» 3 maggio
• Giorno della Soka Gakkai
• Giorno delle madri Soka
» 3 maggio 1951
• Nomina di Josei Toda a secondo presidente
» 3 maggio 1960
• Nomina di Daisaku Ikeda a terzo presidente
» 5 maggio
• Giorno dei successori
» 5 maggio 2012
• Fondazione della Divisione futuro italiana
Avere un grande maestro è la più grande fortuna della vita, perché possiamo trionfare su qualunque difficoltà ed essere felici insieme ai nostri amici.
Il 7 giugno 1964 si tennero in tutto il Giappone le riunioni inaugurali della Divisione futuro. Il presidente Ikeda partecipò a una di esse e disse: «Spero che tutti voi studierete duramente per i prossimi dieci anni e costruirete solide fondamenta per la vostra vita. Spero anche che in futuro diventerete voi le fondamenta della Soka Gakkai e di kosen-rufu, lavorando per la felicità degli altri e per la pace mondiale. Molti leader del mondo hanno incontrato nell’adolescenza e nella prima giovinezza la filosofia su cui hanno basato la loro vita e maturato la fede e le convinzioni, e poi hanno realizzato grandi cose dopo i trenta e i quarant’anni, restando fedeli alle proprie idee. Costruire la struttura della propria vita durante la gioventù e poi lottare per completarla è il modo migliore di vivere. Spero perciò che tutti voi vi sforziate nella fede, recitiate Daimoku con impegno e facciate del Buddismo – la suprema filosofia di vita – la base della vostra esistenza». (NRU, 9, 89)
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Le nostre storie / Dieci mesi negli Stati Uniti
di Chiara, 16 anni, Roma
Passioni: lettura e viaggi
Frequento il terzo anno di liceo scientifico. Sono nata in una famiglia di praticanti, ma il mio legame con il Buddismo si è intensificato solo ultimamente.
Un paio di anni fa, infatti, ho iniziato a frequentare le riunioni Futuro della mia zona e in queste occasioni ho maturato il desiderio di mettere alla prova il Buddismo nella mia vita, sentendomi ispirata dalle esperienze e dagli incoraggiamenti degli altri ragazzi. Dopo un anno di riunioni e di pratica incostante ho deciso di fare dai dieci ai venti minuti di Daimoku ogni mattina prima di andare a scuola, e piano piano ho iniziato a sentire il desiderio di farne di più.
A dicembre 2015 mi sono ritrovata in una situazione particolarmente difficile: in gioco c’era la possibilità di passare un anno scolastico all’estero, cosa che sognavo da tempo e per cui finalmente potevo iniziare ad agire concretamente. Avevo pochi giorni a disposizione per consegnare all’associazione a cui intendevo chiedere la borsa di studio i documenti necessari per la mia candidatura.
Tra questi documenti, alcuni richiedevano il timbro della scuola e la firma del preside. Purtroppo, però, la mia scuola era occupata e non sapevo quando sarebbe stato possibile riaccedere alla segreteria. La data di scadenza per la documentazione era vicina, e io mi sentivo impotente e frustrata perché la realizzazione del mio grande sogno sembrava non dipendere da me. Per questo ho iniziato a fare un’ora di Daimoku al giorno, desiderando che l’occupazione finisse al più presto.
In quei giorni, nonostante i mille impegni, ho anche accettato di realizzare un contadaimoku da regalare ai ragazzi durante una riunione Futuro al Centro culturale che si sarebbe tenuta lo stesso giorno della scadenza per la candidatura. Mi sono sfidata e sono riuscita a realizzarlo in tempo.
Per risolvere il mio problema, intanto, una mattina mi sono recata alla succursale della mia scuola, che era rimasta aperta, senza sapere se mi avrebbero fatto entrare, né se sarebbero stati in grado di aiutarmi. Inizialmente sembrava impossibile ottenere ciò di cui avevo bisogno; poi, il Daimoku fatto in quei giorni si è manifestato aprendo una strada che sembrava chiusa. Così, l’incontro con la persona giusta al momento giusto mi ha permesso di uscire da scuola con tutta la documentazione timbrata! Questo mi ha consentito di presentare la mia candidatura in tempo e aiutare i ragazzi della mia scuola che avevano lo stesso problema.
Nel periodo successivo ho consolidato la mia pratica, continuando a fare un’ora di Daimoku al giorno. Se da un lato ho realizzato tante vittorie, come riuscire a parlare alle riunioni e sentirmi più sicura di me in diverse situazioni, dall’altro sono emerse varie difficoltà che mi stanno aiutando a conoscermi meglio e a mettere in luce i lati del mio carattere che posso migliorare.
Ogni giorno lotto per affrontare e sconfiggere l’ansia che da anni influenza il mio rapporto con la scuola, impedendomi di valorizzare i tanti successi ottenuti.
Questo impegno nella pratica e nella mia rivoluzione umana ha fatto sì che si manifestasse una grande vittoria: a febbraio ho finalmente ricevuto la risposta dall’associazione, che mi ha comunicato che ho vinto la borsa di studio e che ad agosto partirò per studiare dieci mesi negli Stati Uniti! Finalmente il mio sogno si sta realizzando, e sono contenta di poter contare sul Daimoku durante un’esperienza così difficile e importante: per la prima volta mi troverò lontana da casa, amici e genitori per un lungo tempo e dovrò più che mai fare affidamento sulle mie forze. Il mio obiettivo adesso è quindi di arrivare ad agosto con rinnovate gioia e determinazione.
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Domande e risposte / La difficoltà di concentrarsi mentre si recita Daimoku
Riguardo alla preghiera, è un problema quando pensieri estranei attraversano la mente mentre si sta recitando Daimoku?
Daisaku Ikeda: Non c’è nulla di sbagliato nel fatto che mentre recitiamo la nostra mente sia attiva. È del tutto naturale per gli esseri umani. La cosa importante davanti al Gohonzon è essere noi stessi, senza finzioni. Avere pensieri inopportuni è una caratteristica della nostra vita in quanto entità dei tremila regni in un singolo istante di vita. Perciò, tramite il Daimoku possiamo trasformare in benefici persino quei pensieri.
Non ci sono regole che stabiliscano come dobbiamo pregare. Non c’è bisogno di essere ciò che non siamo. Una preghiera rigida e forzata non produrrà alcun effetto concreto. Approfondendo la fede, anche la nostra capacità di concentrarci si rafforzerà. In realtà, dal momento che i pensieri che attraversano la mente mentre recitiamo sono il frutto delle nostre preoccupazioni, piuttosto che considerarli inopportuni dovremmo pregare sinceramente per ciascuno di essi, quali che siano. Non dobbiamo pregare soltanto per le grandi questioni, dobbiamo recitare per qualunque problema, risolverlo e rafforzare così la nostra fede. Non dobbiamo essere tesi o nervosi, quel che importa è essere noi stessi.
Per approfondire: Saggezza, 3, 309