In questo saggio il presidente Ikeda parla dello spirito di alzarsi con coraggio di fronte alle difficoltà, e in particolare della forza dei giovani, suoi amati successori: «Se c’è un solo giovane che fa proprio il cuore del maestro, il futuro della sua zona e del suo paese sarà luminoso»
Noi membri della Soka Gakkai che dedichiamo la nostra vita a kosen-rufu siamo sempre insieme a Nichiren Daishonin, il Budda dell’Ultimo giorno della Legge.
Nel periodo in cui viveva sul monte Minobu, nella provincia di Kai (l’attuale prefettura di Yamanashi), il Daishonin inviò una lettera all’anziana monaca laica di Ko, una devota discepola che viveva sull’isola di Sado, distante «mille ri, […] mari e monti» (Il tesoro di un figlio devoto, RSND, 1, 928).
Le disse: «Ogni volta che senti la mia mancanza, guarda il sole che sorge [al mattino] e la luna che sorge la sera. In qualsiasi momento io sarò riflesso nel sole e nella luna» (Lettera alla monaca laica di Ko, RSND, 1, 530).
Siamo membri della famiglia Soka, uniti dalla Legge mistica. I meravigliosi legami che condividiamo nel portare avanti la grande avventura di kosen-rufu si riflettono nei “limpidi specchi celesti” del sole e della luna.
Unendoci nella preghiera con i compagni di fede di tutto il mondo per realizzare il nostro voto di kosen-rufu, continuiamo a incoraggiarci a vicenda e a espandere il nostro movimento, impareggiabile esempio di unità nella diversità!
Il meraviglioso esempio del Gruppo “isole vittoriose”
Lo scorso 7 ottobre si è celebrato il “Giorno del gruppo isole vittoriose”. A tal proposito, ho ricevuto una serie di aggiornamenti sulle attività da parte dei membri di più di duecentotrenta isole.
Molti pionieri di quelle isole hanno lottato instancabilmente sin dagli albori del nostro movimento. Sopportando con tenacia le critiche di chi non comprendeva i nostri obiettivi e ideali, si sono impegnati duramente per contribuire allo sviluppo delle loro rispettive comunità, in cui hanno messo salde radici. Oggi godono della profonda fiducia dei loro vicini e concittadini.
I nostri compagni di fede che vivono su queste isole remote hanno affrontato anche le sfide della pandemia con spirito invincibile, mostrando prove concrete di rivoluzione umana che sono fonte di grande ispirazione. Non solo, i coraggiosi ragazzi e le ragazze dei Gruppi giovani e futuro risplendono come un “tesoro di speranza” di queste isole.
Unisco i palmi in segno di rispetto nei confronti di questi “Bodhisattva Mai Sprezzanti Soka”, che non si sono mai lasciati sconfiggere dai venti impetuosi delle avversità. Con il loro atteggiamento, sono meravigliosi esempi di amicizia e di dedizione alla propria comunità.
Sto pregando ogni giorno con il desiderio che il mio Daimoku raggiunga ogni isola, e affinché ciascuno dei nostri membri possa condurre una vita traboccante di fortuna, benefici, sicurezza, prosperità e brillanti vittorie.
Anche mentre era in esilio a Sado, un’isola sperduta circondata dai mari in tempesta, il Daishonin mostrò sempre una sincera premura per i suoi discepoli e per gli abitanti del luogo. Fu lì che proclamò con fierezza che in futuro la Legge mistica si sarebbe diffusa ampiamente in tutto il mondo (cfr. Sulla profezia del Budda, RSND, 1, 352).
Egli inoltre affermò: «La nostra vita, corpo e mente, in un singolo istante pervade l’intero regno dei fenomeni» (L’oggetto di culto per l’osservazione della mente, RSND, 1, 326).
Il nostro ichinen, la nostra determinazione di adempiere al grande voto dei Bodhisattva della Terra, è in grado di abbattere qualsiasi limite.
Realizzare kosen-rufu in una singola isola, così come l’ideale di “adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese” in una singola comunità locale, equivale senza dubbio a realizzare kosen-rufu e l’ideale di “adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese” nel mondo intero.
