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I primi tre presidenti della Soka Gakkai e la missione dei giovani - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 15:52

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I primi tre presidenti della Soka Gakkai e la missione dei giovani

In questo saggio pubblicato sul Seikyo Shimbun del 26 aprile 2003, il maestro Ikeda, parlando del 3 maggio, giorno in cui fu nominato terzo presidente della Soka Gakkai, riporta la visione di Toda sulla leadership e sulla grande missione dei giovani

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In questo saggio pubblicato sul Seikyo Shimbun del 26 aprile 2003, il maestro Ikeda, parlando del 3 maggio, giorno in cui fu nominato terzo presidente della Soka Gakkai, riporta la visione di Toda sulla leadership e sulla grande missione dei giovani

«Colui che guida o resiste fermamente a un grande movimento, con esso cresce al di là della propria misura individuale». Sono parole dello scrittore austriaco Stefan Zweig (1881-1942). Noi diventiamo forti quando siamo messi alla prova da venti impetuosi che accendono il nostro spirito combattivo in una fiamma vigorosa. Questa è l’essenza dello spirito della Soka Gakkai.
Il mio maestro Josei Toda, secondo presidente della Soka Gakkai, dichiarò: «Voglio liberare il mondo dal dolore e dalla miseria!». Questo è il profondo desiderio che animò tutta la sua vita. Finché ci saranno persone che soffrono e vivono in condizioni di miseria, finché ci saranno al mondo delle persone, la nostra lotta per kosen-rufu non finirà. Ecco perché quando il mio maestro ci lasciò, misi da parte il mio indescrivibile dolore e senza fermarmi un istante continuai ad avanzare con assoluta determinazione.
Il 29 aprile 1958 scrissi nel mio diario: «Io combatterò per provare la grandezza del mio maestro a tutto il mondo. Avanzerò, dritto verso l’obiettivo. Combatterò con risolutezza, cavalcando le possenti onde degli ostacoli e dei demoni» (Diario giovanile, Esperia, pag. 660).
Quando scrissi queste parole, era passato circa un mese dalla morte di Toda. Le forze che si opponevano al nostro movimento sostenevano che la Soka Gakkai sarebbe fallita o si sarebbe disgregata. Ma io ero assolutamente determinato a proteggere la nostra organizzazione. L’ultimo desiderio espresso da Toda – «Dopo che sarò andato, lascerò tutto in mano a te» – non ha mai lasciato i miei pensieri, nemmeno per un attimo.

Qualcuno doveva alzarsi. Qualcuno doveva incoraggiare i nostri membri, sprofondati nel dolore, e agire come una luminosa fonte d’ispirazione e di speranza. Quel compito spettava a me, come discepolo a cui il signor Toda aveva affidato il futuro del nostro movimento, il discepolo che aveva fatto propria la visione del maestro.
Il Buddismo è severo: «Se maestro e discepolo hanno diverse menti, non realizzeranno nulla» (Fiori e frutti, RSND, 1, 808).
Il primo presidente della Soka Gakkai, Tsunesaburo Makiguchi, diede la vita per la sua fede. E anche Toda, il secondo presidente, dedicò totalmente la sua vita a kosen-rufu. Ecco perché, come discepolo di Toda, io stesso mi sono alzato con la determinazione di dare la mia vita. Questo era l’unico modo di ripagare il mio debito di gratitudine verso di lui.
In quel soleggiato 3 maggio del 1960, quando fui nominato terzo presidente della Soka Gakkai, diedi inizio a un’impresa epocale, una lotta che sarebbe durata per tutta la vita. Come i miei predecessori, determinai di non lesinare la mia vita per lo scopo di kosen-rufu e per i nostri nobili membri, con la convinzione che la linfa vitale della non dualità di maestro e discepolo, da cui dipende la perpetuazione dello spirito autentico del Buddismo di Nichiren Daishonin, si trova unicamente negli sforzi compiuti per portare avanti questa eredità di dedizione verso gli altri.

Dal giorno in cui diventò presidente, Josei Toda annunciò con profonda determinazione che il terzo presidente della Soka Gakkai sarebbe emerso dal Gruppo giovani.
La durata a lungo termine di un movimento o di un’organizzazione si decide nel corso della terza generazione. Nel febbraio del 1954, il presidente Toda ebbe un malore presso la sede centrale della Soka Gakkai. In quel periodo, le lezioni private che teneva per me, in quella che io chiamavo l’“università Toda”, vertevano sulla storia giapponese. Quando iniziò lo studio del periodo Tokugawa (1600-1868), Toda sottolineò con acuta visione storica che erano stati i primi tre shogun (comandanti) Tokugawa [Tokugawa Ieyasu (1542-1616), il suo successore Hidetada (1579-1632), e il suo successore Iemitsu (1604-51)] a costruire solide fondamenta per gli oltre duecento anni di pace e prosperità che seguirono.
In una serata di marzo del 1954, mentre lo accompagnavo a casa con la mia auto, Toda mi disse: «Daisaku, è importante che ricordi questo. La terza generazione è decisiva. La terza generazione è cruciale!». Ciò avveniva poco prima della mia nomina a responsabile del Gruppo giovani.

