Kyo’o dono gohenji
Gosho Zenshu pag. 1124
scritto da Sado il 15 agosto 1273, a 52 anni
Proprio quando desideravo ardentemente ricevere di nuovo tue notizie, è arrivato il messaggero che ti sei preoccupato di inviarmi. Nelle mie attuali circostanze, il tuo dono in denaro è di gran lunga più prezioso di qualsiasi tesoro si possa trovare sulla terra o nel mare.
Da quando mi hai scritto di Kyo’o Gozen, ho pregato per lei ogni momento del giorno gli dèi del sole e della luna. Tieni sempre con te l’Omamori Gohonzon[ref]Il carattere usato qui per indicare il Gohonzon è mahori che è il nome antico per indicare omamori che significa protezione. Si riferisce a un Gohonzon iscritto su un foglio di carta che il ricevente piegava e portava con sé. Anche se non si hanno ulteriori informazioni a riguardo, dal testo della lettera sembra che questo Omamori Gohonzon fosse specificamente inteso per la protezione della figlia Kyo’o.[/ref] che ti ho inviato qualche tempo fa e non lasciarlo nemmeno per un momento. Il Gohonzon non fu mai conosciuto da nessuno, né tantomeno iscritto nel Primo o nel Medio giorno della Legge. Si dice che il leone, re degli animali, avanzi di tre passi, poi si raccolga su se stesso per saltare, sprigionando la stessa potenza nel catturare una piccola formica o nell’attaccare un animale feroce. Nell’iscrivere questo Gohonzon per la sua protezione, Nichiren è uguale al re leone. Questo è ciò che intende il sutra con «la potenza dei Budda simile a un leone all’attacco»[ref]Il Sutra del Loto, cap. 15, pag. 287.[/ref]. Credi profondamente in questo mandala. Nam-myoho-renge-kyo è come il ruggito di un leone. Quale malattia può quindi essere un ostacolo?
È scritto che coloro che abbracciano il Daimoku del Sutra del Loto saranno protetti dalla Madre dei fanciulli demoni (giapp.: Kishimojin) e dalle dieci fanciulle demoni. Assaporeranno la felicità del re di Saggezza Ardente di Desideri (giapp.: Aizen) e godranno della fortuna del re celeste Vaishravana (giapp.: Bishamon). Ovunque tua figlia possa saltare e giocare, non le accadrà niente di male; potrà andare in giro senza paura come il re leone. La protezione di Kunti (giapp.: Kodainyo) è la più profonda tra quelle delle dieci figlie del demone. Ma solo la tua fede determinerà tutte queste cose. Una spada sarà inutile nelle mani di qualcuno che non si sforza di lottare. La potente spada del Sutra del Loto deve essere brandita da un coraggioso nella fede. Allora egli sarà forte come un demone armato di una mazza di ferro. Io, Nichiren, ho iscritto la mia vita in inchiostro di sumi, perciò credi profondamente nel Gohonzon. Il volere del Budda è il Sutra del Loto, ma l’anima di Nichiren non è altro che Nam-myoho-renge-kyo. Miao-lo afferma nel suo commentario che il cuore di questo sutra è la rivelazione dell’Illuminazione originale del Budda e dell’incommensurabile durata della sua vita[ref]Annotazioni su “Parole e frasi del Sutra del Loto”.[/ref].
Le sfortune di Kyo’o Gozen si trasformeranno in fortuna. Raccogli tutta la tua fede e prega questo Gohonzon. Allora, che cosa non può essere realizzato? Credi nel Sutra del Loto quando dice: «Questo sutra può […] esaudirne i desideri, proprio come una fresca e limpida fonte può soddisfare tutti coloro che sono assetati»[ref]Il Sutra del Loto, cap. 23, pag. 383.[/ref] e: «[…] godranno di pace e sicurezza nell’esistenza presente e nasceranno in circostanze favorevoli nelle successive»[ref]Ibidem, cap. 5, pag. 127.[/ref]. Ti scriverò ancora.
