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Bouquet di felicità - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 18:33

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Bouquet di felicità

Pubblichiamo la prefazione del presidente Ikeda a una raccolta di guide per le donne, in cui parla anche della generazione dei “giovani gigli bianchi” che «mano nella mano con i membri più anziani nella fede, spazzano via le nubi oscure dell’infelicità nelle loro vite così come nella società»

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Pubblichiamo la prefazione del presidente Ikeda a una raccolta di guide per le donne, in cui parla anche della generazione dei “giovani gigli bianchi” che «mano nella mano con i membri più anziani nella fede, spazzano via le nubi oscure dell’infelicità nelle loro vite così come nella società»

Il viaggio per propagare
la Legge mistica
è lungo;
incoraggiamoci a vicenda
e avanziamo insieme
(NRU, 25, 34)

Il 3 maggio 1960, in una giornata limpida e soleggiata, assunsi la guida del movimento di kosen-rufu mondiale come terzo presidente della Soka Gakkai, con la voce del mio maestro che risuonava nel mio cuore.
Quella sera alcuni membri del Kansai, colmi di una gioia irrefrenabile, vennero a trovarmi nella mia piccola abitazione nel quartiere di Ota, a Tokyo, e rimasero stupiti dall’atmosfera, che non era per nulla cambiata. In particolare, una compagna di fede del Gruppo donne fu molto colpita dal fatto che mia moglie Kaneko non avesse preparato il tradizionale sekihan (riso con fagioli rossi servito nelle occasioni di festa, n.d.t.) per celebrare l’evento, consapevole che da quel giorno avrei dedicato interamente la mia vita all’ampia propagazione della Legge mistica. Questa donna determinò con forza che avrebbe intrapreso il viaggio per realizzare kosen-rufu nella sua terra con lo spirito del Kansai “sempre vittorioso”, che non si lascia mai sconfiggere, rimanendo sempre al mio fianco.
Sia lei che mia moglie, così come coloro che all’epoca erano responsabili del Gruppo donne, avevano la stessa età delle compagne di fede che attualmente fanno parte della “generazione dei giovani gigli bianchi” (che comprende le donne fino ai cinquant’anni, n.d.r.).
Senza alcun dubbio, il 3 maggio di sessant’anni fa queste donne giovani, Bodhisattva della Terra, si sono alzate con una fede pervasa dal voto di kosen-rufu insieme a un altrettanto giovane presidente, dando inizio a un nuovo progresso della famiglia Soka.
Anche Nichigen-nyo (moglie di Shijo Kingo), che sotto la guida di Nichiren Daishonin dimostrò con la sua stessa vita il potere della fede che permette di «diventare più giovane e accumulare fortuna» (cfr. L’unità di marito e moglie, RSND, 1, 410), aveva circa trentatré anni. In altre parole, apparteneva alla generazione dei “giovani gigli bianchi”. Il Daishonin le scrisse: «Il sole si apre un varco nella più nera oscurità» (Le divinità Stessa Nascita e Stesso Nome, RSND, 1, 279).
Una donna giovane che abbraccia e sostiene il Buddismo del sole manifesta la stessa condizione vitale del sole che sorge.
Attualmente mia moglie e io, insieme a tutti i membri del gruppo Molti Tesori che hanno lottato con me fin dal periodo pionieristico della Gakkai, vegliamo ogni giorno con immensa gioia sulla rete solidale delle compagne di fede della generazione dei “giovani gigli bianchi” del Giappone e del mondo intero che, mano nella mano con i membri più anziani nella fede, spazzano via le nubi oscure dell’infelicità, nelle loro vite personali così come nella società intera, diffondendo la grande e fresca luce della propria rivoluzione umana, che equivale a kosen-rufu.

