In questa puntata della serie “Impariamo da La nuova rivoluzione umana”, pubblicata sul Seikyo Shimbun del 22 luglio 2020, il vicepresidente Hiromasa Ikeda evidenzia alcuni punti salienti del ventunesimo volume
Punti principali
- Lo spirito alla base della fondazione della Soka Gakkai Internazionale (SGI)
- Percorrere fino in fondo la via di non dualità di maestro e discepolo
- Verso la creazione di una società fondata sul reciproco incoraggiamento
Nel primo capitolo del ventunesimo volume de La nuova rivoluzione umana, dal titolo “La Soka Gakkai Internazionale”, viene descritta in modo dettagliato la fondazione della Soka Gakkai Internazionale (SGI) e lo spirito alla base della sua fondazione. La SGI fu istituita il 26 gennaio 1975 durante la prima conferenza mondiale per la pace, a Guam.
Inizialmente, l’unica organizzazione affiliata alla Soka Gakkai che sarebbe stata inaugurata quel giorno era la Lega Buddista Internazionale (LBI), un’organizzazione globale per la pace il cui scopo sarebbe stato quello di fornire assistenza e sostegno reciproco ai membri al di fuori del Giappone, per aiutarli a rimanere in stretto contatto e a coordinare le varie attività in quel periodo in cui il movimento della Soka Gakkai si stava diffondendo sempre più in tutto il mondo. Questa organizzazione, quindi, era focalizzata sugli aspetti più pratici e operativi dell’espansione internazionale del movimento di kosen-rufu.
Tuttavia, nel corso dei preparativi per la formazione della Lega Buddista Internazionale, alcuni responsabili nazionali e rappresentanti dei vari paesi si resero conto che era necessaria anche «un’organizzazione che potesse fornire saldi consigli di fede» (pag. 12).
Ritenevano infatti che, sebbene gli aspetti operativi delle rispettive organizzazioni potessero essere gestiti tramite contatti reciproci, per promuovere seriamente kosen-rufu in tutto il mondo era essenziale avere un maestro da cui poter apprendere la fede e lo spirito della Soka Gakkai, e desideravano fortemente che Shin’ichi Yamamoto diventasse la figura centrale di questo organismo internazionale (cfr. pag. 17).
Dopo un’attenta riflessione, Shin’ichi decise infine di accettare la loro richiesta. In questo primo capitolo del ventunesimo volume si legge: «L’impegno condiviso da maestro e discepolo – esemplificato nell’appassionata dedizione di Shin’ichi a crescere persone in grado di lavorare per la pace e la felicità del genere umano, insieme all’ardente desiderio dei membri di tutto il mondo che erano alla ricerca di un maestro nel Buddismo – portò alla nascita della SGI» (pag. 21).
Il mondo oggi è colpito da innumerevoli avversità. Proprio perché ci troviamo a vivere in tali circostanze difficili, ora più che mai è giunto il momento per ciascuno di noi di fare ritorno allo spirito che sta alla base della SGI e di rafforzare ulteriormente il legame di maestro e discepolo nelle nostre vite.
Il capitolo “La Soka Gakkai Internazionale” descrive questa nostra organizzazione come una «rete che collega le persone di tutto il mondo attraverso i legami di “diversi corpi, stessa mente”. Brilla come un faro luminoso indicando la rotta per la pace globale» (pag. 76).
In accordo con queste parole, impegniamoci ancora di più per consolidare l’unità con i nostri compagni di fede di tutto il mondo e continuiamo ad avanzare.
La situazione all’epoca della pubblicazione del 21° volume
A partire dal primo febbraio, solo pochi giorni dopo la fondazione della SGI, uno dei maggiori quotidiani giapponesi iniziò a pubblicare una serie di brevi racconti autobiografici che il maestro Ikeda aveva scritto per la rubrica Watakushi no rirekisho (I miei ricordi), pubblicati sotto forma di libro nella primavera successiva. Questi articoli, che «rappresentavano un appello per la pace basato sull’esperienza personale» (pag. 92) del maestro Ikeda, furono molto apprezzati dai lettori. Mostrando quanto egli avesse dedicato la sua vita alla pace mondiale, questi racconti incoraggiavano ogni singola persona a realizzare la propria personale rivoluzione umana.
