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Le altissime sommità del Nepal - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 16:23

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    Le altissime sommità del Nepal

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    Le montagne regali dell’Himalaya si ergono coraggiose, salde e rassicuranti come un padre, e sorvegliano le persone, compassionevoli e premurose come una madre. Mirano al cielo ampio, come tutti voi, che vi impegnate fianco a fianco di fronte alle sofferenze della vita.
    Vent’anni fa, nel novembre del 1995, ho visitato il Nepal, un paese il cui popolo è pervaso da uno spirito meraviglioso. Dopo aver partecipato a una cerimonia e aver tenuto una lezione alla Tribhuvan University, il mio gruppo e io abbiamo viaggiato per circa un’ora dalla capitale Katmandu fino a una collina alla periferia della città che i membri locali dicevano fosse un ottimo posto per ammirare l’Himalaya.
    Ma le montagne non sono sempre visibili, dipende dal tempo.
    Quella sera era stato nuvoloso finché non siamo arrivati. Mentre passeggiavo con la macchina fotografica, le nuvole che avevano oscurato le montagne d’un tratto si sono aperte come un sipario. Proprio n quel momento le cime maestose coperte di neve sono apparse come sotto il “riflettore” del sole al tramonto.
    Ho avuto solo un momento, pochi secondi, per premere l’otturatore. L’intera area è stata ben presto avvolta dalla notte, come se qualcuno lentamente avesse abbassato le luci. Spirali di fumo dai focolari delle case vicine si alzavano nel cielo.
    Fu un breve incontro, ma in quel silenzio l’imponente Himalaya mi inviò un profondo messaggio di incoraggiamento.

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    Alla Tribhuvan University (nel 1995) ho tenuto una conferenza dal titolo Omaggio al Sagarmatha1 dell’Umanesimo: le lezioni profondamente significative di Gautama Buddha. In quell’occasione ho affermato che la pace mondiale inizia con le persone che mantengono una “coerente e imperturbata individualità”, come l’Himalaya.
    Chi ha il cuore grande non prova invidia per gli altri. Le persone che nutrono una ricchezza interiore non sono turbate da questioni superficiali.
    Voi avete il Buddismo di Nichiren, avete il Daimoku che vi permette di costruire un forte io che possa superare con fiducia ogni forma di avversità.
    Nichiren Daishonin scrive: «Se ci chiediamo quale fu l’origine del monte, troviamo che esso ha avuto origine da un singolo granello di polvere. […] Uno più uno diventa due, due diventa tre e così via fino a dieci, cento, mille, diecimila, centomila, unasamkhya. Comunque “uno” è la madre di tutto» (I benefici del Sutra del Loto, RSND, 1, 595).
    Ogni piccolo sforzo, ogni amicizia, ogni atto di gentilezza verso i vostri genitori vi aiuterà a costruire un io simile all’Himalaya.
    Il Daimoku è la fonte di energia per questo sforzo. Anche quando avrete difficoltà ad agire, se recitate Daimoku con determinazione e avanzate un passo dopo l’altro, riuscirete sicuramente ad andare avanti, giorno dopo giorno.

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    L’Himalaya continua a innalzarsi ogni anno, e le persone funzionano allo stesso modo. Anche gli individui veramente eccezionali crescono senza posa.
    Toda era un grande individuo che ha continuato a studiare per tutta la vita. Persino poco prima della sua morte mi ha chiesto cosa avevo letto quel giorno. Mi ha confidato di aver letto un libro sulla storia cinese, Compendio di diciotto storie, e mi ha impartito una lezione sull’arte della leadership che aveva estrapolato da lì.
    Una notte durante un soggiorno in Nepal mia moglie d’un tratto ha sbirciato in alto verso il cielo e ha esclamato: «Guarda! Una stella cadente!».
    Io ho risposto con profonda emozione: «È Toda che si rallegra».
    Il mio supremo maestro è sempre nel mio cuore, alto e saldo come il monte Everest, in tutti i luoghi e in ogni momento. Ecco perché io, come suo discepolo, non smetterò mai di sfidarmi. Studio e mi esercito ogni giorno.
    Nella mia mente vedo una imponente catena montuosa di individui capaci in costante crescita, la Divisione futuro. Non esiste al mondo una visione più elettrizzante.
    Coloro che continuano la loro ascesa nella vita, tenendo gli occhi fissi sulla cima, non ristagnano mai, non retrocedono mai e non sono mai sconfitti: sono certi di godere alla fine di un panorama spettacolare di vittoria. Questo è il sentiero di maestro e discepolo.
    Miei cari giovani amici, insieme ai vostri compagni di fede in tutto il mondo diventate veri campioni di umanità, lottando per migliorare sempre, e avanzate con allegria e fiducia instancabili! Questa è la mia preghiera e il mio desiderio più ardente.

    1. Sagarmatha: il nome nepalese per il monte Everest, la cima più alta del mondo, conosciuta anche come Chomolungma in tibetano, situata nella catena himalayana sul confine tra Nepal e Cina.

    (traduzione di Francesca Fanciullacci)

    Per leggere l’intera puntata: www.ilvolocontinuo.it

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