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Trasformare il veleno in medicina. Viviamo un’esistenza vittoriosa con una fede basata sul principio di “trasformare il karma in missione” - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 12:15

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Trasformare il veleno in medicina. Viviamo un’esistenza vittoriosa con una fede basata sul principio di “trasformare il karma in missione”

Di seguito un ampio estratto della seconda puntata della serie Verso un secolo della salute. La saggezza per realizzare buona fortuna e lunga vita

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La parola Soka (creazione di valore) è un altro termine per indicare la speranza.
È la forza in grado di creare valore persino dalla malattia – una delle sofferenze fondamentali a cui l’essere umano non può sfuggire – trasformando qualcosa che si tende a detestare in una chiave per realizzare la nostra rivoluzione umana, che ci permette di crescere e migliorare.
Senza dubbio nei due caratteri che compongono la parola “Soka” pulsa la filosofia della vittoria che ci permette di non lasciarci sconfiggere dalle prove della vita, e anzi di superarle con determinazione. […]
È assolutamente impossibile che una persona che abbraccia e sostiene la Legge mistica non diventi felice. La malattia non è, nel modo più assoluto, un ostacolo che si manifesta per impedirci di realizzare la nostra missione. Per una persona che recita il Daimoku della Legge mistica e si dedica fino in fondo a kosen-rufu, la malattia è un tesoro inestimabile che le permette di far risplendere al massimo la sua vita.
[…] Nelle lettere inviate alla sua famiglia durante il duro periodo della prigionia, il primo presidente della Soka Gakkai, Tsunesaburo Makiguchi, citò più volte un principio buddista fondamentale: il potere di “trasformare il veleno in medicina”.
In una di queste lettere si legge: «Per ciascuno di noi la fede è la cosa più importante. Anche se dovessimo affrontare calamità e sfortune, è fondamentale rafforzare sempre di più la nostra fede avendo chiaro che, paragonate a quelle subite dal Daishonin, le nostre “persecuzioni” equivalgono a una goccia nell’oceano. Noi che conduciamo un’esistenza avvolta da benefici illimitati, non possiamo provare rabbia o risentimento in situazioni del genere. Un giorno, anche grazie alle esperienze che stiamo vivendo adesso, saremo sicuramente in grado di comprendere il principio esposto nelle scritture buddiste e nel Gosho per cui “il veleno si trasforma in medicina”».
Makiguchi lottò fino alla fine contro l’oppressione del governo militarista dell’epoca, anche in carcere, e riuscì a trasformare in medicina il veleno del «grande male» che si era abbattuto sui maestri e i discepoli Soka. Egli aprì il cammino in grado di trasformare questo grande male nel «grande bene» rappresentato dalla fiducia che il mondo intero nutre attualmente nei confronti della Soka Gakkai (Grande male e grande bene, RSND, 1, 992).

Tuffiamoci tra le persone

Riportando tutto questo alla vita di ciascuno di noi, ciò significa che anche il “veleno” di qualsiasi prova, sofferenza o difficoltà ci si presenti, può essere trasformato in una “medicina” che ci permette di comprendere sempre meglio la profondità dell’esistenza e di arricchire la nostra condizione vitale.
Il maestro Toda era solito affermare: «Esternamente possiamo anche apparire come “Bodhisattva Povertà” o “Bodhisattva Malattia”, ma in realtà è solo un ruolo che stiamo interpretando sul palcoscenico della nostra vita. Di fatto, siamo dei Bodhisattva della Terra. Provate a mettere in scena con gioia e con coraggio lo spettacolo della vostra esistenza, e a mostrare fino in fondo la prova concreta della grandezza della Legge mistica!».
In questa puntata approfondiremo il significato dell’espressione “la saggezza per realizzare buona salute e lunga vita” attraverso il principio buddista di “trasformare il veleno in medicina”.

