«La vita, nel mondo reale, è una feroce battaglia per la sopravvivenza. Anche se le cose per qualcuno sembrano andare bene in questo momento, non si sa mai che cosa riservi il futuro. Alla fine, coloro che recitano Daimoku vinceranno. Vinceranno con la “strategia del Sutra del Loto”. Basarsi sulla Legge mistica è seguire la strada per una prosperità duratura: ecco l’essenza del Buddismo del Daishonin. Recitare Daimoku sia nei momenti felici che in quelli dolorosi – recitare Daimoku sempre, al di là delle circostanze – è il metodo per ottenere la vittoria in ogni ambito».
Daisaku Ikeda, Seikyo Shimbun, agosto 2011
La pandemia da Covid-19 non è soltanto un’emergenza sanitaria ma costituisce anche il pericolo di una grave crisi economica e del mercato del lavoro che può avere un enorme impatto sulle persone su scala mondiale.
Secondo stime preliminari dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) la crisi economica e del lavoro causata dal Covid-19 potrebbe incrementare la disoccupazione nel mondo e avere un impatto maggiore su alcuni gruppi di lavoratori e lavoratrici, aumentando le disuguaglianze.
Tra questi, le persone che svolgono lavori meno protetti e meno retribuiti includono i giovani e i lavoratori anziani e i migranti.
Il maestro Ikeda ci insegna che attraverso l’approfondimento della nostra fede e della nostra missione possiamo trovare soluzioni creative anche nei momenti più difficili e bui. Possiamo diventare più forti della paura e aprire una strada di vittoria per noi e per gli altri.
Come fare? Nelle pagine seguenti alcuni spunti di riflessione tratti dagli scritti del maestro Ikeda e alcune esperienze per ispirarci e non arrenderci.
Trasformare il veleno in medicina
In questo estratto il maestro Ikeda, dialogando con un rappresentante dei giovani, parla dell’atteggiamento che ci permette di trasformare i momenti di crisi in ambito lavorativo
TANANO: Data l’attuale crisi economica, le persone hanno molte preoccupazioni e problemi concernenti il lavoro. Alcuni membri vedono le loro società vicine al fallimento. Altri improvvisamente si trovano con carichi di lavoro molto più pesanti a causa delle riduzioni di personale. Nonostante questi problemi, i giovani si stanno sfidando senza riserve con lo spirito di non lasciarsi mai sconfiggere.
IKEDA: Capisco cosa vuol dire. Quand’ero giovane, vissi il tracollo degli affari del signor Toda. Nel periodo di turbolenze economiche dopo la Seconda guerra mondiale, molte piccole e medie imprese fallirono. Avevo poco più di vent’anni. Ho sperimentato personalmente quanto sia difficile quando una società fallisce. Tuttavia mi alzai in piedi e garantii che gli enormi debiti contratti dalla società del signor Toda venissero ripagati.
Lottai con tutto me stesso e riuscii a trasformare completamente la situazione in accordo con il principio buddista di “trasformare il veleno in medicina”, aprendo così la strada verso la nomina del signor Toda a secondo presidente della Soka Gakkai (nel maggio del 1951).
Lottai instancabilmente mettendo in pratica con la vita il passo della Raccolta degli insegnamenti orali: «In un singolo istante di vita esauriamo le sofferenze e gli sforzi di milioni di kalpa».
TANANO: Molti dei nostri membri considerano le sue sfide giovanili fonte di ispirazione per far fronte ai loro problemi.
IKEDA: La situazione attuale è estremamente difficile, specialmente per i giovani. Con la drastica diminuzione di posti di lavoro, le cose oggi sono molto diverse rispetto a soli venti o trenta anni fa. Oltre a sforzarci individualmente, dobbiamo anche valutare e cambiare lo stato della società. Posso immaginare le difficilissime sfide quotidiane che devono affrontare coloro che gestiscono un’impresa propria. Prego costantemente affinché le forze protettrici dell’universo li aiutino e li sostengano.
Il Daishonin scrive: «Una bella spada si ottiene battendo il ferro incandescente». E afferma inoltre: «Una roccia messa sul fuoco si ridurrà in cenere, mentre l’oro diverrà oro puro».
Ogni sforzo che compiamo ora diventerà il nostro più grande tesoro. Affrontare e superare le avversità porta le nostre vite a risplendere come una spada preziosa o come l’oro puro. […]
Quando dobbiamo risolvere i nostri problemi, non c’è mai una sola soluzione magica e preconfezionata.
