In queste pagine presentiamo il report della riunione dei responsabili nazionali e regionali che si è tenuta il 2 maggio su piattaforma online
Costruiamo un secolo di uguaglianza e di pace
di Anna Conti, responsabile nazionale donne
È bello celebrare il 3 maggio tutti insieme e rinnovare la nostra promessa a Sensei!
Stamattina recitando Daimoku in contemporanea con tutti i membri europei ho sentito fortemente quanto possiamo unirci attraverso il Daimoku, al di là delle distanze, e ho sentito una profonda gratitudine per Sensei, per la Soka Gakkai e per tutti i compagni di fede che ci danno l’opportunità di approfondire ogni giorno la nostra fede e fare la nostra rivoluzione umana.
È proprio vero, come scrive il Daishonin, che «La voce che recita il Daimoku non mancherà di raggiungere tutti i mondi delle dieci direzioni»! (Oko Kikigaki, “Lezioni registrate”, non incluse in RSND).
Sono convinta che in questo momento così difficile sia importante approfondire ancora di più il significato del potere del Daimoku, che è in grado di “trasformare ogni veleno in medicina” e di sciogliere tutte le paure, le preoccupazioni e le incertezze riguardo al futuro che derivano da questa pandemia.
Perciò il 3 maggio, giorno della Soka Gakkai e delle madri Soka, è un momento straordinario per ripartire tutti insieme e rilanciare i nostri obiettivi – personali e di shakubuku – verso il 6 giugno!
Durante la terza riunione di centro, che celebrava anche il settantesimo anniversario della fondazione dei Gruppi donne e giovani donne, il presidente Harada ha annunciato la creazione in Giappone del nuovo “gruppo femminile” (josei-bu, vedi nota 1, pag. 2) che unisce le donne e le giovani donne.
Prima di tutto vorrei sottolineare che per ora questo cambiamento riguarda il Giappone.
Come primo step è stato annunciato il cambiamento del nome, ma ancora non ci sono i dettagli su come questo si realizzerà in concreto, come verrà organizzato questo gruppo e quali saranno le attività. I dettagli ci verranno dati a novembre.
Forse qualcuno si chiederà come ci organizzeremo in Europa e in Italia. Sicuramente questa è un’opportunità per comprendere più profondamente le aspettative del nostro maestro riguardo alle donne e alle giovani donne, e allo stesso tempo occorre trovare il modo più adatto a noi, tenendo conto anche delle differenze socio-culturali.
Perciò è importante non andare di fretta, ma recitare un forte Daimoku per far emergere una profonda saggezza per comprendere il cuore di Sensei e prendere la giusta decisione. Perciò valuteremo prossimamente, quando avremo ulteriori dettagli.
All’inizio del messaggio inviato alla terza riunione di centro, Sensei scrive: «Congratulazioni per la creazione del nuovo “Gruppo femminile” in Giappone, che unisce gli attuali Gruppi donne e giovani donne, una storica pietra miliare che sviluppa ulteriormente la grandiosa storia dei settant’anni dalla loro fondazione» (NR, 704, 2).
È importante comprendere l’obiettivo di questa nuova partenza: il desiderio è quello di far avanzare ulteriormente il movimento di kosen-rufu e permettere alle donne e alle giovani donne di manifestare tutto il loro potenziale creando uno sviluppo ancora più grande di quello che c’è stato in questi settant’anni.
Lo scopo è anche quello di far crescere tante persone di valore per il futuro, incoraggiando lo scambio tra donne della stessa generazione e allo stesso tempo promuovendo il sostegno e la collaborazione tra diverse generazioni.
Molti anni fa, alla fine del secolo scorso, il maestro Ikeda ha affermato che il ventunesimo secolo sarebbe stato il secolo delle donne, e nel 2002 ci diede una guida importante, incoraggiando le donne e le giovani donne a rafforzare i legami e a creare una forte unità:
«In tutto il mondo è giunta l’epoca delle donne. Spero che le nostre donne e giovani donne lavoreranno insieme, ispirandosi a vicenda e dimostrando una forza ben maggiore di quella che avrebbero avuto separatamente. Viviamo in un’epoca turbolenta. Separati siamo deboli. Coloro che riescono a unire le forze, come in una potente lega metallica, trionferanno» (NR, 259, 6).
Anche se allora non capivamo bene il significato profondo di questa guida, in Italia dal 2004 donne e giovani donne abbiamo iniziato a fare delle attività insieme a livello nazionale, costruendo pian piano una profonda unità e un rispetto reciproco, come sorelle che collaborano insieme e si arricchiscono a vicenda, ciascuna con le proprie peculiarità.
