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Un’ondata di speranza e di gioia - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 10:30

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Un’ondata di speranza e di gioia

Dal 12 al 20 giugno in tutta Italia si sono tenute 1.102 riunioni donne e giovani donne, che hanno visto la partecipazione di circa 31.000 persone.

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Dal 12 al 20 giugno in tutta Italia si sono tenute 1.102 riunioni donne e giovani donne, che hanno visto la partecipazione di circa 31.000 persone.
Sono stati incontri pieni di entusiasmo che hanno portato un’ondata di speranza e di gioia. La forte unità tra donne e giovani donne ha creato un’atmosfera vivace e accogliente, dove ciascuna si è sentita a proprio agio e ha potuto offrire il proprio contributo in modo creativo.
Tantissime le esperienze che sono state raccontate, un vero turbine di prove concrete!
Grazie infinite a tutte per aver contribuito al successo di questa attività! 

Di seguito riportiamo alcuni commenti ed esperienze delle partecipanti…

I commenti delle partecipanti 

Unite, con la determinazione di rivoluzionare noi stesse
Giulia
È stato emozionante vedere tante donne raccontare con coraggio le loro esperienze nonostante si trovassero in momenti molto duri della loro vita. E compagne di fede commosse, pronte a offrire tutto il loro sostegno. È un meraviglioso esempio concreto delle parole del presidente Ikeda: «Il cuore delle donne è un cuore colmo di empatia, che percepisce le sofferenze degli altri come fossero le proprie […]. È un cuore che desidera ardentemente e continua a pregare senza sosta per la felicità degli altri».

Jessica
Donne, tutte insieme con uno stesso voto: rivoluzionare la nostra vita e quella degli altri, cambiare il mondo. Tutto parte sempre da noi stesse, nulla è impossibile, tutto realizzabile… È l’infinito valore della Buddità, insito dentro ognuno di noi.

Alice
Ero super emozionata e carica per questa riunione. Il Buddismo pian piano mi sta cambiando la vita, grazie anche ai miei compagni di fede.

Marinella
Oggi sento di aver riformulato il mio voto. Quanta gioia nel condividere lo stesso spirito del maestro fra donne senza distinzione di età! Tutte unite con la determinazione di rivoluzionare noi stesse per diffondere la Legge mistica.

Viviana
Ho avuto la percezione che fossimo tutte lì a sostenerci, come solo le donne sanno fare, anche quando le forze sembrano mancare. Sono sempre più convinta che le donne abbiano un potenziale enorme per ingentilire questo mondo.

Maria
È ammirevole il modo in cui le parole di Sensei si sono fatte strada nel cuore di molte donne che hanno regalato esperienze incredibili, mostrando il potere della preghiera con tutto il coraggio che distingue la loro forza. Le donne e le giovani donne si sono unite per mostrare al maestro la gratitudine per ciò che hanno sperimentato nella fede. 

Ilaria
I volti di donne e giovani donne unite hanno bucato di gioia lo schermo del computer.  Ogni esperienza raccontata emanava il coraggio di affrontare ogni sfida mettendo al centro il Daimoku. Esempi di cuori grandi, intrepidi. Abbiamo deciso di essere davvero soli di speranza che uniti nella nostra promessa, pur nella diversità di essere così come siamo, sentiamo che tutto è davvero possibile.

