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Aprire sempre nuove strade insieme al mio maestro - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 11:55

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Aprire sempre nuove strade insieme al mio maestro

Dalla visita del presidente Ikeda in Italia del 1992 sono trascorsi trent’anni e questo anniversario coincide anche con l’inizio del percorso lavorativo di Giulia che, grazie alla promessa fatta al suo maestro, è riuscita a realizzare vittorie meravigliose continuando a recitare Daimoku e a condividere il Buddismo con gli altri

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Dalla visita del presidente Ikeda in Italia nel 1992 sono trascorsi trent’anni e questo anniversario coincide anche con l’inizio del percorso lavorativo di Giulia che, grazie alla promessa fatta al suo maestro, è riuscita a realizzare vittorie meravigliose continuando a recitare Daimoku e a condividere il Buddismo con gli altri

Un paio di settimane fa, segnando un appuntamento in agenda, mi sono resa conto che sono passati trent’anni dal giorno della mia laurea: la mia vittoria dedicata a Sensei per la sua visita in Italia nel 1992.
La gratitudine e la profonda commozione che provai in quell’occasione mi accompagnano ancora oggi.
Mentre facevo attività nel Gruppo giovani, tutte le mie sfide hanno riguardato la mia famiglia d’origine, la mia salute e gli studi.
Mi sono laureata in Matematica – facendo una grande esperienza – e dal giorno seguente, per tutto il mese successivo fino all’arrivo di Sensei, ho fatto la babysitter la mattina e attività fino a tarda notte. Non era in programma la mia partecipazione a nessuna delle riunioni, ma all’ultimo momento sono rientrata anche io nelle liste e il 27 giugno ero a Firenze per la riunione giovani con Sensei e la signora Kaneko.
Tra le prime cose, Sensei ci disse: «Se durante la giovinezza non si lavora con tenacia e non si affrontano varie difficoltà non si potrà costruire qualcosa che risplenda dell’oro della vittoria», e anche: «i benefici della nostra pratica si estenderanno a tutte le persone con cui abbiamo un legame» (Ai miei amici italiani, pag. 32.).
Dopo la riunione, ho iniziato a chiedermi cosa farne della mia laurea in Matematica. E in quell’atmosfera di gioia, rilassatezza e subbuglio di determinazioni, ho sentito il desiderio di applicarla alla medicina.
Da quel momento in poi ho cercato di mettere in pratica le guide di Sensei rivolte al Gruppo studenti e quello che diceva Toda sul lavoro ideale, che deve essere sufficientemente remunerativo, ci deve piacere, e deve contribuire al benessere degli altri.
A marzo del ’93, dopo tanta rivoluzione umana, entro con una borsa di studio all’Osservatorio Epidemiologico della Regione Lazio, e con i primi stipendi vado in Giappone per partecipare a un corso della SGI.
Da lì adotto come Gosho di riferimento I tre tipi di tesori e nella mia testa risuona la frase «Vivi in modo che tutte le persone di Kamakura lodino Shijo Kingo per la devozione al suo signore, al Buddismo e per il suo rispetto e attenzione nei confronti degli altri. Più preziosi dei tesori di un forziere sono i tesori del corpo e prima dei tesori del corpo vengono quelli del cuore. Dal momento in cui leggerai questa lettera sforzati di accumulare i tesori del cuore» (RSND, 1, 755).
Sensei ci ha spiegato che accumulando i tesori del cuore ci si arricchisce naturalmente anche dei beni materiali (i tesori del forziere) e dei tesori del corpo (salute e capacità).
Sensei ci incoraggia a diventare i più bravi nel nostro campo e rispetto a questo ho spesso sentito un grande senso di inadeguatezza… L’unica cosa che ho sempre cercato di fare è sforzarmi di manifestare la Buddità e di superare i miei limiti.
Ma se l’ambizione non era nelle mie corde, il desiderio di far felice il mio maestro assolutamente sì. Quindi ho continuato a impegnarmi cercando di fare il meglio che potevo.
Nel 2018, Anno di brillanti realizzazioni nella nuova era di kosen-rufu mondiale: alla fine dell’anno entro negli Highly Cited Researcher, l’elenco assai ristretto degli scienziati più citati al mondo, e nel 2019, Anno della vittoria Soka, il presidente Mattarella mi conferisce l’onorificenza di commendatore della Repubblica italiana.
Tutto il percorso non è stato e non è facile. E sono consapevole che non è finita qui.
Nel frattempo al lavoro sono stata spostata e ho cambiato argomento di ricerca, dall’epidemiologia ambientale all’epidemiologia sociale… All’inizio ci sono rimasta male, ma la lotta è quella di far durare il tempo della lamentela il meno possibile e di rilanciare. Si tratta di costruire tutto da capo, di aprire un’altra strada.
In questi giorni, riflettendo su questi trent’anni dalla laurea, ho avuto la consapevolezza che, Daimoku dopo Daimoku e shakubuku dopo shakubuku, noi possiamo superare tutte le montagne che ci troviamo di fronte e sviluppare delle capacità insospettabili.
In questo periodo il governo ha preparato un Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Mi emoziona sapere quanto ogni compagno e compagna di fede della Soka Gakkai sia resiliente e in grado di ripartire.
E con il desiderio costante di “essere lodata dalle persone di Kamakura”, lotterò sempre per far felice il presidente Ikeda insieme a tutti i membri italiani.

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