Oggi sicuramente per noi questa è un’occasione per rafforzare ancora di più questa unità e collaborare insieme con gioia e in armonia. Mi ha colpito molto ciò che scrive Sensei nel messaggio per la terza di riunione di centro:
«Desidero che voi donne Soka creiate la più bella unità al mondo, in cui ciascuna di voi possa brillare delle proprie caratteristiche uniche, in accordo con il principio del “ciliegio, susino, pesco e prugno selvatico” (BS, 124), e andiate avanti con sempre più gioia, armonia, fierezza e ottimismo. Vi prego di creare e far risplendere un “secolo delle donne colmo di speranza”, ovvero un “secolo di rispetto della dignità della vita, di uguaglianza e di pace» (NR, 704, 2).
Questo è un punto fondamentale su cui bisogna continuare a lavorare, a partire da una forte preghiera. Sensei ci esorta a creare un secolo in cui venga rispettata la dignità della vita: questo per noi donne è fondamentale, e prima di tutto dipende da quanto ciascuna di noi rispetta se stessa ed è consapevole del proprio valore e della propria dignità.
Questa consapevolezza è la base per poter costruire un “secolo delle donne colmo di speranza”, in cui venga rispettata la dignità della vita, presupposto essenziale per creare una società pacifica.
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5 maggio, giorno dei successori
di Hideaki Takahashi, presidente della SGI europea
Le mie più vive congratulazioni a tutte le donne e le giovani donne per questa nuova partenza del Gruppo josei-bu, il Gruppo femminile. Grazie mille per i vostri immensi sforzi nelle attività che avete portato avanti fino a oggi, notte e giorno. In Italia avete realizzato un grandioso sviluppo.
Sul Seikyo Shimbun del 25 aprile è stato pubblicato un Incoraggimento del presidente Ikeda dedicato al Gruppo futuro, intitolato Un vostro passo in avanti cambierà il mondo (NR, 704, 5). Insieme a questo incoraggiamento, in prima pagina è stata pubblicata una foto scattata da Sensei (in alto), che ritrae dei festoni in stoffa o carta a forma di carpa: si chiamano koinobori e sono una tradizione giapponese: le carpe sono il simbolo della preghiera degli adulti affinché tutti i bambini e le bambine crescano meravigliosamente.
In Giappone il 5 maggio è una festività nazionale, il “Giorno dei bambini”, e le carpe sono il simbolo di questa ricorrenza.
Per la Soka Gakkai, il 5 maggio è il “Giorno dei successori”.
Fu il maestro Ikeda a proporre che questo giorno diventasse il “Giorno dei successori per la Soka Gakkai”. Il 5 maggio del 1976 egli partecipò a una riunione del Gruppo giovani fenici (che comprende gli studenti delle scuole elementari, medie e superiori), presso il Toda Memorial Hall del Kansai. Ricordo bene quel giorno perché ero lì, in quanto responsabile del Gruppo scuole superiori.
A quel tempo i membri del Gruppo scuole superiori erano 160.000, più o meno quanti sono i membri attuali di tutta Europa.
Fu in quella occasione che Sensei, di fronte a circa mille ragazzi e ragazze, propose di fare del 5 maggio il Giorno dei successori per la Soka Gakkai.
Leggendo questo articolo sul Seikyo Shimbun mi sono tornate in mente vivide immagini di quella riunione.
Inoltre, qualche anno fa c’è stato un corso in Giappone per i responsabili italiani al quale ho partecipato anch’io.
L’evento principale di quel corso fu la riunione dei responsabili di centro, che si tenne proprio nel Toda Memorial Hall del Kansai, dove nel 1976 Sensei aveva proposto di istituire il Giorno dei successori. Durante quella riunione mi tornò in mente, come se riavvolgessi un nastro, l’immagine di quando, circa quarant’anni prima, avevo partecipato alla riunione del 5 maggio 1976: mi trovavo esattamente nello stesso punto di quando Sensei aveva proposto che il 5 maggio diventasse il Giorno dei successori. È impossibile per me dimenticare quella riunione e queste coincidenze veramente mistiche.
Tornando all’incoraggiamento del presidente Ikeda per il Gruppo futuro, vorrei sottolineare una parte molto importante:
Qualunque cosa accada,
non dovete mai sminuire voi stessi
né arrendervi
di fronte a ciò che accade nel mondo
e intorno a voi.
Qualunque cosa accada,
ora, lì dove vi trovate,
continuate a percorrere il cammino
della vostra missione
così come siete,
con gioia e tenacia.
