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Le tappe del primo viaggio di Sensei in Europa - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 13:40

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Le tappe del primo viaggio di Sensei in Europa

Nell’ottobre di sessant’anni fa Daisaku Ikeda intraprese il suo primo viaggio in Europa, visitando nove paesi e incoraggiando gli otto membri che allora vivevano nel nostro continente: Danimarca, Germania, Olanda, Francia, Gran Bretagna, Spagna, Svizzera, Austria e Italia

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Nell’ottobre di sessant’anni fa Daisaku Ikeda intraprese il suo primo viaggio in Europa, visitando nove paesi e incoraggiando gli otto membri che allora vivevano nel nostro continente: Danimarca, Germania, Olanda, Francia, Gran Bretagna, Spagna, Svizzera, Austria e Italia. Con il desiderio di rinnovare la nostra determinazione per lo sviluppo di kosen-rufu in Italia e in Europa, in queste pagine ripercorriamo le tappe di quel primo viaggio con alcuni brani de La nuova rivoluzione umana

Copenaghen, 5 ottobre
Il presidente Ikeda si fermò un giorno nella capitale danese, prima tappa del suo viaggio. Fu accolto in aeroporto dal dottor Eiichi Yamazaki (nel romanzo Eiji Kawasaki), che in seguito divenne il primo responsabile della Soka Gakkai europea. Yamazaki si era trasferito in Europa dieci giorni prima e sarebbe stato la sua guida durante il viaggio.

«L’aereo arrivò a Copenaghen la mattina del 5 ottobre, poco dopo le 7:00. […]
Copenaghen si rivelò una bella città, ricca di prati curati e di alberi che stavano assumendo i colori dell’autunno. Molti i ciclisti, che pedalavano per le strade.
[…] Mentre girava per Copenaghen, Shin’ichi recitava silenziosamente Daimoku pregando sinceramente che anche in quella città potessero emergere dei Bodhisattva della Terra» (NRU, 4, 208-220).

Düsseldorf, 7 ottobre
Da Copenaghen il presidente Ikeda e la delegazione presero l’aereo per Düsseldorf, dove incontrarono dei membri giapponesi che si erano trasferiti in Germania. Un uomo giapponese presentato da un membro fece loro da guida e li portò a fare un giro della città, che si stava risollevando dopo la Seconda guerra mondiale (vedi NRU, 4, 226)

Berlino, 8 ottobre
A Berlino Sensei e i suoi compagni di viaggio furono accolti da un’atmosfera plumbea, che sembrava rispecchiare la sofferenza che regnava nella città divisa tra Ovest ed Est. Il gruppo visitò la città in macchina dirigendosi verso la Porta di Brandeburgo, uno dei confini tra le due Berlino.

«Shin’ichi e gli altri percorsero per un lungo tratto il confine in automobile. Il muro di mattoni e cemento sembrava non finire mai. Di quando in quando si vedeva qualcuno sostare lì davanti. Quel muro era alto soltanto tre o quattro metri e avrebbe potuto essere abbattuto molto facilmente, invece era lì a privare la gente della libertà, a spezzare relazioni umane, separare famiglie e abitanti della stessa città. Il karma degli esseri umani è davvero terrificante.
[…] Alzando lo sguardo verso la Porta di Brandeburgo, Shin’ichi disse ai suoi compagni: “Sono certo che da qui a trent’anni il muro di Berlino non ci sarà più”.
Non era una predizione o la semplice espressione di un desiderio. Pronunciò quelle parole poiché era fermamente convinto che la coscienza, la saggezza e il coraggio delle persone comuni dedite alla realizzazione della pace avrebbero infine trionfato. Fu anche espressione della sua risoluta decisione di dedicare la propria vita alla causa della pace nel mondo. Il Buddismo insegna che la profonda determinazione di una sola persona può influenzare l’intero universo.
“Mi batterò per vedere la fine di questo muro” promise a se stesso.
“Mi batterò per la pace. Farò scaturire questa stessa scintilla negli altri, ricercherò il dialogo per risvegliare ogni singolo individuo alla sua innata umanità. Dedicherò la mia vita a questo scopo”.
Shin’ichi si voltò verso la Porta di Brandeburgo e recitò tre volte Daimoku: “Nam-myoho-renge-kyo. Nam-myoho-renge-kyo. Nam-myoho-renge-kyo”.
Ispirato da quel profondo impegno preso con se stesso, fece risuonare distintamente la sua voce nel cielo dorato sopra Berlino» (NRU, 4, 256-258).

