Congratulazioni per questo settimo corso nazionale del Gruppo futuro! Ognuno di questi corsi costituisce per me un ricordo meraviglioso.
Anche io sono stato un membro della prima generazione del Gruppo futuro in Giappone, molti anni fa. Vorrei condividere la mia esperienza, leggendo alcune parti del volume 9 de La nuova rivoluzione umana, capitolo “Giovani fenici”, in cui Sensei descrive la storia del Gruppo futuro.
Nel 1966 fu fondato il Gruppo scuole superiori. Il 3 e 4 gennaio, insieme a tremila ragazzi delle scuole superiori da tutto il Giappone, partecipai a una riunione di inizio anno a cui era presente anche Sensei.
Due giorni dopo, il 6 gennaio, andai a una riunione del Gruppo scuole superiori a Tokyo, in cui Sensei disse queste parole: «La relazione tra maestro e discepolo può essere paragonata a quella tra l’ago e il filo. Nel cucire, l’ago guida il filo attraverso la stoffa, ma alla fine non è più necessario ed è il filo che resta per tener salde le cuciture. Io sono l’ago. Voi siete coloro che rimarranno sul palcoscenico di kosen-rufu dopo che io non ci sarò più» (NRU, 9, 125).
Ricordo questa guida con grande nitidezza e non la dimenticherò mai. Sensei ci incoraggiò anche a studiare e padroneggiare almeno una lingua straniera per contribuire a sviluppare kosen-rufu nel mondo.
Dopo la riunione del 6 gennaio, un altro giorno che resterà per me indimenticabile è l’8 gennaio, quando ebbe luogo la prima di una serie di lezioni sul Gosho tenute da Sensei per centodue rappresentanti del Gruppo scuola superiore.
Sensei entrò nella sala, ci salutò in modo energico e per prima cosa propose di fare Gongyo insieme. Poi ci chiese di leggere il Gosho e fare dei commenti.
Nessuno di noi si aspettava una cosa del genere, eravamo tutti molto sorpresi e quasi impietriti. Ricordo benissimo il suo atteggiamento sincero e serio, parlava in modo diretto a ognuno di noi, guardandoci negli occhi.
La prima lezione fu sul Gosho Il vero aspetto di tutti i fenomeni, un Gosho particolarmente difficile. Sensei spiegò in modo profondo e concreto diversi princìpi buddisti, come ad esempio quello di esho funi, non dualità di vita e ambiente: «Se studiate duramente e ottenete buoni voti a scuola, quando tornate a casa siete di buon umore, perciò in famiglia vi sentite più a vostro agio, non è vero? Anche il modo in cui i vostri genitori vi considerano cambierà, e magari potranno anche decidere di aumentare la vostra paghetta. […] Se la vostra realtà interiore – la vostra vita – cambia, allora cambierà il modo in cui reagite al vostro ambiente, e cambierà anche l’ambiente stesso. Questo è quel che significa “non dualità di vita e ambiente”» (Ibidem, 131).
Finì la sua lezione dicendo: «Per favore, fate del vostro meglio non solo nello studio del Gosho ma anche nello studio delle materie scolastiche. Io ho cominciato questa serie di lezioni per il bene del vostro futuro» (Ibidem, 132).
Dopo questa lezione rinnovai completamente la mia determinazione nello studio.
Il secondo Gosho che studiammo fu L’eredità della Legge fondamentale della vita. Sensei si concentrò sul passo: «In generale, che i discepoli di Nichiren, preti e laici, recitino Nam-myoho-renge-kyo con lo spirito di diversi corpi, stessa mente senza alcuna distinzione fra loro, uniti come i pesci e l’acqua, questo si chiama eredità della Legge fondamentale della vita. […] Se è così, anche il grande desiderio di un’ampia propagazione potrà realizzarsi» (RSND, 1, 190).
Sensei ci disse: «Spero che ognuno di voi inciderà questo passo nel suo cuore e non lo dimenticherà mai. Ricordandovi l’un l’altro queste parole, voglio che diate i tocchi finali a kosen-rufu con l’unità di “diversi corpi ma una sola mente”. Questo è il modo di garantire che il nostro nobile movimento fluisca eternamente. […] Diventando più vecchi, talvolta gli esseri umani vengono sviati dal desiderio di potere e di status, e si perdono alla ricerca di fama e di fortuna. Se questo accade, non riescono più a unirsi agli altri sul comune terreno della fede. A prescindere dalla loro posizione nella Soka Gakkai, individui di tal genere saranno sconfitti nella fede. In ultima analisi, la fede è una battaglia contro l’egocentrismo» (Ibidem, 134).
Il terzo Gosho che abbiamo studiato con Sensei fu Lettera da Sado. Sensei si concentrò su questo passo: «Quando un governante malvagio si allea con preti che sostengono insegnamenti errati, per distruggere l’insegnamento corretto e liberarsi di un uomo sapiente, chi ha un cuore di leone conseguirà sicuramente la Buddità» (RSND, 1, 267).
Sottolineò che la parola chiave di questo passo è il “cuore di un re leone”. Il significato profondo del “cuore del re leone” è il “cuore dell’unità di maestro e discepolo”, e ci disse: «La vera unità non è quella di un gruppo di codardi che si appoggiano gli uni agli altri, ma quella di un insieme di individui indipendenti che combattono la stessa battaglia con lo spirito di un leone» (NRU, 9, 134).
Ricordo queste parole perfettamente, una per una.
Concludo riportando queste parole di Sensei: «Spero che per tutta la vostra vita non dimenticherete mai che lo spirito della Soka Gakkai è lo spirito di lottare altruisticamente per kosen-rufu. E spero che trasmetterete questo spirito anche ai membri più giovani. In ogni caso, affido a voi il futuro di kosen-rufu» (Ibidem, 136).
Questa guida esprime le aspettative di Sensei verso ognuno e ognuna di voi.
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