Dopo il lockdown e l’emergenza sanitaria degli scorsi mesi, molti settori nella società hanno cominciato a riprendere lo svolgimento delle loro attività per tornare alla normalità. Gli esperti dal canto loro continuano a sollecitare prudenza e cautela, raccomandando di non creare assembramenti e di usare tutte le accortezze possibili per evitare che si sviluppino nuovi contagi.
La Soka Gakkai, basandosi sulle guide di Nichiren Daishonin che nel Gosho invita sempre i suoi discepoli a mettere il rispetto per la vita al primo posto, ha deciso di prorogare la chiusura dei Centri culturali in tutti i paesi e la sospensione delle sue attività “in presenza” fino al 31 agosto 2020.
Rivolgendosi al suo discepolo Shijo Kingo, il Daishonin scrive: «Come ti ho già detto, devi essere cento, mille, diecimila, milioni di volte più prudente di prima» (L’eroe del mondo, RSND, 1, 741).
E ancora: «È stata una gioia per me sapere che la tua consueta prudenza e il tuo coraggio, così come la tua salda fede nel Sutra del Loto, ti hanno permesso di uscirne illeso» (La strategia del Sutra del Loto, RNSD, 1, 888).
Anche nella Proposta di pace 2020 il maestro Ikeda indica chiaramente quale sia la priorità in questa fase così delicata: «Quando consideriamo le questioni globali, la nostra attenzione deve concentrarsi soprattutto sulle minacce che esse rappresentano per la vita, la sopravvivenza e la dignità dei singoli esseri umani» (allegato BS, 200, 6).
Anche in questo periodo in cui non possiamo riunirci di persona, possiamo portare avanti il movimento di kosen-rufu utilizzando la saggezza e i mezzi tecnologici, con la decisione di “non lasciare indietro nessuno”. Anzi, proprio questo momento di grande difficoltà è l’occasione per approfondire la nostra fede e creare un nuovo progresso nella nostra vita, basandoci su una forte preghiera, sullo studio e sui capisaldi della pratica buddista.
In queste pagine alcuni spunti per riflettere sull’importanza di porre il rispetto e la protezione della vita come valori fondamentali per orientare le nostre scelte e il nostro comportamento, insieme alle riflessioni di alcuni membri in diverse zone d’Italia.
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Perché le attività “in presenza” della Soka Gakkai non sono ancora ripartite?
Le attività della Soka Gakkai si incentrano sugli incontri personali e in gruppo. Non potendoci incontrare fisicamente, questa sospensione prolungata richiede un grande sforzo per portare comunque avanti il movimento di kosen-rufu, utilizzando con creatività i mezzi tecnologici.
Tutti noi siamo chiamati a comprendere le ragioni per cui le attività “in presenza” non sono ancora riprese e i nostri Centri culturali sono tuttora chiusi. È necessario valutare attentamente la situazione che stiamo vivendo, cercando di guardare le cose attraverso gli “occhi del Budda” in grado di percepire la realtà della vita con una visione più profonda.
Proprio durante questa emergenza, il maestro Ikeda ha parlato più volte dell’importanza del rispetto della dignità della vita come valore universale e fondamentale. Egli scrive:
«Mentre il mondo si trova ad affrontare una sfida senza precedenti, quale dovrebbe essere la nostra priorità? La vita umana. Noi della Soka Gakkai stiamo praticando il Buddismo di Nichiren Daishonin che mette in grado ogni persona di risplendere di suprema dignità. Adesso, impegniamoci ancora di più per condividere e diffondere il principio del rispetto della dignità della vita come un tesoro universale per tutta l’umanità» (NR, 676, 11).
Un altro punto fondamentale, afferma Sensei, «è proteggere la nostra salute con saggezza […]. La buona salute è la manifestazione della saggezza. Se siamo saggi e attenti possiamo persino prevenire le malattie prima ancora che insorgano. Non esiste tesoro più prezioso della “salute” e della “vita”» (NR, 674, 12).
Anche il presidente della Soka Gakkai Minoru Harada ha sottolineato l’importanza di tutelare al massimo la salute di ogni persona: «Soprattutto proteggiamo la nostra salute utilizzando il buon senso basato sulla saggezza e l’attenzione che emergono dalla fede individuale e dalla pratica buddista» (NR Newsletter #12, pag. 4).
