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Il mio balzo in avanti - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:34

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Il mio balzo in avanti

Corinne Alberi, Bologna

Dopo un grande beneficio all’inizio dell’anno, Corinne sperimenta una serie di difficoltà sul lavoro che si rivelano il trampolino di lancio per realizzare, grazie al Daimoku e alla guida del maestro, un nuovo progresso dinamico

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Dopo un grande beneficio all’inizio dell’anno, Corinne sperimenta una serie di difficoltà sul lavoro che si rivelano il trampolino di lancio per realizzare, grazie al Daimoku e alla guida del maestro, un nuovo progresso dinamico

 

«Il carattere giapponese hiyaku viene tradotto come “dinamico” e oltre a “balzare in avanti, saltare o danzare vuol dire anche “creare qualcosa di fresco, di nuovo, mai visto prima”, ovvero “un tipo di progresso dinamico che non è mai stato realizzato in precedenza» (NR, 736, 6).
Questo è stato l’incoraggiamento che quest’anno mi ha spinta a decidere di compiere il mio balzo in avanti verso il 2030.
Ho quarantacinque anni e sono buddista da più di venti. Dopo il grande beneficio realizzato, all’inizio dell’anno, di acquistare una nuova casa, cosa potevo mai desiderare di più? Invece il mio impossibile doveva di nuovo svelarsi.
Da sei anni, l’azienda di abbigliamento per cui lavoro dal 2002 è stata acquisita da un marchio straniero e l’inglese è diventato quindi la lingua ufficiale. Nonostante il mio impegno nell’apprenderlo al meglio, anche attraverso corsi privati, sentivo di non riuscire ad esprimere pienamente la mia professionalità.
Negli anni ci sono stati momenti di difficoltà, ma ho usato ogni situazione per approfondire sempre più la mia fede.
Nel 2020 è avvenuto un cambiamento. Mi hanno promossa e affidato la responsabilità di una persona da far crescere. Ho avuto così l’occasione di mettere in pratica tutto quello che avevo imparato in tanti anni di attività con le giovani donne.
Il disagio per la lingua però persisteva e l’idea di cambiare lavoro, con un mutuo per la casa appena acceso, non era da considerare. Avevo tanti benefits e uno stipendio fisso, quindi ogni volta accantonavo la sofferenza e andavo avanti cercando di trasformare tutto in gioia, come ci incoraggia sempre Sensei.
Il potere del Gohonzon, il potere racchiuso dentro di noi, però va molto più in là di quello che ci dice la nostra mente.
Qualche mese fa è avvenuto un ulteriore cambiamento in azienda. Mi hanno trasferita di reparto aumentando il carico di lavoro, con un nuovo responsabile e, per finire, mi hanno tolto la collaborazione della ragazza che avevo formato.
Ho sentito il mio valore messo sotto i piedi, ma ho compreso che questa situazione era in realtà la mia più grande fortuna: potevo vedere chiaramente cosa dovevo cambiare e quindi la rivoluzione umana che potevo fare.
Ho ripreso a studiare il Buddismo con tenacia per capire le dinamiche della vita e ho iniziato a mettere in pratica quello che studiavo. Quella difficoltà si stava rivelando decisiva per il mio “balzo in avanti”.
Sensei afferma: «La forza per lottare, la forza per non lasciarsi mai sconfiggere nasce dal coraggio di compiere anche un solo passo avanti attraverso il gelido vento del nord. Nel cuore di coloro che mantengono questo spirito è già iniziata una primavera di vittoria» (NR, 746, 2).
Più sentivo il mio valore, più venivo contattata per fare colloqui. Il primo è stato per un ruolo analogo a quello che già ricoprivo.
Il titolare dell’azienda aveva selezionato il mio curriculum considerandolo il migliore.
Ero felicissima, pensavo di aver già vinto ma dopo giorni di silenzio, trovando il coraggio di “disturbare” per chiedere quando sarebbe stato l’incontro, ho scoperto che la persona con la quale avevo parlato aveva confermato l’orario a un’altra pensando fossi io. Anche se molto dispiaciuto l’avevano già assunta!
Non ci potevo credere. Più Daimoku recitavo più mi rendevo conto che il mio atteggiamento era di supplica. Dovevo trasformare tutto in convinzione nella mia Buddità.
Ho fatto quindi un altro colloquio con un’altra azienda. Dopo mezz’ora è emerso che, per errore, il referente con cui stavo parlando non era quello del reparto in cui avrei dovuto lavorare. Non capivo… ma ero determinata ad andare fino in fondo. Volevo vincere per il mio maestro e dare una grande prova concreta.
Dopo qualche giorno la stessa azienda mi ha nuovamente contattata per fare un altro colloquio con il referente giusto, ma mentre stavo per entrare mi hanno informata che il titolare aveva avuto un imprevisto e avremmo dovuto rimandare.
Era tutto troppo assurdo… mi ripetevo che doveva avere un significato. Volevo andare fino in fondo.
Finalmente siamo riusciti a fare un colloquio online. Poi ne è seguito un secondo in presenza.
Ho deciso che sarebbe stato quello determinante.
Dovevano sentire che non potevano fare a meno di me. Il colloquio è stato bellissimo e sono stata soddisfatta al 100% rimanendo sempre me stessa senza farmi travolgere dalla mia emotività.
Dopo qualche giorno mi è arrivata la loro offerta, che non ho potuto rifiutare: le stesse condizioni di stipendio del lavoro precedente, quindi molto buone, un contratto a tempo indeterminato e soprattutto un ruolo per il mercato italiano!
Inoltre hanno accettato il lunghissimo tempo di preavviso, doveroso per un impiego ventennale come il mio.
Ringrazio le mie compagne di fede con cui ho condiviso queste lotte sul lavoro, mia sorella e il mio maestro che non smette mai di credere in noi!

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