Colonia, 9 ottobre
Da Berlino Sensei ritornò a Düsseldorf per andare subito dopo a Colonia, dove visitò una fabbrica leader nella produzione di motori. Venne organizzata una cena con i dirigenti dello stabilimento, che si rivelò un’occasione per parlare della Soka Gakkai, del Buddismo, del rapporto tra scienza e religione, di educazione, arte e musica.
Quella fu la prima volta che il presidente Ikeda parlò approfonditamente di Buddismo con dei tedeschi e quell’episodio rafforzò ulteriormente la sua convinzione che le persone stavano cercando gli insegnamenti buddisti e che le persone di qualsiasi nazionalità potevano arrivare a una comprensione reciproca.

Amsterdam, 10 ottobre
Passando di nuovo per Düsseldorf si recò ad Amsterdam, dove trascorse una notte. Gli impegni erano molto fitti, ma Sensei trovò il tempo per dialogare con i giovani della delegazione mentre navigavano tra i canali della città.

Parigi, 11 ottobre
La visita a Parigi fu l’occasione per visitare i monumenti e i luoghi d’arte della città: da Montmartre all’Arco di Trionfo, dalla reggia di Versailles al Museo del Louvre.
Diverse furono le riflessioni del presidente Ikeda sul ruolo dell’arte e della cultura, e molti gli incontri significativi che fece durante il suo soggiorno parigino.

«Shin’ichi pensò a quanto sarebbe stato bello visitare il Louvre con il suo maestro Josei Toda. Ogni opera meritava di essere considerata come un inestimabile tesoro; colpito e ispirato, Shin’ichi sentiva che il suo spirito si rivitalizzava.
[…] “La grande arte è una manifestazione di umanità. Come tale, è colma di libertà e diversità. È l’esatto opposto della barbarie che cerca di controllare la gente con la forza militare, la violenza e altri tipi di pressione esterna. È per questo che l’arte può trascendere le restrizioni della politica e, a un livello più profondo, aiutare a formare dei legami di amicizia.
È in questo che intuisco il grande potenziale dell’arte per contribuire alla pace mondiale”.
Come se stesse immaginando il futuro, Shin’ichi continuò: “La religione, l’arte e la cultura sono intimamente collegate. Nei tempi antichi anche il Buddismo diede vita a una grande fioritura culturale. Poiché stiamo avanzando sulla strada per kosen-rufu – il movimento culturale dedicato alla crescita dell’interiorità delle persone – è certo che assisteremo a un nuovo fiorire di arti e cultura basate sul Buddismo di Nichiren Daishonin”» (NRU, 5, 25-29).

Londra, 13 ottobre
Londra si presentò come una città “tranquilla e dimessa” e fece da palcoscenico ad altri incontri significativi.
Durante quella visita furono anche gettate le basi per la nuova struttura organizzativa della Soka Gakkai in Europa.
Sensei partecipò inoltre a una cena insieme ad alcuni rappresentanti di banche e imprese giapponesi che si trovavano a Londra.
Essendo persone piuttosto influenti nella comunità giapponese a Londra, il suo scopo era aumentare la comprensione della Soka Gakkai e aprire la strada ai futuri membri londinesi.

Madrid, 15 ottobre
La visita a Madrid fu molto breve, tuttavia ci fu il tempo per un intenso scambio tra il presidente Ikeda ed Eiichi Yamazaki, nominato da poco responsabile della Soka Gakkai per l’Europa.

