Sfidandosi nello shakubuku, nell’attività dei giovani e nell’offerta per kosen-rufu, Sarah ridetermina i suoi obiettivi riscrivendo la sua storia sentimentale e lavorativa
Nel 2020 la pandemia aveva portato al pettine tanti miei nodi karmici nell’ambito sentimentale, delle amicizie, degli studi e del lavoro. Il mio fidanzato, Giacomo, mi lasciò dopo tre anni di relazione adducendo il fatto che volevo intraprendere la carriera diplomatica, mentre lui era attaccato al territorio dove era nato. Grazie alle due ore di Daimoku che riuscivo a fare tutti i giorni, all’attività con le giovani donne del capitolo e all’incoraggiamento di Sensei, riuscii a non soccombere allo sconforto. Mantenere alto lo stato vitale era fondamentale per potermi concentrare nello studio per il concorso al Ministero degli Esteri, per il quale mi stavo preparando da due anni.
Nell’autunno del 2020, oltre alla relazione d’amore si infranse il legame con la mia migliore amica a causa di una discussione a cui non fece seguito alcun tentativo di chiarimento, né da parte sua né da parte mia. Così, verso la fine dell’anno mi ritrovai ad aver perso il contatto con due persone care e a non aver superato la prova concorsuale, mentre i sentimenti di rabbia e tristezza prendevano il sopravvento.
Mi resi conto che stavo facendo dipendere la mia felicità dalle circostanze esterne e con questa consapevolezza iniziai a ricercare le parole del Gosho e di Sensei per rafforzare il mio cuore, per renderlo libero e puro. Nichiren Daishonin scrive: «Quando nel proprio cuore si prende fede in Nam-myoho-renge-kyo, il cuore diventa una casa in cui va ad abitare il Budda Shakyamuni. Dapprima la persona non se ne accorge ma col passare dei mesi il Budda che vive dentro al cuore comincia ad apparire come in un sogno e il cuore, poco a poco, si riempie sempre più di gioia» (Il Budda dimora in un cuore puro, RSND, 2, 832).
Sentii che quel veleno si stava trasformando in medicina per ricostruire me stessa su nuove basi, mentre vedevo fiorire nuovi legami e approfondivo quelli esistenti, con i miei amici e in famiglia, e tutto questo mi dava nuova energia e sicurezza.
Rilanciai nello shakubuku, nell’attività dei giovani e offrii la mia disponibilità come referente di capitolo per le consegne dei Gohonzon.
Notai che sfidarmi per sostenere i nuovi membri apriva la mia vita alla gioia. Dentro di me si consolidava uno stato vitale incrollabile che mi portò a rideterminare anche i miei obiettivi personali, tenendo bene a mente le parole del Gosho: «Le sfortune di Kyo’o Gozen si trasformeranno in fortuna. Raccogli tutta la tua fede e prega questo Gohonzon. Allora, che cosa non può essere realizzato?» (Risposta a Kyo’o, RSND, 1, 366).
Così in primavera ho realizzato qualcosa che ritenevo impossibile: con Giacomo stiamo vivendo una relazione completamente nuova, libera dai condizionamenti, sincera e basata sul rispetto reciproco, e questa consapevolezza ci rende più uniti che mai.
Sul fronte lavorativo, dopo aver nuovamente fallito la prova concorsuale decisi che avrei comunque riportato una vittoria entro l’anno, trovando un’occupazione che mi tenesse in contatto con l’estero, con una retribuzione che mi facesse sentire il mio valore. Allo stesso tempo decisi di sfidarmi nell’offerta per kosen-rufu.
Dopo un silenzio iniziale venni contattata da un’importante impresa esportatrice che mi selezionò dopo il primo colloquio offrendomi un contratto a tempo indeterminato.
Da ultimo, ho ricontattato la mia amica e abbiamo deciso di incontrarci appena possibile.
Tutte queste prove concrete mi danno la certezza di aver realizzato il mio “secolo di storia personale in un anno”. Il mio desiderio è ripagare il mio debito di gratitudine verso il maestro e la Soka Gakkai diventando una “ambasciatrice di pace” nella società, di diffondere nel mondo la visione di Sensei e di far crescere tanti nuovi successori che ereditino gli ideali umanistici del Buddismo.