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Il nostro 18 novembre verso il 2030 - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 15:41

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Il nostro 18 novembre verso il 2030

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«Novembre è il mese in cui i nostri primi due presidenti, Tsunesaburo Makiguchi e Josei Toda, fondarono la Soka Gakkai, a Tokyo, precisamente il 18 novembre 1930.
Il mese della nostra fondazione è il mese in cui creare una nuova storia, è il mese in cui i paladini della giustizia, pieni di coraggio e fiducia in se stessi, si mettono in moto con un intento preciso. Non è semplicemente il momento di riflettere sul passato, non si tratta della pagina di una cronaca vecchia e polverosa. Kosen-rufu è un processo di creatività senza fine, di slancio in avanti che non tollera nemmeno un istante di arresto o di ristagno.
Il nostro mese della fondazione vivrà per sempre nel presente, perché la nostra vittoria in ogni istante, proprio adesso, contribuisce alla “fondazione” di una Soka Gakkai sempre vittoriosa che resterà solida nei prossimi cinquanta o cento anni.
In questo mese di novembre vi prego di scrivere una pagina senza precedenti nella storia della vostra vita. Fate in modo che sia un periodo di rinascita in cui uscire dal vostro guscio, in cui infrangere i limiti che voi stessi vi siete posti, in cui ripartire con coraggio, con lo spirito di alzarsi da soli»
(D. Ikeda, NR, 660, 8).

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Il 18 novembre nella storia della Soka Gakkai

1930

«La Soka Gakkai fu fondata il 18 novembre 1930, data della pubblicazione del primo volume dell’opera Soka kyoikugaku taikei (Il sistema pedagogico per la creazione di valore) di Tsunesaburo Makiguchi, che riassume la sua filosofia educativa e fu realizzata grazie al sostegno del suo discepolo Josei Toda.
Quel giorno il nome “Soka Kyoiku Gakkai” (lett. società educativa per la creazione di valore, antesignana della Soka Gakkai) fece il suo debutto pubblico.
Quest’opera, che racchiude l’impegno del maestro e del discepolo, inizia così: ”L’educazione per la creazione di valore è una metodologia per formare individui capaci in grado di creare valore, che è lo scopo della vita”.
[…] E poiché la felicità consiste nel creare valore, l’educazione Soka si impegna a formare persone che lavorino per la propria e l’altrui felicità. Il punto focale sono sempre gli esseri umani» (D. Ikeda, BS, 214, 4).

1944

Il 18 novembre 1944, Makiguchi muore in carcere. Makiguchi e Toda, durante la guerra, furono incarcerati per essersi opposti al governo militarista che imponeva lo Shintoismo come religione di stato.
Toda viene rilasciato il 3 luglio 1945 e, alzandosi da solo, dà inizio alla ricostruzione della Soka Gakkai.

2013

Il 18 novembre 2013 viene inaugurato a Tokyo il Kosen-rufu Daiseido, il Palazzo del grande voto di kosen-rufu. Da quel giorno i membri di tutto il mondo vi si recano per formulare il voto di kosen-rufu mondiale insieme al maestro Ikeda. Questo edificio rappresenta la vittoria dei maestri e dei discepoli Soka che, superando tutte le difficoltà, hanno aperto la nuova era di kosen-rufu mondiale.

2019

A Shinanomachi, Tokyo, apre il Centro mondiale Seikyo della Soka Gakkai, che il presidente Ikeda descrive come «una nuova fortezza della parola scritta che forgia, unisce e illumina i cittadini globali» (NR, 658, 5).

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Tavola rotonda – Il significato del 18 novembre

“Alzarsi da soli” per diffondere la luce della speranza

In queste pagine pubblichiamo una tavola rotonda che raccoglie alcune determinazioni e riflessioni sullo spirito di alzarsi da soli e sul significato del 18 novembre, così importante per tutti noi membri della Soka Gakkai

Cristina Canestrelli, vice segretaria nazionale donne
Marta Modena, vice responsabile nazionale giovani donne
Manuel Curcio, vice responsabile giovani uomini regione Calabria
Dino Bucalo, responsabile uomini regione Piemonte Sud

Cosa vuol dire per te oggi celebrare il 18 novembre? 