Nichiren Daishonin incoraggiò un suo discepolo con le seguenti parole: «Affido a te la propagazione del Buddismo nella tua provincia» (Le proprietà del riso, RSND, 1, 991). Ovunque viviate, desidero che siate sempre orgogliosi del fatto che vi è stata affidata la missione di realizzare kosen-rufu proprio in quel luogo e di dedicarvi alla felicità delle persone che lo abitano.
La meravigliosa forza delle madri
In una lettera indirizzata alla monaca laica Sennichi, che viveva sull’isola di Sado, il Daishonin scrive: «[Per] ripagare il debito di gratitudine nei confronti di mia madre, […] ho fatto voto di mettere in grado tutte le donne di recitare il Daimoku di questo sutra [Nam myoho renge kyo]» (Il sutra della vera riconoscenza, RSND, 1, 828).
Fin dai tempi dei maestri Makiguchi e Toda, lo spirito di maestro e discepolo Soka è sempre stato quello di prendersi cura delle madri e di tutte le donne, in perfetto accordo con il desiderio del Daishonin.
È già trascorso mezzo secolo da quando composi il lungo poema Madre. Venne presentato a una riunione delle responsabili del Gruppo donne del Kansai, presso la palestra Higashiyodogawa di Osaka, nel mese di ottobre del 1971.
Quell’anno segnava il quindicesimo anniversario della “campagna di Osaka”.
Con questo poema desideravo rendere omaggio dal profondo del cuore prima di tutto alle donne del “Kansai sempre vittorioso”, che avevano lottato al mio fianco con coraggio e dedizione.
Fu mia moglie a partecipare in mia rappresentanza a quella riunione, portando con sé il manoscritto finale del poema che recava ancora i segni delle correzioni e delle modifiche fatte all’ultimo minuto.
«Madre! Oh, madre! Che grande, meravigliosa forza possiedi!».
L’ammirazione e il rispetto che espressi in quel poema rimangono tuttora invariati.
Anzi, sono convinto che d’ora in avanti la “grande e meravigliosa forza” delle donne risplenderà sempre più luminosa.
Ogni volta che passiamo presso l’elegante Centro culturale mondiale delle donne Soka, dalla caratteristica facciata color crema, il volto di mia moglie si illumina con un radioso sorriso.
Il significato di questo “palazzo”, costruito un anno prima dell’inizio del ventunesimo secolo (2000) e dedicato non solo alle compagne di fede del Gruppo donne, ma alle donne di ogni età e di tutto il mondo, è estremamente profondo.
In un Gosho indirizzato a Nichigen-nyo, il Daishonin spiega attraverso una metafora il grande potere benefico della Legge mistica: «C’è qualcosa di più splendente del sole e della luna? C’è qualcosa di più puro del fiore di loto?» (Parto facile di un figlio fortunato, RSND, 1, 162).
Oggi le donne Soka, luminose come il sole e la luna e pure come il fiore di loto, stanno trasmettendo felicità e saggezza a tutti coloro che le circondano, aprendo la strada a un secolo vittorioso di donne che fanno tesoro della dignità e sacralità della vita.
Il prossimo 18 novembre, in Giappone, in occasione dell’anniversario della fondazione della Soka Gakkai, il Gruppo giovani donne si unirà a quello delle donne sotto il nuovo nome di Gruppo femminile (Josei-bu).
È l’inizio di un grande, gioioso viaggio verso la felicità e la pace, in cui le donne Soka assumeranno finalmente la guida di un’“epoca della diversità” rispettando e valorizzando le loro rispettive individualità in perfetto accordo con il principio buddista di «ciliegio, susino, pesco e prugno selvatico» (La raccolta degli insegnamenti orali, BS 124).
Il mondo intero attende con trepidazione che la radiosa luce delle donne Soka illumini l’oscurità dei nostri tempi difficili.
La grande convinzione dei giovani
È arrivato l’autunno dei giovani sempre pieni di energia, l’autunno della speranza e della vittoria!
