«Il karma che attanaglia gli esseri umani può essere di ogni genere. Nella vita non possiamo sapere cosa potrà accadere. Anche le persone che sembrano economicamente agiate si trovano spesso angosciate e in preda alla paura, non riuscendo a sciogliere le loro ansie rispetto alla vecchiaia, la malattia e la morte. Noi ci stiamo sfidando nella nobile impresa, mai udita né realizzata finora, di trasformare il karma della società, del paese e dell’umanità intera, insegnando a tutte le persone la strada per erigere dentro di sé uno stato di felicità assoluta, che non vacilli mai. In un’impresa del genere è ovvio che ci vengano richiesti grandi sforzi. È l’esitazione che rende una persona codarda. L’importante è decidere nel tuo cuore. In quell’istante sgorgheranno dentro di te immensa forza e coraggio» (vol. 30, cap. 4, “Suonate la campana che annuncia l’alba”, p.ta 65, NR, 645, 30).
Questo passo de La nuova rivoluzione umana è ambientato nel 1981, quando il presidente Ikeda dopo l’Europa visita gli Stati Uniti e il Canada. Qui incoraggia una donna giapponese che si sta impegnando nella propagazione del Buddismo. Ogni volta che leggo questo passo mi da grande speranza. Prima di iniziare a praticare il Buddismo, la paura di perdere ciò che avevo era una sofferenza latente; diventando buddista ho invece dovuto affrontarla senza potermi tirare indietro. Le occasioni si ripetevano anche se in modo diverso: dai problemi di relazione, a quelli economici, dai datori di lavoro dispotici ai cambiamenti causati dalla situazione politica del momento. Qualunque cosa fosse, ogni volta perdevo quello che avevo e dovevo ripartire da capo.
Dover affrontare questa instabilità dell’ambiente è diventato il mezzo per trasformare il mio carattere fragile e scoprire, con grande stupore, che potevo far sgorgare dalla mia vita una forza e un coraggio che non sapevo di possedere. Navigando con la bussola del Gosho e del legame con il maestro cercavo di “decidere nel cuore” e di mantenere la decisione anche se l’ambiente non dava segnali incoraggianti. Questo è stato il punto importante che mi ha permesso ogni volta di “svoltare”. è così che sono diventata più forte e quindi più felice.
Dal maestro Ikeda ho imparato che anche quando soffriamo la cosa fondamentale è mantenere un cuore combattivo: per me ciò significa recitare Daimoku sforzandomi di credere che la Buddità esiste sempre nella mia vita, anche quando non la sento o quando il dubbio cerca di insinuarsi. In pratica è un allenamento a diventare padrona della mia mente.
In questo passo de La nuova rivoluzione umana Sensei afferma che tutti noi ci stiamo sfidando nella nobile impresa di trasformare il karma della società, e quest’anno ci chiede di pregare davanti al Gohonzon in modo “rivoluzionario” (cfr. NR, 664, 9), consapevoli che il cambiamento del nostro ichinen può cambiare il mondo.
In questo periodo di grande difficoltà per il mondo intero, sento che quello che conta è la decisione assoluta di trovare questa “preghiera rivoluzionaria” in unità col maestro e con tutti i compagni di fede consapevoli che: «Se ti preoccupi anche solo un po’ della tua sicurezza personale devi prima di tutto pregare per la pace e sicurezza di tutti e quattro i quadranti del paese» (cfr. RSND, 1, 25).