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Riunione generale dei responsabili nazionali e regionali - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 10:45

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Riunione generale dei responsabili nazionali e regionali

In queste pagine presentiamo il report della riunione dei responsabili nazionali e regionali che si è tenuta il 13 luglio su piattaforma online

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In queste pagine presentiamo il report della riunione dei responsabili nazionali e regionali che si è tenuta il 13 luglio su piattaforma online

Lodiamo reciprocamente i nostri sforzi e apriamo insieme un futuro di speranza

di Alberto Aprea, presidente della Soka Gakkai italiana

Grazie per essere qui, per ripartire insieme verso il 19 ottobre, sessantesimo anniversario della prima visita del maestro Ikeda in Italia!
Il 2 luglio il presidente Ikeda e la signora Kaneko hanno visitato la sede centrale della Soka Gakkai, a Tokyo, e hanno tenuto una cerimonia di Gongyo presso la sala di maestro e discepolo per commemorare il 3 luglio, anniversario della liberazione dal carcere del secondo presidente, Josei Toda. Hanno pregato per la vittoria, i benefici e la salute di tutti i compagni di fede che si stanno impegnando con lo spirito del Rissho Ankoku (adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese).
Questa notizia è stata riportata in prima pagina sul Seikyo Shimbun del 3 luglio, mentre in seconda pagina è stata pubblicata la notizia della nostra riunione nazionale del mese scorso, insieme alla nostra foto di gruppo.
Congratulazioni a tutti!
Sapere che il presidente Ikeda e sua moglie Kaneko sono in buona salute mi riempie di gioia!
Luglio è il mese dei giovani, e quest’anno segna il settantesimo anniversario della fondazione dei Gruppi giovani uomini (11 luglio) e giovani donne (19 luglio): congratulazioni al Gruppo giovani!
In tutta Italia i giovani stanno realizzando attività gioiose in occasione di questa ricorrenza, con l’obiettivo di rinnovare il loro voto per kosen-rufu e di coinvolgere tanti amici facendo shakubuku. Per questo motivo, desidero ringraziarli dal profondo del cuore. Sono sicuro che le persone più felici nel vedere la grande crescita del Gruppo giovani italiano sono proprio Sensei e la signora Kaneko!
Ogni volta che è venuto in Italia, il presidente Ikeda si è sempre dedicato anima e corpo a stimolare la crescita di giovani di valore.
E oggi, come adulti, la nostra sfida più grande, per ripagare il nostro debito di gratitudine, è trasmettere a nostra volta lo spirito di non dualità di maestro e discepolo alle generazioni future, dialogando con loro continuamente.
Nel messaggio inviato alla quarta riunione dei responsabili di centro, che si è svolta il 7 luglio, Sensei afferma che il tratto comune di tutte le persone che hanno vissuto vite veramente nobili e significative è il coraggio, ovvero «uno spirito che osa affrontare le difficoltà, che ricerca, sceglie e si impegna a condurre una vita più profonda. La fede è la forma suprema di coraggio», afferma Sensei.
Poi, rivolgendosi in particolare ai giovani, scrive: «Desidero che ciascuno dei nostri membri dei Gruppi giovani uomini, giovani donne, Studenti e Futuro possa avere “il cuore di una persona coraggiosa”, considerando tutte le avversità come un onore e incarnando lo spirito di non dualità di maestro e discepolo. Desidero che godiate di una giovinezza meravigliosa, colma di grande gioia e di vittorie, e che uniate la vostra saggezza e la vostra forza di giovani Bodhisattva della Terra, così da poter aprire la strada a un nuovo decennio di creazione di valore per la famiglia globale dell’umanità, con resilienza e ottimismo» (vedi pag. 4).