Dino: Significa ritornare con forza al punto di origine della Soka Gakkai. Il 18 novembre è il giorno della fondazione di un grande sogno, così come espresso dalle parole di Sensei: «Ancora oggi dialogo costantemente con il mio maestro. Nella mia mente sono ancora quel giovane in piedi di fronte a lui: kosen-rufu era la nostra aspirazione comune, il nostro grande sogno, la nostra avventura» (BS, 193, 52).
La Soka Gakkai è nata per realizzare il volere del Budda: permettere a ogni singolo essere umano di costruire una solida felicità interiore.
Una felicità condivisa. Anche io, ora e non domani, così come sono, di fronte al mio maestro voglio essere quel giovane che esprime la risoluta determinazione di lottare per realizzare il sogno di una società pacifica e armoniosa. Senza più aspettare, ora è il momento di lottare per mettere in pratica e realizzare un cambiamento profondo nel mio cuore. Un cuore che apprezza, riconosce, valorizza e rispetta la vita.
La Soka Gakkai nasce dal desiderio di persone comuni, i maestri Makiguchi e Toda, che decidono di fondare un movimento capace di restituire dignità e rispetto a ogni essere umano credendo profondamente nel potere e nella missione unica di ognuno di noi.
Celebrare il 18 novembre significa ritornare al punto di origine della Soka Gakkai: lo spirito di alzarsi da soli, lo spirito di decidere come voglio essere io, come voglio comportarmi. Far sì che ogni persona possa raggiungere un’indipendenza spirituale attraverso un legame diretto e personale con il proprio maestro.
A pochi giorni dal 18 novembre, mi chiedo che tipo di persona voglio essere, per cosa voglio spendere la mia vita. Per lottare e vincere insieme.

Cristina: Ogni anno, andando verso il 18 novembre mi chiedo se, come discepola, sto davvero mettendo in pratica lo spirito della fondazione. Non so rispondere, ma posso andare davanti al Gohonzon e lasciare che il mio cuore si rischiari alla luce della speranza che emerge dalla preghiera.
Nichiren Daishonin scrive: «Quando nel proprio cuore si prende fede in Nam-myoho-renge-kyo, il cuore diventa una casa in cui va ad abitare il Budda Shakyamuni. Dapprima la persona non se ne accorge, ma col passare dei mesi il Budda che vive dentro il cuore comincia ad apparire come in un sogno, e il cuore, poco a poco, si riempie sempre più di gioia» (Il Budda dimora in un cuore puro, RSND, 2, 832).
Sulla copertina del libro pubblicato il 18 novembre 1930 da Makiguchi e Toda (Soka kyoikugaku taikei) è raffigurata una lanterna che rischiara l’oscurità. Sensei spiega che quest’immagine rappresenta lo spirito e la missione della Soka Gakkai: essere la luce della speranza per l’umanità.
Celebrare il 18 novembre per me significa tenere accesa quella luce ogni giorno.

Manuel: Il 18 novembre rappresenta per me l’opportunità di tornare allo spirito sincero e combattivo dei nostri maestri che si sono battuti affinché tutti potessimo conseguire la felicità e realizzare le nostre vite. Celebrare questa data significa rideterminare e confermare questo spirito, ripartire con slancio verso nuovi obiettivi offrendo agli altri e a me stesso la prova concreta della pratica buddista.
È una grande gioia poter celebrare questa data così importante che mi dà l’occasione di rinnovare la gratitudine verso il maestro con la promessa e la determinazione di impegnarmi sempre di più per lo sviluppo di kosen-rufu.
Per me, quindi, il 18 novembre rappresenta un punto di arrivo, con tutti i miei obiettivi prefissati, ma al tempo stesso un punto di ripartenza per fare il “pieno di carburante” per gli obiettivi futuri!

Marta: Anche per me questo giorno è l’occasione per decidere di andare fino in fondo nelle sfide più difficili, rilanciando su grandi obiettivi che riguardano la mia vita professionale e familiare.
Oggi, in vista del giorno della fondazione, sto pregando per fare mio il cuore del maestro e poter vincere sull’oscurità fondamentale che a volte mi fa credere di non poter realizzare i miei sogni.
Quando sperimentiamo il cammino di maestro e discepolo, cresce in noi il desiderio di condividere con più persone possibili lo spirito Soka, e mentre diventiamo dei “buoni amici” per noi e per gli altri costruiamo una felicità incrollabile e duratura.