Quando mi sarà condonata la pena dell’esilio in questa provincia mi affretterò a Kamakura dove ci incontreremo. Se si pensa al potere del Sutra del Loto, si trovano perpetua giovinezza e vita eterna davanti ai propri occhi. La mia unica preoccupazione è che la sua vita possa essere effimera come rugiada: per questo sto pregando con tutte le forze gli dèi celesti affinché la proteggano. [Kyo’o] segui le orme della Signora Pura Virtù (giapp.: Jotoku) o della figlia del re Drago.
Nam-myoho-renge-kyo, Nam-myoho-renge-kyo.
Rispettosamente,
Nichiren
Il quindicesimo giorno dell’ottavo mese
Risposta a Kyo’o
Nota dei traduttori
L’attuale versione italiana del Gosho raccolta nei volumi della serie Gli scritti di Nichiren Daishonin (SND) e la nuova edizione inglese revisionata pubblicata nel volume The Writings of Nichiren Daishonin (WND) presentano numerose differenze.
Essendo in lavorazione anche la nuova versione italiana basata sulle ultime edizioni giapponesi e inglesi, abbiamo scelto di presentare in queste pagine la nuova traduzione provvisoria avvisando il lettore che, prima dell’uscita in volume della nuova versione, le traduzioni potranno ancora subire variazioni.
Cenni storici
Risposta a Kyo’o fu scritta da Nichiren Daishonin all’età di cinquantadue anni, nell’agosto del 1273 dall’isola di Sado dove era stato esiliato. È indirizzata a Shijo Kingo e sua moglie Nichigennyo, che abitavano a Kamakura, all’epoca un importante centro politico per il Giappone. Shijo Kingo, un samurai al servizio del signore Ema appartenente al clan Hojo, insieme alla moglie protesse per tutta la vita il Daishonin. Entrambi svolsero un ruolo molto importante fra i seguaci di Kamakura. Questo scritto è una risposta alla richiesta della coppia di pregare per la guarigione completa della loro amatissima figlia Kyo’o Gozen. Non si hanno notizie della malattia di Kyo’o Gozen o della gravità delle sue condizioni, ma possiamo immaginare la grande preoccupazione dei genitori per la bambina, che aveva solo un anno. Neanche Shijo Kingo, che era un abile medico, riusciva a farla guarire. Il Daishonin scrisse in seguito molte altre lettere a Shijo Kingo, ma in nessuna di queste si legge cosa accadde a Kyo’o Gozen. Pare ovvio che, se fosse morta giovane, il Daishonin ne avrebbe parlato, in un modo o nell’altro. Perciò possiamo concludere che Kyo’o Gozen sicuramente superò la sua malattia.
In questo Gosho il Daishonin incoraggia i genitori a essere assolutamente convinti che Kyo’o Gozen sarà protetta se loro manifesteranno una forte fede nel Gohonzon e reciteranno Daimoku con la stessa forza di un leone ruggente e spiega cosa significa credere nel Gohonzon in ogni momento della vita quotidiana e quale atteggiamento avere quando recitiamo Daimoku.
Spiegazione a cura del dipartimento di studio
La stretta relazione tra il maestro e i discepoli
Proprio quando desideravo ardentemente ricevere di nuovo tue notizie … più prezioso di qualsiasi tesoro si possa trovare sulla terra o nel mare.
Il Daishonin esprime parole di sincero ringraziamento per l’offerta in denaro ricevuta. Nonostante fosse confinato nell’isola di Sado, manteneva un contatto assiduo con i seguaci di Kamakura. Molti di essi erano perseguitati dal governo per la loro fede religiosa ma nonostante ciò mantenevano un intenso legame con il Daishonin e continuavano a costruire una comunità di fedeli basata su un’unità sempre più profonda, l’unità nella fede di “diversi corpi, stessa mente”. Grazie a questi rapporti costanti il Daishonin venne subito informato della malattia della figlia di Shijo Kingo.
Ancora oggi la relazione diretta con il maestro e i legami cuore a cuore tra le persone rimangono la chiave e la base delle attività della Soka Gakkai per realizzare kosen-rufu.
La forza sprigionata dal leone all’attacco
Da quando mi hai scritto di Kyo’o Gozen, ho pregato per lei … è ciò che intende il sutra con «la potenza dei Budda simile a un leone all’attacco».
