«Non dovrà mai accadere che i responsabili impongano unilateralmente le proprie opinioni.
Di regola, bisognerà portare avanti le cose sulla base di approfonditi scambi di idee. Anche se dovessero sorgere malintesi, non fatevi mai trasportare dall’ira o dall’emotività, e non create contrasti tra di voi, ma tornate al punto di origine – il Gohonzon e kosen-rufu – e recitate Daimoku unendo i vostri cuori.
[…] Quando gli scritti del Daishonin saranno saldamente radicati nel comportamento di ognuno, le persone smetteranno di sottovalutare i compagni, di detestarli, invidiarli e nutrire rancore nei loro confronti, e potranno unire i loro cuori. […] Prima di criticare gli altri, esaminate quindi le vostre parole, le vostre azioni e i vostri pensieri alla luce del Gosho. Così si comporta un buddista» (NRU, vol. 30, cap. IV “Suonate la campana che annuncia l’alba”, p.ta 53, NR, 641, 34).
Sensei fece questo discorso a New York il 16 giugno 1981, dopo sei anni dalla sua ultima visita. Era una regione dove i membri avevano difficoltà a creare unità, poiché vi si era trasferito un prete della Nichiren Shoshu che stava divulgando false notizie sulla Soka Gakkai e stava insinuando tra i praticanti dubbi, discordie e disunità.
Trovo che questa guida, come tante altre sull’unità, sia fondamentale per tutti noi che pratichiamo il Buddismo di Nichiren Daishonin.
Le funzioni dell’oscurità fondamentale cercano sempre di dividere i compagni di fede e di allontanarli dal cuore del maestro. Creare buoni rapporti tra noi è fondamentale. Ognuno di noi ha una missione individuale da realizzare per kosen-rufu, siamo tutti preziosissimi.
È un peccato allontanarsi dalla famiglia Soka perché qualcuno non ci piace o perché siamo criticati da qualcun altro. Mettere in pratica i consigli del maestro, tornare sempre al nostro punto di origine, ”il Gohonzon e kosen-rufu”, è sempre più fondamentale.
Tornare al Gohonzon per me significa assumermi la responsabilità che tutto dipende da me, non dagli altri o dalle circostanze, e che quindi io posso cambiare me stesso e la situazione. Sono convinto che se troviamo il coraggio di tornare al Gohonzon e al maestro, possiamo vincere su tutto.
Ho iniziato a praticare quarantadue anni fa per diventare assolutamente felice e condividere questa felicità con gli altri.
All’epoca sono rimasto colpito da come le persone del gruppo si prendevano cura di me con gioia, con molta attenzione, senza discriminazioni. Per questo ho continuato a praticare.
Da allora ho fatto mio questo atteggiamento, mi sono sforzato di mettere in pratica i consigli del presidente Ikeda sull’unità. E ancora oggi per me è una sfida, perché devo vincere contro la mia oscurità ogni giorno.
La mia determinazione è continuare a sfidarmi per creare insieme ai miei compagni di fede una bellissima organizzazione In Italia. In questo periodo così difficile per tutti, voglio unirmi ancora di più alla preghiera del maestro per la pace e la sicurezza del pianeta e affinché la pandemia si fermi al più presto.