Le guide di Toda, indipendentemente dal tema trattato, offrivano sempre eccellenti lezioni nell’arte della leadership. Ieyasu Tokugawa sosteneva che la pace e la durata di un regno dipendono dalla compassione di chi governa. Questa visione della leadership emerse in uno dei nostri dialoghi e Toda disse, guardandomi con gentilezza: «Il carico di responsabilità di un leader è veramente impegnativo».
Toda ammoniva severamente i responsabili della Soka Gakkai sottolineando che il successo di un’organizzazione dipende non dai membri, ma dai suoi leader. I responsabili – diceva – esistono solo per portare avanti kosen-rufu e proteggere i membri. La Gakkai non ha bisogno di responsabili che parlano soltanto e non agiscono. Come Makiguchi ha dimostrato con il suo esempio, lo spirito di prendere l’iniziativa è l’autentica tradizione della leadership nella Soka Gakkai.
È essenziale che i responsabili si domandino ogni giorno: “Il mio cuore risplende del coraggio di affrontare qualsiasi sfida?”, “Sono animato da un senso di missione per kosen-rufu e da un instancabile desiderio di incoraggiare i miei compagni di fede?”, “Sono armato della “spada” della verità e della giustizia per eliminare la falsità e l’ingiustizia?”, “Ho lo spirito di lavorare in unità con gli altri, con forza incrollabile?”
Chiedo ai nostri responsabili di aprire la strada alla vittoria assoluta su tutti i fronti, con questo traboccante spirito combattivo.

Ricordo che il presidente Toda aveva sottolineato l’importanza delle prime tre generazioni anche in un discorso rivolto a noi giovani un anno prima, nel 1953. Era il 28 aprile, giorno del settecentesimo anniversario dalla fondazione dell’insegnamento del Daishonin. Circa ottocento giovani si erano riuniti ai piedi del Monte Fuji, una zona legata alla figura di Nanjo Tokimitsu, un discepolo del Daishonin. Tutti noi accogliemmo il presidente Toda cantando Una stella cade nel vento autunnale sulla pianura di Wuchang.
In seguito, dopo una sessione di domande e risposte, ci stringemmo intorno al nostro maestro e studiammo il grande classico cinese, Il romanzo dei Tre Regni. Davanti a una mappa degli antichi regni cinesi, ci scambiammo le nostre considerazioni sugli eroi Liu Pei, Chang Fei, Kuan Yü, Chuko Kung-ming e Ts’ao Ts’ao, e il presidente Toda condivise con noi le sue profonde osservazioni.
Quando arrivammo a parlare di Sun Ch’üan, che a diciannove anni diventò il terzo governatore di Wu, Toda affermò che al tempo della terza generazione di leader, le figure capaci che avevano supportato i governanti precedenti erano ormai invecchiate, inflessibili e conservatrici. Riguardo alla terza generazione, disse Toda, il punto cruciale era se i giovani potevano partecipare alla leadership del paese o di un’organizzazione, e se potevano essere ispirati e guidati. Affermò che la terza generazione era fondamentale.
Queste parole di Toda illuminano la vita della nostra organizzazione per kosen-rufu e contengono la chiave per la prosperità eterna della Soka Gakkai. Il terzo presidente deve avanzare con risolutezza insieme ai giovani. Deve essere in grado di suscitare e risvegliare la passione, la forza e la speranza dei giovani. Questa era la guida di Toda, che amava i giovani, confidava in loro e li allenava con dedizione.
Ognuna di queste occasioni di ascoltarlo era per me una solenne cerimonia di trasmissione da vita a vita, dal maestro al discepolo. Quando assunsi il mio incarico di terzo presidente, avanzai con l’unico obiettivo di costruire una Soka Gakkai dei giovani, una Soka Gakkai eternamente giovane. Il mio unico obiettivo era portare a compimento la visione del mio maestro e adempiere alla mia missione per kosen-rufu.
A breve festeggeremo l’anniversario della fondazione dell’insegnamento del Daishonin, il 28 aprile, seguito da un altro glorioso 3 maggio, il giorno della Soka Gakkai. Accogliamo queste tappe fondamentali con lo stato vitale più alto possibile, consapevoli di aver lottato per la verità e la giustizia con tutto il cuore, con l’incontenibile gioia di aver realizzato una vittoria completa.

La Legge mistica è la fonte dell’eterna giovinezza. La gioventù è la forza per non essere sconfitti da nulla.
È la forza di continuare a lottare per raggiungere un azzurro cielo brillante, anche quando cade la pioggia e soffia il vento. La giovinezza è uno spirito impavido. È lo spirito di non farsi intimidire da alcuna sfida, di affrontare con coraggio e superare tutti gli ostacoli. Osservate la cittadella della “giovane” Soka Gakkai – che brilla di uno splendore simile al sole – che ora sta cominciando ad apparire davanti ai nostri occhi, nel nuovo secolo! I giovani, che hanno inciso lo spirito dei tre presidenti nel cuore, sono coloro che avranno il ruolo di leader nel costruire questa magnifica cittadella.
Il filosofo tedesco Friedrich Nietzsche (1844-1900) si appellò così alla gioventù: «Possa il valore di tutte le cose essere ristabilito da voi. Con questo scopo dovreste lottare! Con questo scopo dovreste costruire!».
Giovani Soka! Per sempre giovani leoni di verità e giustizia! Create una nuova storia, create traguardi dorati di vittorie!

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