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Quarant’anni da quel viaggio che ha cambiato la nostra storia - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 14:23

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Quarant’anni da quel viaggio che ha cambiato la nostra storia

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Esattamente quarant’anni fa, il 28 maggio dell’81, il presidente Ikeda arrivava in Italia per la sua sesta visita, che segnò il punto di partenza di un grande sviluppo di kosen-rufu nel nostro paese. In quei giorni Sensei, insieme alla signora Kaneko, incontrò alcune centinaia di praticanti giunti da ogni parte della penisola, per la maggior parte giovani e studenti. Li incoraggiò con calore, uno a uno, dialogando sui princìpi fondamentali del Buddismo e sul significato della vita, e infondendo in ognuno una profonda fiducia nelle proprie potenzialità e nel futuro.
Alla prima riunione che si tenne a Firenze disse: «Oggi, 30 maggio 1981, è diventato un giorno memorabile nel quale abbiamo rinnovato una reciproca promessa. Siamo consapevoli che questo giorno sarà sicuramente ricordato come un evento storico da qui a cinquant’anni» (Ai miei cari amici italiani, IBISG, pag. 8). Nove furono i giorni che Sensei trascorse in Italia. In quel breve lasso di tempo i giovani membri italiani incisero nel cuore il suo esempio di comportamento umano e le sue guide profonde e lungimiranti.
Questo fu il punto di origine di un’ondata di propagazione che ha portato allo sviluppo attuale della Soka Gakkai in Italia, e oggi è il tempo di rinnovare quella “reciproca promessa” rilanciando con coraggio i nostri obiettivi verso il 2030.

Nelle pagine seguenti presentiamo alcuni momenti di quello storico viaggio attraverso le parole del maestro Ikeda, tratte dal capitolo 4 del volume 30 de La nuova rivoluzione umana e dal libro Ai miei cari amici italiani.

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Pisa, Firenze – 28 maggio – 2 giugno

«Quando i giovani si alzano e prendono l’iniziativa, si aprono le porte del futuro»

Il 28 maggio del 1981, alle tre del pomeriggio, il presidente Ikeda, partito da Vienna, arrivò in Italia. Un gruppo di giovani andò ad accoglierlo all’aeroporto internazionale di Pisa.
Vent’anni prima, nell’ottobre del 1961, quando aveva visitato l’Italia per la prima volta, ad attenderlo all’aeroporto di Roma c’era solo una coppia di membri giapponesi che si trovavano in Italia per lavoro.
Ma adesso, come si legge ne La nuova rivoluzione umana:

«Dopo vent’anni, nel vedere così tanti giovani pieni di entusiasmo, Shin’ichi percepì chiaramente che era giunta una nuova epoca di kosen-rufu nel mondo e sentì il suo cuore riempirsi di una profonda commozione» (p.ta 26).

Prima di partire per Firenze, la delegazione giapponese fece una breve sosta presso la Torre di Pisa.
Il giorno successivo, a Firenze vennero organizzati diversi incontri in cui il presidente Ikeda dialogò con i giovani, e nel pomeriggio del 30 maggio si svolse una cerimonia di Gongyo per commemorare i vent’anni di kosen-rufu in Italia, presso l’abitazione di un membro, a cui parteciparono numerose persone giunte da ogni parte d’Italia.
Dopo aver guidato Gongyo, Sensei parlò del Rinascimento e del significato di kosen-rufu, sottolineando il valore del movimento per la rivoluzione umana della Soka Gakkai, capace di trasformare la condizione vitale e rivitalizzare ogni persona.

«Shin’ichi parlava con l’intento di affidare il futuro a quei giovani. Sapeva infatti che una nuova epoca si sarebbe potuta inaugurare solo se i giovani avessero manifestato pienamente tutto il loro potenziale» (p.ta 27).

Osservò inoltre che senza una riforma interiore, l’essere umano non sarebbe potuto diventare protagonista della sua epoca e nemmeno conseguire un’autentica felicità.

