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La preghiera è il voto di vincere assolutamente - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 13:52

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La preghiera è il voto di vincere assolutamente

Stefania Sargenti e Laura Fantappié, Firenze

Al settimo mese di gravidanza Laura contrae il Covid-19 e finisce in terapia intensiva. Insieme, lei e la mamma Stefania, ci raccontano come sono riuscite a vincere questo momento di estrema difficoltà

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Al settimo mese di gravidanza Laura contrae il Covid-19 e finisce in terapia intensiva. Insieme, lei e la mamma Stefania, ci raccontano come sono riuscite a vincere questo momento di estrema difficoltà

Laura: Nella vita ho sempre pensato che tutto si potesse programmare, non immaginavo neanche lontanamente quanto invece la vita possa sorprenderci. Quando ho iniziato a praticare il Buddismo mia zia, mia madre e mia sorella praticavano già da tempo. Ho rimandato un po’ la decisione di ricevere il Gohonzon finché un giorno, incoraggiata da una frase letta sulle nostre riviste, decisi di riceverlo, nel marzo 2020. Subito dopo venne dichiarato il primo lockdown e la consegna slittò a luglio.
Benché intima, la cerimonia è stata meravigliosa. Come mi dissero i responsabili, il Gohonzon è una spada per combattere le avversità, e infatti da lì a qualche mese avrei dovuto sfoderarla per lottare contro la malattia.
Intanto cresceva in me il desiderio di avere un secondo figlio. Era un desiderio molto forte, che però cercavo di mettere a tacere presa da mille dubbi, finché mi lasciai andare affidandomi al Gohonzon. Rimasi incinta subito, con mia grande gioia.
Al primo controllo però riscontrarono un’alta probabilità di malformazioni e mi consigliarono di fare la villocentesi. Dovevo aspettare cinque interminabili settimane per avere il risultato che non avrebbe escluso tutte le possibili patologie. Non avevo certezze, ma sapevo di potermi affidare alla pratica buddista.
Mi fu di grande aiuto una frase di Nichiren Daishonin: «Quando portiamo con noi questo mandala, tutti i Budda e tutti gli dèi si radunano attorno a noi per vegliarci, proteggendoci come un’ombra, giorno e notte, come i guerrieri proteggono il loro sovrano, come i genitori amano i loro figli, come gli uccelli si affidano agli alberi. Devi aver fiducia in esso con tutto il tuo cuore» (Abbracciare e mantenere la fede nel Gohonzon, RSND, 1, 556). Arrivarono i risultati: nessuna anomalia cromosomica, anche se i medici continuavano a sottopormi a innumerevoli controlli.
Ma c’erano sfide più grandi ad attendermi. Il 2 aprile 2021 cominciai a non sentirmi bene, mi salì la febbre: e se avessi il Covid? Feci un tampone e risultai positiva. La situazione cominciò a peggiorare, non respiravo molto bene e mi portarono via con l’ambulanza.
Il terrore mi assalì: avevo la sensazione di andarmene da casa per non fare più ritorno. I giorni passavano e io continuavo a peggiorare, fino a entrare in terapia intensiva. Non ci potevo credere, ma sapevo che non dovevo avere paura e mi tornarono in mente le parole di Nichiren Daishonin: «Un codardo non potrà mai ottenere risposta a nessuna delle sue preghiere» (La strategia del Sutra del Loto, RSND, 1, 889).
Da questo momento in poi tutto ciò che so mi è stato raccontato da altri, perché sono stata sedata e intubata per cinque settimane.