Il grande scrittore tedesco J. W. Goethe (1749-1832) dichiarò:
«Sono i giovani a influire maggiormente sui giovani», e aggiunse che è l’influenza dei giovani «che anima il mondo impedendogli di perire, spiritualmente o fisicamente».
Nell’ottobre del 1951, settant’anni fa, noi membri del Gruppo giovani ci alzammo con coraggio e risolutezza, facendo nostre le “linee guida per i giovani” ricevute dal maestro Toda che affermò: «Saranno la passione e la forza dei giovani a creare il nuovo secolo» (NRU, 30, 511), e «Alzatevi, giovani! Unitevi a me nella lotta!» (RU, 5. 109). Quelle parole ispirarono e riempirono di entusiasmo tutti noi, giovani uomini e giovani donne.
Il maestro Toda inoltre ci esortò esprimendo le sue immense aspettative nei nostri confronti: «Incoraggiate i vostri compagni di fede e risvegliate in voi la consapevolezza di essere le figure centrali che realizzeranno il grande voto di kosen-rufu!».
Il mese successivo, in occasione di una riunione generale della Soka Gakkai tenutasi a Tokyo, condivisi le mie determinazioni in rappresentanza di tutti i giovani uomini, in un discorso dal titolo La convinzione dei giovani. All’epoca ero responsabile di gruppo.
Con il desiderio di ripagare il mio debito di gratitudine nei confronti del maestro Toda, giurai davanti a lui che noi giovani saremmo stati sempre fedeli alle sue “Linee guida per i giovani”, dichiarando: «Noi giovani faremo tutto quanto è possibile per realizzare gli obiettivi che lei ci indicherà»; «I giovani della Soka Gakkai hanno la forza e il coraggio per affrontare questa lotta. Di questo siamo assolutamente convinti» (RU, 5, 126).
Come per rispondere al voto dei suoi discepoli, durante quella stessa riunione generale il maestro Toda tenne un discorso dal titolo Il grande voto della Soka Gakkai.
Dopo aver letto un brano del Gosho Lettera a Hojo Tokimune – una lettera di rimostranza che il Daishonin aveva inviato nel 1268 al reggente dello shogunato di Kamakura – il maestro Toda dichiarò: «La Soka Gakkai condivide lo stesso spirito del Daishonin di voler condurre tutte le persone all’Illuminazione grazie al potere dell’unico veicolo della Legge mistica».
Il 5 novembre di dieci anni dopo (nel 1961) – ora celebrato come il “Giorno del Gruppo giovani uomini[ref]Il Giorno del Gruppo giovani uomini è stato istituito per celebrare la storica riunione generale che si tenne il 5 novembre 1961 presso lo stadio nazionale del Giappone, a Tokyo, a soli diciotto mesi dalla nomina del maestro Ikeda come terzo presidente della Soka Gakkai, a cui parteciparono per la prima volta oltre centomila giovani uomini[/ref]” – si riunirono centomila giovani uomini, mentre il 12 novembre – che oggi segna il “Giorno del Gruppo giovani donne[ref]Il Giorno del Gruppo giovani donne è stato istituito per celebrare la storica riunione generale che si tenne il 12 novembre 1961, a cui parteciparono ottantacinquemila giovani donne. L’incontro ebbe luogo presso lo stadio Mitsuzawa di Yokohama, lo stesso in cui il secondo presidente della Soka Gakkai Josei Toda pronunciò la sua Dichiarazione per l’abolizione delle armi nucleari nel settembre 1957.[/ref]” – ottantacinquemila giovani donne si radunarono per la loro riunione generale. Entrambi questi incontri costituirono una vittoriosa pietra miliare per i nostri giovani.
All’epoca era trascorso un anno e mezzo da quando avevo assunto la guida della Soka Gakkai come terzo presidente. Fu una vittoria realizzata dai giovani, che si alzarono come nobili torri preziose sulla base della non dualità di maestro e discepolo. Riportai al maestro Toda questo grandioso risultato che costituiva la realizzazione di una delle promesse che gli avevo fatto.
Come se danzaste!
Vent’anni dopo, nel 1981 – che era stato designato come “Anno dei giovani” – viaggiai non solo in ogni zona del Giappone, ma anche negli Stati Uniti, nelle Hawaii, in Canada, Messico, Unione Sovietica e in diversi paesi d’Europa.
