Il 30 giugno il gruppo studenti italiano ha organizzato una conferenza online incentrata sull’agenda 2030. Il video è disponibile sul canale youtube “Soka Gakkai Italia”
Gli Studenti della Soka Gakkai si stanno impegnando a studiare e soprattutto mettere in pratica l’Agenda 2030 e diffonderne l’importanza, con il desiderio di cooperare insieme a tutte le associazioni e le persone che si impegnano a fare altrettanto.
Recentemente il maestro ikeda ha scritto:
«Desidero che facciamo risplendere, ora più che mai, la nostra Madre Terra adornandola con il “tesoro spirituale” della sacralità della vita e della dignità di tutti gli esseri umani» (NR, 677, 11).
Questo è lo spirito che ha animato tutta la conferenza.
Di seguito gli estratti degli interventi della conferenza che hanno approfondito le cinque dimensioni in cui è possibile suddividere l’agenda 2030: Persone, Pianeta, Prosperità, Pace e Partnership.
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P DI PERSONE
Le persone al centro
di Francesca Corrao, professoressa, Università Luiss Guido Carli
Mettere le persone al centro significa cambiare paradigma: non avere come obiettivo la realizzazione esclusiva del profitto, ma il benessere delle persone.
In effetti abbiamo raggiunto dei benefici incredibili, attualmente siamo in grado di produrre cibo per tutto il mondo. Eppure, 800 milioni di persone non hanno un nutrimento sufficiente e dall’inizio di quest’anno tre milioni di persone sono morte di fame: com’è possibile? Il problema, per l’appunto, è che il paradigma non è ancora cambiato. Dire: «Diritti per tutti, uguali diritti per tutti», è ancora solo teorico e non è ancora stato messo in pratica. Però si può fare molto, ad esempio per la salute. È fondamentale che ogni persona abbia la possibilità di curarsi. Questa ultima pandemia lo ha dimostrato.
Lo stesso vale per l’educazione: ci sono professori, ci sono scuole, eppure tanti ragazzi non possono studiare perché le loro famiglie non possono permettersi il lusso di mandare i figli a scuola. Sarebbe opportuno, allora, accogliere l’invito del presidente della SGI Daisaku Ikeda, il quale propone di istituire una tassa per permettere ai giovani che non hanno le possibilità economiche di studiare (vedi Proposta di pace 2020, allegata a BS, 200).
L’ONU ha lanciato un decennio di azione. Abbiamo gli obiettivi dell’Agenda 2030. Per realizzarli è importante agire e ognuno di noi può fare tanto: può agire localmente, lì dov’è. Qualsiasi piccola iniziativa, anche la più banale, può fare la differenza. Agiamo, insieme.
Non lasciare indietro nessuno
di Jacopo Narici, studente di antropologia, La Sapienza
La mia esperienza con i migranti è nata quasi per caso, quando a 16 anni ho iniziato a suonare in una band di musicisti rifugiati e italiani, la cui essenza era la convivenza e l’inclusione di ognuno, in grado, insieme, di creare un’incredibile contaminazione culturale.
Ho avuto poi il piacere di collaborare con due associazioni internazionali di musica per i diritti umani, “Musicians without borders” e “Musicians for human rights”, che hanno svolto dei workshop musicali in tre centri d’accoglienza per rifugiati politici e richiedenti asilo.
Ricordo che una mamma siriana, arrivata da poco in Italia con le sue due figlie, dopo il workshop si avvicinò piena di gratitudine. Non vedeva la figlia maggiore sorridere da tre mesi.
Al progetto hanno partecipato 121 migranti e operatori dei centri di accoglienza insieme a chiunque nel quartiere ne avesse il desiderio.
A giugno del 2018 ho avuto l’onore di ricevere insieme a Paloma Messina, a nome di tutti i giovani, l’Appello alla resilienza e alla speranza, scritto da Adolfo Pérez Esquivel e Daisaku Ikeda. In questo Appello auspicano che i giovani di tutto il mondo si uniscano al di là di ogni differenza per realizzare un grande e impetuoso cambiamento positivo per la società globale. Questo evento per me è un ulteriore stimolo per continuare a difendere la dignità della vita dei migranti e delle persone in difficoltà, visione che coincide con l’ideale umanistico di “non lasciare indietro nessuno”, che è tra gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite.
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P DI PIANETA
La vita è generosa
di Guido Giordano, professore, Università Roma 3
Quanti di noi sono rimasti affascinati dalla rapidità con cui, nei giorni del lockdown, abbiamo visto i delfini tornare nel golfo di Napoli e le balenottere nel porto di Anzio! È bastata una piccola azione da parte nostra e il pianeta ha immediatamente risposto. La consapevolezza di quanto profondamente siamo interrelati ci può risvegliare all’importanza di agire e alla speranza di un grande successo. La nostra Terra ha bisogno delle nostre azioni virtuose ed è pronta a rispondere generosamente, perché la vita è generosa. Dunque che fare, per fare bene e presto ciò che è giusto?