Nichiren Daishonin rammenta ai due genitori di aver iscritto un Omamori Gohonzon per la protezione della loro bambina infondendovi tutto se stesso, con un atteggiamento simile a quello del leone che concentra tutta la sua forza nel catturare una preda e poi spiega loro il significato del Gohonzon.
L’espressione zensan goichi, usata da Nichiren, letteralmente significa “tre zampe in avanti e una zampa indietro”. Si riferisce alla postura del leone prima dell’attacco e indica l’accuratezza e la concentrazione necessarie per centrare l’obiettivo: l’animale fissa il bersaglio con attenzione, poi raccoglie tutta la sua forza e infine cattura la preda indipendentemente dalle caratteristiche della preda stessa. Allo stesso modo Nichiren Daishonin raccolse tutta la sua forza vitale per manifestare l’illimitato potere della Legge di Myoho-renge-kyo nella sua vita e per concretizzarla nel Gohonzon, indipendentemente dagli ostacoli incontrati. S’impegnò completamente, senza risparmiarsi, sia per insegnare la Legge mistica sia per superare le persecuzioni e infine iscrivere il Gohonzon.
Questo “potere” dimostrato da Nichiren, espresso nella frase «la potenza dei Budda simile a un leone all’attacco», nasceva dalla sua grande compassione verso gli esseri umani. In altre parole il Daishonin iscrisse il Gohonzon con il profondo desiderio di indicare a tutti la strada per diventare felici e permettere a ogni persona di conseguire l’Illuminazione.
Analogamente di fronte al Gohonzon, piuttosto che recitare senza convinzione elemosinando qualche aiuto oppure con scopi vaghi e poco chiari, è importante pregare seriamente, con sincerità e determinazione, cioè con l’atteggiamento del “leone all’attacco” (in giapponese shishi funjin, concetto che appare nel quindicesimo capitolo del Sutra del Loto Emergere dalla terra): pieni di spirito combattivo per superare difficoltà e ostacoli, e con la decisione di vincere sicuramente, qualsiasi cosa accada. È proprio grazie a una simile preghiera, e a questo atteggiamento interiore nella fede, che nella nostra vita si manifesta la stessa forza vitale del Daishonin, cioè quella del Budda, e riceviamo i benefici della Legge.
Il Daimoku combattivo e le divinità buddiste
Credi profondamente in questo mandala … La protezione di Kunti è la più profonda tra quelle delle dieci fanciulle demoni.
In questo passaggio Nichiren afferma che una voce sonora che recita Nam-myoho-renge-kyo con forte e profonda fede nel Gohonzon è come il ruggito del re leone, capace di disperdere il demone della malattia e di qualsiasi altro ostacolo. Con l’espressione “questo mandala” Nichiren Daishonin indica il Gohonzon nel quale ha dato forma concreta alla sua condizione vitale di Buddità.
La recitazione di Nam-myoho-renge-kyo, chiarisce il Daishonin, non si limita a richiamare e risvegliare lo stato di Buddità in noi stessi, ma risveglia anche il potere della Buddità presente nel grande universo. Questo è ciò che chiamiamo “protezione degli shoten zenjin o divinità buddiste”. Il Daishonin dichiara che indubbiamente la bambina sarà protetta da Kishimojin, la Madre dei fanciulli demoni, e dalle dieci fanciulle demoni, dette Jurasetsunyo. Queste sono tutte figure demoniache dell’epoca di Shakyamuni descritte nel Sutra del Loto, che divennero divinità benefiche quando giurarono di proteggere coloro che abbracciano la Legge di Myoho-renge-kyo. Kishimojin, ad esempio, prima della conversione era un demone che rapiva i figli delle altre donne e li mangiava. In India e Giappone, fin dall’antichità, veniva anche considerata una dea che favoriva un parto sereno e proteggeva il benessere dei bambini, e per questo è citata da Nichiren. Tra le Jurasetsunyo – le dieci fanciulle demoni – il Daishonin cita Kodainyo o Kunti, una divinità che poteva viaggiare liberamente fra il mondo celeste e il mondo degli umani, per indicare che Kyo’o Gozen sarà protetta in qualsiasi luogo possa trovarsi a giocare.
Il Daishonin afferma anche che «la fortuna del re celeste Vaishravana» sarà presente nella vita di chi loda e protegge la Legge. Tutte queste divinità sono citate per sottolineare il fatto che possiamo attivare la protezione dell’ambiente sotto varie forme.