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In queste circostanze dovute alla pandemia, cosa possiamo fare come membri della Soka Gakkai?
In questi mesi tanti praticanti in tutta Italia stanno realizzando meravigliose esperienze in ogni campo della vita.
Queste storie di rivoluzione umana ci rendono consapevoli che, nonostante la sospensione delle attività in presenza e le difficoltà dovute al Coronavirus, i membri della Soka Gakkai continuano ogni giorno a impegnarsi per il benessere degli altri con uno spirito davvero ammirevole: in tanti hanno trovato il modo di stare vicino a chi era solo nel periodo di quarantena con telefonate, messaggi e videochiamate, mentre portavano avanti le loro sfide personali.
Tutti stiamo pregando con forza per la protezione e la felicità di ogni persona.
Molte persone continuano a raccontare come hanno trasformato questo periodo di grande incertezza in un momento cruciale per approfondire la fede e trasformare la propria condizione vitale, così da non soccombere di fronte ai problemi.
Anche nel lavoro, ognuno nella propria peculiare condizione, stiamo profondendo il massimo sforzo per portare una prova concreta che possa essere di ispirazione per gli altri, per aprire la strada alla vittoria di tutti.
Grazie alla preghiera per kosen-rufu, con il desiderio di migliorare noi stessi, possiamo sentire quel senso di missione che ci permette di vincere sulla sensazione di impotenza e sulla paura facendo così emergere la forza di “alzarci da soli” seguendo l’esempio del maestro.
Nella Proposta di Pace 2020 il maestro Ikeda mette in luce la grande missione che ogni membro della Gakkai può avere nel proprio ambiente:
«Ognuno e ognuna di noi, a partire da dove si trova adesso, ha il potenziale di diventare artefice del cambiamento verso una società globale sostenibile, e ogni azione che compie è un seme di cambiamento, un seme di speranza dal quale sbocceranno i fiori della dignità umana in tutto il mondo» (Allegato BS, 200, 11).
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Qual è il significato della campagna “1, 2, 3 be the light” per la nostra crescita personale?
Fin dall’inizio della pandemia il maestro Ikeda ci ha incoraggiati a perseverare nel nostro impegno per kosen-rufu affrontando il cambiamento con flessibilità e inventiva. Egli scrive:
«Nella Legge mistica non esiste alcun punto morto, nel modo più assoluto. Anche se in questo momento state soffrendo, è fondamentale lottare fino in fondo per la Legge, per le persone e per la società. […] Quanto più affrontate sofferenze e difficoltà, tanto più grandi e forti diventerete» (NR Newsletter #1, pag. 2).
In tutti i paesi della SGI europea stiamo portando avanti la campagna “1, 2, 3 Be the Light” con lo spirito di continuare ad avanzare nonostante le difficoltà oggettive, senza lasciare nessuno indietro. Come sappiamo, la campagna si basa su tre punti:
- la centralità della preghiera, quindi l’impegno quotidiano, serio e concentrato nella recitazione di almeno 1 ora di Daimoku per sé e per gli altri;
- lo studio del Gosho e delle guide dei tre maestri (i famosi “20 minuti di studio al giorno”);
- l’allenamento costante e per nulla scontato ad aprire la nostra vita agli altri, incoraggiando almeno 3 persone al giorno.
Questi tre punti, semplici ma allo stesso tempo difficili da mettere costantemente in pratica nella nostra quotidianità, ci riportano all’essenza della pratica del Buddismo di Nichiren Daishonin: fede, pratica e studio.
Ci permettono di mantenere lo stato vitale necessario per sostenere gli altri e di rafforzare la nostra fede, con una preghiera ancora più profonda e sincera, scoprendo ogni giorno la possibilità di sentirci più vicini e connessi gli uni con gli altri.
Di fatto, in questi mesi ognuno di noi si è ritrovato “solo” davanti al Gohonzon. Si è trattato di una difficoltà inaspettata, ma anche di un’occasione per ricercare la propria motivazione interiore scavando dentro di sé, recitando Daimoku con più forza e cercando nel proprio cuore il maestro, senza appoggiarsi agli altri.
Ma non è proprio questo ciò che si intende nel Buddismo per “alzarsi da soli”?