Nel primo capitolo del ventunesimo volume, “La Soka Gakkai Internazionale”, Shin’ichi chiese ai partecipanti della prima conferenza mondiale per la pace – provenienti da cinquantuno paesi e territori del mondo – di unirsi a lui nel formulare il seguente impegno:
«Il sole del Buddismo di Nichiren Daishonin ha cominciato a levarsi all’orizzonte. Piuttosto che ricercare lodi o gloria per voi stessi, spero che dedicherete le vostre nobili vite a piantare i semi della pace della Legge mistica in tutto il mondo. Io farò lo stesso» (pag. 30).
A partire da quell’incontro, che costituisce il punto di partenza della SGI, Sensei ha continuato a schierarsi in prima linea per creare legami di amicizia con persone di tutto il mondo e di ogni estrazione sociale.
Da allora, il movimento di kosen-rufu globale si è diffuso in modo sempre più rapido. Nel 2008 – anno in cui è iniziata la pubblicazione delle puntate del ventunesimo volume de La nuova rivoluzione umana sul Seikyo Shimbun – la SGI raggiunse centonovanta paesi e territori, il che costituiva una significativa pietra miliare nello sviluppo del nostro movimento. Quello stesso anno il maestro Ikeda ha festeggiato il suo ottantesimo compleanno. In un saggio pubblicato nel 1998, in cui aveva dichiarato gli obiettivi che avrebbe voluto realizzare nei dieci anni a venire, aveva affermato: «Entro i miei ottant’anni: completare le fondamenta di kosen-rufu mondiale». Tutto ciò è diventato realtà.
A partire dal mese di settembre dell’anno precedente, il 2007, le riunioni mensili dei responsabili giovani della Soka Gakkai a livello nazionale avevano assunto un nuovo, profondo significato: erano infatti basate sullo spirito di dare inizio alla seconda fase di kosen-rufu. Pochi mesi dopo, il 16 marzo 2008, è stato fondato l’Ikeda Kayo-kai, un gruppo dedicato alla crescita e alla formazione delle giovani donne della SGI.
Il ventunesimo volume de La nuova rivoluzione umana, pubblicato a puntate sul Seikyo Shimbun proprio in quel periodo, contiene guide importanti per coloro che si dedicano a far progredire kosen-rufu in questa seconda fase in cui le fondamenta del movimento sono state completate, sottolineando quanto sia cruciale percorrere fino in fondo la via di non dualità di maestro e discepolo per tutta la vita. In questo volume, ad esempio, si legge: «La nostra unità si basa […] sulla solidarietà indivisibile del maestro e del discepolo che si dedicano a kosen-rufu» (pag. 75), e ancora: «Abbiamo bisogno di mantenere uno spirito di ricerca attivo e di un maestro» (pag. 190).
In merito alla via di non dualità di maestro e discepolo, nel decimo volume de La rivoluzione umana troviamo un passaggio in cui viene spiegato che solo quando il discepolo ha compreso e fatto propria l’intenzione del maestro, che arriva quindi a pulsare nella vita del discepolo e si manifesta naturalmente nelle sue azioni, allora si può affermare che il legame di maestro e discepolo è raffinato al punto che le due persone si fondono in una sola (cfr. RU, 10, 97).
La relazione tra maestro e discepolo è definita interamente dall’atteggiamento del discepolo. I risultati del maestro per kosen-rufu mondiale risplendono solo quando i suoi discepoli prendono l’iniziativa per far avanzare il movimento di kosen-rufu.
Dialogare per creare una “rete umana del bene”
«Durante un dialogo sono essenziali il coraggio e la convinzione. Il primo passo è decidere di impegnarsi nel dialogo e poi trovare il tempo per parlare» (pag. 105).