Alcune esperienze

Non c’è nulla che non possiamo superare attraverso la fede
di Lisa Green, Roma

Ho conosciuto il Buddismo a New York nel 1980, quando avevo ventitré anni. Ero una ballerina professionista di Broadway ed ero sposata da tre anni. Durante le prove di uno spettacolo ho conosciuto una donna che, rispetto a tutti noi, sembrava serena e con i piedi per terra. Le ho chiesto quale fosse il suo segreto. Mi ha detto che praticava il Buddismo e mi ha invitata a una riunione.
In quel periodo soffrivo tanto nel mio matrimonio e mi sentivo persa e profondamente infelice. Quando ho recitato per la prima volta Nam-myoho-renge-kyo ho toccato una corda molto profonda nel mio cuore, come se si accendesse una luce nell’oscurità.
Ho capito che lo scopo del Buddismo è diventare assolutamente felici, indipendentemente dalle circostanze: esattamente quello che stavo cercando. 
Poco dopo sono andata in tournée con uno spettacolo di Broadway. Io e mio marito ci stavamo separando. Ho continuato a recitare Nam-myoho-renge-kyo pur non sapendo quasi nulla del Buddismo, e dopo circa tre mesi sono tornata a New York. Mio marito e io abbiamo pian piano ricominciato a parlarci. Lui non era molto contento della mia pratica buddista, ma io gli ho detto che finché mi avesse fatto sentire bene, avrei continuato. Alla fine è venuto a una riunione con me. Io ho ricevuto il Gohonzon a settembre e lui si è unito alla Soka Gakkai a dicembre. Il nostro rapporto è gradualmente migliorato. Abbiamo introdotto tutti i nostri amici al Buddismo, penso che fossero scioccati di vederci ancora insieme… 
Ho così iniziato ad approfondire i princìpi del Buddismo e a conoscere il presidente Ikeda. Ho stabilito un ritmo di pratica quotidiana, per creare costantemente cause positive: Daimoku e Gongyo, partecipare a tutte le riunioni e parlare con i miei amici del Buddismo, il tutto mentre lavoravo a tempo pieno. Il mio stato vitale è diventato forte. Quando mi è stato chiesto di partecipare a un festival culturale in Giappone e di ballare per Sensei ho detto di sì, anche se non avevo i soldi per pagare il viaggio. 
Ho recitato tanto Daimoku per poter andare e ho pianto lacrime di gioia mentre salivo sull’aereo.
Al nostro arrivo in Giappone per diversi giorni abbiamo fatto le prove, riuscendo anche a partecipare a una riunione presso la sede centrale insieme a Sensei.
La compassione che Sensei ci ha dimostrato era diversa da qualsiasi altra cosa avessi mai sperimentato. Ci inviava costantemente messaggi, preoccupandosi per il nostro benessere e prendendosi costantemente cura di noi. Riversava tutta la sua vita in ogni momento, come se quella potesse essere l’unica volta che saremmo stati insieme.
A me ha detto personalmente: «Non perdere mai il sorriso». Da allora questo è il mio motto.
Il festival culturale è stato un’enorme emozione, con il coinvolgimento di 40.000 membri del Gruppo giovani, 3.000 dei quali provenivano da tutto il mondo.
Al ritorno, a me e mio marito è stato chiesto di assumerci la responsabilità di un nuovo settore nel quartiere. Ci siamo impegnati a diventare amici di ogni singolo membro. Gli incontri erano così gioiosi, molte persone iniziavano a praticare e presto siamo diventati un capitolo. 
Nel corso di quei primi dieci anni ho scoperto che più recitavo Daimoku, studiavo, mi assumevo la responsabilità per la felicità degli altri e rafforzavo la mia determinazione, più il mio stato vitale si espandeva e la mia fortuna aumentava. In questo modo ho costruito le basi per una vita veramente felice. 
La mia rivoluzione umana è stata a volte dolorosa, ma i compagni di fede erano sempre al mio fianco. Lungo il cammino posso dire di aver trasformato il veleno in medicina: ho perso i miei genitori, tre su quattro delle mie sorelle hanno combattuto contro il cancro e hanno vinto. Ho sofferto per bancarotta e la perdita di una casa, la mia carriera di ballerina è finita per un infortunio ma ho continuato a costruire altre due carriere di successo. 
Il mio matrimonio, che era condannato, si è trasformato in un legame di quarantaquattro anni di amore e sostegno. Mio marito è sopravvissuto a un grave infarto quattordici anni fa ed io sono sopravvissuta a ogni sfida e sono cresciuta più forte. 
L’11 maggio scorso, nostro figlio Ben che ha venticinque anni e vive a Tel Aviv – in Israele – dove lavora come ballerino di una prestigiosa compagnia, ci ha chiamato per dirci che le sirene antiaeree stavano urlando e si stava rifugiando in una tromba delle scale di cemento, l’unico posto sicuro nel suo palazzo. Poteva sentire i razzi esplodere sopra la sua testa. Abbiamo subito iniziato a recitare Daimoku per la protezione di tutti. Sono stati dieci giorni lunghi e spaventosi, ma avere fede significa non temere nulla e noi sapevamo nel nostro cuore che sarebbe andata bene. 
Abbiamo pregato per coloro che hanno perso la vita e abbiamo deciso ancora una volta di fare tutto ciò che è in nostro potere per promuovere la dignità e il rispetto della vita. 
Ben e la sua compagnia sono tornati a esibirsi, ora lui pratica più regolarmente e parla di Buddismo con i suoi amici. 
Per costruire una felicità duratura è essenziale avere come priorità la pratica per sé e per gli altri. Dopotutto, come scrive Nichiren Daishonin: «Solo la tua fede determinerà tutte queste cose» (Risposta a Kyo’o, RSND, 1, 365).
I nostri sforzi sinceri nel prenderci cura delle persone intorno a noi, per quanto inadeguati possano sembrarci, faranno sì che la nostra fortuna si moltiplichi! Sensei ne è la prova vivente. E seguendo il suo esempio, anche la mia vita lo sta dimostrando.

