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La chiave sta nel coraggio - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:34

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La chiave sta nel coraggio

Continua la serie dedicata alle attività dei giovani in tutta Italia. Protagonisti di questa puntata sono i giovani dell’Umbria. Valentina e Alessandro, responsabili regionali delle giovani donne e dei giovani uomini, raccontano come stanno procedendo verso i loro obiettivi mettendo al centro il legame di non dualità di maestro e discepolo

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Continua la serie dedicata alle attività dei giovani in tutta Italia. Protagonisti di questa puntata sono i giovani dell’Umbria. Valentina e Alessandro, responsabili regionali delle giovani donne e dei giovani uomini, raccontano come stanno procedendo verso i loro obiettivi mettendo al centro il legame di non dualità di maestro e discepolo

L’Umbria è formata da sei capitoli: due coprono la città di Terni, uno va da Spello a Campello, un altro corrisponde alla zona di Spoleto, Norcia e Cascia e due a Perugia. Nella regione ci sono 229 membri del Gruppo giovani, con 134 giovani donne e 95 giovani uomini.

Dopo due anni di pandemia, non è facile coinvolgere i giovani nelle attività in presenza. Su cosa vi state concentrando per questa ripartenza? quale guida di Sensei vi sta sostenendo?

Alessandro: Ne Il mondo del Gosho, nel capitolo «Con un’unica mente» (pag. 186) il presidente Ikeda spiega il significato dell’espressione “cuore del re leone” che negli scritti del Daishonin è il nucleo della relazione di non dualità tra maestro e discepolo: significa portare avanti in prima persona lo spirito di Nichiren Daishonin che è il “re leone”. Agendo così diventiamo “i cuccioli del re leone”. Sensei scrive: «La chiave sta nel coraggio. E, allo stesso tempo, nella forza vitale che sgorga dalla nostra vita nel momento in cui raccogliamo tutto il nostro coraggio» (Esperia, pag. 184).
Penso che con le attività online è stato più difficile mantenere questo “cuore del re leone”. Alcuni possono aver preso a riferimento singole persone dimenticandosi gli insegnamenti del nostro maestro, dando, talvolta, una chiave di lettura distorta e confusionaria anche alle sue guide.
Ciò che sto cercando di fare è indirizzare me stesso e gli altri ad avere un legame diretto, personale e sincero con Sensei.
L’Accademia dei giovani uomini è uno strumento sul quale puntiamo fortemente e a mio avviso sta portando grandi risultati.

Valentina: L’ultima consulta nazionale a cui abbiamo partecipato in presenza è stata a gennaio 2020, e in quella occasione abbiamo parlato approfonditamente del decennio che ci separa dal 2030. Sensei ci esorta con ardore e coraggio a creare le cause per far avanzare kosen-rufu da qui ai prossimi dieci anni.
Ho riflettuto molto su questo, soprattutto alla luce del fatto che dopo un mese è scattato il lockdown!
Ho notato che questi due anni hanno portato alcune persone a crescere molto nella fede, mentre altre sono crollate. Non ci sono state vie di mezzo: o hanno approfondito la propria fede o si sono perse nei meandri del loro piccolo io. Le attività online, nonostante i malumori iniziali, hanno permesso alle persone di mantenere un legame tra loro.
Adesso stiamo facendo delle attività in presenza a livello di capitolo, le persone hanno davvero bisogno di vedersi. Sono felice che tutti stiano mantenendo sempre attenzione e prudenza, incontrandosi nel Centro culturale privato (che si trova vicino Campello sul Clitunno) oppure all’aperto. Questi incontri sono occasioni di grande confronto e ispirazione.

Quali sono le vostre sfide? Come le state affrontando? Potete raccontarci una vostra esperienza di shakubuku?

