«Attualmente ci stiamo concentrando su piccoli corsi di capitolo con lo scopo di approfondire i legami fra i membri, creare relazioni umane più strette, anche con i vicini. Chi vive intorno a noi osserva il nostro cambiamento e comprende il valore del Buddismo» (NR, 585, 19). Sulla base di queste parole del direttore generale Tamotsu Nakajima, dedichiamo uno spazio, a partire da questo numero, in cui raccontiamo le attività svolte nei capitoli d’Italia
Insieme per realizzare l’impossibile
Abbiamo intervistato i responsabili del capitolo Civitavecchia Nord che, composto da tredici gruppi, ha accolto tra gennaio e giugno, venticinque nuovi membri. Un lavoro di squadra di giovani e adulti, uniti nonostante le differenze e le difficoltà.
Secondo voi che cosa è stato determinante per realizzare questo bel risultato?
A gennaio sono venuti a incoraggiarci i responsabili di centro delle quattro Divisioni, così abbiamo deciso tutti insieme di rilanciare l’attività e realizzare l’obiettivo di due nuovi membri di cui almeno un giovane in ogni gruppo, prendendoci cura di tutti i praticanti del nostro capitolo che il presidente Ikeda ci ha affidato. All’inizio del 2015 il capitolo si era diviso in Civitavecchia Nord e Sud. Ci siamo trovati quindi a fare attività con nuove persone dalle differenti esperienze, modalità e caratteri. All’inizio queste diversità hanno intralciato il nostro desiderio di realizzare gli obiettivi di crescita che ci eravamo posti, facendoci perdere di vista che le vittorie si basano sull’unità di itai doshin (diversi corpi, stessa mente).
Ognuno si sentiva forte individualmente ed era difficile “fare insieme”, il risultato è stato che alla fine non avevamo realizzato il nostro obiettivo. Ne abbiamo sofferto, ma questi problemi ci hanno spinto quest’anno a decidere di realizzare entro giugno.
Abbiamo imparato che l’unità è una conquista giornaliera e nasce dalla decisione di ogni responsabile di collaborare per il bene di tutti i membri.
Cosa vi ha ispirato e sostenuto in questa attività?
Abbiamo preso i tre punti del messaggio di inizio anno del presidente Ikeda: 1. espandere la preghiera; 2. espandere la propria condizione vitale; 3. espandere il coraggio, cercando di farli nostri e metterli in pratica. Abbiamo studiato inoltre i Gosho Le quattordici offese e Diversi corpi, stessa mente, come base per creare unità e collaborazione tra noi.
«Quando non si affrontano – scrive il presidente Ikeda – e non si risolvono questi problemi, si arriva a parlar male della persona con cui si è in conflitto. […] La critica e il rancore fanno parte delle “quattordici offese”» (Vi affido i membri della Soka Gakkai, IBISG, 2012, pag. 49). Abbiamo riflettuto sulle nostre problematiche relazionali e deciso di sfidarci nel costruire buoni rapporti tra noi responsabili. Le diversità di ciascuno ci hanno arricchito permettendoci di fare tante attività diverse.
Potete raccontarci qualche esperienza legata a questa attività?
Sandro: Con il desiderio di contribuire personalmente alla realizzazione dell’obiettivo, ho deciso di impegnarmi nel diffondere il Buddismo. A marzo un amico che praticava da quindici anni ha ricevuto il Gohonzon, poi a giugno altri due uomini e un giovane uomo.
Carlo: Abito in una zona di campagna dove ero l’unico buddista. Finalmente ho provato la gioia di vedere nuovi praticanti e sono stati consegnati sei Gohonzon.
Silvia: Alcuni giovani che hanno iniziato a praticare negli ultimi mesi hanno incontrato molte difficoltà in famiglia perché i genitori non capivano cosa stessero facendo. Decidendo fino in fondo di risolvere, hanno vinto e ricevuto il Gohonzon con la totale fiducia dei genitori. Per me è stata un’esperienza importantissima.
Che tipo di attività avete fatto voi responsabili delle quattro Divisioni?
Per prima cosa abbiamo deciso di vederci tutti i lunedì per recitare Daimoku insieme e programmare le attività della settimana. Ogni mese abbiamo incontrato i responsabili di settore e i principianti. Maggio è stato un mese determinante: abbiamo organizzato un minicorso di capitolo che si è tenuto il 5 giugno, a cui hanno partecipato tutti i membri e le loro famiglie. In quel periodo facevamo delle riunioni furiose, con veri e propri litigi. La cosa bella è che tutti abbiamo riconosciuto la funzione del demone e abbiamo iniziato a praticare per sconfiggerla. E così è stato. Abbiamo diviso un gruppo e molte persone hanno iniziato a praticare, basando tutto sul Daimoku, abbiamo sostenuto quante più persone possibile e ognuno si è sfidato nello shakubuku.
