Deprecated: Function strftime() is deprecated in /var/www/vhosts/ilnuovorinascimento.org/wp-dev.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/themes/nuovo-rinascimento/functions.php on line 220
La trasformazione del karma  - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 08:25

629

Stampa

La trasformazione del karma 

La vita è immancabilmente accompagnata da difficoltà. E di certo le incontreremo anche nei nostri sforzi per kosen-rufu. In questa parte esploriamo i vari tipi di ostacoli e impedimenti che sorgono nel corso della pratica buddista e approfondiamo il significato di “fede per superare gli ostacoli”

Dimensione del testo AA

Il Buddismo di Nichiren Daishonin è un insegnamento che mette in grado le persone di trasformare la propria vita al livello più profondo, spezzando tutte le limitazioni del karma, o destino, e aprendo la strada al progresso. È un insegnamento per trasformare in meglio il proprio karma e assicurarsi una condizione vitale felice, che duri a lungo nel futuro. In questa sezione esaminiamo il concetto di trasformazione del karma, così come l’importanza di considerarlo come la nostra missione in questa vita.

1) Trasformare il proprio karma

Nella vita incontriamo vari tipi di problemi e sofferenze, alcuni dei quali sono effetti evidenti di azioni e scelte da noi compiute in questa vita. Ma vi sono anche problemi di cui non sappiamo identificare la causa, rispetto ai quali potremmo pensare: «Non ho fatto niente di male. Come mai devo soffrire così?». Dal punto di vista del Buddismo possiamo considerare questo tipo di sofferenza come un effetto che si manifesta in questa vita a causa di azioni negative compiute nelle esistenze passate. Questo è chiamato il principio del karma. 
La parola “karma” deriva da un termine sanscrito che significa “azione”. Le azioni compiute nelle vite passate, che hanno il potere di influenzare la nostra felicità o infelicità in questa vita, costituiscono il nostro “karma dalle vite passate” o destino. Sebbene il karma possa essere sia buono che cattivo, di solito il termine è riferito al cattivo karma, cioè all’accumulo nel passato di cause negative che produce come effetto la sofferenza nel presente.
Il Buddismo parla delle “tre esistenze della vita” e di “causa ed effetto attraverso le tre esistenze”, esprimendo una visione che non è limitata all’esistenza presente, ma è un continuum che si estende dal passato al presente e al futuro. Le azioni compiute nelle esistenze passate sono cause che si manifestano come effetti nell’esistenza presente, e le azioni che compiamo nel presente sono cause che produrranno effetti nelle esistenze future. Se una persona ha posto cause negative in passato, ne sperimenterà gli effetti in questa vita sotto forma di sofferenza, mentre se ha posto buone cause nelle vite passate, gli effetti positivi in questa vita si manifesteranno come fortuna, pace e felicità.
Questa è una descrizione della legge generale di causalità esposta dal Buddismo, che è alla base del concetto di karma.
Secondo questa visione, tuttavia, anche se dovessimo prendere coscienza delle cause della nostra attuale sofferenza, potremmo fare ben poco per risolverla in questa vita, perché fin quando permangono le cause poste nel passato, continuiamo a provare sofferenza. Inoltre, queste cause verrebbero trasformate solo dopo aver prodotto i loro effetti.
In tal caso, tutto ciò che potremmo fare sarebbe aspettare che le cause negative, una dopo l’altra, producano i loro effetti, fino a esaurirle tutte, facendo attenzione a non produrre altre cause negative nel frattempo; ma questo processo richiederebbe innumerevoli vite.
Dunque questa visione del karma ci offre ben poche speranze di migliorare la nostra vita e, peggio, potrebbe indurci semplicemente a rassegnarci al nostro destino.
In contrasto con questa visione, Nichiren Daishonin ci insegna come trasformare il nostro karma in questa vita. In Lettera da Sado afferma che le grandi persecuzioni che stava subendo non potevano essere attribuite alla legge generale di causa ed effetto esposta nel Buddismo, ma piuttosto alle offese nei confronti del Sutra del Loto e dei suoi praticanti da lui stesso commesse nelle esistenze precedenti. «Tuttavia le mie sofferenze non sono ascrivibili a questa legge causale. Nel passato ho disprezzato i devoti del Sutra del Loto, ho anche messo in ridicolo, ora esaltandolo ora denigrandolo, il Sutra del Loto» (RSND, 1, 270).
In questo passo il Daishonin afferma che offendere o disprezzare il Sutra del Loto – cioè commettere “l’offesa verso l’insegnamento corretto”–  è la causa negativa più forte che si possa porre.
Il Sutra del Loto racchiude il nucleo essenziale del messaggio del Buddismo secondo cui tutte le persone possono conseguire la Buddità e sono degne di rispetto, e bisogna impegnarsi per realizzare la felicità propria e degli altri. Per tale ragione offendere il Sutra del Loto equivale a disprezzare o negare il vero potenziale e la dignità degli esseri umani; rappresenta quindi il male fondamentale, che dà origine a ogni sorta di causa negativa. Secondo il Daishonin possiamo ottenere uno stato vitale di autentica felicità in questo mondo se smettiamo di commettere il male fondamentale di non credere nell’insegnamento corretto e di offenderlo, e invece realizziamo il bene fondamentale credendo in esso, proteggendolo e diffondendolo. Così, sostituendo la massima causa negativa con la massima causa positiva, anche il conseguente risultato si trasformerà in senso positivo. L’essenziale, per questa trasformazione, è la recitazione di Nam-myoho-renge-kyo.
A proposito della frase: «Tutte le colpe, come brina e rugiada, potranno sciogliersi al sole della saggezza» (SDL, 465) che si trova nel Sutra di Virtù Universale, l’epilogo del Sutra del Loto, il Daishonin afferma: «“Tutte le colpe” sono impedimenti karmici […] e questi sono come brina o rugiada. Perciò, benché essi esistano, possono essere dissolti dal sole della saggezza. Il sole della saggezza è Nam-myoho-renge-kyo» (Raccolta degli insegnamenti orali, cfr. BS, 124, 50).
Se crediamo nel Gohonzon e ci impegniamo a recitare Nam-myoho-renge-kyo per la felicità nostra e degli altri, faremo sorgere il sole della Buddità nella nostra vita dissolvendo il karma negativo di molte vite passate, come brina o rugiada al sole.

