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Consolidare le basi del nostro movimento - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 08:05

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    Consolidare le basi del nostro movimento

    In queste pagine il vicepresidente Hiromasa Ikeda evidenzia alcuni punti salienti del ventisettesimo volume de La nuova rivoluzione umana

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    In queste pagine il vicepresidente Hiromasa Ikeda evidenzia alcuni punti salienti del ventisettesimo volume de La nuova rivoluzione umana

    Punti principali

    • Lo spirito di dedicare la propria vita alla Legge mistica
    • Puntiamo ai prossimi dieci anni
    • Indissolubilmente uniti con il fondatore delle scuole Soka

    Il secondo capitolo del ventisettesimo volume de La nuova rivoluzione umana, dal titolo “Giustizia”, è stato pubblicato a puntate sul Seikyo Shimbun da gennaio a marzo 2014, poco dopo il completamento del Palazzo del grande voto di kosen-rufu (Kosen-rufu Daiseido), nel novembre 2013.
    Il tema della Soka Gakkai per il 2014 era “Anno dell’apertura di una nuova era di kosen-rufu nel mondo” e questo capitolo chiarisce che all’inizio di questa nuova fase è fondamentale tenere a mente quanto segue: «Solo se il grandioso spirito di Makiguchi e Toda di dedicare la propria vita alla Legge mistica avesse continuato a pulsare per l’eternità, lo spirito della Soka Gakkai si sarebbe trasmesso e quel piccolo ruscello si sarebbe ampliato fino a diventare il grande fiume di kosen-rufu» (cap. 2, p.ta 7).
    In questo capitolo viene spiegato come questo nobile spirito sia stato abbracciato dai tre presidenti fondatori della Soka Gakkai, Tsunesaburo Makiguchi, Josei Toda e Daisaku Ikeda. Credo che per far sì che la Soka Gakkai faccia un altro grande balzo avanti come movimento religioso globale, ciò che più conta è che ognuno di noi erediti questo spirito e lo metta in pratica nella vita quotidiana.
    Quando il primo presidente Makiguchi abbracciò la fede nel Buddismo di Nichiren Daishonin, nel 1928, «ricercò il cuore dell’insegnamento originario del Daishonin e, basandosi sul suo spirito, intraprese un cammino sulla grande via del Buddismo in qualità di vero discepolo del Daishonin» (cap. 2, p.ta 9), piuttosto che limitarsi a eseguire la pratica del clero della Nichiren Shoshu, intrappolato nella formalità e in una serie di rituali come le altre scuole buddiste tradizionali in Giappone.
    Nel mezzo della Seconda guerra mondiale il clero della Nichiren Shoshu, temendo la persecuzione da parte delle autorità militariste, accettò un talismano shintoista [l’obiettivo era unificare tutte le religioni del paese imponendo lo shintoismo come unica religione di Stato per sostenere lo sforzo bellico del paese].
    Tuttavia, sia Makiguchi che Toda rifiutarono categoricamente di accettare il talismano, cosa che successivamente portò al loro arresto e alla morte di Makiguchi in prigione: così si pose fine alla sua nobile vita, totalmente dedita alla propagazione della Legge.
    Determinato a portare avanti l’impegno del suo maestro nei confronti di kosen-rufu, Toda iniziò a ricostruire l’organizzazione laica dopo essere stato scarcerato, il 3 luglio 1945. Pur continuando a sostenere e proteggere la Nichiren Shoshu, era consapevole che «nel clero permaneva ancora una tendenza a considerare i fedeli al loro servizio e a comportarsi in modo sprezzante nei loro confronti» (cap. 2, p.ta 14), e prese una ferma posizione contro questo tipo di preti.
    Facendo proprio lo spirito del suo maestro, anche Shin’ichi Yamamoto si impegnò al massimo per proteggere e sostenere la Nichiren Shoshu, a volte dicendo ciò che era necessario dire per mantenere relazioni armoniose tra laici e clero. Tuttavia, molti preti della Nichiren Shoshu nutrivano un forte risentimento per i suoi consigli riguardo al comportamento più appropriato per un prete; in loro «era ormai fortemente radicata la sensazione di poter guardare sempre con arroganza, dall’alto in basso, i fedeli laici» (cap. 2, p.ta 23)
    A peggiorare l’opposizione della Nichiren Shoshu nei confronti della Soka Gakkai vi furono le manovre segrete di Tomomasa Yamawaki, un avvocato coinvolto sia con la Gakkai che con il clero, la cui intenzione era controllare da dietro le quinte la Soka Gakkai.
    Nel 1976 aveva iniziato a diffondere voci provocatorie tra alcuni preti i quali, manipolati da tali dicerie, iniziarono a diffamare e attaccare la Soka Gakkai.
    Shin’ichi «era convinto che quello fosse il momento di consolidare nel cuore di ogni membro una fede incrollabile, insieme allo spirito di maestro e discepolo Soka di vivere fino in fondo adempiendo la missione di kosen-rufu» (cap. 2, p.ta 34).
    Deciso a non lasciare indietro una sola persona, Shin’ichi riversò le sue energie nell’offrire incoraggiamenti, viaggiando tra gennaio e maggio del 1978 in otto regioni al di fuori di Tokyo per incontrare i membri.
    A giugno si recò in Hokkaido, la nona regione visitata in quell’anno. Durante i suoi sedici giorni di permanenza attraversò l’intera isola, scattando fotografie con circa cinquemila membri e incontrandone in totale oltre ventimila.
    Quest’anno celebriamo il trentesimo anniversario dell’indipendenza spirituale della Soka Gakkai dal clero della Nichiren Shoshu [nel novembre 1991]. Imparare e fare nostro lo spirito descritto nel capitolo “Giustizia” è importante non solo per noi che pratichiamo oggi, ma rappresenta il punto di origine e lo spirito fondamentale della Soka Gakkai a cui dovranno sempre far ritorno anche le generazioni future.

