Deprecated: Function strftime() is deprecated in /var/www/vhosts/ilnuovorinascimento.org/wp-dev.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/themes/nuovo-rinascimento/functions.php on line 220
Non darmi mai per vinta - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:27

737

Stampa

Non darmi mai per vinta

Alessia Napoletano, Salerno

Alessia ha condiviso la sua esperienza alla riunione generale delle giovani mamme.
Ho cominciato a praticare nel 2012 insieme a mia madre. A gennaio del 2017 ho scoperto di essere incinta. Ero appena uscita dal liceo e mi ero iscritta alla facoltà di Farmacia e avevo sostenuto pochissimi esami. Questo evento ha portato nella vita mia e del mio compagno tante difficoltà.

Dimensione del testo AA

Alessia ha condiviso la sua esperienza alla riunione generale delle giovani mamme

Ho cominciato a praticare nel 2012 insieme a mia madre. A gennaio del 2017 ho scoperto di essere incinta. Ero appena uscita dal liceo e mi ero iscritta alla facoltà di Farmacia e avevo sostenuto pochissimi esami. Questo evento ha portato nella vita mia e del mio compagno tante difficoltà.
Inizialmente non mi sentivo in grado di sostenere questa responsabilità, pensavo che non avrei potuto dare niente a questa nuova vita. Dato che sia io che il mio compagno e le nostre rispettive famiglie pratichiamo il Buddismo, ci siamo basati prima di tutto sulla recitazione di Nam-myoho-renge-kyo.
Recitammo molto Daimoku ogni giorno per capire quale fosse la scelta giusta per le nostre vite senza farci sviare dalle incertezze del momento. Un giorno di fronte al Gohonzon sentii che ero perfettamente in grado di sostenere quella situazione e che sarei stata un esempio per mia figlia se avessi tenuto fede ai miei obiettivi e alle mie determinazioni.
L’obiettivo mio e del mio compagno era ed è tuttora, fare in modo che questa condizione potesse essere un trampolino di lancio per la nostra vita personale.
Durante la gravidanza scrivemmo al presidente Ikeda una lettera proprio con questa determinazione e nella sua risposta percepimmo tutta la cura e il sostegno del nostro maestro.
Dopo la nascita di Sofia Emi, ho vissuto un momento molto particolare durante il quale mi sentivo sopraffatta dalla mia nuova condizione di madre: avevo deciso di dedicarmi per un anno completamente a Sofia rimanendo a casa con lei, avevo abbandonato l’università e tutto questo mi faceva soffrire tantissimo perché non mi sentivo più una giovane donna, dato che avevo una figlia, e contemporaneamente l’unica cosa che mi legava alle donne era avere una figlia.
In quel periodo non riuscivo a mantenere una pratica costante, mi sentivo arrabbiata col mondo e riemerse una tendenza che mi ha sempre caratterizzato: quella di guardare all’esterno e giudicare gli altri perché mi sento frustrata. Tutto questo si manifestava anche nel mio atteggiamento nella pratica: non credevo nelle mie potenzialità e dubitavo delle mie scelte, non credendo fino in fondo di poter tenere fede alla mia decisione. Avevo promesso al mio maestro di realizzarmi al 100%, ma nella condizione in cui mi trovavo non vedevo nessuna speranza. Avevo l’impressione che il Gohonzon e il Daimoku funzionassero con tutti tranne che con me, ed ero convinta che il fatto di aver avuto una figlia mi avrebbe solo rallentato: era come se facessi sempre tutto al momento sbagliato.
Ingaggiai una sfida con me stessa decidendo di ricominciare a recitare costantemente Daimoku per mettermi davvero in discussione con sincerità e capire il mio posto nel mondo, la mia “missione”.
Questa guida di Sensei mi è stata di grande incoraggiamento: «La vittoria eterna consiste nel condurre una vita che non è mai sconfitta. Non darsi mai per vinti, non arrendersi mai, in realtà è una vittoria ancora più grande di vincere» (BS,193, 40).
Mi sentivo piena di energie, combattiva, con la voglia e la curiosità di conoscermi e capire chi ero. Di conseguenza anche il mio ambiente cambiò: decisi di iscrivermi di nuovo all’università, alla facoltà di Infermieristica, e insieme ad altre donne organizzammo una riunione per neomamme, che a Salerno non si faceva da molto tempo. Eravamo ben tredici da tutto il territorio e ne mancavano molte altre!
Continuando a recitare Daimoku con lo spirito di una fortissima giovane mamma venimmo invitate ad un’altra riunione generale della regione Lazio delle giovani mamme, decido di andare a nome di tutte le mamme della mia zona e proprio in quella occasione ho avuto l’opportunità di parlare con una donna che mi ha detto: «Qual è il ruolo delle donne? Prendersi cura dei giovani! E cosa fa una mamma? Non si prende forse cura di un giovane?». In quell’istante capii il senso di tutte le sofferenze, le gioie, le decisioni prese, tutto mi aveva portato a quel preciso momento e vidi la mia sofferenza sciogliersi.
Da lì a poco, con grande gioia, mi fu affidata la responsabilità come referente di regione delle giovani mamme. Mi sentivo proprio una pioniera. Ho cominciato più chiaramente a riconoscere tutte le mie tendenze, con la determinazione di non commettere più gli errori del passato. Ho imparato a comunicare i miei momenti di sofferenza senza accusare gli altri. All’università ho parlato del Buddismo a tutte le mie colleghe e una di queste da maggio pratica costantemente e partecipa alle attività.
Inoltre, io e il mio compagno a marzo di quest’anno ci siamo finalmente trasferiti creando un nostro nucleo familiare e a fine novembre mi sono laureata, in tempo e con il massimo dei voti. Dal 20 dicembre inizierò a lavorare in una condizione perfetta che mi permetterà di prendermi cura di Sofia e di continuare a studiare per coltivare il mio desiderio di diventare un’infermiera di comunità e realizzarmi al 100%. Sento dentro di me risuonare costantemente la guida di Sensei che dice: «Io sono la Soka Gakkai!” “Guardate cosa realizzo!» (NR, 691, 7).
Da un punto di vista più profondo il beneficio più grande è percepire questa immensa gratitudine nella mia vita, e sono certa che è proprio grazie a questo spirito sincero che stiamo realizzando tutto questo. Ringrazio di aver incontrato il Buddismo, il mio maestro, il mio compagno, la Soka Gakkai e i miei compagni di fede.
Concludo con una determinazione: di essere ogni giorno la manifestazione di Nam-myoho-renge-kyo, essere un esempio per tutte quelle persone che, come me, non credono nelle infinite potenzialità della vita, dimostrando loro che si può realizzare l’impossibile.

©ilnuovorinascimento.org – diritti riservati, riproduzione riservata