La gioia di regalare la mia vittoria al maestro
di Francesca Monaci, Firenze

Pratico il Buddismo dal 2016, lo stesso anno in cui ho iniziato a frequentare il corso di Fashion Design al Polimoda. Questo indirizzo dura quattro anni e alla fine del percorso di studi vengono selezionati solo venti studenti su cento per la sfilata finale. Il sogno di ogni studente è quello di vedere le proprie creazioni sfilare in passerella, ma è anche motivo di angoscia, oltre che causa di un ambiente competitivo e ostile all’interno della scuola.
Ciò nonostante, sono riuscita a creare dei forti legami d’amicizia con quattro compagni di corso, al punto che tre di loro hanno iniziato a sperimentare il potere di Nam-myoho-renge-kyo insieme a me. A settembre 2019, con l’inizio del quarto e ultimo anno, dovevo scegliere il tema della mia collezione finale.
Mi assalì un’ansia che mi paralizzava. Sarei scappata in un altro paese pur di non affrontare questa sfida. Ricordo che mi svegliavo in piena notte in lacrime, mi sentivo sconfitta ancor prima di aver provato a lottare. Iniziai a recitare tantissimo Daimoku con i miei compagni di fede e finalmente decisi il tema per la mia collezione finale: il disarmo interiore, ma al contrario io ero armatissima. 
Le angosce si facevano sempre più forti e insieme a queste anche la competizione con i miei colleghi di corso: avevo messo al centro della mia vita la sfilata perdendo completamente di vista il mio valore. 
A ottobre 2019 andai a Roma per il Corso nazionale studenti e lì capii che fino a quel momento avevo dato solo il 10% di me stessa per kosen-rufu e che potevo compiere la mia rivoluzione umana proprio lì dove mi trovavo. Così determinai profondamente di voler lasciare un cambiamento all’interno della mia scuola. 
Durante il corso chiesi un consiglio nella fede e mi colpì particolarmente questa frase: «Se non riesci a fare una promessa a te stessa, perché non la fai al tuo maestro?». 
Iniziai a fare Daimoku per allargare il mio cuore e approfondire il legame con Sensei. Al mio rientro, condivisi il mio obiettivo con i miei amici a cui avevo parlato del Buddismo: anche loro iniziarono a fare shakubuku e a stringere legami con i nostri compagni di corso con il desiderio di fare tutti insieme una grande esperienza. Iniziò il 2020 e, per quanto ci provassi, ancora non riuscivo a svoltare. L’unica cosa che sentivo davvero forte era la gratitudine per il mio maestro.
Così, alla fine, decisi di scrivere al presidente Ikeda e gli dedicai la mia collezione sul disarmo con la promessa di una grande vittoria per kosen-rufu.
Qualcosa stava cambiando, ero decisa: non potevo deludere il mio maestro. Nichiren Daishonin dice che «quelli che credono nel Sutra del Loto sono come l’inverno, che si trasforma sempre in primavera» (RSND, 1, 477). E io sentivo che la primavera stava sbocciando dentro di me, la mia collezione cominciava a piacermi e provavo soddisfazione a prescindere dagli altri.
A marzo 2020 continuavo a recitare Daimoku con l’obiettivo di realizzare la sfilata nonostante la chiusura per la pandemia.
A giugno ci siamo laureati online, ma noi puntavamo alla vittoria finale!
A metà agosto sono stata selezionata per una performance del Polimoda, ma non riuscivo a gioirne perché non tutti i miei amici erano stati selezionati.
Sentii che il mio cuore si era davvero aperto e che non mi sarebbe bastato vincere da sola. È a questo punto che ho determinato che tutti e cinque dovevamo essere scelti per la sfilata finale, come se ognuno dei cinque fossi io stessa.
Con questa nuova decisione, di lì a poco venimmo bombardati da ostacoli di ogni tipo: la data della selezione venne anticipata di un mese e due di noi furono costretti alla quarantena, senza materiali per continuare a lavorare.
Questi imprevisti hanno però rafforzato la nostra determinazione e tutti insieme abbiamo continuato a lottare con lo spirito di “diversi corpi, stessa mente”.
Arrivato il giorno della revisione sono riemerse le mie paure di un anno prima. Ho aumentato il Daimoku in attesa del verdetto della selezione e ho determinato di vincere una volta per tutte, concentrandomi solo su Nam-myoho-renge-kyo.
Una sera mentre recitavo Daimoku “a distanza” con delle giovani donne del mio gruppo, ho percepito la mia vittoria: avevo creato tantissimi tesori del cuore, dei legami che un anno fa non esistevano neanche.
Finalmente è arrivato il risultato della selezione e cinque dei venti finalisti eravamo proprio noi!
Ho provato una gioia immensa, avevamo davvero raggiunto l’impossibile, ma la gioia più grande è stata regalare questa vittoria al mio maestro!
La sfilata si è tenuta in diretta streaming al Milano Fashion Week Donna, il 24 febbraio 2021 ed è stata proiettata anche a Times Square! L’emozione più forte, oltre a vedere le mie creazioni su grandi piattaforme, è stata poter trasmettere su ampia scala il messaggio buddista del disarmo interiore.
Come scrive Sensei: «Possiamo definire “esperta nell’arte di vivere” la persona disposta a crescere giorno dopo giorno, utilizzando al meglio ogni esperienza vissuta» (D. Ikeda, La mappa della felicità, Esperia, 20 novembre). è così che voglio vivere!

