Gabriella, 14 anni, racconta dei suoi sogni e di come il Coronavirus li abbia sospesi. Tuttavia, grazie alla pratica buddista riesce a realizzare una crescita meravigliosa in un momento cruciale della sua vita
Il 2020 sarebbe dovuto essere un anno davvero importante per me. Un anno pieno di cambiamenti, di emozioni e di opportunità.
A gennaio avevo iniziato un corso di teatro (il mio sogno è diventare un’attrice), e il corso di inglese per acquisire il Ket (una certificazione linguistica).
Da mesi inoltre mi stavo allenando duramente nel karate in vista dell’esame per ottenere la cintura marrone-nera.
In estate sarei poi dovuta andare in Inghilterra per una vacanza-studio in un college, avrei dovuto recitare in vari festival e sarei dovuta andare in gita in Germania con la scuola.
Era da molto tempo che i miei genitori mettevano da parte i risparmi per permettermi di fare queste esperienze.
Tutte queste attività sono state sospese a causa del Coronavirus.
Oltre a perdere dei soldi, ho pensato di aver perso delle occasioni importanti per il mio futuro ed ero molto delusa.
Così ho deciso di recitare Daimoku e Gongyo ogni mattina e sera. Mentre la situazione in Italia e nel mondo continuava a peggiorare, ho iniziato a riflettere profondamente e ho sentito cambiare qualcosa dentro di me.
Prima il mio obiettivo era la fine della pandemia per riuscire a realizzare tutti i miei progetti.
Recitando Daimoku però, il mio obiettivo fondamentale è diventato la protezione delle persone in tutto il mondo.
Se inizialmente queste rinunce mi avevano provocato una forte delusione, rabbia e tristezza, oggi mi rendo conto che per quanto siano importanti per me questi progetti, di fronte al bene più grande, vale a dire la vita, assumono un valore minimo.
Sono pienamente convinta che il detto “nulla avviene per caso” sia vero anche per me, soprattutto in questo momento della mia vita, in cui sto maturando e crescendo come persona.
Infatti, prima della quarantena disprezzavo me stessa e mi vedevo brutta, stupida, grassa e noiosa. Adesso sto iniziando ad amarmi, a guardarmi con occhi diversi.
Sto iniziando a sviluppare una gratitudine immensa nei confronti della mia vita e sto iniziando ad avere un dialogo più aperto con alcuni dei miei compagni di classe, cosa che prima non riuscivo a fare.
Una frase del maestro Ikeda in particolare mi ha aiutata a incominciare questo dialogo: «Le relazioni umane sono come degli specchi. Quando si pensa “se solo Tizio e Caio fossero più gentili con me, potrei dire loro come mi sento”, è probabile che Tizio e Caio faranno la stessa e identica riflessione» (cfr. In cammino con i giovani, Esperia, pag. 15).
Inoltre sono finalmente riuscita a non provare più quel sentimento di invidia che prima avevo verso le altre persone, che pensavo fossero più belle, più fortunate o più brave di me, e sto trasformando me stessa cercando di diventare un esempio per gli altri.
Sono sicura che quando questa situazione finirà potrò tornare a fare le attività che avevo cominciato all’inizio di quest’anno e che potrò svolgere meglio grazie a questa esperienza, grazie al cambiamento interiore che sto realizzando mettendo in pratica il Buddismo nella mia vita.