L’importanza di avere una fede coraggiosa
Ma solo la tua fede determinerà tutte queste cose. Una spada sarà inutile … Allora egli sarà forte come un demone armato di una mazza di ferro.
Il Daishonin incoraggia nuovamente Shijo Kingo a forgiare una forte fede nel Gohonzon. Se la fede è debole i benefici non si manifesteranno completamente. Benefici infiniti invece abbondano nella vita di una persona che ha una fede forte e piena di convinzione. Per questo motivo l’ichinen, la determinazione profonda e l’atteggiamento della persona che prega, è cruciale.
«Il Daishonin rivelò il Gohonzon affinché le persone potessero diventare consapevoli di questa forza vitale illimitata. Usando il Gohonzon come uno specchio limpido dovremmo sviluppare fiducia nell’esistenza di questo potere nella nostra vita, in quella dei nostri amici e di tutte le persone. Credere nel Gohonzon significa credere che il vero potenziale di tutte le persone è la “vita del Budda di gioia illimitata”», dice il presidente Ikeda nel Mondo del Gosho (MDG, 1, 284).
Quando ci ammaliamo noi siamo facilmente inclini a scoraggiarci, e quando ci troviamo ad affrontare delle difficoltà abbiamo la tendenza a disperarci anche per le piccole cose. Ma è proprio in questi momenti che diventa importantissimo e fondamentale recitare Daimoku con la convinzione del “re leone”, un Daimoku pieno di determinazione per combattere gli ostacoli e le funzioni demoniache, con lo stesso coraggio che Nichiren Daishonin insegnò a Shijo Kingo e Nichigennyo.
Quali sono le caratteristiche di una fede coraggiosa? Mantenere la convinzione che possiamo vincere completamente quando ci troviamo ad affrontare qualunque difficoltà e recitare seriamente molto Daimoku, mettendo al centro delle nostre preghiere il desiderio e la volontà di Nichiren Daishonin, cioè la realizzazione di kosen-rufu. Credere nel Gohonzon non significa solamente credere nella nostra Buddità ma anche nella Buddità degli altri, e perciò dobbiamo condividere con le altre persone il potere del Gohonzon; in questo modo progredisce kosen-rufu, l’ampia diffusione dell’insegnamento buddista per la pace nella società.
La condizione vitale di Nichiren Daishonin
Io, Nichiren, ho iscritto la mia vita in inchiostro di sumi, perciò credi profondamente … e dell’incommensurabile durata della sua vita.
Quando Nichiren dice che la sua “anima” non è nient’altro che Nam-myoho-renge-kyo, indica che la condizione vitale di Budda è al centro della sua vita e che l’ha esattamente iscritta in inchiostro di sumi nel Gohonzon. Il Daishonin ci incoraggia quindi a credere in esso con tutto il nostro cuore perché una pura fede nel Gohonzon, che rappresenta la condizione di Buddità, fa immediatamente sgorgare da dentro di noi la stessa condizione vitale.
Non è facile per noi comprendere la simultaneità di causa ed effetto, ma dal punto di vista della fede avviene proprio che, quando il nostro cuore crede profondamente nella Legge mistica (causa), il nostro stato vitale si eleva ed emerge la natura di Budda (effetto). In tale processo, poiché ogni fenomeno si manifesta attraverso l’incontro di una causa interna e di una circostanza (causa) esterna, il Gohonzon funziona come l’appropriata causa esterna. Questa simultaneità è indicata anche dalla recitazione della “frase” Nam-myoho-renge-kyo: nam indica la “fede” e Myoho-renge-kyo indica la Buddità. Li recitiamo insieme per indicare la simultaneità della causa e dell’effetto: un cuore che ha fede attiva immediatamente il potere della Legge mistica.
La nostra vita è Myoho-renge-kyo, cioè una manifestazione della Legge, ma è avvolta normalmente dalle nubi oscure dei desideri terreni o delle illusioni, quindi il sole dello stato vitale della Buddità che brilla nella profondità del nostro essere rimane coperto. È la fede che spazza via le nubi, consentendo al sole di brillare nelle nostre vite. Quando recitiamo Daimoku con una profonda convinzione nel Gohonzon, allora la vita eterna e immensa del Budda, piena di saggezza e compassione, sorge dal profondo della nostra vita, illuminando la via verso la felicità nostra e degli altri. Dovremmo tutti incidere nel cuore le parole di Nichiren Daishonin «credi profondamente nel Gohonzon», e mantenere la fede qualsiasi cosa accada.