Rafforzare la condizione vitale

[…] Nel Gosho La cura delle malattie karmiche, il Daishonin scrive: «[Ho saputo dalla tua lettera che sei stato colpito da una dolorosa malattia.] Sapere che tu soffri mi addolora, ma, d’altra parte, è anche motivo di gioia» (RSND, 1, 562). Come esprimono queste parole, il Daishonin è profondamente addolorato alla notizia della malattia del suo amato discepolo Ota Jomyo, e considera la sua sofferenza come la propria. Tuttavia, dopo aver riconsiderato la malattia a un livello più profondo, afferma che questa è per lui motivo di gioia perché, attraverso l’esperienza della malattia, è possibile trasformare il karma in missione.
Il fatto di ammalarci rappresenta per noi una prova per allenare e fortificare la fede, approfondire la nostra pratica buddista e lucidare la nostra vita. Attraverso la nostra lotta con la malattia, basata sul Daimoku, siamo in grado di stabilire e sviluppare la condizione vitale di Buddità che attraversa eternamente le tre esistenze di passato, presente e futuro, senza mai essere distrutta. Siamo assolutamente in grado di trasformare il veleno in medicina.
Per questo il Daishonin afferma che la malattia è fonte di gioia.
«Ci sono sei cause di malattia: 1) disarmonia dei quattro elementi; 2) assunzione impropria di cibo e di bevande; 3) pratica sbagliata della meditazione seduta; 4) attacco di spiriti maligni; 5) azione dei demoni; 6) effetti del karma» (La cura delle malattie karmiche, RSND, 1, 562).
Questo passo citato dal Daishonin è tratto dall’opera di T’ien-t’ai Grande concentrazione e visione profonda, in cui vengono descritte quelle che all’epoca erano considerate le sei cause fondamentali di malattia. Sebbene risalga a secoli fa, approfondire questa analisi costituisce ancora oggi un’opportunità per rivedere le nostre abitudini quotidiane.
1) Disarmonia dei quattro elementi: i “quattro elementi” sono la terra, l’acqua, il fuoco e il vento che, secondo l’antico pensiero orientale, compongono tutte le cose, compreso l’essere umano. La “disarmonia dei quattro elementi” si riferisce a condizioni climatiche anomale e ad altri squilibri nel mondo naturale che hanno una profonda influenza sul corpo umano e possono causare varie malattie.
2) Assunzione impropria di cibo e di bevande: si tratta del caso in cui ci si ammala poiché non si ha cura delle proprie abitudini alimentari.
3) Pratica sbagliata della meditazione seduta: è il caso in cui ci si ammala per via di uno squilibrio nei ritmi della vita quotidiana.
4) Attacco di spiriti maligni: con “spiriti maligni” qui si intendono malattie causate da fattori esterni che attaccano il nostro corpo. In termini moderni, si tratta delle malattie causate da batteri e virus.
5) Azione dei demoni: con questa espressione si fa riferimento alle malattie che insorgono nel momento in cui impulsi e desideri causano uno sconvolgimento del normale funzionamento di mente e corpo. Tra queste, sono comprese anche le malattie che ostacolano la pratica buddista.
6) Effetti del karma: si tratta delle malattie causate dal karma, costituito dalle azioni accumulate nelle vite passate. In altre parole le propensioni, le tendenze distorte e il karma profondamente radicati nella nostra vita diventano causa di malattia.
È interessante osservare che queste sei categorie, che racchiudono il sapere dell’epoca in merito alle malattie e a come affrontarle, non sono affatto in contraddizione con le attuali conoscenze scientifiche. La visione buddista ci permette di affrontare correttamente la malattia e di vivere meglio la realtà della nostra vita, nel totale rispetto della medicina.
In questa prospettiva, se rapportate ai giorni nostri, le prime quattro categorie possono essere interpretate come saggi suggerimenti per non ammalarsi. Vorrei quindi confermare nuovamente i quattro motti fondamentali per godere di buona salute: “un Gongyo energico e concentrato”, “una vita senza eccessi né sprechi”, “azioni altruistiche” e “una sana cultura alimentare”. Nella nostra epoca, anche il fatto di assicurarsi di dormire bene e di cercare di non accumulare stress sono accorgimenti colmi di saggezza che ci permettono di mantenerci in salute. Inoltre, una fede in grado di individuare, smascherare e sconfiggere le “azioni dei demoni” – la quinta causa di malattia – è il fondamento di un’esistenza basata sulla saggezza in cui si manifesta il principio di “fede uguale vita quotidiana”. […]

Gli illimitati benefici della Legge mistica

Il Daishonin afferma inoltre che una persona che recita il Daimoku di Nam-myoho-renge-kyo, anche se dovesse essere colpita da una malattia karmica, riuscirà sicuramente ad aprire una breccia e a superare questa grande difficoltà. Anzi, la malattia costituisce un’occasione per ottenere gli illimitati benefici della Legge mistica. Nel Gosho si legge:
«Come una persona caduta al suolo si rialza appoggiandosi al suolo stesso» (La cura delle malattie karmiche, RSND, 1, 563). […]
In questo Gosho il Daishonin incoraggia Ota Jomyo a mantenere fino in fondo una forte fede, senza mai lesinare la propria vita, poiché sarà sicuramente in grado di prolungare la sua esistenza.