Stefania: A quel punto, i nostri contatti con Laura cessano e allo stesso tempo tutti noi risultiamo positivi al Covid. L’unico rimasto sempre negativo è il piccolo Tommaso, il primo figlio di Laura, che rimane isolato a casa con il suo babbo, senza la mamma, senza i nonni, senza scuola né amici. Capisco subito che la situazione è grave e che c’è bisogno dell’aiuto di tutti. Avviso i compagni di fede del mio gruppo e settore, e rapidamente si attiva un turbine di Daimoku. Sento tutto il loro sostegno e a queste preghiere si aggiungono quelle di amici, conoscenti e parenti.
Purtroppo la situazione peggiora e il 19 aprile Laura deve essere attaccata a una macchina che ossigena il sangue con circolazione extracorporea, un tipo di intervento che presenta grossi rischi. Viene sedata in modo pesante e mi rendo conto che devo affrontare la mia paura più grande, quella di perdere mia figlia; una paura che mi toglie il respiro. Comprendo che la mia vera sfida è vincere questa paura, credere nel potenziale delle nostre vite, nella nostra natura di Budda.
Apro il libro del Gosho e leggo un brano da I tre ostacoli e i quattro demoni: «Non dovresti sentire la minima paura nel cuore. Sebbene una persona possa aver professato la fede nel Sutra del Loto molte volte sin dal remoto passato, è la mancanza di coraggio che le impedisce di conseguire la Buddità» (RSND, 1, 568). Inizio a recitare Daimoku con questa determinazione, che diventa sempre più forte. Passano i giorni, sempre uguali, scanditi solo dal Daimoku.
Il 3 maggio ci chiama l’ospedale, stanno procedendo con il parto cesareo perché si sono rotte le acque. Laura è alla trentaduesima settimana: panico totale. Il rischio di emorragia è altissimo. Tempo di attesa almeno tre ore. Daimoku, Daimoku e ancora Daimoku.
Mi aggrappo alle parole di Sensei: «La preghiera non è semplicemente un tiepido anelito o un vago desiderio. È il voto di far sì che qualcosa accada veramente, è il voto di vincere assolutamente!» (NR, 645, 11).
Laura partorisce in modo naturale, senza cesareo. L’impossibile è diventato possibile: il 3 maggio, giorno della Soka Gakkai, giorno delle madri Soka, nasce Giordano Naoki, 1.860 grammi di forza vitale e di coraggio.
Laura risulta finalmente negativa al tampone, il virus è stato sconfitto ma le ha lasciato i polmoni pesantemente compromessi e quindi rimane sedata. Nei giorni successivi sopraggiungono altre due infezioni.
Passo due giornate terribili, la paura si rifà viva, più forte che mai, ma continuo a recitare Daimoku con la preghiera che lei non smetta di lottare. I medici dicono che ogni giorno è una conquista. Aumento il Daimoku e all’improvviso l’ansia scompare, sento che andrà tutto bene.
Il 18 maggio, incredibilmente, si vedono i primi miglioramenti e iniziano a diminuire la sedazione. Laura si risveglierà nei giorni a seguire. Inizia a respirare autonomamente e scrive un messaggio dal suo cellulare dopo quarantadue giorni di silenzio.
Il 29 maggio le tolgono il ventilatore e torna a parlare di nuovo. Migliora di ora in ora.
Intanto il piccolo Giordano Naoki cresce e diventa ogni giorno più bello. Recupera peso e il papà va tutti i giorni a dargli il biberon. Laura passa dalla terapia intensiva alla sub intensiva e infine torna nello stesso reparto da cui era partita. Le infermiere la riconoscono e si commuovono. La sua guarigione ha generato un’onda di gioia e commozione in tutto il reparto di terapia intensiva. Appena pronuncio il suo nome, anche tra i medici qualcuno si commuove.
Ringrazio tutti per il sostegno. Ognuno ha pregato spingendosi oltre i propri limiti, al di là delle diversità di pensiero e di credo, uniti solo dal desiderio di sostenere la vita di Laura e di Giordano. E questo ha portato alla vittoria finale.

Laura: Questa esperienza mi ha insegnato tanto e mi ha permesso di mostrare la prova concreta del potere del Daimoku.
Da adesso in poi, determino di affidarmi completamente al Gohonzon serbando nel cuore questa poesia del maestro Toda: «Vincere e perdere / sono entrambi parte della vita / ma io prego il Budda / per la vittoria finale» (Il Gosho e le basi della fede, Esperia, vol. 2, pag. 88).

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