualsiasi veleno in medicina, qualsiasi difficoltà in occasione di crescita come simboleggia il fiore di loto che si nutre nel fango per sbocciare in tutto il suo splendore.
Proprio nei momenti più difficili, ciò su cui dobbiamo concentrarci è vincere sulle nostre debolezze interiori, portare avanti la nostra rivoluzione umana, mentre continuiamo a dialogare per trasmettere speranza e coraggio alle persone che ci circondano, con la certezza che questo sforzo costante è la via più sicura per creare una nuova epoca.
Può sembrare poca cosa rispetto alla crisi globale, ma come scrive Sensei: «Il movimento che stiamo promuovendo si basa sull’impegno di edificare un baluardo di pace nel cuore di ogni singola persona. Sebbene possa sembrare un cammino molto lento, noi abbiamo continuato ad agire con grande perseveranza, come le onde che si infrangono sugli scogli. Gli scogli rimangono lì saldi e inamovibili, ma con il passare del tempo, nell’arco di dieci, cent’anni, la loro forma cambia. Non è forse questa una rivoluzione nonviolenta della gente comune? Questo è il movimento per la pace della Soka Gakkai» (NRU, vol. 29, cap. 4, puntata 60).

Anche nelle circostanze attuali, sta a noi trasformare un “grande male” nel punto di origine per costruire una vita felice e realizzata.
Il Buddismo ci insegna che le difficoltà non solo sono un’occasione per rafforzare la nostra determinazione di lottare con fede, ma sono la condizione necessaria per manifestare il mondo di Buddità e quindi trasformare la realtà, come ci hanno mostrato Nichiren Daishonin e i tre presidenti della Soka Gakkai con la loro vita.
La decisione di affrontare con coraggio la situazione, per quanto dura essa sia, è ciò che ci permette di creare valore.
La strategia che ci consente di superare qualsiasi cosa, di rendere possibile quello che prima ci sembrava impossibile, è continuare a basarci su una profonda preghiera e sul legame di non dualità di maestro e discepolo per poi agire.
Nel volume trenta de La nuova rivoluzione umana si legge: «Non potrete cambiare niente se rinunciate all’azione perché ritenete che qualcosa sia impossibile. Decidete di trovare un modo per realizzare ciò che avete in mente, poi riflettete e ragionate per trovare la strada, sfidando voi stessi e perseverando attraverso i fallimenti e gli errori. Continuando a sfidarvi con passione, trasformerete la vostra epoca. Questa è la missione dei giovani» (pag. 591).

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Una fonte di speranza

«La ripresa economica è un’esigenza urgente, ma se non riusciamo ad alleviare il senso di paura e incertezza percepito da così tanti giovani e ad accendere in loro una scintilla di speranza, non solo le prospettive economiche, ma anche quelle di un sano sviluppo sociale saranno davvero scarse»

Daisaku Ikeda, Proposta di pace 2022, Allegato a BS, 220, XX

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Siate il sole che illumina un nuovo mondo

«Ogni individuo ha dentro un favoloso “nuovo mondo” ancora sconosciuto che si chiama mondo di Buddità. Ma la maggior parte dell’umanità non ne è consapevole. La nostra pratica buddista consiste nello sforzo di attingere pienamente e attivare questo “nuovo mondo” di Buddità, un regno di energia infinita e potenzialità immense. Quando ci risvegliamo all’esistenza del mondo di Buddità dentro di noi, la nostra vita si riempie di gioia insuperabile, un mondo del tutto nuovo si spalanca in noi e nella società. Comunicare agli altri questa meraviglia è la nostra missione»

Daisaku Ikeda, Cos’è la rivoluzione umana, pag. 270

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Tavola rotonda con i giovani

Pubblichiamo una tavola rotonda con alcuni giovani e giovanissimi ai quali abbiamo chiesto come stanno vivendo questo periodo, quali ansie e paure risveglia in loro e in che modo la pratica buddista e la relazione con il maestro li stanno aiutando a reagire per trasformare questa situazione di crisi globale in un’occasione di crescita

Elena Benni, Rubens Albanesi, Gaia Pucci, Vincenzo Spadaro

Quali sono le paure emerse dentro di voi durante questo periodo di “precarietà” globale e in che modo il Buddismo vi sta aiutando ad affrontarle?