Lo spirito della fondazione è lo spirito di “alzarsi da soli”. In un momento così difficile, in cui non possiamo tenere gli zadankai in presenza, cosa significa per te “alzarsi da soli”? 

Manuel: La sospensione degli zadankai in presenza in questi due anni ha rappresentato per molti di noi una grande difficoltà, ma al tempo stesso una grande occasione per approfondire la nostra fede e affrontare le nostre paure.
Ed è proprio in situazioni simili che emerge lo spirito di alzarsi da soli, un’azione coraggiosa che dà valore alla nostra vita, in quanto nel momento cruciale decidiamo con un Daimoku sincero e “disperato” di ribaltare una situazione apparentemente senza via d’uscita.
Di fronte a queste dure prove è fondamentale tirare fuori una grande forza, costruire una fede invincibile che ci permetta di restare solidi davanti agli ostacoli avanzando senza paura. Sperimento lo spirito di alzarmi da solo ogni volta che in una situazione critica decido di andare di fronte al Gohonzon per trasformare quella sofferenza in gioia.

Cristina: Mi rendo conto, oggi più che mai, che decidere di ricevere l’allenamento diretto dal maestro Ikeda è una mia scelta personale e quotidiana sulla quale cerco di fondare me stessa, le mie azioni e le mie scelte per il futuro. La pandemia ci ha costretto a trovarci soli davanti al Gohonzon e ci sono stati momenti in cui ho sentito questa solitudine, ma poi ho pensato alla solitudine di Nichiren Daishonin in esilio, e poi a quella di Ikeda, di Toda e Makiguchi in tanti momenti drammatici.
Li ho sentiti vicini, accanto a me. Proprio in quei momenti loro hanno deciso di alzarsi e lottare.
Ciò che mi colpisce è che lo hanno fatto con tanta immaginazione, sfidando i tempi, innovando; così prego per avere anch’io la stessa capacità di immaginare e aprire strade nuove.
Quando a luglio 2020 abbiamo ricominciato a tenere le cerimonie di consegna dei Gohonzon, mi ha commosso vedere come tante persone si sono alzate da sole, nel loro cuore. Ho pensato ai discepoli per i quali il Daishonin iscriveva i Gohonzon e con cui poteva comunicare solo per lettera: è un’immagine che mi incoraggia e mi porta ogni volta a provare un’immensa gratitudine.

Marta: Nonostante stiamo tenendo le nostre attività online, ho sempre sentito il sostegno dei compagni di fede che si sono sfidati utilizzando “nuovi modi” per non interrompere il flusso di kosen-rufu.
In un incoraggiamento dedicato alle giovani donne, il maestro Ikeda scrive: «Qualunque sia la situazione, decidete che non sarete mai sconfitte e continuate ad avanzare con vigore e ottimismo vivendo una gioventù di insuperabile gioia» (Il voto dell’Ikeda Kayo-kai, IBISG, pag. 108). Lo spirito della fondazione è questo coraggio indomito, che non si lascia mai sconfiggere, qualunque cosa accada, uno spirito che abbiamo ereditato da Nichiren Daishonin e dai nostri maestri.

Dino: Non posso riflettere sullo spirito di alzarsi da soli senza pensare che, grazie alla famiglia Soka e ai costanti incoraggiamenti del mio amato maestro, io non sono mai stato veramente solo.
Per me “alzarsi da soli” significa cercare di far mio lo spirito di non arrendersi mai espresso nelle pagine de La rivoluzione umana e La nuova rivoluzione umana. Di far prevalere la fiducia sulla sfiducia. L’amore sull’odio. L’incontro sullo scontro.
Viviamo in un paese meraviglioso che ha però la tendenza alla divisione e alla faziosità. Ci si divide e ci si separa all’infinito. Mai come in questo periodo assistiamo a prese di posizione estreme, a un linguaggio violento intriso di odio.
Alzarsi da soli significa riconoscere il vero nemico della nostra epoca: il demone della separazione e della divisione. Come posso creare valore insieme a quella persona così distante e diversa da me?
Io, come discepolo di Daisaku Ikeda, cosa posso fare per spegnere i fuochi della discordia rispettando l’individualità di ognuno? Soltanto insieme possiamo vincere e cambiare la storia della nostra epoca.
Alzarsi da soli non significa essere soli. Sono convinto che significhi costruire un ambiente armonico e inclusivo, dove tutte e tutti possano sentire il valore e la gioia di un’umanità condivisa, seguendo l’esempio dei nostri maestri.