Trasformare il veleno in medicina
Le sfortune di Kyo’o Gozen si trasformeranno in fortuna … Rispettosamente Nichiren.
Quando Nichiren Daishonin scrive «le sfortune […] si trasformeranno in fortuna», si riferisce al potere che ha la Legge mistica di neutralizzare il male e far emergere il bene. Questa trasformazione, come abbiamo spiegato prima, avviene nella nostra vita con il potere della fede. In questo modo non solo le sfortune si risolveranno, ma saremo in grado di costruire gradualmente una condizione vitale di felicità indistruttibile.
Il Buddismo di Nichiren Daishonin è una grande Legge capace di trasformare la disperazione in speranza e le avversità in occasioni di crescita personale. Fino a quando manterremo la determinazione di dimostrare che possiamo “trasformare l’impossibile in possibile”, forti di una grande e profonda preghiera, nessuna preghiera rimarrà senza risposta. Per questa ragione, nel Gosho Nichiren Daishonin cita il Sutra del Loto: «Questo sutra può esaudirne i desideri, proprio come una fresca e limpida fonte può soddisfare tutti coloro che sono assetati. Essi godranno di pace e sicurezza nell’esistenza presente e nasceranno in circostanze favorevoli nelle successive». Il termine “fresca e limpida fonte” significa un’acqua pura che rimuove le varie sofferenze generate dalle illusioni e dai desideri terreni (giapp.: bonno) ed è una metafora che esprime la condizione vitale dell’Illuminazione. In altre parole questa frase insegna che, mantenendo una salda fede nella Legge mistica in qualsiasi circostanza, si può costruire una stabilità interiore basata sulla fiducia in se stessi e nel potere della vita, che nessuna sofferenza o difficoltà può scalfire.
Nella seconda frase, quando si parla di “pace e sicurezza”, si vuole intendere che condividendo ampiamente le virtù e i benefici della Legge con gli altri possiamo stabilire una condizione vitale serena in questa vita e nelle vite future rinasceremo sicuramente in buone circostanze, incontrando e abbracciando di nuovo la Legge mistica.
Alla fine il Daishonin promette alla coppia che, non appena gli sarà condonato l’esilio, andrà a Kamakura a trovarli. Queste parole mostrano il suo desiderio di incoraggiarli di persona il prima possibile. La capacità di superare le avversità dipende dalla fede e da una forte preghiera, ma è importante anche l’incoraggiamento dei compagni di fede: questo è un aspetto fondamentale dell’attività che si svolge nella nostra organizzazione.
Al termine della lettera Nichiren afferma che per chi recita Nam-myoho-renge-kyo la vecchiaia e la morte non sono più cause di sofferenza, perché può sperimentare una condizione vitale di “perpetua giovinezza e vita eterna” così come è.
Afferma Daisaku Ikeda ne La saggezza del Sutra del Loto: «Ovviamente ciò non significa che noi non invecchieremo e non moriremo. Significa che non soffriremo a causa della vecchiaia e della morte. Come dice Shakyamuni: “Viviamo con grande gioia”, assaporiamo ogni giorno, in ogni momento, la gioia di essere vivi mentre superiamo le varie difficoltà. Questa è la vera salute. […] Chi vive intensamente per la propria missione e continua fino alla fine a recitare Daimoku e a parlare della Legge mistica, anche se colpito da una malattia è libero dalla vecchiaia e dalla morte» (D. Ikeda, La saggezza del Sutra del Loto, vol. 4, pp. 109-110).
Scrivendo due volte Nam-myoho-renge-kyo alla fine della lettera, Nichiren Daishonin esprime la sua preghiera affinché la bambina cresca con una profonda fede nel Sutra del Loto e come donna che possa provare il potere della Legge mistica seguendo le orme della Signora Pura Virtù e della figlia del re Drago, donne di profonda fede nel Sutra del Loto.