L’unica cosa da fare è recitare Daimoku sinceramente, fare sforzi e superare con calma ogni ostacolo, uno dopo l’altro. La stessa cosa vale per il posto di lavoro. Alla fine, possiamo trasformare tutto in qualcosa di positivo e buono. Questo è ciò che significa “fede per ottenere la vittoria assoluta”.
(I giovani e gli scritti di Nichiren Daishonin, Esperia, 28)
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Creare le condizioni
Il maestro Ikeda incoraggia gli studenti dell’Università Soka in merito alle condizioni lavorative che possono cambiare improvvisamente
«In tutto il mondo non esiste una sola azienda che sia sicura al cento per cento. Questo perché le circostanze sociali continuano a cambiare. Ogni giorno le aziende devono lottare per sopravvivere. Le aziende che crescono sono quelle che costantemente sviluppano nuovi prodotti, attuano riforme strutturali e si sforzano di migliorare e di espandersi. Per esempio, un’industria alimentare può decidere di ampliare il proprio campo di azione svolgendo ricerche nel campo farmaceutico, e in questo modo rimanere a galla. Il mondo degli affari è un mondo in cui vale la legge della giungla. La realtà è che le cose possono cambiare dal giorno alla notte. Potreste essere assunti da una grande industria e poi venire trasferiti in una ditta affiliata di minore importanza. O potreste essere licenziati. O la compagnia per cui lavorate potrebbe fallire. Per questo è un errore pensare “se verrò assunto da questa o quella azienda il mio futuro sarà garantito”».
Gli studenti ascoltavano Shin’ichi con espressione seria. Se le persone dipendono dall’esterno e non affrontano le sfide, allora per quanto siano molti di numero non ci sarà mai crescita o sviluppo.
Shin’ichi aggiunse: «Quando si cerca lavoro, la cosa importante è essere decisi a fare del proprio meglio qualunque sia il lavoro che ci verrà assegnato. Per esempio, chi desidera essere assunto da una casa editrice nella maggior parte dei casi ha in mente un lavoro editoriale, ma la realtà è che in una casa editrice ci sono molti altri tipi di lavoro. Ci sono contabili e venditori, addetti alla ricezione, custodi e manutentori. Anche se venite assunti da un famoso editore, non sapete a quale dipartimento verrete assegnati. E anche se siete assegnati al dipartimento che volete, le cose possono sempre cambiare». Mentre Shin’ichi parlava gli studenti annuivano per esprimere la loro comprensione.
«Sia la società sia il mondo degli affari sono in costante cambiamento. Se a un dato momento smettete di sforzarvi o perdete la motivazione perché il lavoro che state facendo non è quello che originariamente volevate fare, vuol dire che siete egoisti e pigri. È un segno di sconfitta.
Quando venite assunti da qualche parte, c’è una buona probabilità che dovrete fare un tipo di lavoro per cui non avete alcuna attitudine. Potrete avere dei superiori o dei colleghi di lavoro che non vi piacciono, o trovare difficoltà ad andare d’accordo con gli altri. Ma il lavoro di per sé è una sfida. Quando decidete di affrontarlo con questa consapevolezza e mirate a vincere lì dove siete, il vostro luogo di lavoro diventerà l’arena in cui vi allenerete e migliorerete come individui».
Il tono di Shin’ichi divenne più severo. Amava gli studenti dell’Università Soka come se fossero suoi figli, e non voleva vederli sconfitti dal mondo reale. A causa di ciò, non poté fare a meno di dire con forza: «Quando ero giovane, lavoravo nella compagnia del presidente Toda come redattore di un mensile per ragazzi. In seguito diventai redattore capo.
Tuttavia, quando gli affari del signor Toda subirono un tracollo, fui assegnato al ramo finanziario dove svolgevo delle mansioni per le quali non avevo nessuna preparazione né la minima attitudine.
Fu un’esperienza estenuante, ma ero fermamente convinto che qualunque lavoro facessi, dovevo essere il migliore, e perciò mi dedicai quotidianamente ai miei compiti con tutto me stesso. Ero impegnato in una lotta costante. Come risultato, riuscii ad aiutare il signor Toda a risanare i suoi affari, e grazie a questo sforzo imparai moltissime cose che poi mi sono state utili per il resto della mia vita.
Considerare il lavoro come una mera fonte di guadagno è una mentalità mercenaria. Chi ha questo atteggiamento lavorerà lo stretto necessario per guadagnarsi lo stipendio e nulla di più. Una persona simile è di fatto un peso per una azienda. Voglio che tutti voi vinciate nei vostri luoghi di lavoro».