Ogni Divisione ha fatto la sua attività: le donne non si sono risparmiate nell’incontrare tante persone; la prima azione è stata approfondire ancora una volta, con le responsabili di settore e di gruppo lo spirito dell’attività per gli altri, rideterminando insieme il proprio voto.
Anche i giovani hanno moltiplicato le occasioni di dialogo attraverso incontri informali, recitazioni settimanali, stabilendo uno scopo collettivo di Daimoku – un milione da realizzare in un mese e mezzo – per la felicità dei giovani di tutta la città. Lo hanno raggiunto in due settimane, così hanno rilanciato, coinvolgendo più persone, con lo spirito di “meglio cento persone che fanno un passo che una persona che fa cento passi da sola”. Alla fine tutti hanno realizzato delle esperienze fantastiche e sempre più giovani stanno iniziando a praticare.
I responsabili della Divisione uomini, come referenti di segreteria e statistica, hanno incontrato tutti i responsabili di gruppo e settore per incoraggiarli sull’importanza dell’utilizzo della statistica, strumento indispensabile per prendersi cura di ogni persona. Grazie a questa attività e alle visite a casa, dieci uomini tra gennaio e giugno sono entrati a far parte della Soka Gakkai; così il nostro capitolo è diventato il primo in Italia nella consegna di Gohonzon della Divisione uomini.
Che progetti avete per il futuro?
Entro dicembre abbiamo deciso di dividere il capitolo basandoci su questo incoraggiamento di sensei: «“Lotta senza fine” è lo spirito che noi buddisti dovremmo avere, perché la pratica del Buddismo è in fondo un’eterna lotta tra il bene e il male, l’oscurità e l’Illuminazione, la felicità e l’infelicità, la pace e la guerra, la creazione e la distruzione, l’armonia e il disaccordo. Questo è il vero aspetto della vita, della società e dell’universo. Perciò l’unica strada è lottare e vincere. È per questo motivo che il Budda è chiamato anche “Vittorioso”» [Saggezza, 2, 2]. E noi vinceremo!
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Il capitolo Supernova sul palcoscenico del Teatro India
Sabato 23 e domenica 24 luglio si è svolto il primo corso estivo del capitolo Supernova, Roma. Abbiamo chiesto agli organizzatori qual è stato il punto di forza per il successo di questo evento.
Abbiamo condiviso inizialmente lo scopo di creare unità in tutte le nostre attività. Sicuramente l’incremento delle visite a casa, prendendo esempio dal maestro Ikeda, ha portato una nuova vitalità nelle attività nei nostri quartieri. Queste azioni hanno incoraggiato le persone a sfidarsi con maggior fiducia nella vita quotidiana, realizzando con più frequenza i loro scopi. Da subito abbiamo riscontrato che grazie all’unità, è cresciuto il desiderio di dialogare tra noi e trovare spunti di crescita partendo dai consigli contenuti in Vi affido i membri della Soka Gakkai.
Quando ci hanno comunicato che quest’anno non ci sarebbero stati corsi estivi nazionali, bensì di capitolo, come è stato annunciato alla Consulta nazionale dal direttore generale Tamotsu Nakajima, abbiamo iniziato a recitare Daimoku in tutto il capitolo per avere un grande risultato. Quello è stato un momento cruciale per ripartire nell’attività. Dall’unità del Daimoku di tutti i praticanti nel capitolo è nata l’azione: così abbiamo cominciato a cercare luoghi nel quartiere dove poter fare il corso. Erano tutti occupati, perciò abbiamo chiesto la disponibilità al Teatro India. Ci piaceva immaginare che tanti nuovi bodhisattva potessero emergere danzando dal palcoscenico di un vero teatro!
La direzione del Teatro Argentina di Roma ci ha messo gratuitamente a disposizione lo spazio del Teatro India. Ogni cosa è stata curata nei minimi dettagli coinvolgendo tutti gli staff. Fuori dalla sala è stata allestita una mostra dedicata all’Intesa con lo Stato Italiano, alla presentazione della Soka Gakkai e dei tre maestri. Il primo giorno abbiamo affrontato il tema della pratica del Buddismo di Nichiren Daishonin, il giorno dopo è stato dedicato interamente alle persone nuove, circa sessanta, che hanno seguito con interesse l’introduzione al Buddismo, i video e le meravigliose esperienze.
L’intervento del direttore Nakajima ha chiarito ulteriormente, con semplicità, la grandezza dell’insegnamento buddista. Ognuno di noi si è sentito fiero di appartenere e di rappresentare la Soka Gakkai nella vita quotidiana dei nostri quartieri. Abbiamo deciso, senza lasciare la nostra fede finire sotto l’ombrellone, di concentrarci sugli scopi che vogliamo realizzare entro dicembre, affinché ognuno sperimenti i benefici di questa pratica e contribuisca al miglioramento della propria comunità locale.