Valentina: Per quanto mi riguarda, la pandemia è scoppiata in un periodo che già di per sé non era facile. Ho vissuto lo stop delle attività come un’occasione per ripartire da me stessa. Allo stesso tempo però mi sono impigrita. Allora ho deciso che mi sarei dedicata a qualcosa che rispecchiasse il mio modo di essere. Durante una consulta è stato presentato il nuovo progetto de Il Volo Continuo, con la richiesta di proporre idee e contributi. Poiché è lo stesso ambito del mio lavoro, ho inviato alcune proposte. Da qui è nata una collaborazione e ho iniziato a fare attività nello staff de Il Volo continuo. Per me è stata una gioia immensa, una boccata di aria fresca. Proprio quello che mi serviva.
Successivamente sono stata contattata per collaborare anche con il reparto informatico dell’IBISG.
Questa collaborazione continua ancora oggi e mi ha permesso di sfidarmi e realizzare una grande crescita. In un periodo così difficile, sono riuscita a rilanciare e a marzo ho preso uno studio condiviso con alcuni amici.
A proposito dello shakubuku, ho avuto modo di incoraggiare nuovamente una mia amica del liceo invitandola a partecipare a una riunione, senza sapere che un’altra amica l’aveva invitata e alla fine lei ha partecipato. Ora, a distanza di dieci anni da quando le ho fatto shakubuku, ha iniziato a praticare!

Alessandro: Nel periodo della pandemia mi sono ritrovato veramente in difficoltà. Prima che iniziasse il lockdown le mie giornate erano molto fitte e io ero una scheggia, incastravo tutti i miei impegni: famiglia, lavoro, attività, allenamenti… Poi però mi sono ritrovato chiuso in casa mentre la mia compagna, che fa l’infermiera, lavorava anche troppo. Lavoro come osteopata/masso-fisioterapista libero professionista. Pertanto la mia attività era completamente bloccata.
All’inizio di ogni anno mi do degli obiettivi, al fine di compiere uno step di crescita. E così ho fatto anche nel 2020. La pandemia stava facendo crollare tutti i miei piani. Anziché crescere, stavo regredendo.
In quel momento è emerso lo spirito sokahan.
Davanti al Gohonzon mi sono scrollato di dosso le sensazioni negative che avevo e sono ripartito.
Mi sono arrivati i sostegni dello Stato, tutt’altro che cospicui, e ho deciso di reinvestirli nella pubblicità. Questa azione ha portato la mia attività a rimettersi in moto a pieno regime, e nel giro di pochi mesi ho raggiunto il 100% degli obiettivi prefissati. Una vittoria incredibile, totalmente inimmaginabile!
Grazie a queste sfide sono riuscito a incoraggiare una mia compagna delle medie, che nel corso degli anni ha sempre contato sui miei consigli. Io, alla luce dell’esperienza vissuta, questa volta le ho detto semplicemente di recitare Daimoku. E così lei recitando Daimoku ha fatto subito una bellissima esperienza nelle relazioni. Il Daimoku può cambiare passato, presente e futuro! Questa è la convinzione che ho maturato grazie a queste sfide.

Come state portando avanti le attività del Gruppo futuro?

Valentina: In tutto questo periodo Francesca, la nostra responsabile del Gruppo futuro, ha fatto molte visite online, sostenuta dagli adulti.
A maggio abbiamo organizzato la prima riunione in presenza con l’obiettivo di conoscerci, dal momento che i ragazzi non si erano mai visti. Hanno fatto insieme una tavola rotonda, all’inizio erano molto timidi ma poi si sono sciolti, è stato bellissimo!
Ora continuano a fare visite a casa e stiamo valutando di fare prossimamente un’altra riunione in presenza.

Quali sono le vostre determinazioni?

Valentina: Il mio obiettivo è quello di far crescere successori nel Gruppo giovani donne, futuro e studenti.
Personalmente desidero risolvere tante situazioni a livello relazionale, in primis realizzare una famiglia armoniosa. Inoltre, sia per me che per Ale, un punto cruciale su cui ci siamo basati in ogni sfida è l’offerta per kosen-rufu. È un aspetto a cui teniamo molto, insieme all’unità tra noi. Abbiamo l’obiettivo di trasmettere l’importanza dello spirito dell’offerta a tutti i giovani.

Alessandro: Anche per me l’obiettivo è di far crescere nuovi successori nella fede. Vorrei che ogni capitolo della regione avesse un gruppo di cinque giovani uomini in prima linea. È il mio desiderio più grande.
A livello personale il mio obiettivo è migliorare come essere umano a 360°: essere un buon padre, essere un buon compagno e una persona stimata da tutti.
Quello che ho verificato in questi anni, è che se ti sforzi e poni cause di valore tutto il resto viene da sé.

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