Vorrei incoraggiare tutti noi a mettere in pratica questa guida, senza sminuirci, così come siamo, con gioia e tenacia!
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Risvegliare ogni persona alla grandezza della propria vita
di Michele Giuseppone, responsabile nazionale giovani
Mirando al 6 giugno, 40° anniversario del “Giorno di maestro e discepolo per l’Europa”, come Gruppo giovani vogliamo sfidarci tutti insieme nell’attività di propagazione!
A partire dal 3 maggio abbiamo deciso di incontrarci con tutti i responsabili regionali e nazionali dei Gruppi giovani, futuro e studenti in appuntamenti della durata di dieci minuti, allo scopo di approfondire i passaggi fondamentali de La nuova rivoluzione umana, volume 30, capitolo 4, che narrano proprio i giorni antecedenti il 6 giugno del 1981, quando Sensei era in viaggio in Europa, e in particolare in Italia.
Avremo modo di studiare tutte le puntate tramite tre incontri settimanali su piattaforma online in orario mattutino, dalle 7:50 alle 8:00.
Vogliamo far sì che questa azione concreta sia la base della nostra determinazione a vincere nello shakubuku.
Abbiamo infatti preparato una cartolina che si intitola: “Ondate di dialoghi per la speranza”, riprendendo il titolo della campagna Europea di shakubuku “Waves of dialogue for hope”, che culminerà proprio il 6 giugno con un importante evento online aperto a tutti. Sul retro della cartolina abbiamo inserito i punti fondamentali di questa sfida concentrata in poco più di un mese:
• determinare a quante persone vogliamo far conoscere la pratica del Buddismo;
• recitare almeno un’ora di Daimoku al giorno;
• studiare La nuova rivoluzione umana, vol. 30, cap. 4, p.te 26-40.
Vogliamo far sì che il nostro impegno contribuisca in larga misura allo sviluppo del movimento di kosen-rufu sia in Italia che in Europa, allargando il nostro flusso di Bodhisattva della Terra!
Sul sito realizzato in occasione di questa campagna Europea, www.6thjune.eu, è possibile inserire il numero di dialoghi che abbiamo realizzato tramite un conta dialoghi online: ciò significa che qualsiasi dialogo con membri, amici e familiari può essere considerato parte di questa “ondata di dialogo” verso il 6 giugno. Sfidiamoci nella propagazione!
Approfondendo il significato della “semina” nel Buddismo di Nichiren Daishonin, il presidente Ikeda ne Il mondo del Gosho scrive:
«Il Buddismo della semina che il Daishonin istituì estraendo l’essenza del Sutra del Loto, assume un significato ancor maggiore nell’epoca attuale.
[…] Il problema fondamentale che l’umanesimo moderno condivide con il nazionalismo e il fondamentalismo religioso è il mancato riconoscimento della dignità intrinseca dell’essere umano, qui e adesso.
[…] Oggi c’è un urgente bisogno di una società e di una religione votate alla dignità umana. Il Buddismo della semina insegna la suprema dignità degli esseri umani e rivela la grandezza cosmica dell’essere umano, così com’è. E non si limita semplicemente a spiegarlo, ma ci esorta a vivere concretamente sulla base di questo insegnamento. Questa è la “religione della rivoluzione umana” che trascende le limitazioni dell’umanesimo moderno e che risveglia le persone alla grandezza dell’essere umano» (Esperia, pag. 713).
Alla luce di questa guida del nostro maestro, risvegliamo quindi più persone possibile alla grandezza della loro vita tramite le nostre azioni coraggiose di shakubuku!
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Realizziamo un’incredibile vittoria nella propagazione
di Alberto Aprea, presidente dell’IBISG
Per prima cosa vorrei ringraziarvi con tutto il cuore per le attività di consegna dei Gohonzon che si sono svolte in Italia nelle ultime settimane. Sono state tutte cerimonie gioiose e commoventi.
Dall’inizio di quest’anno, ma più precisamente dal 20 marzo a oggi, 943 nuovi membri sono entrati a far parte della Soka Gakkai italiana. è un grandissimo risultato, considerando il periodo difficile che stiamo vivendo. Per questo non finirò mai di ringraziare tutti coloro che si sono occupati di organizzare le consegne individuali nella massima sicurezza, e ovviamente tutti i membri italiani che hanno ereditato l’instancabile lotta di Nichiren Daishonin per propagare la Legge mistica, “basata sulla sua grande compassione”. Grazie!
