In queste pagine presentiamo alcuni brani del terzo capitolo di Cos’è la rivoluzione umana (pagg. 69-90; vedi anche BS, 175, 29-39)
1 Il principio di assumere volontariamente il karma appropriato
«La pratica buddista e le attività della SGI sono la forza motrice per trasformare la sofferenza in gioia e le avversità in energia per uno sviluppo dinamico. Più grandi sono gli ostacoli che superiamo, più profondamente possiamo trasformare il karma diventando persone migliori» (pag. 71)
2 Adempiere il nostro voto di Bodhisattva della Terra
«Nel quindicesimo capitolo del Sutra del Loto, Emergere dalla terra, i bodhisattva emergono dalla terra e fanno voto di propagare il Sutra del Loto nell’Ultimo giorno della Legge. Tenendo fede a quel voto noi siamo nati in questo mondo e ci impegniamo per kosen-rufu come membri della Soka Gakkai. Siamo fortemente e profondamente legati gli uni agli altri attraverso la preghiera basata su un voto condiviso» (pag. 72)
3 Come un’eroina sul palcoscenico della vita, interpreti la sua rivoluzione umana!
«Trionfando sulla miseria, chi ha sofferto la povertà può ridare speranza a chi si trova in difficoltà economiche. Riacquistando vitalità e buona salute, chi ha lottato contro la malattia può accendere una scintilla di coraggio nel cuore di coloro che si trovano in condizioni simili. Creando una famiglia felice e armoniosa, chi ha sofferto l’angoscia della discordia familiare può diventare un modello per chi sta patendo gli stessi problemi» (pag. 76)
4 Ogni tipo di karma ha un significato profondo
«Ogni cosa che accade nella vita ha significato. D’altronde, il modo di vivere buddista è cercare e trovare un senso in tutte le cose. Qualunque sia il karma di una persona, ha senza alcun dubbio qualche significato profondo. […] Cambiare il mondo comincia col cambiare la propria condizione spirituale di base. […] La forte determinazione di trasformare il karma negativo in missione può trasformare radicalmente il mondo reale» (pag. 78)
5 Avere paura non serve a niente
«Viviamo nel mondo di saha, un mondo che richiede pazienza e spirito di resistenza. Ci sono sempre cose nella vita che dobbiamo sopportare con perseveranza. Il Buddismo di Nichiren e la fede così come viene praticata e insegnata nella SGI ci permettono di superare con tranquillità ogni tipo di tristezza, sofferenza e karma, e conseguire uno stato di felicità assoluta» (pag. 82)
6 La storia delle nostre lotte assicura il futuro di kosen-rufu
«Perché un Budda come Shakyamuni dovette sopportare calunnie infondate e crudeltà? In una scrittura buddista egli afferma che ciò avveniva per amore dei futuri praticanti del Buddismo. In altre parole Shakyamuni evocò tali difficoltà come espedienti, in modo che quando altri praticanti, di fronte a spiacevoli critiche, avessero sentito il desiderio di abbandonare il Buddismo, si sarebbero ricordati che anche lui era stato accusato ingiustamente e avrebbero trovato così l’incoraggiamento per andare avanti con rinnovata determinazione. Affrontare le difficoltà per incoraggiare i praticanti delle epoche future a non abbandonare l’insegnamento è un’espressione della compassione del Budda» (pag. 85)
7 In scena il trionfo di un grande cambiamento
«Il sole della felicità sorge luminoso nella vita di coloro che qui e ora si assumono con coraggio la responsabilità di affrontare le sfide che si presentano nella loro vita e nella lotta per kosen-rufu. […] In una lettera a una seguace il Daishonin scrive: «Se consideriamo che sicuramente diventeremo Budda, non c’è niente di cui lamentarsi» (pag. 87)
8 Chi soffre di più sarà la persona più felice
«Il presidente Toda diceva: «Ho subìto la perdita di mia moglie e di mia figlia, le mie imprese sono fallite. Ma proprio perché ho sperimentato tali sofferenze sono potuto diventare presidente della Soka Gakkai». […] Considerare semplicemente le nostre sofferenze come karma significa guardare indietro. Il nostro atteggiamento dovrebbe essere piuttosto: “Queste sono le sofferenze che ho scelto per realizzare la mia missione. Ho giurato di superare questi problemi attraverso la fede”» (pag. 89)