Come famiglia Soka stiamo avanzando verso il centenario della fondazione. Come immagini la tua vita e lo sviluppo di kosen-rufu in Italia nel 2030? 

Cristina: Ci penso spesso, sono consapevole dell’importanza di questo decennio e per questo ho determinato grandi scopi personali.
Ho anche ricominciato a studiare (una follia!).
Sono mamma di due bambini e il mio desiderio più grande è di vedere i miei figli crescere liberi, in pace e sicurezza; allo stesso modo desidero veder crescere una generazione di giovani meravigliosi e forti, dediti al voto con gioia, che a loro volta facciano crescere le generazioni future: è un’immagine bellissima, che mi tengo dentro.
La Soka Gakkai italiana sta lavorando tanto per radicarsi nel tessuto sociale e mettere in pratica l’ideale di kosen-rufu nella comunità. In questi due anni non si è mai fermata: Senzatomica, il progetto “Cambio io cambia il mondo”, la mostra “L’eredità della vita” e le nostre riviste sono strumenti concreti con i quali il Buddismo viene messo al servizio dell’umanità.
Sono orgogliosa di far parte di questo movimento pacifico. Inoltre, le Proposte di pace di Sensei e la sua volontà esplicita di sostenere gli Obiettivi dell’Agenda 2030 sono chiare indicazioni del maestro su come vivere questo decennio. Desidero che il 2030 veda una Soka Gakkai sempre più immersa nella società, forte e attiva, e sempre più unita: credo sia questa la chiave per la vittoria, non solo per noi, ma per il pianeta.

Dino: Questo 18 novembre è il momento per me di esprimere con forza la determinazione di lottare per proteggere i nostri legami, forti e antichi, come fratelli e sorelle dall’infinito passato, al fine di realizzare la più bella “famiglia Soka” nel mondo.
Per il 2030 ho anzitutto determinato di esserci, e di continuare incessantemente ad approfondire il mio personale legame con il maestro Ikeda.
I miei figli nel 2030 avranno 20 e 24 anni e desidero più di ogni altra cosa che scelgano Sensei come maestro e possano essere attivi nella nostra amata famiglia Soka. Immagino un grande sviluppo del nostro movimento, con i nostri meravigliosi giovani alla guida.
Un movimento di persone comuni risvegliate alla propria missione di Bodhisattva della Terra che lottano per proteggere e sviluppare sempre più il grande cuore Soka, capace di abbracciare il mondo intero. Nessuno escluso.

Marta: In questi anni cruciali, mirando al centenario della fondazione, desidero costruire il mio posto nel mondo per contribuire con l’educazione e la creatività a far crescere giovani coraggiosi capaci di realizzare i propri sogni. Quest’anno voglio consolidare le basi della mia professione che mi farà sentire sicura e soddisfatta per i prossimi dieci anni, “realizzando un secolo di storia in un solo anno” ed esprimendo la compassione propria del Bodhisattva della Terra in modo da poter dire con orgoglio: “Io sono la Soka Gakkai, guardate cosa realizzo!” (NR, 691, 7).
Ho promesso a Sensei di essere una campionessa di shakubuku e di impiegare ogni fibra del mio essere per proteggere la Soka Gakkai e far sì che sempre più giovani possano diventare felici e rendere questo mondo un posto migliore.
Questo significa anche prendersi cura dei giovanissimi che si stanno impegnando nei Gruppi futuro e studenti. Lo sviluppo di kosen-rufu in Italia è al sicuro e sarà radioso grazie allo spirito di questi giovani!

Manuel: Credo che essere presenti in questo decennio storico che ci condurrà verso il centenario della fondazione della SGI sia per noi una grande fortuna, in quanto saranno anni determinanti per realizzare la vittoria completa. I giovani in particolare sono e saranno i protagonisti: è fondamentale sostenerli ed estendere sempre più la rete dei giovani bodhisattva, affinché manifestino liberamente il loro potenziale.
È così che immagino lo sviluppo di kosen-rufu in Italia, in cui i giovani diventino pilastri di speranza per l’intera umanità.

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