    La rinascita del Tohoku

    Nel maggio 1978, mentre era diretto verso il Centro culturale per la pace del Tohoku (l’attuale Centro della Pace di Aoba), nella prefettura di Miyagi, Shin’ichi condivise con coloro che lo accompagnavano il suo rispetto e ammirazione per i membri del Tohoku: «La forza dei membri del Tohoku è stata forgiata ogni volta che hanno dovuto affrontare dure prove, come lo tsunami provocato dal grande terremoto cileno (del 1960, n.d.t.), o i gravi danni causati dal gelo. Respingendo ogni avversità, hanno continuato a rafforzare l’energia con cui portare avanti le attività per kosen-rufu» (cap. 4, p.ta 1).
    Sin dal periodo pionieristico della Soka Gakkai, Shin’ichi aveva continuato a vegliare e proteggere i coraggiosi compagni di fede del Tohoku.
    Nel quarto capitolo di questo volume, dal titolo “Spirito di ricerca”, affermò che questi compagni di fede avevano mostrato «la più grande prova concreta della fede» (cap. 4, p.ta 15), dimostrando «il potere del Buddismo attraverso “i tesori del cuore”» (Ibidem). Senza dubbio, la stessa cosa si può affermare anche in merito ai loro costanti sforzi quotidiani nel ricostruire le loro comunità dopo il terremoto e lo tsunami dell’11 marzo 2011.
    Il 7 marzo di quest’anno, la nostra famiglia Soka del Tohoku ha organizzato una riunione generale dal titolo “Legami di speranza” per celebrare il settantesimo anniversario di kosen-rufu nel Tohoku e il decimo anniversario della rinascita del Tohoku che ha riportato la luce della felicità in tutta la regione.
    L’incontro, tenutosi presso il Centro culturale del Tohoku e trasmesso in diretta streaming in centoquarantasette sedi in tutte e sei le prefetture della regione del Tohoku, ha visto la partecipazione di circa diecimila membri. I “legami d’oro” che hanno stretto sia con il maestro che tra di loro risplendono come fonte di speranza per il mondo intero.
    Nel saggio della serie “Splende la luce della rivoluzione umana”, dal titolo La luce di felicità dei canti di vittoria dell’umanità, pubblicato sul Seikyo Shimbun dell’11 marzo 2021 – data che segna esattamente dieci anni dal terremoto e dallo tsunami del Tohoku – il presidente Ikeda esprime grandi speranze e aspettative per i membri che vivono nella regione: «La forza intrinseca del popolo del Tohoku, così forte di fronte alle avversità, è l’energia trainante per la creazione di valore che aprirà una nuova era» (NR, 699, 5).
    Il maestro Ikeda aggiunge inoltre che, nell’impegno del nostro movimento per rendere il secolo in cui viviamo un secolo della vita e della rivoluzione umana, «la nostra amata famiglia Soka del Tohoku avrà un ruolo fondamentale nel consolidare le basi del nostro movimento» (Ibidem). Con questo incoraggiamento inciso nel cuore, i nostri compagni di fede del Tohoku hanno dato inizio a un nuovo progresso.
    Nel quarto capitolo del ventisettesimo volume, “Spirito di ricerca”, è descritta anche una scena in cui Shin’ichi lanciò un appello ai responsabili delle sei prefetture del Tohoku, affermando: «Conquistiamo insieme la vetta di kosen-rufu puntando ai prossimi dieci anni. Da un nuovo cammino nasce sempre una nuova speranza» (cap. 4, puntata 15).
    Sono certo che gli incredibili sforzi compiuti dai nostri compagni di fede del Tohoku per riportare la luce della felicità nella loro regione continueranno a brillare ancora più luminosi nel prossimo decennio, mentre avanziamo verso il centenario della Soka Gakkai, nel 2030.

