«Io studio il Buddismo allo scopo di compiere azioni concrete», spiegava Josei Toda nel Dopoguerra con la sua consueta franchezza. Lo studio buddista è, prima di tutto, possibilità di accrescere gli strumenti per comprendere il funzionamento della vita e di noi stessi, ed è in questa ottica che il 19 novembre si tengono gli esami per accedere al Dipartimento di studio. Una grande occasione non per «diventare profondi conoscitori del Buddismo – come puntualizza Tamotsu Nakajima nell’editoriale – ma vivaci e costanti realizzatori di shakubuku che ogni giorno, senza mai fermarsi per tutta la vita, leggono il Gosho come se fosse sempre la prima volta e lo mettono in pratica nella esistenza quotidiana».
Ovviamente nessuno è obbligato a partecipare, ma visto che a differenza degli esami nella vita questo è tutto meno che un’occasione di farsi giudicare o di giudicare, perché non approfittarne?
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