Nel pomeriggio del 31 maggio, in un parco di Settignano, nella periferia di Firenze, si tenne la “riunione generale dell’amicizia e della cultura”, alla quale parteciparono circa settecento persone tra membri, amici e familiari provenienti da tutta la penisola. Per i membri italiani si trattava del primo evento organizzato su vasta scala e tutti si erano impegnati con entusiasmo nei preparativi dello spettacolo.
Prima della riunione Sensei si diresse verso i giovani dello staff, che lavoravano dietro le quinte, e dopo aver scattato due foto ricordo insieme a loro disse:

«Negli scritti di Nichiren Daishonin si parla del significato di “emergere dalla terra”, ovvero della continua apparizione dei Bodhisattva della Terra per adempiere alla missione di kosen-rufu e aiutare le persone a diventare felici. Voi tutti siete Bodhisattva della Terra. A volte sarete pieni di speranza, altre volte potrete provare grandi sofferenze e frustrazioni. La vita può definirsi una lotta contro le avversità, ma tutte le difficoltà e le sofferenze esistono per essere sormontate e dimostrare l’immenso potere del Buddismo.
Proprio perché all’origine della sofferenza esiste il karma, spezzando le catene del karma potrete mostrare la prova concreta e la verità del Buddismo, diffonderlo ampiamente e adempiere così alla vostra missione di Bodhisattva della Terra.
In altre parole, le sofferenze sono la condizione indispensabile per il compimento di tale missione. Di conseguenza, il nostro karma è strettamente connesso alla nostra missione, e anche se infurieranno le più violente “tempeste” karmiche, non esistono, nel modo più assoluto, difficoltà o sofferenze insormontabili» (p.ta 29).

Nella cornice lussureggiante del parco i membri provenienti da tutta Italia si esibirono con canti e danze tradizionali. Sensei applaudiva e stringeva forte le mani di ognuno, li ascoltava attentamente e trasmetteva loro guide e incoraggiamenti. Ogni attimo era per lui decisivo. Era felice di constatare come la Soka Gakkai italiana fosse riuscita a compiere nel corso di vent’anni un così straordinario sviluppo.
Durante la riunione il presidente Ikeda salì sul palco, prese il microfono e affermò:

«Le gocce d’acqua che sgorgano una ad una dalle sorgenti sulle Alpi lontane, scorrendo attraverso la terra si tramutano nel grande fiume Po che, alla fine, raggiunge il mare Adriatico. Può darsi che il nostro movimento, che punta al rinascimento dello spirito, abbia appena iniziato a discendere i monti, ma vedrete come fra trenta, cinquant’anni sarà diventato un grande fiume che scorre ininterrotto, dando vita a un nuovo corso per la pace dell’umanità. Questo è ciò che voglio dichiarare qui, solennemente. Per realizzare tutto ciò è necessario “alzarsi in piedi” da soli assumendosi pienamente, in prima persona, la responsabilità di kosen-rufu, senza delegarla ad altri. È importante inoltre avanzare con tutte le proprie forze, senza sosta, ogni giorno, passo dopo passo. È la somma di queste piccole azioni, di queste piccole vittorie che porta a un grande, storico trionfo» (p.ta 31).

Poi Sensei aggiunse:
«Vi prego di essere sempre allegri e di pregare con profonda determinazione. Vi prego di aver cura della vostra vita quotidiana e della vostra salute. Desidero che avanziate coraggiosamente verso la pace, mano nella mano, insieme ai giovani di tutto il mondo» (p.ta 31).

La mattina del 1 giugno il presidente Ikeda ebbe un incontro con Aurelio Peccei, presidente del Club di Roma, con il quale conversò su vari temi in preparazione della pubblicazione della raccolta dei loro dialoghi, pubblicata in seguito con il titolo Campanello di allarme per il ventunesimo secolo. Al termine dell’incontro, Sensei si recò in visita alla Casa di Dante, insieme ad alcuni giovani.

Successivamente si diresse verso la collina di Fiesole continuando a conversare con alcuni giovani su vari argomenti, tra cui la centralità del dialogo, il principio di unicità di vita e ambiente e di simultaneità di causa ed effetto… Poi, ammirando il panorama della città che si estendeva in lontananza, disse:

«Verrà presto il giorno in cui, in molte delle abitazioni che si scorgono da qui, si accenderà la luce della Legge mistica. È giunto il momento di realizzare kosen-rufu. Ora spetta a tutti voi di alzarvi e agire con coraggio. Quando Josei Toda fu nominato secondo presidente della Soka Gakkai, non c’erano che tremila membri. Ma i giovani che si erano risvegliati alla missione della lotta condivisa con il maestro passarono all’azione e in meno di sette anni la Gakkai raggiunse le settecentocinquantamila famiglie di aderenti, il profondo desiderio che Toda aveva coltivato per tutta la vita. Fu la vittoria del dialogo portato avanti con coraggio e fermezza. […]
Il dialogo unisce i cuori e diventa la forza per creare una nuova epoca» (p.ta 33).