Uno degli studenti gli chiese allora: «Cosa dovremmo fare per avere successo nel nostro lavoro?».
Shin’ichi rispose senza esitazione: «Dovete guadagnarvi la fiducia dei vostri colleghi e diventare il miglior impiegato del vostro dipartimento. Ovviamente dovete raggiungere buoni risultati, ma oltre a ciò è importante fare lo sforzo di arrivare al lavoro prima di tutti gli altri, mettere a posto l’ufficio e salutare tutti gentilmente al loro arrivo. Vincere al mattino è la chiave. Arrivare in ritardo è ingiustificabile. Coloro che non salutano nemmeno gli altri non meritano di essere considerati membri della società.
È anche fondamentale che, qualunque sia la vostra posizione, abbiate la determinazione di assumervi la responsabilità dell’azienda nel suo complesso.
Non siate passivi.
Sviluppate un atteggiamento responsabile, attivo e positivo. Questo è il segreto della crescita personale e del successo. Spero che questo sia lo spirito che avete acquisito come orgogliosi studenti del primo corso dell’Università Soka».
Shin’ichi Yamamoto guardò la trentina di studenti riuniti attorno a lui. Apparivano tutti seri e determinati. Sorridendo, disse: «Spero che aprirete la strada del vostro futuro, affrontando la ricerca del lavoro non con un atteggiamento passivo, pensando che in un modo o nell’altro troverete qualcosa, ma con la determinazione di essere voi a creare le circostanze adatte».
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Il karma, la mia missione
Durante il suo primo viaggio in Brasile, nel 1960, il maestro Ikeda incoraggia tanti compagni di fede che stavano attraversando gravi difficoltà nel lavoro mettendo in luce come, grazie alla fede, risvegliandoci alla missione di Bodhisattva della Terra, possiamo superare qualsiasi difficoltà
«Il Buddismo è un insegnamento fondato sulla ragione più assoluta e sul buon senso. Perciò la forza della nostra fede deve manifestarsi nello studiare i problemi, nell’esercizio del nostro ingegno e in un impegno maggiore di quello di chiunque altro.
Un Daimoku sincero è la sorgente della forza vitale necessaria per questo genere di sfide. Alla base del suo Daimoku inoltre deve esserci un impegno solenne».
«Un impegno?» chiese l’uomo.
Nessuno dei presenti aveva mai sentito parlare di un concetto simile.
«Sì, un impegno» ripeté Shin’ichi. «Significa fare una promessa e pregare per realizzarla».
Shin’ichi continuò con particolare vigore: «Naturalmente esistono diversi modi di intendere la preghiera. Per esempio, alcuni pregano perché le cose piovano dal cielo senza dover fare il minimo sforzo. Ma una religione che incoraggia un atteggiamento simile non fa altro che condurre la gente alla rovina.
«Nel Buddismo del Daishonin la preghiera consiste nel recitare Daimoku sulla base di una promessa solenne: l’impegno di realizzare kosen-rufu. In altre parole, bisogna pregare con questa ferma determinazione: “Io realizzerò kosen-rufu in Brasile. Perciò decido di manifestare il mio potenziale al massimo e concretizzare una splendida esperienza nel mio lavoro”.
Ecco come dovrebbe essere la nostra preghiera. È altresì importante stabilire ogni giorno degli obiettivi chiari e concreti e quindi, sfidando i propri limiti, pregare per realizzarli uno dopo l’altro attraverso la saggezza e la creatività che scaturiscono da una tale decisione.
In fin dei conti, nella vita la vittoria si consegue con la determinazione e la preghiera, con lo sforzo e l’affinamento delle proprie capacità. È davvero fuorviante sognare di arricchirsi velocemente sperando in un colpo di fortuna eccezionale o in un facile sistema per far soldi. Questa non è fede, è pura fantasia.
Il lavoro ci consente di vivere e fintanto che non riusciremo a vincere su questo aspetto della nostra esistenza non potremo dimostrare il principio secondo cui la fede si manifesta nella vita quotidiana.
Quindi la prego, abbandoni questo stato d’apatia e dedichi tutto se stesso al suo lavoro con rinnovato impegno».
«Farò del mio meglio» rispose l’uomo con gli occhi che brillavano di convinzione.
