Questo mese le donne e le giovani donne faranno riunioni insieme per celebrare il loro settantesimo anniversario (dal 12 al 20 giugno), mentre gli uomini e i giovani uomini terranno i loro consueti incontri nella terza settimana. In questa tavola rotonda alcuni responsabili di regione della Liguria 3 riflettono su dei temi tratti dal libro Cos’è la felicità (pagine 76-89)
Roberto Masuello, responsabile uomini
Nadia Tosello, responsabile donne
Davide Ponchione, responsabile giovani uomini
Sarah Legorini, responsabile giovani donne
Nella seconda parte di questo capitolo il presidente Ikeda approfondisce il significato di «sperimentare la gioia senza limiti della Legge» (pagg. 76-77). Come hai sperimentato questa gioia nella tua vita?
Roberto: Da quando pratico il Buddismo ho provato spesso “la gioia senza limiti della Legge”.
Credo sia il risultato di una quantità di cause, ripetute costantemente, giorno dopo giorno: recitare tanto Daimoku; parlare del Buddismo a ogni persona che si frequenta; incoraggiare; studiare ogni cosa, dal Gosho a La nuova rivoluzione umana, fino all’ultimo libro o rivista; impegnarsi nel lavoro mostrando umanità; donare tempo, energia, denaro, tutto quel che si ha, per kosen-rufu; dedicarsi alle attività come se fosse il maestro Ikeda in persona a chiedercelo.
Così facendo, ogni giorno per tanti anni, anche nei momenti peggiori, quando ho attraversato i miei inferni più bui, ho cercato di portare quella luce che illumina ogni cosa.
Sento da anni questa stabilità alla base della vita che resiste a ogni avversità. La gioia senza limiti della Legge emerge proprio dalla trasformazione degli aspetti negativi: è una gioia molto più significativa di quella che deriva direttamente dai benefici. Nella mia esperienza, è stato quando ho superato quei momenti in cui ho pensato: “Non ce la faccio più”, e un attimo dopo ho vinto.
In questo capitolo leggiamo: «Coloro che davanti a enormi difficoltà dimostrano una convinzione ancora più grande nella fede e si impegnano con ancora più gioia nella pratica buddista vivranno sicuramente da campioni e campionesse, come diamanti» (pag. 81). Puoi condividere una tua esperienza ispirata da queste parole?
Nadia: Nel Gosho Nichiren Daishonin parla di “momento cruciale”. Non è altro che quel momento in cui, nonostante ci siamo impegnati seriamente nella pratica, non riusciamo a vedere una prova concreta. Allora in quel momento abbiamo due strade: abbandonare tutto e quindi cedere alla nostra oscurità, oppure rideterminare ancora più profondamente e vincere.
In questi anni più volte mi sono trovata ad affrontare situazioni che sembravano senza via di uscita, fronteggiando diversi problemi contemporaneamente.
Aver avuto il coraggio di mettere al centro della mia vita il voto di kosen-rufu, concentrandomi nell’approfondire la mia fede e cercando di migliorare il mio modo di fare attività per gli altri, mi ha permesso di vedere le tessere del mosaico mettersi al loro posto e realizzare un meraviglioso disegno che non ero neanche stata in grado di immaginare.
Parlo di coraggio perché in quei momenti la mia mente illusa temeva che, concentrando gli sforzi in una direzione apparentemente diversa rispetto alla soluzione del problema, avrei perso tempo prezioso, perdendo di vista l’obiettivo prefissato.
In realtà ho sperimentato come il mettere al centro della propria vita il voto che abbiamo fatto, ci mette in grado di affrontare le prove più difficili e di trasformarle in una gioia incredibile.
Nel Gosho Le azioni del devoto del Sutra del Loto si legge: «Ognuno di voi deve essere convinto che sacrificare la vita per il Sutra del Loto è come scambiare sassi con oro o immondizia con riso» (RSND, 1, 679).
Sensei approfondisce il famoso incoraggiamento di Nichiren Daishonin: «L’inverno si trasforma sempre in primavera» (pagg. 81-86). Cosa significa per te in questo momento storico e come trasmetterlo agli altri?
Sarah: Il Daishonin diede questo incoraggiamento alla sua discepola Myoichi che stava affrontando le sofferenze fondamentali della vita: l’anziana donna era rimasta vedova e uno dei suoi figli era malato. Inoltre, dopo la persecuzione di Tatsunokuchi, la famiglia aveva avuto una grave perdita economica a causa della confisca dei beni subìta dal marito. Mai come nell’ultimo periodo, abbiamo compreso e sperimentato che la malattia, la morte e le avversità economiche di Myoichi, sono le difficoltà di ognuno di noi.
La situazione pandemica sembra aver accelerato la presa di coscienza di alcune sofferenze che parevano ancora lontane, specialmente per noi giovani.
Il Daishonin afferma: «Non si è mai visto né udito, sin dai tempi antichi, di un inverno che si sia trasformato in autunno, né si è mai sentito di alcun credente del Sutra del Loto che sia diventato un essere comune» (RSND, 1, 477).
In primavera sbocciano i fiori, ma questi hanno bisogno del freddo invernale per dischiudersi. Le piante, se non hanno sperimentato il freddo dell’inverno, non sbocciano. Gli inverni della vita ci consentono di rafforzare la nostra fede, ma ciò che più conta è “vivere con la profonda convinzione che la primavera sicuramente arriverà”.
Il capitolo si conclude con un incoraggiamento volto ad affrontare con coraggio ogni difficoltà, «superando tutte le sfide, portando avanti la vostra vita e kosen-rufu con sempre maggiore forza, gioia e resistenza davanti a ogni ostacolo» (pag. 89). Come conciliare le nostre sfide personali con le sfide per kosen-rufu?
Davide: Sensei giunge a questa conclusione dopo aver raccontato della decisione presa durante un ricovero in ospedale. Sofferente e attaccato su più fronti, decise di sforzarsi sempre di più per diffondere il Buddismo.
Anche la malattia può spingere a rilanciare i nostri obiettivi e aiutarci a ridefinire le nostre priorità.
La vera felicità infatti non è legata a fattori esterni ed è sviante pensare che le fortune che vediamo negli altri nascano solo da condizioni favorevoli. Altresì ritenere che la nostra infelicità sia dovuta a errori o colpe passate e alle quali non vi è rimedio, incrina la determinazione a forgiare un futuro luminoso.
Ogni persona può trasformare la propria vita. La determinazione e l’iniziativa che prendiamo nell’incoraggiare i membri e sostenere l’organizzazione sono un prezioso allenamento a indirizzare positivamente i nostri pensieri, a vedere la bellezza in ogni persona che incontriamo.
Avere costanza nel recitare Daimoku influisce sul ritmo delle attività quotidiane, risvegliandoci alla profondità della nostra vita, che tende spesso a fermarsi all’aspetto materiale.
Questo è il segreto per creare relazioni basate sul rispetto dell’altro. Se ci si limita a un atteggiamento autoindulgente senza trasformare le nostre tendenze negative, ci troveremo ad affrontare i momenti di difficoltà senza utilizzarli come occasione per fare la nostra rivoluzione umana.
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Riferimenti:
Cos’è la felicità, cap. 4, pagg. 76-89, pubblicato anche su BS, 168, 19-26