Valentina e Dario raccontano di come hanno deciso di contribuire in risposta allo stato di emergenza causato dalla guerra in Ucraina
Creiamo la pace con il nostro esempio
di Valentina Antocicco, Roma
La grande sofferenza che provo ogni qual volta accendendo la televisione mi appaiono immagini strazianti in merito alla guerra in Ucraina, mi ha portato a desiderare di aiutare chi stava soffrendo in modo così atroce.
Ho rivolto il mio Daimoku a quelle persone riflettendo profondamente sul vero significato di kosen-rufu e su come concretamente potevo contribuire a realizzarlo.
La risposta a questa preghiera è stata che ho avuto la possibilità di conoscere e accogliere la famiglia della moglie di mio zio, composta da tre donne e una bimba di quindici mesi. Ho potuto constatare che queste persone, malgrado fuggissero dalla guerra, mostravano grande dignità nel dolore e con il loro comportamento davano testimonianza di coraggio, saggezza e compassione.
Questo mi ha portato a riflettere sul nostro infinito potenziale e ho compreso quanto propagare la Legge mistica e portare un messaggio di pace siano possibilità che sono completamente nelle nostre mani.
Ho sentito quanto sia importante il mio ruolo di madre, il ruolo di noi genitori che abbiamo la responsabilità di crescere le future generazioni come persone di valore che vivono per la pace e la giustizia, per creare una società il cui cardine sia il rispetto dell’altro.
Tutto ciò è possibile solo se noi madri e donne di kosen-rufu riusciamo a trasmettere i princìpi del Buddismo con coerenza e forza. Perché, come ci incoraggia sempre il presidente Ikeda, è solo attraverso il nostro esempio che possiamo far crescere giovani di valore e concretizzare la pace mondiale.
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Il mio lavoro per aiutare gli altri
di Dario Iengo, Roma
I carrarmati, i soldati, il bombardamento mediatico che ci propina immagini di atroci sofferenze, quasi come fosse una gara a chi manda in onda l’immagine più scioccante… Quando è iniziato tutto ciò ho avuto la sensazione di vivere una situazione anacronistica, qualcosa fuori dal tempo.
Premetto che, come farmacista, in questi due anni di pandemia sono stato sempre in prima linea e ho trasformato il mio lavoro ampliando i servizi all’interno della farmacia di cui sono responsabile, per venire sempre più incontro ai bisogni delle persone.
Appena è scoppiato il conflitto ho iniziato a recitare Daimoku per la pace e il mio pensiero è andato subito alle parole di Sensei che sottolinea come siano sempre le persone comuni a subire la prepotenza del potere…
Da lì ho iniziato a muovermi per sensibilizzare le persone a donare farmaci e ho chiesto alla mia azienda la possibilità di applicare una scontistica particolare per acquistare farmaci destinati agli ucraini. Prima ancora di ricevere risposta, l’ordine dei farmacisti ha organizzato questa stessa raccolta farmaci, a cui ho immediatamente aderito.
Il desiderio di contribuire con forza per aiutare queste persone e unito al Daimoku mi hanno portato a fare una piccola azione oltre i miei limiti: un semplice post su Facebook (nonostante non sia un appassionato dei social) con una mia foto di fronte al manifesto dell’iniziativa ha dato il via a una catena di solidarietà che mi ha portato a raccogliere ben oltre 1.000 euro di farmaci!
Un risultato meraviglioso che ha fatto esplodere una grande gioia per aver utilizzato il mio lavoro per aiutare le persone comuni, come ci incoraggia a fare Sensei.
PS. La raccolta si è conclusa proprio il 16 marzo, giorno di kosen-rufu!