Shin’ichi era ben consapevole delle numerose difficoltà di questi coloni emigrati in Brasile; ma per riuscire in simili circostanze, avrebbero dovuto prima di tutto combattere contro le proprie debolezze, il vero nemico che si annidava in loro.
In mezzo a difficoltà sempre crescenti è importante decidere che il momento di vincere e di continuare a sfidarsi è quello presente. Proprio in questi frangenti si manifesta il benefico potere del Gohonzon, poiché le avversità non sono altro che un’opportunità per provare la grandezza del Buddismo.
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«Nichiren ti ha donato i cinque caratteri del titolo del Sutra del Loto. Senza dubbio [la divinità celeste] Marichi protegge coloro che abbracciano il Sutra del Loto»
La strategia del Sutra del Loto (RSDN, 1, 888)
Nichiren Daishonin inviò queste parole di incoraggiamento al suo discepolo Shijo Kingo, che in quel momento stava affrontando delle terribili avversità. Fintantoché utilizziamo la “strategia del Sutra del Loto” come ci ha insegnato il Daishonin, non saremo mai sconfitti.
Il mio maestro Josei Toda, secondo presidente dalla Soka Gakkai, spesso incoraggiava i membri impegnati nel fronteggiare delle difficoltà finanziarie, dicendo: «La Legge mistica è la suprema saggezza dell’umanità. Ci consente di creare valore in qualsiasi avversità e senza dubbio superarla».
Nella stessa lettera, il Daishonin dichiara: «Un codardo non potrà mai ottenere risposta a nessuna delle sue preghiere» (RSND, 1, 889). Ora è il momento di aprire la strada alla vittoria con una fede coraggiosa!
(dalla serie Incidere il Gosho nel cuore, Seikyo Shimbun, 15 maggio 2020)
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«Non c’è niente di male nell’affrontare diverse sfide nella vita e nel lavoro. Sono tutte occasioni per aumentare la propria esperienza. Roma non fu costruita in un giorno. Lo stesso avviene sul lavoro: è una sfida a lungo termine».
Daisaku Ikeda
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«Mettete la massima attenzione in ogni lavoro che fate, in ogni incarico che vi viene dato, recitando Daimoku profondamente e con decisione per ottenere un risultato che lasci il segno. Attraverso sforzi come questi scriverete la storia della vostra vita una pagina dopo l’altra»
Daisaku Ikeda
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Con fede e coraggio
Con la pandemia il lavoro di Dario rimane bloccato. Con la forza della preghiera fa emergere una soluzione creativa che lo porta ad avanzare ancora
di Dario Pilone, Genova
Sono un commerciante ambulante di articoli per la pulizia della casa e l’igiene della persona. Svolgo questo lavoro con mia moglie e negli ultimi anni con la crisi economica che avanzava abbiamo spesso combattuto con la paura di non poter assicurare un futuro ai nostri tre figli.
Dal 12 marzo poi, a causa del lockdown, non abbiamo più potuto svolgere il nostro lavoro e, man mano che passavano i giorni, la paura di fallire diventava sempre più reale, visto che la nostra categoria non veniva neanche nominata dal governo per eventuali aiuti.
Nel frattempo, grazie alla campagna “1, 2, 3 Be the light” , ogni giorno mi sono impegnato a recitare Daimoku, a studiare e approfondire il Gosho e La nuova rivoluzione umana riuscendo a contattare almeno tre persone, anche non praticanti, cercando sempre di incoraggiarle.
Tutto questo mi ha permesso di creare valore in una situazione dove il valore era veramente difficile da trovare. Sostenuto e incoraggiato dai compagni di fede ho potuto verificare la grandezza del Gohonzon facendo varie esperienze positive, tra cui il fatto che mia figlia ha recitato Daimoku regolarmente, dandomi molta gioia.
Intanto si avvicinava il 3 maggio, anniversario della presidenza di Daisaku Ikeda, e io volevo riportare una totale vittoria al mio maestro. Così il 2 maggio, dopo aver recitato Daimoku, ho riletto il messaggio del presidente Harada che dice: «Siamo determinati a far sì che la nostra filosofia della trasformazione del veleno in medicina, rivitalizzante e piena di speranza – che insegna che perfino il più oscuro e disperato dei tempi può contenere i semi di un nuovo apprendimento e di nuove possibilità – aiuti a rafforzare l’invincibile rete di cittadini globali dell’umanità» (NRNewsletter, 7, 1).
Ho detto a mia moglie: «Andiamo giù in magazzino, apriamo il camion e facciamo l’esposizione del banco!».