In occasione della pubblicazione del terzo volume della raccolta di guide dal titolo Bouquet di felicità, vorrei leggere insieme a voi, con spirito rinnovato, questo brano del Gosho: «Quelli che credono nel Sutra del Loto sono come l’inverno, che si trasforma sempre in primavera. Non si è mai visto né udito, sin dai tempi antichi, di un inverno che si sia trasformato in autunno, né si è mai sentito di alcun credente del Sutra del Loto che sia diventato un essere comune» (L’inverno si trasforma sempre in primavera, RSND, 1, 477).
Si tratta di una lettera indirizzata alla monaca laica Myoichi, una coraggiosa discepola del Daishonin. Il suo amato marito, che aveva difeso fino alla fine l’insegnamento corretto di maestro e discepolo sopportando innumerevoli sofferenze, era venuto a mancare prima che a Nichiren Daishonin venisse condonata la pena dell’esilio a Sado.
Myoichi, le cui condizioni fisiche non erano affatto buone, si era ritrovata a crescere da sola due figli piccoli e malati; nonostante tutto portò avanti fino in fondo una fede salda e risoluta.
«L’inverno si trasforma sempre in primavera»: attualmente queste parole del Daishonin, oltre a tracciare il grande cammino della fede delle madri Soka unite al maestro da un legame di non dualità, trasmettono una radiosa speranza ai preziosi amici di tutto il mondo.
Per le donne, la fascia d’età fino ai cinquant’anni – ovvero l’età della generazione dei “giovani gigli bianchi” – costituisce il periodo di massima fioritura per la propria vita. Allo stesso tempo è una fase caratterizzata da una serie di rapidi e continui cambiamenti.
Tuttavia le nostre donne Soka, per quanti inverni di sofferenze e avversità possano abbattersi su di loro, riescono a creare e diffondere ampiamente una primavera di felicità, continuando a recitare Daimoku per sé e per gli altri.
In tal senso, vorrei definire questa generazione dei “giovani gigli bianchi”, successiva a quella della giovinezza, come l’età della “creazione della primavera”.

Anche importanti personalità di tutto il mondo apprezzano e stimano enormemente le nostre compagne di fede del Gruppo donne. Tra queste vi è Sarah Wider, ex presidentessa della Società Ralph Waldo Emerson, con la quale ho pubblicato una raccolta di dialoghi (L’arte dell’abbraccio, Piemme).
Ricordo che la prima volta che la incontrai, presso l’Università Soka, indossava un abito blu che era appartenuto a sua madre. Mia moglie e io fummo profondamente colpiti dal suo meraviglioso cuore, in cui era sempre vivo il ricordo della madre.
Da giovane la madre di Sarah Wider, sostenitrice del pensiero del filosofo statunitense Ralph Waldo Emerson (1803-1882) che affermava l’importanza della fiducia in se stessi, scrisse su un quaderno: «Gli esseri umani devono conoscere il proprio valore ed essere indipendenti». E ancora: «Non bisogna mai imitare gli altri, né imprigionare la propria vita in stereotipi e convenzioni».
In un’epoca in cui la maggior parte delle donne erano costrette a condurre una vita fatta di regole prestabilite, convenzioni e formalità, sua madre – grazie a questa salda convinzione – realizzò il sogno di diventare un’infermiera, e poté così sostenere da vicino le persone che soffrivano a causa della malattia.
Sarah Wider, che ha ereditato il nobile spirito di sua madre, ripone la più profonda fiducia nella rete solidale Soka in cui ognuno può esprimere il proprio potenziale unico, in accordo con il principio buddista del “ciliegio, susino, pesco e prugno selvatico” (Raccolta degli insegnamenti orali, BS, 124).
Viviamo in un’epoca in cui gli stili di vita si stanno diversificando sempre più: non vi è un unico modo di lavorare, di stare in famiglia, di educare i figli o di prendersi cura degli anziani. Di conseguenza non esiste – né tantomeno è necessario – un unico modo, un’unica risposta valida per tutti che indichi esattamente cosa si debba o non si debba fare.
Proprio per questo le persone stanno ricercando un modo di vivere in armonia con coloro con cui hanno un legame, «illuminando e mostrando la vera natura [di tutti i fenomeni]» (cfr. RSND, 1, 662), ovvero manifestando e facendo risplendere al massimo la propria vita, così com’è, in accordo con la Legge mistica, la Legge fondamentale dell’universo.

