In questo mese
5 marzo 1966
• Fondazione della Divisione uomini
16 marzo 1958
• Giorno di kosen-rufu
• • •
Cosa rappresenta per te il 16 marzo?
Lucrezia R. (18 anni): È il giorno che ti fa ricordare la tua missione. La cosa più bella, però, è decidere e rideterminare come se ogni giorno fosse il 16 marzo.
Riccardo A. (12 anni): Per me significa decidere di portare avanti kosen-rufu, che è un compito divertente! Lo sto facendo in classe: ho fatto shakubuku a tutti i miei compagni e ai professori.
Elena C. (15 anni): Per me il 16 marzo significa kosen-rufu. Contribuire a questo obiettivo mi fa sentire felice. È una scorciatoia per la felicità perché ti fa recitare Daimoku per te e insegnarlo agli altri.
Lucrezia P. (18 anni): Nella nostra quotidianità spesso ci chiudiamo in noi stessi, fino a non sentire più profondamente il motivo reale per cui siamo nati: portare avanti kosen-rufu. Per me il 16 marzo è rideterminare, tutti insieme, di ascoltare questo voto e di portarlo avanti per tutta la vita. Il 16 marzo non è un punto di arrivo, è un continuo nuovo inizio.
• • •
Le nostre storie / L’energia dentro di me
di Davide, 15 anni, Napoli
Passioni: scacchi, programmazione, videogames e beat box
Pratico il Buddismo dal settembre del 2015. Mia madre ha cominciato nel 2003, mentre mio papà non pratica.
Prima non potevo definirmi molto sereno: per un lungo periodo mi sentivo inferiore a tutti, non riuscivo a creare legami con gli altri, ero veramente frustrato e sempre sulla difensiva. La cosa peggiore per me era l’imbarazzo che provavo quando parlavo con qualcuno, poiché ho un problema di disfluenza verbale, una particolare forma di balbuzie.
Cominciai a praticare, mi sentivo ancora in balìa delle circostanze esterne, come se aspettassi che cambiassero da sole. Dopo vari tentativi mi resi conto che stavo sbagliando e compresi che quando pratichiamo attiviamo l’energia vitale che si trova dentro di noi: dunque si deve veramente credere nel fatto che le cose che per noi sono più spiacevoli possano cambiare. E l’input, il desiderio di miglioramento, deve provenire da noi stessi.
Continuando a praticare ho preso consapevolezza di me stesso e dei graduali cambiamenti che avvenivano, e così ho cominciato a percepire in modo diverso tutto ciò che mi circonda. Da pessimista (erede di Leopardi…) sono diventato ottimista (…discepolo di Nichiren), un bel passo avanti!
Pian piano ho risolto anche altre difficoltà. Ad esempio, da permaloso che ero, sono diventato bonario. Inoltre, mentre prima mi sentivo rifiutato da tutti, adesso mi sento compreso e accettato.
Grazie agli incoraggiamenti del presidente Ikeda, ho capito che il trucco è fare il primo passo autonomamente, senza paura e senza dipendere da nessuno. Grazie alla pratica sento che posso prendere consapevolezza della mia infinita energia vitale e posso trasformare tutto ciò che mi circonda da negativo in positivo, da oscurità a illuminazione.
Per quanto riguarda il mio problema della balbuzie, ho capito che questo aspetto fa parte di me e non posso eliminarlo o far finta di niente. Posso invece accettarlo assieme a tutte le mie caratteristiche, belle o brutte che siano, e abbracciarle tutte, sforzandomi di sottolineare soprattutto le mie qualità e proseguire la mia vita al meglio.
• • •
Il 16 marzo, Giorno di kosen-rufu
Era l’alba del 16 marzo 1958, quando seimila giovani da tutto il Giappone cominciarono a radunarsi per un’importante riunione che si sarebbe tenuta quel giorno con il secondo presidente della Soka Gakkai Josei Toda. Tutti quei giovani consideravano Toda il loro maestro, e il fatto di poterlo incontrare rappresentava la massima gioia per ognuna e ognuno di quei seimila discepoli. Tutti erano carichi di determinazione.
Josei Toda era debilitato a causa di una malattia e venne trasportato a bordo di una lettiga sul palco, con il giovane Daisaku Ikeda sempre al suo fianco. Poi Toda si alzò e proruppe con la voce che sembrava il ruggito del re leone: «Oggi desidero affidare a voi giovani questa missione. Vi affido il futuro, conto su di voi, conto su di voi per realizzare kosen-rufu» (RU, 12, 261).
Il 2 aprile, pochi giorni dopo, il presidente Toda morì. Quella fu la riunione in cui il testimone passò dal maestro ai discepoli. A partire dal 1958, il 16 marzo è il giorno in cui i discepoli si alzano e promettono al maestro di realizzare kosen-rufu.
Il significato di ogni ricorrenza nel Buddismo è infatti legato alla decisione che prendiamo nel nostro intimo e come agiamo per realizzarla. La cosa importante, perciò, è costruire nel nostro cuore l’indomito spirito del 16 marzo e continuare ad avanzare insieme al nostro maestro Daisaku Ikeda, per sempre.
Per approfondire:
La rivoluzione umana, vol. 12, capitolo IV “I successori”