Vincenzo Il pericolo più grande che ho iniziato a sentire dopo un anno di pandemia è stato quello di dimenticare tutti quegli atteggiamenti che mi hanno sempre permesso di creare valore attraverso l’attività nella Soka Gakkai, come le visite a casa, gli zadankai ecc. Ho ancora paura di isolarmi e amplificare la tendenza all’egoismo e mi sono reso conto ancora di più come le attività siano una salvezza.
Questo egoismo può essere distruttivo perché, pur sapendo di poter dare tanto, mi porta a chiudermi e mi toglie energia. Però mi sforzo, recito Daimoku e si aprono degli spiragli.
Ogni mattina ricomincio da capo come se resettassi tutto ma è una lotta che mi sta formando, sento che sta diventando un tesoro prezioso.
Stiamo vivendo un momento storico davvero difficile, sembra non ci sia fine alle cose gravi. Ma abbiamo le guide del maestro Ikeda per sperimentare una calma profonda che va oltre le tempeste che ci sono in superficie.
Sono sicuro che anche se molto lentamente, grazie ai nostri sforzi, il mondo cambierà. Se non fosse per la Soka Gakkai, non riuscirei ad avere questa speranza.

Elena Quando è scoppiata la guerra in Ucraina stavo vivendo una sofferenza legata alle relazioni in famiglia. In quei giorni continuavo a essere concentrata sui miei problemi ma mentre recitavo Daimoku a un certo punto mi sono resa conto che per superare quella sofferenza personale, dovevo prima di tutto pregare per la pace mondiale. Con questa nuova determinazione ho trasformato sia la disarmonia familiare sia le mie paure legate alla guerra. È stata un’esperienza molto profonda.
Negli ultimi due anni, inoltre, ho vissuto il lutto per la perdita improvvisa di due amici a me molto cari a causa di un incidente.
Per oltre un mese mi sono svegliata pensando che non avesse senso continuare a studiare all’università, così come sforzarmi per portare avanti altri impegni, perché tanto alla fine si muore.
Grazie alla recitazione del Daimoku sono riuscita a trasformare i miei sentimenti.
I miei amici venuti a mancare stavano frequentando l’università, quindi ho deciso che mi sarei impegnata nello studio con ancora più determinazione anche per loro.
Sto portando avanti questa decisione esame dopo esame, nonostante tutte le difficoltà, e sento che sto sviluppando una grande forza interiore.

Gaia Quando il Covid è scoppiato ero alla fine della scuola media e quindi molto concentrata sull’esame. Avevo paura per l’inizio del liceo perché con la didattica a distanza non avrei conosciuto i miei compagni e le mie compagne dal vivo.
Ho recitato Daimoku con l’obiettivo di trovare una classe fantastica. Quando abbiamo iniziato, nonostante la distanza fisica, ci siamo sempre sentiti e sostenuti. È stato veramente bello.
Poi nel 2020 sono diventata membro. Un’esperienza importante a cui avrei voluto partecipassero tutte le persone che mi hanno sostenuta nel percorso. Questo non è stato possibile, ma durante la cerimonia al Centro culturale ho percepito come se Sensei fosse seduto lì, vicino a me.

Rubens Recentemente ho vissuto un periodo in cui ero incerto su cosa fare all’università e in futuro. Non è stato facile, soprattutto nei momenti di solitudine, in cui soffrivo di più.
Per reagire prima di tutto ho deciso di sfidarmi sulla costanza nel recitare Daimoku la mattina, che era uno dei miei punti deboli.
Poi ho scritto a Sensei le mie determinazioni per far progredire kosen-rufu nella mia zona come giovane, come Futuro, come membro della Soka Gakkai.
Più avanzavo sfidandomi in questa direzione, più emergevano delle soluzioni fantastiche alle mie preoccupazioni che mai avrei immaginato.
A settembre inizierò la facoltà di Ingegneria meccanica e questo è in linea con la mia passione per i motori. Ho individuato inoltre degli interessanti sbocchi lavorativi in ambito ferroviario.

Se poteste rivolgervi agli adulti in tutto il mondo, Cosa chiedereste?

Elena Chiederei loro di accogliere le proposte dei giovani e dare più fiducia. Spesso si parla male delle nuove generazioni ma pensando alle questioni legate all’ecologia, ai diritti LGBTQ+ e di genere e a tante altre battaglie sociali importanti sono sempre i giovani a essere in prima fila.

Vincenzo Io chiederei di mettere al primo posto la vita umana. Dobbiamo sistemare la scala dei valori. La società è capovolta.
Si pensa prima agli interessi, alla posizione sociale, a salvaguardarsi. Bisogna prima di tutto pensare alle persone che hanno più bisogno e rimettere al centro ciò che davvero conta.

Gaia Come ricorda spesso Sensei, bisogna dare fiducia ai giovani perché sono il futuro del mondo che verrà. Nella società questo principio non c’è perché si pensa che i giovani siano immaturi oppure senza esperienza. Secondo me ci sono tanti giovani con mente aperta, pronti a fare tante cose ma che non vengono ascoltati.