Quando un solo giovane si alza con una salda determinazione, poi «due, tre, cento» (RSND, 1, 341) lo seguiranno sicuramente e così la rete di kosen-rufu continuerà a espandersi.
Se c’è un solo giovane che fa proprio il cuore del maestro, il futuro della sua zona e del suo paese sarà luminoso. Proprio questo è il cammino che intrapresi per primo sotto la guida del mio maestro. Pertanto, ho sempre colto ogni occasione per incoraggiare con tutto me stesso i giovani, a prescindere dal fatto di poterli incontrare o meno di persona.
Ricordo con affetto quando lessi sul Seikyo Shimbun la notizia che riportava il grande successo della riunione generale del Gruppo giovani dell’Hokkaido, tenutasi nel settembre di quello stesso anno. Stringendo nelle mani il giornale, esclamai con gioia: «Avete visto? I giovani dell’Hokkaido si sono alzati!».
A novembre del 1981, a Tokyo e nel Kansai guidai la canzone Ah, l’alba si avvicina, e poi mi unii ai giovani dello Shikoku per annunciare l’alba di una nuova era con La canzone del color cremisi (Kurenai no uta).
Il lungo poema Giovani, scalate la montagna di kosen-rufu del XXI secolo, che presentai a Oita, nel Kyushu, è stato il culmine di quell’Anno dei giovani[ref]Quest’anno ricorre il quarantesimo anniversario della composizione de La canzone del color cremisi e del poema Giovani, scalate la montagna di kosen-rufu del ventunesimo secolo.[/ref].
La controffensiva che i nostri indomiti compagni di fede e io lanciammo a partire da quel momento in risposta agli attacchi del clero – una “lotta condivisa di campioni coraggiosi”– aprì la strada allo sviluppo di kosen-rufu mondiale a cui assistiamo oggi.
Ora, ancora una volta, scaliamo un’altra grande vetta di kosen-rufu
Il Daishonin ci assicura: «Quando accade un grande male, seguirà un grande bene» (RSND, 1, 992). Egli descrive lo spirito che dovremmo avere, lo spirito di alzarsi con coraggio: «Dovreste tutti mettervi a ballare. […] Dovreste balzare in piedi e danzare. Quando il Bodhisattva Pratiche Superiori emerse dalla terra, non lo fece forse danzando?» (Ibidem).
Alzarsi con coraggio di fronte a un «grande male» – un momento di difficoltà e di sfide scoraggianti – con la convinzione che possiamo orientare la nostra vita e la società nella direzione del «grande bene»: questo è il nostro spirito in quanto praticanti del Buddismo del Daishonin.
Una vita del genere è priva di ansia, tristezza, autocommiserazione o rassegnazione. È piena di gioia – la grande gioia di praticare l’impareggiabile Legge mistica – e dell’orgoglio di compiere la nostra missione. Non c’è vittoria nella gioventù più nobile e gratificante di questa.
I leoni del Gruppo giovani uomini e le sorelle Kayo del Gruppo giovani donne dell’epoca hanno scalato insieme a me la montagna di kosen-rufu senza alcuna esitazione e hanno fatto crescere una meravigliosa schiera di successori. Sono sempre tutti nel mio cuore!
Ora di fronte a noi si erge una nuova, grande vetta di kosen-rufu.
Mentre avanziamo verso il centenario della fondazione della Soka Gakkai, nel 2030, scaliamo questa montagna per aprire la strada alla vittoria delle persone comuni del ventiduesimo secolo.
Pertanto, vorrei lanciare ancora una volta un appello ai miei giovani Bodhisattva della Terra che amo profondamente e in cui ripongo un’immensa fiducia:
«Quando raggiungerete la vetta,
tutto il mondo
si dispiegherà davanti a voi
e sarà vostro.
Non c’è sentiero più nobile
di quello di una gioventù dedita
alla raggiante e appagante sfida
in nome della Legge buddista.
Consapevole di questo,
affido tutto a voi!»
(NR, 591, 24)