Nella terza puntata della rubrica dedicata a chi si avvicina al Buddismo approfondiamo il significato del Gohonzon. Le risposte sono tratte da alcune guide di Daisaku Ikeda
Mettendo la protezione della salute al primo posto, da oltre un anno le nostre riunioni in presenza sono sospese per via della pandemia di Coronavirus, e anche le cerimonie del grande voto di kosen-rufu durante le quali viene consegnato il Gohonzon hanno subìto grandi limitazioni. Proprio una situazione come questa può rivelarsi un momento opportuno per approfondire il significato del Gohonzon, consolidando le basi della fede e rinnovando una determinazione ancora più profonda di poter riprendere al più presto le cerimonie del grande voto di kosen-rufu. Il maestro Ikeda scrive: «Perché il Gohonzon è importante? Perché mediante la fede in esso possiamo far emergere il Gohonzon inerente alla nostra vita, ossia lo stato di Buddità. Il Daishonin afferma che il Gohonzon esiste solo nella fede. Noi e tutti gli esseri umani siamo degni di rispetto perché ogni individuo è un’entità della Legge mistica. Il Gohonzon ha un valore inestimabile perché ci permette di manifestare la Legge mistica che esiste dentro di noi» (Cos’è la felicità, Esperia, pag. 58).
Qual è il significato dell’affermazione di Nichiren Daishonin: «Il Gohonzon inoltre si trova solo nei due caratteri che significano fede»?
«Il Daishonin si riferisce al Gohonzon come “oggetto di culto per l’osservazione della mente“ (cfr. RSND, 1, 313).
Scopo del Gohonzon è permetterci di osservare la nostra mente, cioè risvegliarci e vedere la Buddità dentro la nostra vita. Ma essere capaci di vedere la vera natura della nostra mente, ovvero ottenere l’Illuminazione, non è qualcosa che si raggiunge attraverso il pensiero concettuale o la pratica meditativa: la base è la fede. Perciò il Daishonin scrive: “Il Gohonzon inoltre si trova solo nei due caratteri che significano fede“. “L’oggetto di culto per l’osservazione della mente” è “l’oggetto di culto della fede”.
Il Gohonzon (Buddità) si manifesta nella vita di coloro che hanno una forte fede. Una persona può possedere il Gohonzon ma, se non ha fede, non riceverà benefici. La fede è ciò che fa manifestare nella nostra vita il “cumulo di benefici” costituito dal Gohonzon.
Di conseguenza, finché manteniamo una fede viva, il nostro “cumulo di benefici” non scomparirà mai. Il potere benefico del Gohonzon si manifesta solo quando abbiamo fede. Il Gohonzon si trova davvero soltanto nella nostra fede.
(Il reale aspetto del Gohonzon, Lezione di D. Ikeda, Esperia, pag. 31 e in BS, 154)
Nichiren Daishonin afferma inoltre: «Non cercare mai questo Gohonzon al di fuori di te. Il Gohonzon esiste solo nella carne di noi persone comuni che abbracciamo il Sutra del Loto e recitiamo Nam-myoho-renge-kyo» (RSND, 1, 738).
Qual è il significato di questa frase?
«Il Daishonin sta dicendo che il Gohonzon non è fuori di noi, ma nella nostra stessa vita.
Questo spostamento del punto centrale della fede e della pratica dall’esterno all’interno è un cambiamento impressionante.
Ai tempi del Daishonin, e in molti casi anche oggi, era profondamente radicata l’idea che noi non siamo altro che piccoli esseri insignificanti e che la realtà fondamentale e l’eternità risiedono al di fuori di noi, in qualche luogo lontano.
Questo modo di pensare è indissolubilmente legato alla credenza nell’esistenza di qualche potere sovrannaturale ultraterreno.
Ma il Buddismo di Nichiren Daishonin rifiuta completamente questa idea. Esso insegna la vera realtà della vita, nella quale la Legge fondamentale ed eterna si manifesta nel corpo fisico delle persone comuni che vivono qui e ora.
“Il Gohonzon esiste solo nella carne di noi persone comuni”.
Il vero significato di questa frase è che il Gohonzon iscritto dal Daishonin è il mezzo con il quale possiamo risvegliarci e far emergere il Gohonzon (cioè la Buddità) dentro di noi. Quando recitiamo davanti al Gohonzon fisico, nel nostro cuore c’è lo stesso Gohonzon; esso si manifesta chiaramente quando recitiamo Nam-myoho-renge-kyo per la felicità nostra e degli altri».
(Il reale aspetto del Gohonzon, Lezione di D. Ikeda, Esperia, pag. 27 e in BS, 154).
Cosa rispondere alle persone che dicono di non volere pregare davanti a un pezzo di carta stampata, sostenendo che non è possibile che abbia il potere di risolvere i nostri problemi?
«Pur essendo stampato, il nostro Gohonzon mantiene il suo potere intrinseco. Anche una banconota da 10 euro è stampata, come lo sono i certificati di laurea e le lettere di nomina dei ministri. Tutti i documenti importanti sono stampati, e tutti hanno i loro rispettivi poteri.
La carta è una materia fisica, ma le parole scritte su di essa sono lo spirito e l’essenza di Nichiren Daishonin.
Il Budda originale dell’Ultimo giorno della Legge, Nichiren Daishonin, iscrisse con l’inchiostro sul Gohonzon la sua stessa vita “Io, Nichiren, ho iscritto la mia vita in inchiostro di sumi, perciò credi profondamente nel Gohonzon” (RSND, 1, 365).
Il principio buddista di non dualità di corpo e mente ci insegna che ciò che è fisico e ciò che è spirituale sono inseparabili.
La vita si trova nella loro unione. Il Gohonzon materializza la vita del Budda, perciò quando recitiamo davanti al Gohonzon non stiamo pregando davanti a un pezzo di carta».
(D. Ikeda, Preghiera e azione, Esperia, pag. 56)