Pregare con una fede limpida

Anche se ci dovessimo ammalare, la cosa fondamentale è non lasciarci sconfiggere nello spirito. Vi sono persone che, nonostante siano colpite da malattie estremamente difficili da curare, vivono fino in fondo portando avanti la loro nobile missione, recitando Daimoku fino alla fine e infondendo coraggio a tutti coloro che le circondano. In questo modo riescono a ribaltare completamente il significato della loro malattia. Questa è la fede in grado di trasformare il veleno in medicina. Questa è la saggezza per realizzare un’autentica salute.
A volte la nostra vita sembra oscurata da una spessa coltre di nubi. Tuttavia, se riusciamo ad attraversarle con un Daimoku potente come un aeroplano, oltre quelle nubi si aprirà l’immenso cielo azzurro dove il sole della Buddità inerente alla nostra vita risplende luminoso.
Sarà come quando, dopo aver vagato nella notte più buia, grazie ai raggi del sole che sorge ci si accorge di essere circondati da una terra vasta e rigogliosa, ricoperta di meravigliosi fiori variopinti e allietata dal soave cinguettio degli uccelli.

Dal “karma” alla “missione”

Lo stesso principio vale per i concetti di “alleggerimento della retribuzione karmica” e di “trasformazione del karma in missione”.
Quando vengono illuminate dalla nobile natura di Budda, le nostre sofferenze, pur rimanendo tali, ci appaiono in modo totalmente diverso.
Nichiren Daishonin afferma: «Sapere che tu soffri mi addolora, ma, d’altra parte, è anche motivo di gioia»; allo stesso modo, facendo risplendere la nostra Buddità saremo in grado di trasformare in modo spettacolare il veleno in medicina, passando da una condizione in cui ci lamentiamo e soffriamo per il nostro karma, domandandoci come mai ci siamo ammalati, a una condizione in cui risplendiamo della nostra missione e comprendiamo che è proprio grazie alla malattia che possiamo trasformare il nostro karma in missione. […]
La Legge mistica permette alle persone comuni in preda alle illusioni di conseguire la Buddità così come sono, nella forma presente.
Ciò significa che recitando il Daimoku della Legge mistica è possibile trasformare i tre sentieri delle illusioni e dei desideri, del karma e delle sofferenze nelle tre virtù del corpo del Dharma, della saggezza e dell’emancipazione completa. In altre parole, una persona in preda alle illusioni e ai desideri che la portano a soffrire, a dubitare e ad angosciarsi, nel momento in cui viene illuminata dalla saggezza del mondo di Buddità può, così com’è, orientarsi verso la speranza. In questo modo diventa possibile “trasformare il veleno in medicina”.
Riconoscendo le illusioni, i desideri e le sofferenze esattamente per quello che sono e affrontandoli in modo risoluto, riusciamo a far emergere e a manifestare il mondo di Buddità inerente alla nostra vita, e a costruire una condizione vitale di assoluta felicità.
La chiave che ci permette di realizzare questo cambiamento radicale è racchiusa nelle parole del Gosho: «Quando c’è da soffrire, soffri; quando c’è da gioire, gioisci. Considera allo stesso modo sofferenza e gioia e continua a recitare Nam-myoho-renge-kyo» (Felicità in questo mondo, RSND, 1, 607).

La famiglia della persona malata

In un altro Gosho indirizzato alla moglie di Ota Jomyo, La donna che offrì un pezzo d’oro, il Daishonin afferma che, grazie alla sua offerta sincera, non solo le saranno risparmiate grandi sfortune nella vita presente, ma otterrà benefici tali che si estenderanno anche ai suoi figli (cfr. RSND, 2, 678).
Oltre a prendersi cura e incoraggiare con tutte le forze ogni singolo discepolo, Nichiren Daishonin si preoccupava anche per i suoi familiari. Quando la monaca laica Toki cadde gravemente malata, il Daishonin assicurò al figlio Iyo-bo – che stava portando avanti la pratica buddista sotto la sua ala protettiva – che stava pregando con forza per la guarigione di sua madre (cfr. Preghiera per la guarigione della monaca laica, RSND, 2, 628).
Quella con la malattia è una lotta che non coinvolge solo la persona che viene colpita, ma anche la sua famiglia. Sicuramente alcuni di voi si stanno impegnando al massimo affrontando sofferenza, stanchezza e difficoltà per curare e assistere i propri cari. Per favore, fate sempre tesoro della vostra salute. Siate profondamente convinti che il Gohonzon veglia su ogni cosa e che la vostra famiglia in lotta con la malattia è sicuramente protetta dal potere della Legge mistica.
Non vi è alcun dubbio che i Budda e i bodhisattva delle dieci direzioni e delle tre esistenze vi stanno proteggendo.