Nel messaggio inviato per la terza riunione dei responsabili di centro, il 18 aprile, Sensei riporta il passo del Gosho dove il Daishonin afferma: «Io Nichiren, non ho fatto altro che adoperarmi per mettere i cinque o sette caratteri di Myoho-renge-kyo in bocca a tutti gli esseri viventi del paese del Giappone. Così facendo ho dimostrato la compassione di una madre che si adopera per mettere il latte in bocca al suo bambino» (Sul rimproverare Hachiman, RSND, 2, 876). Proprio come scrive il Daishonin, le nostre azioni come Bodhisattva della Terra volte a diffondere la Legge mistica sono intrise della stessa compassione di una madre che ama e nutre la vita.
Oggi, nel celebrare insieme questo 3 maggio, giorno della Soka Gakkai e giorno delle madri Soka, riaccendiamo nel nostro cuore questo spirito di compassione, che è l’essenza della Soka Gakkai.
Quando penso a un esempio di compassione da seguire, mi vengono in mente le parole con cui Sensei descrive il suo maestro, Josei Toda, in un passo particolarmente commovente del poema che gli ha dedicato (NR, 377, 5):
«Avevo diciannove anni
quando lo incontrai
nel rione di Ota.
In un istante mi sentii avvolto dall’abbraccio del suo cuore di leone.
Sedendo davanti a Josei Toda,
che aveva lottato
con forza e dedizione
per la Legge e la verità,
io piansi.
La sua vita brillava
di nobile convinzione.
Intuii bruciante compassione
nella sua fede profonda.
Il suo sorriso era brezza primaverile,
il cui calore
scioglie i cuori delle persone
gelati di miseria e disperazione.
Come il sole, il suo abbraccio generoso
a tutti si allargava.
Splendendo luminoso
di coraggio e speranza
alle persone infondeva la forza
di vivere ancora».
Non lo trovate meraviglioso?
Ogni volta che leggo queste parole il mio cuore si scioglie, e mi sento anch’io avvolto dall’abbraccio caldo e generoso del mio maestro.
Il 3 maggio rappresenta, come sapete, una nuova partenza, il momento in cui i discepoli si alzano da soli per vincere con lo stesso spirito del maestro, che è lo spirito della propagazione.
Il presidente Toda esortava i suoi discepoli con queste parole:
«Siamo Bodhisattva della Terra. Siamo apparsi in questo mondo per innalzare il vessillo della vittoria di kosen-rufu nei luoghi che abbiamo scelto per compiere la nostra missione, in accordo con il nostro voto. Con questa convinzione, possiamo far emergere il potere del Budda dalle nostre vite» (NR, 705, 3).
Come afferma Sensei nell’editoriale di maggio (vedi pag. 3), quando recitiamo Daimoku e ci sfidiamo per propagare la Legge mistica, possiamo superare tutte le difficoltà, così come un brillante attore è in grado di interpretare anche i ruoli più difficili. Possiamo creare uno spettacolo di vittoria della nostra rivoluzione umana, atto dopo atto, trasmettendo coraggio e speranza a coloro che soffrono e trasformando il nostro karma in missione.
Da questo 3 maggio ripartiamo dunque nuovamente, e insieme promettiamo al nostro maestro di realizzare in Italia un’incredibile vittoria nella propagazione, in itai doshin e nella non dualità di maestro e discepolo.
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Mettere in gioco tutte le mie capacità
Esperienza di Giulia Gallo, Torino
Durante la riunione Giulia ha raccontato la sua recente esperienza di shakubuku, che le ha permesso di aprire la vita in modo sorprendente
A giugno 2020, quando da qualche mese tutto era drasticamente rallentato a causa della pandemia, abbiamo svolto per la prima volta l’attività donne e giovani donne online. Proprio in quei giorni una mia amica mi ha parlato di una ragazza, Glenda, che desiderava conoscere il Buddismo. Ricordo chiaramente che, in una pausa tra una riunione online e l’altra, parlai al telefono con lei raccontandole il mio percorso.
Era stranissimo parlare di Buddismo al telefono a una persona che non avevo mai visto, mi sembrava folle ma allo stesso tempo sentivo che lei era affascinata e incuriosita, tanto da dirmi: «Va bene! Da domani provo a praticare!».
Quei mesi per me sono stati davvero difficili: da libera professionista e lavorando nel campo dell’arte e della didattica museale, cercavo letteralmente di inventarmi mille soluzioni per rinnovare il mio lavoro, per continuare a farlo nonostante gli impedimenti dettati dalla situazione globale. Ricordo quei giorni come una lotta incessante tra me e i miei limiti, tra la voglia di fare e la paura del fallimento.