Il pomeriggio del 2 giugno il presidente Ikeda salì su un treno diretto a Milano dalla stazione centrale di Firenze, dove erano accorsi a salutarlo un centinaio di membri.
Osservando i visi dei giovani di là dal finestrino, pensava tra sé:

“Conto su di voi. Questa è la vostra epoca!”. Fissava gli occhi di ciascuno come in un dialogo silenzioso attraverso il vetro. Il treno cominciò a muoversi. Tutti si sbracciavano per salutarlo, con gli occhi che brillavano di lacrime.
Anche Shin’ichi continuava a salutare con la mano. Quando i giovani si alzano e prendono l’iniziativa, si aprono le porte del futuro. […] Quei giovani mostrarono un’energica e coraggiosa crescita, e contribuirono in modo considerevole alla società italiana.
Trentacinque anni dopo, nel luglio del 2016, è entrata in vigore l’Intesa tra la Repubblica Italiana e l’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai. Questa è stata la prova concreta della fiducia che la società italiana riponeva in loro (p.ta 34).

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Milano – 2-5 giugno

«Mirate a vent’anni di pratica buddista»

Il 3 giugno il presidente Ikeda si recò al Teatro alla Scala di Milano per incontrare il sovrintendente Carlo Maria Badini. In seguito, accompagnato dallo stesso Badini, si recò al Municipio, per una visita di cortesia al sindaco di Milano Carlo Tognoli. Infatti, nell’autunno di quell’anno, su invito dell’Associazione concertistica Min-On e di altre organizzazioni, si sarebbe tenuta una tournée in Giappone del Teatro alla Scala.
Era un progetto di dimensioni senza precedenti, che avrebbe coinvolto quasi cinquecento persone e che suscitava grandi aspettative.
In occasione di quell’incontro, il sindaco Tognoli consegnò al presidente Ikeda la Medaglia d’argento della città di Milano.

Il giorno successivo, il 4 giugno, il presidente Ikeda venne invitato dalla casa editrice Mondadori per un incontro con il direttore della sezione educativa per discutere il progetto di pubblicare una raccolta di dialoghi con personalità di vari Paesi.
In seguito, la casa editrice avrebbe pubblicato, tra gli altri, La saggezza del Sutra del Loto.

La sera del 4 giugno si tenne un incontro con una cinquantina di giovani, tra cui numerosi studenti. Sensei in quella occasione parlò di come apportare un cambiamento al sistema sociale e sottolineò la necessità di partire sempre da una profonda trasformazione della propria vita. Il suo desiderio era che i giovani si alzassero come alfieri della rivoluzione umana, capaci di aprire le porte al secolo della dignità della vita.
Poi diede una guida che ancora oggi è un faro nella fede per tutti noi:

«Normalmente occorrono vent’anni perché una persona diventi un individuo eccellente che ha raggiunto il massimo sviluppo come membro della società. La stessa cosa si applica alla trasformazione di un alberello in un albero gigante. Il Buddismo è ragione. Perciò desidero che miriate prima di tutto a raggiungere la pietra miliare dei vent’anni di pratica mantenendo una fede costante. Vedo che i membri anziani più degni di rispetto sono coloro che hanno continuato a praticare per venti e più anni.
I benefici del Buddismo nell’Ultimo giorno della Legge sono spesso intangibili. I giovani non devono cercare soltanto i benefici visibili. Se permettete ai fenomeni momentanei di sviarvi, alla fine perderete di vista la vostra integrità. Per favore siate sempre coscienti che la fede è qualcosa che dovete mantenere con costanza, senza interruzioni» (Ai miei cari amici italiani, pag. 15).

Quella sera, su invito di Carlo Maria Badini, sovrintendente alla Scala di Milano, Sensei si recò insieme alla moglie Kaneko al concerto dell’orchestra filarmonica di Londra, guidata dal maestro Claudio Abbado.

«Fu un concerto meraviglioso. Shin’ichi pensò che era giusto che anche le persone comuni potessero assaporare quell’emozione. Infatti, uno degli scopi per cui aveva fondato l’Associazione concertistica Min-On era proprio quello di dare l’opportunità alle persone comuni di conoscere la musica e l’arte nella forma più elevata» (p.ta 37).

Il 5 giugno la delegazione giapponese partì da Milano per Marsiglia, in Francia. Il soggiorno di Shin’ichi a Milano era durato tre notti e quattro giorni. Ciò che rimase profondamente inciso nella vita di quei giovani, era l’immagine di un uomo che si rivolgeva a tutti, ovunque si recasse, con parole piene di premura e gratitudine.

«Il Buddismo insegna che la natura di Budda è indistintamente inerente alla vita di ogni persona. I membri videro nei gesti di Shin’ichi la concretizzazione di questo principio. […]
Il Buddismo si trova nell’atteggiamento di volersi dedicare con gioia alla felicità degli amici e della società» (p.ta 37).

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