Dopo essersi trasferita in Italia, Ermira aveva riposto in un cassetto il suo sogno di lavorare nell’ambito culturale. Recitando Daimoku e impegnandosi come insegna il Gosho, è riuscita a riportare una grande vittoria da dedicare al maestro Ikeda
Sono nata a Tirana, in Albania, e sono membro della Soka Gakkai da due anni. Sono arrivata a Roma nel 1991 chiedendo asilo politico, ma non mi è stato concesso. È stato un periodo davvero molto duro, ero sola e senza nessun aiuto, ma è stato anche bello perché non mi sono mai rassegnata e vedevo la mia crescita giorno dopo giorno.
Come scrive il maestro Ikeda nel libro La vita mistero prezioso: «Una visione del futuro rassegnata, pessimistica e priva di speranza produce davvero un futuro misero, mentre la speranza, la determinazione e l’ottimismo, con l’aiuto di quella miniera di tesori che è il passato, possono dischiuderci un futuro di illimitato splendore» (Bompiani, pag. 101).
Avevo un sogno da giovane: lavorare in un ambiente artistico e culturale, cosa che mi è stata impossibile a causa della situazione sociale e politica del mio paese. Ovviamente qui in Italia non ci avevo mai provato, perché pensavo che è già difficile per i giovani italiani, figurarsi per me che sono un’adulta extracomunitaria!
A novembre del 2019 ho ricevuto il Gohonzon, e ho avuto subito un enorme beneficio: festeggiare, dopo trent’anni, il Capodanno con la mia famiglia in America.
Pur mettendo sempre degli obiettivi non determinavo mai di cambiare lavoro, ritenendolo impossibile. Tuttavia, parlando con le compagne di fede della mia insoddisfazione – all’epoca lavoravo in un centro scommesse – sono stata incoraggiata a recitare Daimoku per migliorare il mio lavoro e dedicare la mia vittoria a Sensei.
Da quel momento le mie giornate erano dedicate allo studio a alla pratica. Dovevo vincere questa battaglia.
Sensei scrive: «In una battaglia vince chi ha deciso di vincere, e ancora di più tutti voi che mettete in pratica la Legge mistica che abbraccia i tremila regni in un singolo istante di vita, potete manifestare l’incommensurabile potere del Budda e attivare le innumerevoli funzioni protettrici dell’universo. Questa è la strategia del Sutra del Loto, superiore a qualsiasi altra» (NR, 724, 4).
Ho pregato con la convinzione che “nessuna preghiera rimarrà senza risposta”. E così una sera mi sono ritrovata a parlare con una persona che lavora alla Galleria Borghese e che dopo aver ascoltato le mie esperienze e competenze mi ha proposto di lavorare lì, dove proprio quel giorno si era liberato un posto! Avrei cominciato già il giorno dopo, il 16 agosto di quest’anno.
Non potete immaginare la gioia! Si stava realizzando il mio sogno nel cassetto ma la gioia più grande era che avevo vinto con il Gohonzon.
è iniziata per me una nuova vita, nuove esperienze e nuove sfide. Faccio parte di un bellissimo team e condivido spesso con i colleghi la mia filosofia di vita. Lavoro in mezzo a giovani con tanta esperienza e devo stare al passo con loro. Studio tutte le opere della Galleria Borghese e metto in pratica tutte le mie conoscenze.
Lo scorso ottobre, in occasione del G20, mi hanno comunicato che avrei dovuto accogliere la First Lady degli Stati Uniti, insieme a una giovane donna che da anni lavora in Galleria. Mi sono sentita una Bodhisattva della Terra: sicura di me, colma di forza vitale e desiderosa di aiutare gli altri. È stata una bellissima e incredibile esperienza!
Per il futuro la mia determinazione è di utilizzare ogni situazione per approfondire sempre di più la mia fede, proprio come ci incoraggia il Daishonin: «Credi nel Gohonzon, il supremo oggetto di culto in tutto Jambudvipa. Rafforza costantemente la tua fede e ricevi la protezione di Shakyamuni, di Molti tesori e dei Budda delle dieci direzioni» (RSND, 1, 342).