Adesso desidero riportarvi due linee guida per i prossimi mesi, date dal presidente Harada durante la riunione dei responsabili di prefettura, il 7 luglio.
Il primo punto è che ognuno di noi si lanci con entusiasmo nel creare legami di amicizia con sempre più persone.
«I legami tra le persone – ha sottolineato il presidente Harada – sono un tesoro prezioso per kosen-rufu. E kosen-rufu può avanzare solo se determiniamo di continuare a dialogare fino in fondo con tutte le persone con cui abbiamo un legame, e agiamo di conseguenza».
Il secondo punto è «quanto riusciamo a far aumentare il numero di persone che si impegnano per espandere il movimento di kosen-rufu».
«Niente è in grado di aprire la strada alla vittoria come le azioni risolute e gli incoraggiamenti sinceri dei responsabili», ha detto il presidente Harada. «Continuiamo a incoraggiare le persone con tutte le forze e puntiamo a migliorare ulteriormente la nostra organizzazione e ad aumentare il numero dei membri attivi!» (vedi pag. 6).
Noi abbiamo la capacità di trasmettere coraggio e forza agli altri attraverso le nostre parole di lode e apprezzamento. La lode rincuora le persone, le fa sentire felici, più brillanti e positive.
Infatti, come è scritto nel Gosho Il vero aspetto di tutti i fenomeni: «Quando siamo lodati, non consideriamo il nostro rischio personale, quando al contrario siamo criticati, possiamo incautamente causare la nostra rovina» (RSND, 1, 341).
Quindi, ancora di più, insieme e in armonia, avanziamo con entusiasmo lodando reciprocamente i nostri sforzi. E indirizziamo calde parole di incoraggiamento in particolare ai membri del Gruppo giovani e futuro, per creare una nuova cittadella Soka di persone capaci. Insieme, apriamo la strada a un futuro pieno di speranza. Grazie di cuore!

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Un momento meraviglioso per la propagazione della Legge mistica

di Andrea Ciccorelli, responsabile nazionale giovani uomini

La prossima tappa all’orizzonte è il sessantesimo anniversario dalla prima visita di Sensei in Europa, il 19 ottobre. Personalmente ho avuto occasione di partecipare all’attività del 2011 in cui si celebrava il cinquantesimo, e voglio tornare a quella meravigliosa esperienza per ripartire con la stessa freschezza.
In questo mese di luglio stiamo celebrando il settantesimo anniversario del Gruppo giovani uomini. Molti di noi hanno approfittato della riapertura dei Centri culturali, altri hanno utilizzato le piattaforme online e altri ancora stanno incontrando singolarmente i ragazzi per incoraggiarli a vincere. Per questo ci teniamo davvero a ringraziare gli uomini, le donne e le giovani donne che hanno sostenuto queste attività. In tutto questo movimento, per me è stato fondamentale il messaggio di Sensei per la quarta riunione dei responsabili di centro, dove afferma che questo è il tempo propizio, un «momento meraviglioso per la propagazione compassionevole della Legge mistica» (vedi pag. 2). È un tempo in cui bisogna fare un passo avanti coraggioso nel dialogo: Sensei non dice “nonostante le difficoltà”, parla proprio di questo momento come del migliore possibile! Nel volume 30 de La nuova rivoluzione umana scrive: «Impegniamoci nel dialogo!/ Facciamo sgorgare il coraggio/ per parlare e incoraggiare gli altri/ guardandoli negli occhi/ per scorgervi la tristezza e il dolore/ e accogliere le loro parole titubanti./ A braccia aperte,/ parliamo loro della filosofia della speranza e della giustizia,/ vibrando di umanità e di forza vitale» (NRU, 30, 113) .
Rileggere questo brano mi ha permesso di ripartire dal prezioso momento in cui, dialogando, porto la prova concreta della mia pratica quotidiana per creare un contatto vita a vita.
Alla riunione dei giovani uomini della regione Lazio 1, la scorsa domenica, ha raccontato l’esperienza un ragazzo a cui ho fatto shakubuku nel 2013. Abbiamo fatto amicizia sull’autobus, e nel momento in cui l’ho introdotto alla pratica ricordo benissimo cosa avevo nel cuore: la decisione di non arrendermi. Era un momento per me di grande sofferenza, di senso di sconfitta, di difficoltà al lavoro. Tra l’altro ero in ritardo per andare a prendere i bambini a scuola – facevo il babysitter – ed ero arrabbiato con me stesso e anche col bus che non passava! Recitavo due ore di Daimoku al giorno e non avevo un secondo di respiro: due lavori, la tesi sperimentale all’università, l’attività nazionale futuro… Anche questo ragazzo stava lottando: non aveva speranza, stava affrontando molte difficoltà e non riusciva a immaginare un futuro. Pochi mesi dopo ha ricevuto il Gohonzon e durante la riunione ha condiviso questi anni di rivoluzione umana in cui ha scoperto Sensei, ha vinto sui suoi limiti, ha realizzato vittorie meravigliose, ma soprattutto ha scoperto il tesoro inestimabile della sua vita grazie al Daimoku e alle attività della Soka Gakkai.
Nell’editoriale di luglio Sensei scrive: «Quando continuate a impegnarvi in modo forte e risoluto per realizzare il voto di maestro e discepolo, anche mentre affrontate sofferenze e avversità, ogni singolo sforzo, ogni singola difficoltà farà risplendere la Torre preziosa della vostra vita. E questa luce radiosa ispirerà molti altri giovani che ricercano la via, facendo sì che anche loro, uno dopo l’altro, risplendano come torri preziose di speranza» (NR, 713, 3).
Adesso, come giovani uomini, risplendiamo “come torri preziose di speranza” sfidandoci con coraggio nel dialogo, raccontiamo agli amici le nostre esperienze di fede, trasmettiamo loro la fortuna di avere incontrato questo insegnamento fin da giovani e mettiamoci degli obiettivi chiari di crescita per le nostre zone, pregando con tutto il cuore per portare una prova concreta a Sensei già entro il vicinissimo 19 ottobre, e poi ancora verso la fine dell’anno!