Con il cuore colmo di gratitudine
di Anna Maria Saragaglia, Brindisi 

Avevo diciannove anni quando ho incontrato il Buddismo e grazie alla pratica sono riuscita a tirare fuori il coraggio di inseguire i miei sogni. Mi sono iscritta all’università di Venezia e ho vissuto anni meravigliosi ma al contempo difficilissimi dal punto di vista economico. Sostenevo da sola tutte le spese, e sono riuscita nonostante la precarietà a studiare e a vivere in una città diversa dalla mia. Facevo tanta attività e ho avuto la fortuna di partecipare a diversi corsi nazionali ed europei. Sin da subito ho avuto modo di comprendere la funzione e il valore dell’offerta e questo lo devo anche a una compagna di fede che in quegli anni mi ha sostenuto tanto e mi ha trasmesso, tramite il suo esempio, l’importanza dell’offerta per kosen-rufu.
Dopo l’Università, grazie all’attività del 16 marzo 2008, a Milano, ho avuto modo di far parte dello staff artisti (senza capire inizialmente il reale motivo per cui mi avessero proposto tale attività) e da quella esperienza è sgorgato il mio desiderio di studiare e fare teatro.
Mi sono trasferita a Torino e ho intrapreso l’Accademia teatrale. Anche in questa occasione, grazie alla pratica buddista, sono riuscita a concludere la formazione. Nel giro di pochi anni mi sono affermata, nel mio piccolo, come artista di strada e per dieci anni sono riuscita a vivere facendo teatro. Ho sperimentato tanta precarietà, senza sapere come sostenere tutte le spese, con l’ansia di non trovare lavoro e di non farcela, ma tutto questo mi ha dato la possibilità di forgiare la mia determinazione e la mia fede.
Nonostante le difficoltà, sono riuscita a iscrivermi anche a un’accademia prestigiosa di danza a Barcellona, ricevendo tanta protezione dall’ambiente, come ad esempio l’ospitalità da parte di una ragazza a cui poi ho parlato del Buddismo. 
Riconosco che è stata una grande fortuna aver incontrato il Buddismo da giovane. In tutti questi anni di studi, di lotte e precarietà, le parole di Ikeda mi hanno sempre incoraggiato a dedicare e offrire la mia vita per kosen-rufu senza risparmiarmi, con la convinzione che tutte le mie azioni avrebbero costruito salde fondamenta per la mia vita.
Tre anni fa ho deciso di tornare a vivere in Puglia e da quel momento ho iniziato a percepire un senso di stabilità, a non avere più paura del domani, a nutrire una forte convinzione interiore.
E finalmente ho iniziato a lavorare come desideravo!
Negli ultimi due anni mi sono sfidata ancora di più nell’approfondire lo spirito dell’offerta e grazie a questo la mia vita si è profondamente radicata. Da gennaio 2020 ho deciso di fare l’offerta ogni mese con il desiderio di sostenere il movimento di kosen-rufu.
Nonostante la pandemia e il blocco nel campo del lavoro delle arti ho continuato a lavorare migliorando giorno dopo giorno e dimostrando le mie abilità, acquisite in questi anni giovanili, e la mia vita continua a fluire come l’acqua che scorre.
A novembre 2020 col mio compagno abbiamo comprato casa e il mese scorso, lo stesso giorno in cui ho fatto l’offerta per kosen-rufu, sono arrivati parecchi soldi dei bonus statali, molti di più di quelli che mi aspettavo!
Il mio cuore è colmo di gratitudine: ora sorrido, ringrazio e proseguo il mio viaggio per kosen-rufu.

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