Ciascuna compagna di fede della generazione dei “giovani gigli bianchi”, rimanendo sempre fedele a se stessa, sta continuando a creare valore con allegria, vitalità, orgoglio, fiducia in se stessa e senso di unità.
Sono fermamente convinto che questa loro danza della “creazione della primavera” aprirà il sipario di un nuovo secolo delle donne.
I calorosi incoraggiamenti colmi di saggezza dei membri più anziani nella fede costituiscono per loro una sicura fonte di forza e vigore. Nel Gosho si legge: «Il grazioso bocciolo di ciliegio spunta dall’albero» (Gosho di Capodanno, RSND, 1, 1008).
Qualsiasi albero, a prescindere da quanto belli e graziosi possano essere i suoi fiori, se lo si osserva da vicino ha un aspetto alquanto rozzo, con il tronco e i rami irregolari, ruvidi e spigolosi. Sulla corteccia si possono notare anche graffi, tagli e danni causati dalle intemperie. Eppure, continua a sopportare l’inverno e aspetta la primavera, quando farà sbocciare a pieno i suoi fiori.
Lo stesso vale per le persone. È semplice evidenziare i punti deboli e i difetti degli altri. Ma è solo scoprendo e mettendo in risalto le loro qualità e i punti di forza, aiutandoli a migliorare sempre più, incoraggiandoli con lungimiranza e continuando a vegliare sulla loro crescita, che sarà possibile far sbocciare un gioioso giardino di “fiori umani”, in cui ognuno risplenda delle proprie caratteristiche uniche, in accordo con il principio del “ciliegio, susino, pesco e prugno selvatico” (Raccolta degli insegnamenti orali, BS, 124).

Dieci anni ci separano dal 2030. Questo è un periodo cruciale sia per la famiglia globale Soka, che mira al centesimo anniversario della fondazione della Soka Gakkai (il 18 novembre 2030), sia per la comunità internazionale che punta a realizzare entro il 2030 gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs). Il principio centrale degli obiettivi di sviluppo sostenibile è quello di “non lasciare nessuno indietro”.
Nel Gosho L’inverno si trasforma sempre in primavera, Nichiren Daishonin cita il seguente passo del Sutra del Loto: «Fra coloro che ascoltano la Legge, nemmeno uno mancherà di conseguire la Buddità» (SDL, 85).
Senza lasciare indietro nessuno, continuiamo ad avanzare con sempre più gioia, armonia e vitalità, dedicandoci a realizzare kosen-rufu – che conduce tutti, nessuno escluso, al conseguimento della Buddità, ovvero alla felicità eterna – e l’ideale di “adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese”!
Il nostro grande castello Soka esiste grazie alla presenza del nostro inestimabile Gruppo donne.
Sono assolutamente convinto che, finché ci sarà la rete solidale delle donne Soka unite nello spirito di itai doshin (diversi corpi, stessa mente), la Soka Gakkai continuerà a vincere e a risplendere per diecimila anni e più, per l’eterno futuro dell’Ultimo giorno della Legge.
Mia moglie e io desideriamo esprimere la nostra più sincera gratitudine nei confronti di ciascuna di voi, donne radiose come il sole che trasmettete alle future generazioni la grandezza della Legge mistica e abbracciate la profonda missione di «assicurarvi che la Legge duri a lungo nel tempo» (cfr. SDL, 250).
Continuiamo a pregare con tutte le nostre forze affinché siate sempre più in buona salute, godiate di una lunga vita e siate felici!

Gigli bianchi
che create una primavera
di pace e felicità,
superate l’inverno e
insieme sbocciate!

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