Nonostante i suoi numerosi impegni quotidiani, questo spirito – descritto nel secondo capitolo del ventunesimo volume, “La diplomazia popolare” – permise a Shin’ichi Yamamoto di incontrare e impegnarsi in dialoghi significativi con moltissimi leader e pensatori del mondo, tra cui il vice premier cinese Deng Xiaoping, il principe della Cambogia Norodom Sihanouk, il dottor Aurelio Peccei, co-fondatore del Club di Roma, Valentina Tereshkova, la prima donna a viaggiare nello spazio, il premier sovietico Aleksey N. Kosygin e l’ex primo ministro giapponese Eisaku Sato.
Il fatto che ci impegniamo in un lungo dialogo non implica necessariamente che questo sia significativo: la qualità di un dialogo non dipende dalla sua lunghezza, ma dalla nostra determinazione e dall’intenzione con cui lo portiamo avanti. Ecco perché il coraggio e la convinzione sono così importanti.
Ciò che colpisce molto in questo capitolo sono i sinceri sforzi di Shin’ichi nel fare tutto il possibile per incoraggiare fino in fondo la persona di fronte a lui. Vi è una scena molto commovente in cui egli si impegnò a ricoprire il ruolo di garante personale dei primi studenti cinesi che erano andati a studiare all’Università Soka, impegnandosi a fare tutto ciò che era in suo potere per assicurarsi che nemmeno uno di loro facesse un’esperienza deludente. Vedendo Shin’ichi trattare gli studenti cinesi come preziosi membri della sua famiglia, anche i docenti e gli altri studenti promisero in cuor loro di trattarli con lo stesso grado di attenzione e cura.
Nel terzo capitolo del ventunesimo volume, “Risonanze”, si legge: «La Soka Gakkai promuove un movimento che punta ad aprire quei cuori chiusi e illuminarli di speranza e coraggio attraverso un dialogo che crei una rete umana del bene» (cfr. pag. 196).
Costruire questa rete umana del bene è lo scopo dei nostri sforzi di intraprendere dialoghi cuore a cuore.
Nello stesso capitolo è scritto anche: «La Soka Gakkai è dedita al raggiungimento di kosen-rufu, un obiettivo che da un certo punto di vista potrebbe essere descritto come il processo di creazione di una società fondata sul reciproco incoraggiamento» (pag. 195).
Mentre lottiamo per creare una nuova normalità nel mezzo dell’attuale pandemia di Covid-19, e soprattutto dato che non possiamo incontrare gli altri di persona, potremmo trovare estremamente difficile incoraggiare le persone nello stesso modo proattivo di prima.
Tuttavia, invece di concentrarci su un mezzo o una strategia specifica con cui superare l’ostacolo di non poterci incontrare di persona, concentriamoci invece sul rafforzare la nostra personale determinazione per creare assolutamente una società fondata sull’incoraggiamento reciproco.
I ragazzi e le ragazze del Gruppo giovani stanno utilizzando al meglio le piattaforme online per tenere incontri e incoraggiarsi a vicenda.
Anche molti compagni di fede, compresi i membri del Gruppo Molti tesori, si stanno sfidando a utilizzare nuove forme di incoraggiamento, ad esempio scrivendo lettere e facendo telefonate. In un suo saggio pubblicato sul Seikyo Shimbun dello scorso 7 luglio, il maestro Ikeda ha lodato questi sforzi sinceri affermando: «Non c’è limite al valore che possiamo creare» (NR, 679, 9).
Nel terzo capitolo del ventunesimo volume, “Risonanze”, troviamo anche le seguenti parole: «Come possiamo ispirare e incoraggiare quei membri che ci troviamo davanti e che sono appesantiti da sofferenze e preoccupazioni? Come possiamo cambiare la loro visione da buia a luminosa, come farli passare dalla disperazione alla speranza e dalla sconfitta alla vittoria? Un vero leader di kosen-rufu è in grado di farlo» (pag. 227).
Il nostro impegno a incoraggiare gli altri può davvero trasformare la disperazione che avvolge il cuore delle persone in speranza!