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Quando sono sulla strada che mi porta alla realizzazione di un obiettivo, spesso incontro ostacoli esterni o di natura interiore. Questo a volte mi fa dubitare della mia scelta e mi domando se procedere ugualmente o cambiare direzione. (Elisa F.)
Risponde Valerio Baci, segretario nazionale giovani uomini
Spesso vorremmo che ciò che desideriamo si realizzasse senza problemi, magari senza nemmeno sforzarci eccessivamente.
Allo stesso tempo, quando iniziano a manifestarsi degli ostacoli, iniziamo a dubitare e a mettere in discussione ciò che vorremmo realizzare.
Credo quindi che un punto fondamentale sia trasformare il dubbio e l’incertezza nel nostro punto di forza, che ci permetta di vincere nella vita e realizzare una condizione di felicità assoluta, a prescindere dalle condizioni esterne.
Come possiamo farlo?
Scrive il presidente Ikeda:
«Lo stato della nostra forza vitale determina ogni cosa. La nostra salute, il nostro coraggio, la nostra saggezza, la nostra gioia, la nostra motivazione a migliorare la nostra vita. Il Daimoku di per sé è la fonte che ci permette di sfruttare illimitatamente la nostra forza vitale. Perciò, coloro che si basano sul Daimoku non si troveranno mai a un punto morto. […] Il Gohonzon è la manifestazione del Budda dotato di compassione infinita. Dovremmo perciò continuare a recitare Daimoku per i nostri desideri, i nostri problemi e le nostre aspirazioni così come sono. Quando soffriamo, ci sentiamo tristi o stiamo affrontando delle difficoltà, dovremmo semplicemente andare davanti al Gohonzon con il cuore in mano, come un bambino che corre tra le braccia della madre e si aggrappa a lei.
Il Gohonzon “ascolterà” ogni nostra parola, perciò dovremmo recitare molto Daimoku come se stessimo portando avanti una conversazione, confidando i nostri più intimi pensieri. Col tempo, anche le sofferenze più infernali svaniranno come la rugiada al mattino, e sembreranno nient’altro che un sogno» (La saggezza per creare la pace e la felicità, Esperia, pag. 81).
Aver fede nel potere della nostra preghiera significa non ritrovarsi mai a un punto morto.
Ogni condizione può essere trasformata, ogni ostacolo superato, ogni obiettivo realizzato. Dobbiamo riuscire a costruire, passo dopo passo, una condizione vitale che ci permetta di vivere ogni giorno con fiducia e speranza.
Come afferma Sensei:
«Il Daimoku trasforma la sofferenza in gioia, e la gioia in una gioia suprema. Per questo è importante recitare Nam-myoho-renge-kyo risolutamente qualunque cosa accada, sia che siamo felici sia che siamo tristi, nei tempi buoni e in quelli meno buoni. Questa è la via diretta verso la felicità» (Ibidem, pag. 82).
