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La gioia di offrire - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:28

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La gioia di offrire

Il 18 novembre è un’occasione per avanzare insieme al nostro maestro ed esprimere concretamente la nostra gratitudine attraverso l’offerta per kosen-rufu

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Il 18 novembre è un’occasione per avanzare insieme al nostro maestro ed esprimere concretamente la nostra gratitudine attraverso l’offerta per kosen-rufu

Prima di tutto desideriamo ringraziare tutti i membri che da anni si sfidano nel fare le offerte per kosen-rufu e con il loro atteggiamento e le numerose esperienze incoraggiano con gioia i compagni di fede. Nichiren Daishonin sottolinea spesso che l’aspetto più importante nell’offerta è il “cuore”, la sincerità con cui si offre. Nelle sue lettere esprime sempre profonda gratitudine per le offerte ricevute dai suoi discepoli e non manca mai di sottolineare che saranno fonte di immensi benefici e buona fortuna.
Ad esempio nel Gosho Risposta a Onichi-nyo scrive: «Nel passato il giovane Virtù Vittoriosa offrì una torta di fango al Budda e rinacque come il re Ashoka che regnò su tutto Jambudvipa. Una povera donna si tagliò i capelli e li vendette per comprare olio [per il Budda] e nemmeno i venti che soffiano impetuosi dal monte Sumeru poterono estinguere la fiamma della lampada alimentata da quell’olio» (RSND, 1, 965).
Oggi il movimento di kosen-rufu viene portato avanti in tutto il mondo grazie alla Soka Gakkai. È naturale quindi considerare il sostegno all’organizzazione che sta realizzando il grande desiderio del Budda della felicità di ogni persona come un’offerta al Budda stesso.

Lo spirito dell’offerta ne La nuova rivoluzione umana

Fin dall’inizio, da quando Tsunesaburo Makiguchi aveva dato vita all’organizzazione, ogni responsabilità finanziaria era a carico di Toda, allora direttore generale. Anche dopo la guerra, per ricostruirla Toda aveva usato il proprio denaro onde evitare di gravare finanziariamente sui membri.
Ma poco dopo la sua nomina a secondo presidente, molti membri avevano avanzato pressanti richieste per poter partecipare al sostentamento economico dell’organizzazione. Del resto, dato il vertiginoso ritmo di crescita, non sarebbe stato possibile per Toda continuare ancora per molto a sostenere tutte le spese.
Le donazioni alla Gakkai rappresentano un’offerta per lo sviluppo di kosen-rufu. Per questo il 3 luglio del 1951 fu costituito un “gruppo finanziamenti” composto da settantotto persone affidabili, sia dal punto di vista della fede sia da quello economico. I membri che entravano a far parte di questo gruppo consideravano un onore poter contribuire allo sviluppo di kosen-rufu con le loro offerte.
Fin dalla giovinezza, Ikeda era convinto che dedicarsi a kosen-rufu significasse “piantare i semi della fortuna”. Ricordava gli sforzi incessanti per proteggere e sostenere Toda, che da solo si era assunto la responsabilità di propagare gli insegnamenti del Daishonin pur trovandosi in gravi difficoltà economiche.
Lo stipendio del giovane Ikeda era sempre in arretrato, e lui si era imposto di ridurre drasticamente le spese per poter disporre di un po’ di denaro da destinare alle attività della Soka Gakkai. Questa decisione era stata per lui fonte di gioia e se ne sentiva orgoglioso dal profondo del cuore.
Aveva trascorso un anno intero senza cappotto, perché appena riceveva del denaro ne utilizzava buona parte per contribuire alle spese che Toda sosteneva per le attività. Era convinto che soltanto attraverso quegli sforzi avrebbe accumulato la fortuna che gli avrebbe consentito di risolvere tutti i suoi problemi di salute e di assumere la presidenza della Soka Gakkai con fiducia e serenità.
Nessuno l’aveva spinto a fare tutto ciò; aveva agito spontaneamente e con gioia. Dopo queste lunghe riflessioni e confortato dalla lettura del Gosho, decise di consentire che tutti i membri contribuissero con le loro offerte alla costruzione della sala di ricevimento, così che ognuno potesse “seminare nel terreno della fortuna” della propria vita (cfr. NRU, 4, 80).