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Il Daimoku della vittoria

di Jasmina Cipriani, responsabile nazionale giovani donne

Quest’anno, come membri della SGI, stiamo studiando il volume 30 de La nuova rivoluzione umana e stiamo approfondendo anche La saggezza per creare la felicità e la pace, una preziosa selezione di guide del maestro Ikeda per l’eterno futuro di kosen-rufu!
In questo libro si legge una guida che Sensei diede ai membri italiani nel ‘92, che mi sta incoraggiando molto sul modo in cui recitare Daimoku: «Nel caso del Daimoku contano sia la qualità che la quantità, ma la cosa più importante è recitare con sincerità e profonda convinzione. Stabilire un contatto diretto e quasi empatico col Gohonzon è molto importante nel Buddismo di Nichiren Daishonin. Per usare un’analogia, quando parliamo al telefono se il segnale è buono ci sentiranno anche se parliamo piano, ma se è debole la persona all’altro capo non ci udrà nemmeno se urliamo. Affinché le nostre preghiere abbiano una risposta, dobbiamo esprimerle al Gohonzon in maniera sincera e diretta. […] Se stiamo soffrendo o ci sentiamo tristi, dovremmo portare quel dolore davanti al Gohonzon, senza nasconderlo, esprimendo nelle preghiere quello che abbiamo nel cuore» (Cos’è la felicità, pag. 56).

In un altro punto Sensei scrive che dovremmo recitare Daimoku come se stessimo portando avanti una conversazione con il Gohonzon, confidandogli i nostri più intimi pensieri, e che questo tipo di Daimoku ci porta alla vittoria (cfr. Ibidem, pag. 46).
Da sei anni avevo l’obiettivo di vivere in una casa diversa, ma sentivo che in qualche modo questo desiderio era “sbagliato” e non riuscivo a essere sincera e diretta davanti al Gohonzon.
Grazie a questo incoraggiamento mi sono sfidata e ho sentito come se la parte più profonda del mio cuore parlasse direttamente al Gohonzon.
Nel giro di tre giorni si è manifestata una soluzione abitativa diversa, anche se non definitiva, che mi ha fatto riflettere su questa fiducia verso la vita e la pratica.
Ogni giorno, con questo Daimoku sincero, noi giovani donne stiamo affrontando tante battaglie: chi ha perso il lavoro per l’ennesima volta, chi sta lottando contro la malattia, chi sta sostenendo familiari in difficoltà, chi desidera costruire la propria famiglia armoniosa o sta combattendo con il senso di inadeguatezza. Ci impegniamo ogni giorno per realizzare kosen-rufu e la pace nel mondo, creando valore nella società e incoraggiando gli amici. Ogni singolo legame di amicizia e ogni incoraggiamento, in questo momento così buio, rappresenta una luce di speranza.

Nel messaggio per la quarta riunione di centro Sensei scrive: «Direttamente collegati a Nichiren Daishonin, noi membri della Soka Gakkai ci impegniamo al massimo nella società, senza paura, dialogando e intraprendendo azioni per “adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese”. Ci sforziamo instancabilmente per kosen-rufu, abbattendo i muri nel nostro cuore e in quello degli altri, superando tutti gli ostacoli e le battute d’arresto, ed espandendo il nostro stato vitale attraverso la rivoluzione umana. Stiamo costruendo terre preziose di felicità e di pace nel luogo in cui ci sfidiamo in questo momento. Questo è il nostro hosshaku kempon, il nostro “abbandonare il transitorio e rivelare l’originale» (vedi pag. 3).
Siamo davvero i giovani più fortunati della Terra! Nonostante le difficoltà, abbiamo a disposizione la più grande filosofia della vittoria e un maestro che ci guida. Abbiamo anche i nostri compagni di fede: non esiste una vita di maggior valore!

