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Tutto dipende da noi, dalla nostra decisione - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:26

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Tutto dipende da noi, dalla nostra decisione

Deciso a riprendere gli studi e a trovare un nuovo lavoro per raccontare la sua esperienza e incoraggiare gli altri giovani, Alessandro recita tanto Daimoku e approfondisce la relazione con il maestro riuscendo a tirare fuori tutte le sue capacità

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Deciso a riprendere gli studi e a trovare un nuovo lavoro per raccontare la sua esperienza e incoraggiare gli altri giovani, Alessandro recita tanto Daimoku e approfondisce la relazione con il maestro riuscendo a tirare fuori tutte le sue capacità

Ho conosciuto il Buddismo nel 2018 grazie a mia cugina: fu un vero regalo perché all’epoca stavo vivendo un periodo di grande sofferenza, e la mia vita era chiusa verso tutto e tutti.
Recitando Nam-myoho-renge-kyo sentii il peso che fino ad allora avevo percepito nella mia vita sparire poco a poco. Determinai quindi di riaprire la mia vita al mondo.
Nel 2020, durante il primo lockdown, ho potuto recitare tantissimo Daimoku. Grazie a questo sforzo sincero, il primo beneficio che emerse fu da una parte il desiderio di riprendere gli studi che non avevo portato a termine, e dall’altra quello di cambiare lavoro, che assorbiva davvero tanto tempo della mia vita.
Cominciai a inviare curriculum in tutta Verona e a settembre mi iscrissi alla scuola serale, deciso a dimostrare cosa significa essere un discepolo del maestro Ikeda.
A giugno 2021 sono riuscito a passare gli esami del primo anno come primo del mio corso, parlando del Buddismo a tutti i miei compagni di classe e alla commissione d’esame.
Ero felice per questa vittoria, però mancava ancora quella sul lavoro.
Nonostante i numerosi tentativi avevo ricevuto poche risposte e tutte negative. Questa situazione mi creava una profonda sofferenza, non capivo cosa dovessi fare per ottenere un cambiamento. Credevo di non riuscire a sperimentare la forza della pratica buddista. È stata dura passare attraverso questa sofferenza.
Poi lessi questo incoraggiamento del maestro Ikeda: «Avere fede, nel Buddismo di Nichiren, significa nutrire immense aspirazioni. Anche se vi sentite inetti, incapaci, io so che non lo siete. Non ho il minimo dubbio che ognuno di voi ha una missione, e qualsiasi cosa possano dire gli altri io vi rispetterò sempre e crederò sempre in voi. Qualunque sia la vostra situazione in questo momento, sono certo che vi attende un futuro meraviglioso. Se cadete, basterà che vi rialziate. Siete giovani, questo è il tempo della sfida e della costruzione. Iniziate ora. Date inizio a qualcosa qui e adesso» (Cos’è la rivoluzione umana, Esperia, pag. 243).
Cambiai il mio atteggiamento davanti al Gohonzon e nella mia vita.
Ripresi a inviare candidature, con la determinazione assoluta che il nuovo lavoro, oltre a garantirmi una stabilità economica, mi avrebbe permesso di dedicarmi pienamente al movimento di kosen-rufu e di esprimere le mie qualità.
Nel frattempo, mi impegnai nel sostenere mia madre attraverso le guide del presidente Ikeda. Incoraggiata dalle sue parole, a 65 anni decise di iscriversi a scuola guida.
A dicembre fui contattato da un’importante azienda nazionale che opera nella grande distribuzione e superai la selezione iniziale. Tuttavia, non mi arrivò nessun’altra comunicazione in merito. Di nuovo nessuna risposta, ma senza paura e senza lamentarmi, continuai a recitare Daimoku con il cuore sereno e ad approfondire ancora di più la fede, rafforzando il legame con il mio maestro. Ero certo di vincere, e determinai di raccontare la mia esperienza alla riunione giovani del 16 marzo, Giorno di kosen-rufu, per la felicità di tutti coloro che vi avrebbero partecipato.
Una mattina di febbraio, recitando Daimoku, a un tratto provai un profondo senso di gratitudine per la mia vita, per il Buddismo e per i miei maestri. Passarono pochi istanti e squillò il telefono: era l’azienda con cui avevo fatto il colloquio che mi comunicava che potevo cominciare a lavorare con loro. La proposta di contratto rispecchiava in pieno tutto ciò che avevo determinato. La paga era anche più alta, con un ruolo di responsabilità. L’8 marzo ho firmato il contratto. A completare il tutto c’è stata anche la vittoria di mia madre che ha preso la patente e ha cominciato a praticare il Buddismo, ritrovando la fiducia in se stessa dopo tanti anni.
Quattro anni fa non avrei mai immaginato tutto questo. Il Buddismo e il maestro Ikeda mi hanno insegnato che bisogna vivere senza rimpianti, che tutto dipende da noi, dalla nostra decisione.

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