Il primo punto è allenarci a vedere con gli occhi della Terra. Il secondo punto è alzarci con il coraggio di agire là dove siamo. Il terzo punto è imparare a fare insieme agli altri, valorizzando le differenze invece che dividerci. Una società giusta a livello sociale ed economico è il presupposto per una risposta positiva del nostro pianeta.
“Il mondo che vorrei”
di Giovanni Rivieccio, Università di Sassari
Sono laureato in Scienze naturali e in Scienze della natura. Tra le altre cose mi sto dedicando all’educazione ambientale. Con i bambini ci risvegliamo all’importanza della raccolta differenziata e del rispetto della natura.
Una lezione era intitolata “Il mondo che vorrei”: i bambini hanno disegnato il mondo che vorrebbero… Hanno grandi sogni su come dovrà essere il pianeta!
Se mi dovessero chiedere: «Tu cosa fai per il pianeta?», risponderei: «Posso fare molto di più». Siamo sempre immersi nella natura. Di conseguenza, le azioni e l’atteggiamento che ho a casa, in strada, a scuola, al lavoro, influenzano e riguardano il pianeta. Tutto dipende dal mio atteggiamento. E io su questo ho ancora tanto da migliorare. Ai bambini voglio dire che il pianeta che vorrebbero esisterà. Anche io voglio viverci. E insieme possiamo farlo.
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P DI PROSPERITÀ
Una crescita che rispetta la vita e il pianeta
di Maria Chiara Pettenati, dirigente di ricerca Indire
«Siamo determinati ad assicurare che tutti gli esseri umani possano godere di vite prosperose e soddisfacenti e che il progresso economico, sociale e tecnologico avvenga in armonia con la natura». Questa è la determinazione che identifica la “P” di “prosperità” nell’Agenda 2030. Oggi, parlare di prosperità vuol dire essere consapevoli che non possiamo crescere senza limiti, ma nemmeno opporre limiti incondizionati alla crescita, e che occorre studiare e lavorare per una crescita equilibrata. I movimenti giovanili testimoniano che i giovani sentono l’urgenza di affrontare questi argomenti. Credo che tocchi a tutti noi prendere molto sul serio queste iniziative, perché, per usare le parole di Daisaku Ikeda: «Il destino dell’umanità in questo secolo dipende dai nostri sforzi incessanti di farci guidare dai giovani» (BS, 198, 10).
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P DI PACE
La «pace positiva»
di Enza Pellecchia, professoressa, Università Di Pisa
Alla pace è dedicato l’Obiettivo numero 16, che si intitola “Pace, giustizia e istituzioni solide”. Tuttavia, sarebbe insoddisfacente e riduttivo ritenere la pace confinata all’interno dell’Agenda 2030 soltanto nell’Obiettivo 16.
Soprattutto perché da questo obiettivo emerge l’idea datata di “pace negativa”, intesa cioè come assenza di conflitto e ricondotta essenzialmente a giustizia e istituzioni efficienti, alla promozione dei diritti, alla lotta alla corruzione. Tutti aspetti importantissimi, ma non sufficienti per realizzare quell’idea più ampia di pace che percorre tutta l’Agenda 2030.
Parliamo della “pace positiva”, una pace per costruire la quale è necessario promuovere e implementare tutti gli altri obiettivi dell’Agenda 2030. È proprio dal mosaico che viene fuori dalla realizzazione di tutti i diciassette obiettivi che si delinea la pace intesa come pace positiva.
Colpisce il silenzio dell’Agenda 2030 su alcuni temi essenziali per una società pacifica, come il disarmo nucleare (per un focus sul disarmo nucleare vedi NR, 679, 18, n.d.r.) e le spese militari, grandi ostacoli alla realizzazione della pace.
Cosa possiamo fare per promuovere la pace? Ciascuno di noi può fare tanto, basando la propria condotta sulla nonviolenza. Personalmente sono una docente universitaria e partecipo da anni dell’esperienza delle “scienze per la pace”, l’impegno delle discipline accademiche per costruire una società pacifica. Un impegno che si sta allargando a tutta Italia. Infatti la CRUI, la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, ha promosso la “Rete delle Università Italiane per la Pace”. Attualmente cinquanta atenei hanno aderito alla rete, che verrà presentata il 10 dicembre 2020 in occasione della Giornata Internazionale dei Diritti Umani.