Il 16 luglio è il giorno del Rissho ankoku ron (Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese), uno dei trattati più importanti in cui il Daishonin spiega chiaramente che è essenziale stabilire nel cuore di ogni individuo un pilastro di pace e giustizia per realizzare la pace nel paese.
Come giovani abbiamo determinato di leggere anche solo un brano di questo Gosho, il 16 luglio.
Nel mese di agosto, oltre al corso Futuro, si terranno i tradizionali corsi europei in modalità online: quello del Gruppo studenti (7-8 agosto) e il corso giovani di studio (21-22 agosto). Sono grandi occasioni per approfondire il legame con Sensei e creare amicizia con i giovani d’Europa.
La nostra prossima tappa è il mese di ottobre, in cui ricorre il sessantesimo anniversario della visita di Sensei in Europa e in Italia. Questa può essere una data come un’altra oppure può diventare l’occasione per determinare di fare una volta per tutte il nostro hosshaku kempon, come dice Sensei nel messaggio.
Come giovani, vogliamo essere i protagonisti di questo anniversario facendo emergere dalla nostra vita un coraggio e una fede mai sperimentati, poiché questo è il momento propizio per far sentire tutta la nostra gratitudine al maestro.
Concludo con le parole di Sensei durante il suo primo viaggio in Italia, il 19 ottobre 1961:
«Qual è la maggiore impresa per un essere umano? È lasciare dietro di sé altri che condividono i propri ideali. […] È importante far crescere persone capaci […] Se si pianta anche un solo seme, questo crescerà diventando una pianta che ne produrrà molti altri; ognuno di questi semi è l’inizio di una generazione di innumerevoli altri. Allo stesso modo, tutto inizia con un singolo individuo. Ecco perché è così importante curare ogni persona. Dare valore a ciascun individuo e considerarlo un tesoro è la chiave per raggiungere kosen-rufu» (NRU, 5, 92).

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La medicina più bella dell’universo

esperienza di Lorenzo Console, Firenze

Durante la riunione Lorenzo ha raccontato la sua esperienza di battaglia al Covid-19 che gli ha permesso di approfondire la fede e il suo legame con il maestro e i compagni di fede