Poi ho chiesto a mia figlia di riprendere un video mentre spiegavo – cosa per me inconsueta, visto che sono molto timido – che avevamo deciso di fare consegne a domicilio e ho illustrato gli articoli in vendita del nostro banco e ho pubblicato tutto sui social. Nelle ore successive hanno iniziato a contattarci moltissime persone tanto che io, mia moglie e i miei figli non riuscivamo a stare dietro a ordini e consegne. Posso dire di aver portato per il 3 maggio la mia esperienza di vittoria a Sensei, vittoria sul “demone della paura” di non vedere prospettive per la mia attività, mentre adesso sono determinato al punto che vedo una valida prospettiva di crescita. Tutto questo mi ha insegnato che attraverso il Daimoku, lo studio e l’attività nella Soka Gakkai possiamo trovare infinite possibilità, senza rimanere ancorati al nostro piccolo io e al solito modo di vedere le cose.
Voglio poter incoraggiare sempre più persone che non vedono vie d’uscita, spronandole a non fermarsi davanti ai problemi e a continuare a recitare Nam-myo-renghe-kyo fino a che emerge la soluzione. Il Daishonin scrive: «Il viaggio da Kamakura a Kyoto dura dodici giorni: se viaggi per undici giorni e ti fermi quando ne manca uno solo, come puoi ammirare la luna sopra la capitale?» (Lettera a Niiike, RSND, 1, 911).
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Vincere per gli altri
Basandosi sulle preghiera per gli altri, Fabiola trasforma un momento di crisi in opportunità
di Fabiola Di Gianfilippo, Roma
Con l’inizio della quarantena percepivo una tentazione sotterranea di mettere in pausa la mia vita. Consapevole che questa condizione non mi avrebbe portata a migliorare, ho deciso di reagire recitando almeno due ore di Daimoku al giorno, con serietà. Volevo che questo periodo diventasse l’occasione per arricchire la mia condizione vitale e mettermi più profondamente in contatto con l’essenza della vita.
Con questa decisione ho mantenuto gli incontri con il mio gruppo; continuavo anche in questo momento di crisi economica, a sfidarmi nell’offerta per kosen-rufu.
Mi sentivo sostenuta da tutta l’attività fatta nella Soka Gakkai in questi venti anni e dalle prove concrete accumulate utilizzando la strategia del Sutra del Loto e approfondendo il legame con il maestro.
Ogni giorno il mio Daimoku era diretto a proteggere e sostenere infermieri, medici e operatori sanitari, tutti chiamati in prima linea a contrastare un nemico invisibile a rischio della propria vita. Recitavo Daimoku per tutte le persone decedute in solitudine durante questa pandemia, abbandonate nelle strutture, in ogni parte del mondo. Sentivo dentro di me che la paura per la mancanza di lavoro faceva capolino, ma era il momento di realizzare un profondo cambiamento, abbandonare ogni pregiudizio, ogni pensiero ombroso e affidarmi sempre di più al Gohonzon.
Poi, inaspettatamente, a metà aprile mi ha chiamata la produzione televisiva con cui ho lavorato due estati fa, per sapere se ero disponibile a girare cinque puntate speciali sulla quarantena dei ragazzi, per la serie tv in cui avevo interpretato la madre della protagonista. Ma questa volta il mio personaggio era un’infermiera durante il Coronavirus!
Così in pieno lockdown, quando tutto era fermo, mi sono ritrovata su un set super protetto, dopo un anno e mezzo che non lavoravo, impegnata a trasmettere al pubblico la grande umanità di un’infermiera, eroina coraggiosa e fiera del suo lavoro. E chi meglio dei miei compagni di fede, delle loro esperienze vissute sul campo e pubblicate sulle Newsletter in queste settimane poteva aiutarmi a costruire questo personaggio?!
È stata un’ennesima meravigliosa esperienza di fede, sull’importanza del sangha e della relazione con il maestro che ci incoraggia a non arrenderci mai. Un’ennesima prova di quanto potente sia recitare Daimoku per gli altri, per kosen-rufu. Sto incoraggiando tante persone e parlo della pratica buddista agli altri, anche sul set.
E continuerò a praticare con la stessa determinazione perché, al di là della pandemia, condizioni di emergenza esistono ogni giorno in Italia e nel mondo con i migranti, con le guerre, con la fame…
Come scrive il maestro Ikeda: «Nulla è più importante della pace, nulla porta più felicità» (NRU, prefazione).