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P DI PARTNERSHIP
Una collaborazione inclusiva
di Mariana De Freitas Mothè, studentessa alla Scuola Superiore P.m. Loria
Per Partnership si intende ogni collaborazione inclusiva, costruita su princìpi e valori, su una visione comune e su obiettivi condivisi, che metta al centro le persone e il pianeta.
Nella mia vita la prima volta ho sperimentato l’importanza della condivisione avevo 8 anni, mi ero appena trasferita in Italia. Non conoscevo la lingua e mi sentivo disorientata, soprattutto a scuola. Le mie giornate erano terribili.
Poi una mia amica decise di aiutarmi. Passavamo i pomeriggi a casa sua a giocare e a fare i compiti. Lei mi aiutava in italiano e io l’aiutavo in matematica, l’unica materia in cui andavo bene. Grazie al suo prezioso aiuto in meno di un mese riuscii a imparare l’italiano e a integrarmi. Un anno dopo, in classe arrivò un’altra bambina brasiliana anche lei in difficoltà per la lingua. Non ci pensai due volte e decisi di aiutarla, e anche lei in poco tempo riuscì ad imparare l’italiano e a integrarsi.
Ora più che mai sono determinata ad aiutare a costruire una società inclusiva, basata sul rispetto delle esigenze e dei sogni di tutti, affinché ognuno abbia l’opportunità di esprimere il proprio potenziale e di realizzarsi.
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LA RETE DELLE UNIVERSITÀ PER LO SVILUPPO SOSTENBILE
La missione di promuovere l’agenda 2030
di Patrizia Lombardi, presidente della RUS
Sono presidente del comitato di coordinamento della RUS, la Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile.
La rete è nata in modo spontaneo nel 2013 ed è stata ufficializzata nel 2015 dalla CRUI, la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane. La missione della RUS è promuovere l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite oltre che di scambiare buone pratiche tra atenei. Al momento gli atenei della rete sono 77 e vi collaborano circa 450 delegati e membri dei gruppi di lavoro.
I gruppi di lavoro sono il cuore pulsante della RUS: all’interno di essi si discute e si fa crescere la consapevolezza e la conoscenza dei diversi temi. I sette tavoli di lavoro hanno ciascuno uno o più coordinatori e lavorano per far crescere e traghettare verso un futuro più sostenibile tutti gli atenei e il sistema accademico nazionale.
La RUS non agisce da sola ma in partnership con altri enti e associazioni che condividono la stessa missione di promozione dell’Agenda 2030.
Come collaborare con la RUS? Tramite i coordinatori negli atenei e seguendoci sui social. Certamente abbiamo bisogno di voi studenti, della vostra voglia di mettervi in gioco!
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Uniamoci per un mondo giusto, inclusivo e sostenibile
di Claudia Valente e Pietro Bazzechi, responsabili nazionali studenti
Quest’anno come membri del Gruppo studenti abbiamo deciso di approfondire gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile contenuti nell’Agenda 2030 promossa dall’ONU. Questo impegno ha origine dall’Appello alla resilienza e alla speranza, scritto da Daisaku Ikeda e Adolfo Pérez Esquivel. È un appello che rivolgono a tutti i giovani del mondo e in cui si legge: «Siamo assolutamente certi che se i giovani sapranno unirsi, potranno trovare soluzioni per percorrere insieme nuove strade di convivenza, di resilienza e di speranza» (NR, 630, 17).
Ispirati da queste parole, come studenti abbiamo approfondito varie tematiche e avanzato delle proposte concrete per una crescita che miri a non lasciare indietro nessuno. Abbiamo raccolto queste proposte in un documento intitolato “Manifesto degli Studenti Soka”, che potete scaricare online sul sito ilvolocontinuo.it (www.ilvolocontinuo.it/manifesto-degli-studenti-soka/). Ognuno di noi attraverso le prove concrete di cambiamento personale può arricchire il Manifesto, e quindi l’Agenda 2030.
Noi studenti universitari ci impegniamo in prima linea per essere esempi di speranza per ogni persona che ci circonda e fare in modo che le nostre facoltà diventino promotrici di buone pratiche per la sostenibilità e portavoce di un modello collaborativo.
Nel 2021 si terrà la COP 26, la ventiseiesima conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. In vista di questo evento è stato chiesto ai giovani di dare il loro contributo. Per questo in Italia sin da ora ci saranno occasioni di scambio per condividere idee e proposte concrete. Come Studenti Soka parteciperemo con l’intento di allineare gli sforzi condividendo una visione comune. Il punto di partenza per intraprendere qualsiasi percorso di cambiamento è il dialogo sincero, volto a trasformare il sentimento di paura e rassegnazione in coraggio e speranza. Uniamoci per un mondo giusto, inclusivo e sostenibile.