Infondere coraggio e speranza

I miei cari compagni di fede che, nonostante la malattia, vivono dedicandosi completamente alla propria missione, non solo risplendono della luce più brillante, ma infondono coraggio e speranza a moltissime persone. In altre parole, attraverso la malattia stanno aprendo il grande cammino della felicità per sé e per gli altri.
D’altra parte, se godessimo fin dall’inizio di una vita agiata e felice, in cui non mancasse nulla, non riusciremmo a comprendere il cuore delle persone che soffrono, né saremmo in grado di mostrare loro la grandezza del Buddismo del Daishonin. Già solo adottando la prospettiva della fede, il significato della malattia cambia completamente.
Il Daishonin afferma: «È vero che nella tua famiglia qualcuno è malato? Se è così, non può essere opera dei demoni. Probabilmente le dieci fanciulle demoni stanno mettendo alla prova la tua fede» (I due tipi di fede, RSND, 1, 799).
Scegliere deliberatamente di nascere in circostanze difficili e dolorose, per poter mostrare alle persone il potere del Buddismo affrontando e vincendo con coraggio qualsiasi avversità: questa è un’esistenza basata sul principio di “assumere volontariamente il karma appropriato” e sul voto dei Bodhisattva della Terra.
Nichiren Daishonin ha iscritto il Gohonzon per permettere a tutte le persone di trasformare radicalmente la propria condizione vitale risvegliandosi a questo voto; attraverso la sua stessa vita, che ha interamente dedicato alla propagazione della Legge mistica sopportando con tenacia ogni persecuzione, ci ha mostrato la grandezza dell’esistenza umana. Anche se in questo momento stiamo manifestando la condizione di malattia, ciò non offusca in alcun modo la grandezza, la preziosità e lo splendore inerenti alla nostra vita. La nostra stessa esistenza è un tesoro, il più nobile e prezioso che ci sia. Non vi è alcun dubbio che riusciremo a condurre l’esistenza più felice, appagante e colma di speranza.

Affrontare la malattia è prova di salute

In passato ho avuto il piacere di incontrare René Simard, ex rettore dell’Università di Montreal, in Canada, nonché esperto nell’ambito della ricerca sul cancro, e Guy Bourgeault, eminente specialista di bioetica, con i quali ho condotto dei dialoghi sui temi di nascita, invecchiamento, malattia e morte che sono stati raccolti con il titolo L’essenza dell’uomo. Guy Bourgeault ha definito la salute come «una tensione fra equilibrio precario e dinamica costante di ristabilimento, piuttosto che assenza di malattia» (L’essenza dell’uomo, Esperia, 89). Trovo sia una visione acuta e profonda. Possiamo affermare che la “salute” sia una condizione in cui si riesce ad affrontare la sfida del “demone della malattia” e a contrastare con tutte le forze i suoi attacchi. A maggior ragione, noi che abbracciamo e sosteniamo la Legge mistica continuando a sforzarci incessantemente per kosen-rufu, «giorno dopo giorno e mese dopo mese» (Le persecuzioni che colpiscono il santo, RSND, 1, 885), riusciamo a vivere con profondità e forza vitale un’esistenza davvero “in salute”. “Non mi lascerò mai sconfiggere dalla malattia!”, “Vincerò assolutamente contro il demone della malattia!”: il voto di un Bodhisattva della Terra che ha una tale determinazione è la chiave per portare avanti con tenacia la propria missione. Già solo affrontando la malattia con un tale ichinen, risoluto e incrollabile, la strada vittoriosa di una “vita in salute” – pervasa dalle quattro virtù di eternità, felicità, vero io e purezza – si apre naturalmente, in tutto il suo splendore. […]

Un’esistenza che risplende

Tutti noi che abbracciamo e sosteniamo la Legge mistica, in grado di trasformare il veleno in medicina, non dobbiamo temere alcuna malattia, assolutamente. Il punto fondamentale è far ardere sempre più in noi la speranza. È essenziale vivere pieni di entusiasmo, coraggio e allegria, determinati a reagire a qualsiasi difficoltà con uno spirito tale da esclamare: “Coraggio! È giunto il momento di realizzare la mia missione!”. Facendo risuonare il ruggito del leone del Daimoku che è in grado di vincere sul “demone della malattia”, continuiamo a incoraggiarci gli uni con gli altri e a vivere fino in fondo, insieme, un’esistenza che risplenda della nostra gloriosa missione!

(Daibyakurenge, ottobre 2019 )

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