2) Alleggerire la retribuzione karmica

Pur impegnandoci nella nostra pratica buddista, non saremo mai completamente liberi dalle difficoltà della vita. Nel corso delle nostre lotte per kosen-rufu sorgeranno numerosi ostacoli e impedimenti. Il Daishonin spiega che incontrare tali avversità ci permette di trasformare il nostro karma, ed è quindi un beneficio della pratica buddista, definito “alleggerimento della retribuzione karmica”.
Il concetto di “alleggerimento della retribuzione karmica” è spiegato come segue.
Il karma pesante che deriva dalle gravi offese commesse nelle vite passate crea pesanti sofferenze non solo nella vita presente, ma anche in quelle future.
Il potere benefico della nostra pratica buddista – che consiste nel credere nell’insegnamento corretto e nell’adoperarsi per diffonderlo – ci permette di ricevere gli effetti di tali offese in questa esistenza attuale, e in forma alleggerita.
In questo modo è possibile trasformare in una sola esistenza tutto il karma negativo creato dall’infinito passato.
Riguardo al principio dell’alleggerimento della retribuzione karmica, il Daishonin afferma: «Le sofferenze dell’inferno svaniranno immediatamente» (RSND, 1, 173). Nel momento in cui trasformiamo il karma negativo, ci liberiamo da sofferenze peggiori in questa esistenza e in quelle future. In questa prospettiva le avversità che incontriamo diventano preziose opportunità per liberarci dal karma negativo e temprare la nostra vita. A tal proposito, il Daishonin scrive: «Una bella spada si ottiene battendo il ferro incandescente. I santi e i saggi sono messi alla prova dagli insulti. Il mio attuale esilio non è dovuto ad alcun crimine mondano; è per permettermi di espiare in questa esistenza le mie gravi offese passate ed essere libero dai tre cattivi sentieri nell’esistenza futura» (RSND, 1, 269).

3) Assumere volontariamente il karma appropriato

Coloro che perseverano nella fede anche di fronte alle difficoltà trasformano il proprio karma, e in questo modo daranno un nuovo significato alla loro vita. A questo proposito il Sutra del Loto spiega il principio di “assumere volontariamente il karma appropriato” [per adempiere il proprio voto].
Gli esseri viventi nascono in un particolare tempo e luogo in virtù di due diversi tipi di cause: in accordo con i loro desideri e il loro voto, o come risultato del karma.
In generale, il Buddismo spiega che i bodhisattva nascono in questo mondo animati dal desiderio di adempiere il loro voto, mentre le persone comuni nascono nelle circostanze presenti come effetto del loro karma.
In particolare, il Sutra del Loto spiega che i bodhisattva, che hanno accumulato un’immensa fortuna con la loro pratica buddista nelle vite passate, rinunciano volontariamente alle ricompense per le loro azioni pure e scelgono invece di nascere in questo mondo impuro e pieno di malvagità.
Questo perché provano compassione per gli esseri viventi e desiderano salvarli dalla sofferenza, e di conseguenza anche loro incontreranno sofferenze, proprio come le persone comuni che nascono in questo mondo malvagio a causa del loro cattivo karma.
Se abbracciamo questo punto di vista, le avversità che incontriamo assumono un significato nuovo. Poiché siamo persone che superano i problemi attraverso la fede, possiamo considerare la nostra vita in questo mondo malvagio e le sofferenze che sopportiamo non come l’effetto del nostro cattivo karma, ma come un’opportunità per adempiere al nostro voto di bodhisattva di condurre le persone alla felicità. Condividendo le sofferenze degli altri come se fossero le nostre, possiamo mostrare con il nostro esempio come superarle. Riferendosi a coloro che vivono in base a questo principio di “assumere volontariamente il karma appropriato [per adempiere il proprio voto]”, il presidente Ikeda osserva: «Tutti abbiamo il nostro karma o destino.
Ma quando lo guardiamo dritto in faccia e ne cogliamo il vero significato, allora ogni avversità può aiutarci a condurre una vita più ricca e profonda.
Le azioni che compiamo per trasformare il nostro destino diventano un esempio e una fonte d’ispirazione per innumerevoli altre persone. Quando trasformiamo il nostro karma in missione, la funzione del nostro destino da negativa diventa positiva. Chi trasforma il proprio karma in missione è una persona che ha “volontariamente assunto il karma appropriato”.
Perciò, chi continua ad avanzare considerando qualsiasi cosa come parte della propria missione, sta procedendo verso la trasformazione del proprio destino».

(continua)

©ilnuovorinascimento.org – diritti riservati, riproduzione riservata