    Una nuova era per l’educazione Soka

    La Scuola elementare Soka di Tokyo venne inaugurata nell’aprile del 1978. Nel primo capitolo del ventisettesimo volume, “Germogli di gioventù”, Shin’ichi affermò che, con l’apertura della scuola, si era «finalmente giunti alla seconda fase di costruzione del sistema educativo Soka» (cap. 1, p.ta 14). Nonostante i suoi numerosi impegni quotidiani, trovava il tempo per visitare la scuola in quanto fondatore, per incoraggiare gli studenti e il personale.
    I suoi sentimenti verso gli studenti, i diplomati e i laureati delle scuole Soka sono descritti in queste parole: «Shin’ichi credeva fermamente che l’insieme delle scuole Soka, a cominciare dalla scuola elementare, fosse un tutt’uno con la sua vita. Egli riteneva che la crescita dei bambini e il successo che i ragazzi, provenienti dalla scuola elementare Soka, avrebbero ottenuto nella società fossero le cose che davano il maggior significato alla sua vita» (cap. 1, p.ta 51).
    Alla prima cerimonia di consegna dei diplomi della Scuola elementare Soka di Tokyo, tenutasi nel marzo 1982, incoraggiò gli studenti affermando: «Desidero che diventiate forti e che vi impegniate tenendo sempre a mente l’obiettivo della pace» (cap. 1, p.ta 57).
    Il 16 marzo di quest’anno la scuola ha tenuto la sua quarantesima cerimonia di conferimento dei diplomi.
    Nel suo messaggio ai diplomati il presidente Ikeda ha dichiarato con passione che, come fondatore, considera la sua vita e la vita degli studenti come «una e inseparabile, per l’eternità». La sua costante attenzione nei confronti di tutti coloro che hanno studiato presso le scuole e gli istituti educativi Soka è rimasta immutata.
    Quest’anno celebriamo il cinquantesimo anniversario dell’Università Soka di Tokyo (il 2 aprile) e il ventesimo anniversario dell’Università Soka in America (il 3 maggio). Recentemente è stato inoltre annunciato che nel 2023 verrà inaugurata in Malesia la Scuola internazionale Soka (Soka International School Malaysia, SISM). Non è lontano il giorno in cui gli studenti diplomati alla Scuola internazionale Soka della Malesia proseguiranno i loro studi presso l’Università Soka di Tokyo o l’Università Soka in America.
    Questo è davvero «il momento per il nostro sistema educativo di esprimere tutto il suo potenziale» (cap. 1, p.ta 27).

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