Ho ventisette anni e sono nato in una famiglia buddista. Sono diventato membro della Soka Gakkai nel 2011, ed è così che ho avuto l’occasione di partecipare a numerose attività che mi hanno incoraggiato nella fede e nella pratica in questi anni.
Uno di questi, cronologicamente l’ultimo, è stato il Corso di studio europeo che quest’anno si è svolto online – con degli zadankai nell’arco degli ultimi sei mesi. Al primo di questi mi sentii spaesato. Perché?
Eravamo stati tutti colpiti dalla pandemia e ognuno raccontava le proprie lotte dense di sofferenza, ma al tempo stesso piene di gratitudine. Io invece, in quel momento, mi sentivo spento: il lockdown e la lontananza dall’attività in presenza mi faceva manifestare un forte senso di solitudine e insoddisfazione. Inoltre, a luglio 2020 ero stato messo in cassa integrazione e ancora stavo in una situazione di stallo nella quale non sapevo cosa sarebbe successo.
Nonostante questo, l’esperienza che stavo facendo mi portava a essere tranquillo, e infatti riuscivo comunque a fare delle collaborazioni extra e a guadagnare molto bene. Ma c’era qualcosa che mi faceva sentire distante da tutto il resto. Era un momento storico con la “S” maiuscola e io me lo sentivo scivolare addosso. Recitavo Daimoku con una sensazione di resa, come se avessi perso di vista tutti gli obiettivi e come se avessi messo la vita in pausa. Non riuscivo neanche più a parlare di Buddismo con la stessa passione. “Affronterò tutto questo dopo la pandemia” mi dicevo e davo la colpa a quella situazione esterna. Ma non mi sarei mai immaginato che quella situazione esterna sarebbe stata l’esperienza più intensa di sempre.
Gennaio 2021. Festeggio le vacanze di Natale con i miei parenti, ma mia nonna sta poco bene durante la cena, e dopo qualche giorno anche i miei genitori cominciano a stare male… tossiscono molto. E dopo qualche giorno pure io. Arriva la febbre e cominciamo tutti a preoccuparci. Decidiamo di farci il tampone e sì, risultiamo tutti positivi al Covid-19.
Inizia per me e la mia famiglia il periodo di quarantena e di forte Daimoku per riprenderci. I miei nonni ne escono brillantemente tornando negativi dopo un po’, così come i miei genitori.
Io li seguo, però comincio a sentirmi strano. Anche se risulto negativo, continuo ad avere sintomi.
Poi un giorno peggioro, vengo ricoverato in ospedale e nonostante ciò che sta accadendo cerco di farmi coraggio con il Daimoku. Paradossalmente quella esperienza legata alla salute stava riaccendendo in me la fiamma della fede. Infatti, da alcuni piccoli episodi percepivo quanto fossi protetto: ad esempio appena arrivato al Pronto soccorso, un infermiere mi ha riconosciuto e mi ha tranquillizzato: era un sokahan con cui avevo fatto un turno! Oppure una ragazza che qualche giorno dopo venne a farmi un prelievo di sangue: aveva partecipato al primo corso nazionale Futuro e sognava di diventare un’infermiera. Direi che c’è riuscita!
Insomma, sono stato una settimana lì dentro e ho passato ogni tipo di stato vitale e ogni volta cercavo di tornare sempre al Daimoku.
C’è un evento che non posso evitare di raccontare. Mentre ero ricoverato, mi hanno avvisato che un mio carissimo amico era venuto a mancare proprio quel giorno. È stato un duro colpo, non ho dormito quella notte.
Ero solo e disarmato, fisicamente e psicologicamente. Però poi ho pensato a tutto l’affetto che stavo ricevendo dalle persone a me vicine. Sono state fondamentali le chiamate, i messaggi, gli incoraggiamenti a distanza di tutti i compagni di fede e dei miei genitori. Dovevo uscire dall’ospedale il prima possibile per ognuno di loro, e anche per il mio amico, dovevo essere forte per il mio maestro. E proprio a lui ho pensato appena sono arrivato nella mia stanza in ospedale: pensavo al Diario giovanile e alla sua esperienza di malattia, alla sua sofferenza unita alla volontà di non fermarsi qualsiasi cosa accadesse. Ed è così che sono riuscito a trovare la forza di fare shakubuku ai miei tre compagni di stanza, cercando di trasformare l’inferno nella “Terra della luce tranquilla”.
Ho regalato il libricino Una vita felice anche alle infermiere e le ho ringraziate per il lavoro che hanno fatto, la cura con cui mi hanno seguito.
Sono stato dimesso con una terapia a base di cortisone che ho dovuto seguire per qualche mese e ora posso dire di stare davvero molto meglio – e forse, grazie a questa esperienza, mi sono addirittura rafforzato.
Per finire voglio condividere questo passo: «C’è una forza capace di superare tutti gli ostacoli e di creare una società in cui prevale la vera umanità, nonostante la realtà che ci circonda: questa forza siamo noi. Inseparabili, secondo lo spirito di itai doshin, dobbiamo procedere verso il compimento della grande missione affidataci da Nichiren Daishonin. Il Gohonzon e il Gosho sono la base su cui poggia la nostra unità. Le persone che seguono solamente le proprie opinioni e i propri istinti personali saranno alla fine in contraddizione con se stesse (divise nel corpo e nella mente) e cadranno in un vortice di lamentele e scontentezza, di odio e gelosia. Dove invece prevale lo spirito di itai doshin, ognuno saprà riconoscere le battaglie che gli altri, ciascuno secondo le proprie capacità, stanno combattendo. Risulterà così chiaro come ogni membro, assumendosi le responsabilità che gli competono, contribuisce alla crescita graduale dell’intero movimento, nonché al proprio sviluppo» (cfr. La vera entità della vita, lezioni sugli scritti del Daishonin, Esperia, Milano, 2005, pag. 121).
Senza la fede, il maestro e il sangha, non so come avrei potuto affrontare questa esperienza, ma di una cosa sono sicuro, di come continuerò ad affrontare le prossime esperienze: con Nam-myoho-renghe-kyo e insieme a tutti voi!

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