Dunque, come potevo incoraggiare Glenda a iniziare a praticare il Buddismo senza poterci incontrare, senza poterle far vedere il Gohonzon e, soprattutto, in quel momento per me così difficile?
Con queste domande e dubbi che mi attanagliavano, ho deciso di approfondire la mia fede e fare un’esperienza. Sempre online ho presentato Glenda alle responsabili giovani donne della sua zona, con le quali ha subito stretto un legame, nonostante l’impossibilità di incontrarsi.
Poi ho fatto Daimoku e ancora Daimoku per riuscire a sostenerla al meglio, per incoraggiarla a fare un’esperienza in particolare riguardo a un’operazione che da tempo voleva fare ma che, per vari motivi, le veniva sempre rimandata.
Da lì ho iniziato a sforzarmi di essere sempre più sincera nella mia preghiera quotidiana: sentivo che dovevo riuscire ad aprire la vita come non mai, a immaginarmi nel futuro come una donna che può essere eclettica e non esclusivamente concentrata su un sogno, ormai diventato quasi un’ossessione… Guidata dal desiderio di realizzare una grande prova concreta per me, per Glenda e per le persone che mi erano vicine, ho mirato dritta a questo obiettivo: “desidero che emerga un’occasione lavorativa che mi permetta di mettermi in gioco a pieno, con tutte, ma proprio tutte le mie capacità, non solo quelle che già conosco”.
Ed ecco che l’ambiente risponde in modo totalmente inaspettato: mi viene proposta una supplenza annuale in una scuola media dove avrei potuto insegnare la mia materia in una condizione molto agevolata, con un orario perfetto per poter portare avanti gli altri miei progetti. Incredibile! Mi ritrovo ad accettare con entusiasmo un lavoro che mai avrei pensato di fare (infatti non mi ero mai inserita nelle graduatorie per l’insegnamento), e lo accetto non solo perché uno stipendio mi avrebbe fatto davvero comodo, ma proprio perché ho visto con chiarezza che questa possibilità non poteva che essere un dono compassionevole della vita: “Giulia vuoi metterti in gioco? Ecco la tua grande occasione, dimostra a te stessa ciò che sai fare!”.
Nel frattempo Glenda continua a praticare, partecipa alle attività della sua zona con gioia e mi lascia sempre più stupita nel raccontarmi con semplicità e convinzione i suoi progressi; il suo cambiamento arriva a coinvolgere tante persone attorno a lei, tanto che il suo gruppo di amici vuole regalarle per il compleanno un set di oggetti utili per la pratica buddista!
Alla notizia della ripartenza delle consegne dei Gohonzon mi sento impacciata, sono sempre io a mettere in dubbio il fatto che davvero Glenda abbia deciso di andare fino in fondo e diventare membro della Soka Gakkai, tanto da avere quasi paura a chiederle quali siano le sue intenzioni! Lei, sostenuta dalle giovani donne della sua zona, mi comunica che non solo vuole ricevere il Gohonzon, ma anche che mi vuole al suo fianco il giorno della cerimonia!
Il 24 aprile è entrata a far parte della Gakkai, era raggiante e io con lei!
Penso che Glenda abbia davvero fatto tutto da sola, cercando il Buddismo e andando avanti con fiducia e perseveranza, pur non avendo ancora partecipato a una riunione in presenza.
Nella serie Il Buddismo del sole per illuminare il mondo, Sensei afferma: «Quando si incontrano problemi e difficoltà è facile finire per pregare solo per se stessi. Ma il nostro stato vitale riflette ciò per cui stiamo pregando. Quando ampliamo la portata della nostra preghiera e recitiamo per la nobile causa di kosen-rufu, essa includerà anche le nostre preoccupazioni personali. Grazie al benefico potere della Legge mistica possiamo espandere il nostro stato vitale, cambiare il karma e trasformare i problemi in tesori inestimabili. Le preghiere basate sul voto per kosen-rufu ci permettono di spezzare il guscio del piccolo io dominato dalla sofferenza e condurre una vita basata sul grande io» (BS, 205, 7).
La decisione di Glenda ha incoraggiato anche me a concretizzare le mie prove concrete: negli ultimi tempi ho lanciato una nuova serie di prodotti in ceramica, e mi sono attivata per fare rete tra i laboratori artistici presenti nel quartiere dove lavoro. Desidero continuare a insegnare e a esprimermi attraverso le mie opere, arrivando a più persone possibili. Desidero realizzare tutto, senza limitarmi a pensare che ci sia una Giulia più adatta a fare una cosa piuttosto che un’altra.