La gioia di dedicare la propria vita a kosen-rufu

Alla luce di questo si può comprendere che l’offerta è tutt’altro che un dovere, è una occasione da cogliere al volo per dare pieno valore alla nostra vita. È il modo di esprimere la nostra gratitudine per la fortuna di aver incontrato la Legge mistica e poter dedicare con gioia la vita a kosen-rufu.
Generalmente, si inizia a praticare il Buddismo per realizzare i propri obiettivi personali. Ma dopo qualche tempo si scopre che la vera pratica buddista consiste nel dedicare la vita a diffondere la Legge mistica con il desiderio della felicità degli altri.
Quando si pratica con questo spirito il Daimoku risuona più forte, le lamentele cessano, la vita si trasforma. Anche il dolore acquista significato quando lo si considera come il mezzo che abbiamo scelto per realizzare la nostra missione.
Il maestro Ikeda afferma: «Karma e missione sono le due facce di una stessa medaglia e il karma di una persona, così com’è, diventa la sua missione, unica e preziosa. Perciò, quando ci dedichiamo a kosen-rufu senza risparmiare la nostra vita, non esiste nel modo più assoluto un karma che non si possa trasformare» (NR, 644, 33).
Ne La nuova rivoluzione umana il maestro Ikeda trasmette questo incoraggiamento: «Pochissimi sono i membri che decidono di dedicare la loro vita a kosen-rufu dal giorno in cui cominciano a praticare. La maggior parte delle persone prova a praticare il Buddismo di Nichiren Daishonin per risolvere problemi economici o per superare una malattia. In altre parole, le persone iniziano a praticare il Buddismo perché desiderano migliorare la loro vita personale.
Successivamente, chi ha maggiore esperienza nella fede ci insegna che il fatto di dedicare la vita a kosen-rufu permette a noi e agli altri di diventare assolutamente felici. Cosa che poi possiamo appurare dedicandoci alla pratica buddista con maggiore serietà. Pertanto è fondamentale formare persone dalla fede salda che dedichino la loro vita a kosen-rufu. Questa è la nostra missione come responsabili e il modo per far emergere persone capaci» (NRU, 25, 272).
Ciò a cui ci dedichiamo definisce il valore che diamo alla nostra vita.
Da questo punto di vista ogni occasione in cui possiamo offrire le nostre vite è una fonte di gioia perché ci permette di far brillare la missione che abbiamo scelto, sia che questo significhi svolgere la funzione di responsabile, fare attività nei vari staff o fare un’offerta in denaro per kosen-rufu. Allo stesso tempo diventa un esempio per chi pratica da poco e ci osserva.

Un’occasione per esprimere la nostra gratitudine

Il prossimo 18 novembre, novantesimo anniversario della fondazione della Soka Gakkai, evoca l’inizio del grande cammino verso la diffusione mondiale del Buddismo.
Fare di questa data una giornata dedicata all’offerta è un invito per tutti a fare qualcosa di importante per la realizzazione concreta di kosen-rufu, animati dal desiderio di esprimere la nostra gratitudine verso la Soka Gakkai e i tre maestri.
Sia il 18 novembre che nei giorni precedenti, online o per posta, possiamo unirci tutti nel partecipare con gioia all’offerta per kosen-rufu, nell’intento di realizzare il grande desiderio del Budda insieme al nostro maestro. Non perdiamo questa occasione!

Parlando dell’offerta per kosen-rufu, il maestro Ikeda scrive: «Manteniamo la convinzione che poter fare questa meravigliosa offerta significa accumulare un’enorme fortuna nella nostra vita! Il beneficio che deriva dal fare offerte è spiegato chiaramente nel Gosho. Se dovessimo contribuire a kosen-rufu proprio come insegna il Gosho e non ricevere alcun beneficio, allora il Buddismo sarebbe falso. Il Gohonzon ha un potere enorme e sono sicuro che ne siete tutti ben consapevoli, grazie alle esperienze personali che avete fatto finora. Ricordiamo inoltre che non è importante la cifra che si offre, ciò che conta è la sincerità. Il beneficio che riceviamo è determinato dal nostro atteggiamento nella fede» (cfr. NRU, 10, 161).

a cura dello Staff “Offerta per kosen-rufu

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Un brano dal Gosho

L’offerta del riso

«Comunque, che uno sia ricco o no, niente è più prezioso del tesoro che chiamiamo vita. Per questo motivo gli uomini del passato che furono chiamati santi e saggi offrirono la loro vita al Budda, e in seguito divennero Budda […]. Tuttavia, per quanto riguarda il conseguimento della Buddità, le persone comuni, tenendo bene in mente le parole “determinazione sincera”, diventano Budda.
A cosa si riferisce precisamente “determinazione sincera”?
Alla dottrina dell’osservazione della mente. E cosa significa precisamente la dottrina dell’osservazione della mente? Vuol dire che offrire la propria unica veste al Sutra del Loto equivale a strapparsi la pelle e, in tempo di carestia, offrire al Budda l’unica ciotola di riso, da cui dipende il proprio sostentamento quel giorno, significa offrire la propria vita al Budda. I benefici che ne derivano sono grandi come quelli che ricevette il Bodhisattva Re della Medicina bruciandosi le braccia, o il ragazzo delle Montagne Nevose offrendo il proprio corpo a un demone. Perciò, se per i santi è giusto offrire concretamente [la propria vita per la Legge], per le persone comuni è giusto offrire teoricamente [dando con sincerità ciò che è importante per la propria vita]» (RSND,1, 997).

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