Rubens Così come Sensei ha portato nel mondo quello che ha appreso dal suo maestro Toda, sarebbe importante ripartire dall’educazione portando lì i valori fondamentali per poi diffonderli a livello sociale. La scuola sorregge dalle basi il futuro e per poter avere palazzi solidi occorrono fondamenta solide.

C’è altro che cambieresti nella società per realizzare un futuro migliore?

Rubens Il valore che viene dato al denaro. I soldi servono per sostenere la vita ma non hanno più valore di essa. Dovremmo usarli per aiutare chi più ha bisogno, come ad esempio altre popolazioni svantaggiate.

Vincenzo Sono d’accordo. La società dovrebbe imparare a spendere e a gestire i soldi per cose che creino valore. Penso a quante malattie non hanno ancora una cura, a quante persone rimangono senza assistenza, a quanti problemi ci sono a livello ambientale… eppure, continuiamo a spendere soldi per le guerre.

Elena Mi viene in mente l’individualismo che è presente così forte nella società. Qualche giorno fa all’università c’era una ragazza in bagno che piangeva. La prima cosa che mi ha frenato nel parlarle è stato il pensiero “non ti riguarda”. Invece bisogna sempre tendere una mano. La sofferenza degli altri ci riguarda sempre, anche se non li conosciamo.
Le ho chiesto come stava. Questa semplice azione penso sia stata molto importante.

Gaia Rispetto a questo ritengo importante la collaborazione tra le persone.
In genere si pensa ai propri interessi e non a come le nostre azioni influenzano gli altri. Bisognerebbe aiutarsi e collaborare di più tra di noi. Vorrei ci fosse meno egoismo nella società.

C’è un incoraggiamento che vi sta sostenendo in questo periodo?

Elena In una lezione sul tema del coraggio Sensei scrive: «Dovremmo sempre chiederci: “In questo momento c’è coraggio nel mio cuore?”» (BS, 193, 31).

Vincenzo A me stanno incoraggiando queste parole della signora Kaneko: «Anche quando siamo di fronte a un dirupo dobbiamo dire a noi stessi che da qui non devo indietreggiare neppure di un passo (cfr. NR, 645, 11). Mi sta facendo capire che la sconfitta e la paura emergono quando non abbiamo ancora deciso di vincere. Quando lasciamo un margine di resa. Se invece decidiamo “o vinco o vinco”, non importa come, scompare la paura perché non lasciamo un’alternativa a quella vittoria.

Rubens C’è una frase che mi sta incoraggiando tanto: «Nel Buddismo di Nichiren nessuno sforzo è sprecato. Tutte le sfide affrontate con atteggiamento positivo daranno sicuramente frutti in futuro» (Ai miei amici, Seikyo Shimbun, 20 maggio 2020).

Quali sono i vostri sogni per il futuro?

Rubens Vorrei sfidarmi all’università. Contribuire in qualche modo a risanare la Terra, preservare quello che abbiamo e lasciare un pianeta florido ai nostri successori.

Gaia Mi piacerebbe moltissimo fare delle esperienze all’estero sia di lavoro che di studio.
Desidero sfidarmi per kosen-rufu, continuare a fare shakubuku e relazionarmi con sempre più praticanti in tutto il mondo.

Vincenzo Ho tantissimi sogni ma quello più importante è godere di ottima salute fisica e interiore per tutta la vita per potermi dedicare alla felicità delle persone e a migliorare il mondo.

Elena Mirando al 2030 desidero realizzare una famiglia armoniosa per kosen-rufu, impegnarmi nello studio e nel lavoro per esprimere il mio massimo valore e contribuire così al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

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La nostra aspirazione per la pace
dal Diario giovanile di Daisaku Ikeda (pag. 93)

Lunedì, 30 ottobre 1950

«Giovinezza. In giovinezza si fanno tanti sogni, sogni in cui si ha paura, sogni di bellezza, sogni di ardente desiderio e sogni di sofferenza.
I giovani sono così sensibili. I miei sogni diventano ogni giorno più grandi; la gioia e la sofferenza acquistano entrambe il loro significato. Sogni di gioventù, alla ricerca dell’arcobaleno. Facendo girare la ruota dei nostri sforzi, del progresso, della costanza e della speranza possiamo realizzare i nostri sogni.
La nostra lotta deve servire a tirare fuori il coraggio di affrontare e vincere la corruzione e la furberia che regnano nella società. A quel punto faremo un passo in avanti sulla nostra strada, il nostro cuore sarà libero da qualunque rimpianto».

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