«Mentre si trovavano in taxi, Eiji Kawasaki chiese a Shin’ichi: “Ora che sono stato nominato responsabile centrale per l’Europa, cosa devo fare? Come dovrei procedere?”.
Shin’ichi rispose: “È molto difficile essere un pioniere. Si deve sempre pensare a tutto in prima persona e poi fare tutto per primi. Non si ha nessuno da cui dipendere o a cui rivolgersi. Ma è proprio questo che rende appagante il fatto di essere pionieri e i benefici che ne derivano sono grandissimi. […] Il primo passo è pregare sinceramente davanti al Gohonzon; poi, mentre incoraggia i membri che già esistono, pensi a cosa dovrebbe fare dopo. Non c’è bisogno di essere impazienti. Da adesso in avanti i membri del Giappone si avventureranno nel mondo e presto in Europa ci saranno cinquanta o sessanta Centri culturali, ne sono sicuro”» (NRU, 5, 61-62).

Ginevra e Zurigo, 16 ottobre
Da Madrid il gruppo si diresse in Svizzera, con destinazione Zurigo, facendo scalo a Ginevra. Anche lo scalo fu un momento per dialogare con i membri che erano venuti a salutare Sensei, che ricevettero incoraggiamenti concreti e profondi riguardo la loro situazione personale. L’incontro proseguì anche a Zurigo, dove si incontrarono il giorno successivo.
Nel brano seguente il presidente Ikeda si rivolge alla signora Sugimoto, che sarebbe diventata la prima responsabile della Svizzera.

«“La Svizzera, in quanto sede della Direzione delle Nazioni Unite e per la sua antica tradizione di neutralità, è un paese pacifico e dotato di grandi bellezze naturali che ravvivano il cuore e l’immaginazione. Vorrei che lei formasse un tessuto di armonia umana con le persone che la circondano e che si dedicasse all’ideale di kosen-rufu. Coloro che si rifugiano nel proprio minuscolo guscio, desiderando solo la felicità personale, in realtà non diventeranno mai completamente felici. La vera felicità si può raggiungere solo quando un individuo diventa felice insieme alle persone che lo circondano. è importante quindi parlare agli altri del Buddismo di Nichiren Daishonin e mostrare loro la strada verso il cambiamento. Vivere con questa compassione è l’essenza del Buddismo, ed è anche la fonte della nostra realizzazione. La esorto a iniziare consapevolmente una nuova vita in cui, invece di pensare solo alla sua felicità, preghi anche per la felicità degli altri”» (NRU, 5, 76-77).

Vienna, 18 ottobre
Vienna, crocevia di scambio tra popolazioni germaniche, latine e slave, accolse il presidente Ikeda per la penultima tappa del suo viaggio in Europa.
Nelle pagine in cui racconta della sua visita nella capitale austriaca, troviamo anche un appassionante racconto delle vicende del grande compositore Ludwig Van Beethoven, intrecciate con episodi della vita di Sensei e del presidente Toda (vedi NRU, 5, 79-91)

Roma, 19-22 ottobre
La sera del 19 ottobre Sensei e i suoi compagni lasciarono Vienna per Roma, ultima tappa in Europa. Nelle pagine dedicate a quel primo viaggio in Italia troviamo numerosi incoraggiamenti e riflessioni, ad esempio sul dialogo interreligioso e sullo sviluppo di kosen-rufu in Italia e nel mondo. Sensei visitò Piazza di Spagna, la Basilica di San Pietro, i Musei Vaticani, le tombe di San Callisto, il Foro Romano…

«Shin’ichi tornò al Foro romano. […] Una meravigliosa luna illuminava le colonne con una luce blu ghiaccio. Nella calma notturna, il Foro era avvolto da un’atmosfera impenetrabile che durante il giorno non era evidente. Probabilmente gli antichi romani non si sarebbero mai immaginati che il loro impero un giorno sarebbe decaduto, pensò fra sé Shin’ichi.
La prosperità e il declino sono realtà inevitabili dell’esistenza umana.
[…] La Legge mistica è eterna. In modo simile, la pace e la prosperità basate sulla Legge mistica devono durare per l’eternità. […]
La missione della Soka Gakkai è di edificare questo regno spirituale, la terra della mistica Legge, nel cuore di ciascun individuo. […] Ripromettendosi di compiere tutto questo, Shin’ichi compose mentalmente una poesia:

In piedi
tra le rovine di Roma,
sento la certezza
che la terra della mistica Legge
non perirà mai».
(NRU, 5, 107-108)

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