Tamotsu Nakajima ha incoraggiato le partecipanti ad approfondire le basi della pratica corretta affinché tutti possano ottenere benefici
«L’inverno si trasforma sempre in primavera», scrive sensei citando il Gosho. Finora non si è mai sentito di un inverno che sia ritornato autunno, né di un devoto del Sutra del Loto che non abbia ottenuto l’Illuminazione. Questo vale sempre. Giorno dopo giorno, attivamente, in ogni luogo i membri della famiglia Soka continuano a incoraggiare le persone. Come possiamo renderci utili per kosen-rufu nel mondo? Sensei scrive: «Tutto inizia con l’incoraggiare sinceramente la persona che hai di fronte» (pag. 5). Kosen-rufu inizia dalla persona davanti a te.
Questo sforzo continuo di sostenere gli altri è ciò che più conta. Incoraggiare una persona dopo l’altra è l’azione del Budda volta ad elevare la condizione vitale dell’umanità. Noi stiamo cercando di fare shakubuku, ma l’azione del Budda non finisce lì, bisogna continuare a prendersi cura di ogni persona, trasmettendo la pratica corretta. Quest’azione costante ci porta ad avere noi stessi grandi benefici. Siamo tutti discepoli di sensei, qualcuno pratica da più anni, altri meno, comunque siamo tutti Budda, perciò bisogna rispettarsi e andare avanti insieme. Senza il samgha sarebbe impossibile praticare. Il Buddismo si pratica in mezzo alla gente comune. Compiendo uno sforzo dopo l’altro possiamo fare la nostra rivoluzione umana, senza mai diventare arroganti.
La nostra organizzazione serve per aiutare i membri, per far ottenere benefici a tutti. Perciò bisogna prendersi cura anche di chi non sta frequentando le riunioni, senza dimenticare nessuno, senza lasciare nel limbo le persone…
I nostri maestri sono Makiguchi, Toda e Ikeda. I responsabili della Gakkai non sono i nostri maestri, semplicemente sono persone che si assumono la responsabilità di aiutare ognuno ad approfondire la pratica corretta, affinché tutti possano ottenere benefici. «I nostri compagni – scrive sensei – in perfetto accordo con lo spirito del Daishonin, hanno sempre creduto nella Buddità di ogni individuo e si sono dedicati senza sosta, con tutte le forze, a incoraggiare le persone dei loro gruppi e settori senza mai rassegnarsi o indietreggiare. È grazie a loro se oggi assistiamo a questa grandiosa espansione del movimento di kosen-rufu nel mondo» (Ibidem).
In Italia dal 1961 a oggi siamo arrivati a ottantottomila fedeli, proprio perché ognuno ha continuato a sfidarsi, andando a visitare a casa i membri per incoraggiarli e continuando a impegnarsi nella pratica buddista.
Le nostre riunioni sono occasioni per fare shakubuku e sostenere le persone, servono per approfondire la pratica buddista: Gongyo, Daimoku, studio. Per migliorare noi stessi abbiamo il Gosho e le guide del maestro, è questo che bisogna trasmettere agli altri, non le nostre idee personali!
Non c’è separazione tra noi e gli altri. Incoraggiare gli altri equivale a incoraggiare se stessi. Questo è un principio fondamentale del Buddismo.
Adesso intensifichiamo i nostri sforzi volti a incoraggiare i giovani Bodhisattva della Terra che stanno emergendo ovunque, «intonando insieme splendide melodie di primavera» (pag. 5).
Quest’anno abbiamo l’obiettivo di arrivare a 20.000 membri giovani. Non è il numero in sé che conta, ma che ogni persona si risvegli al grande desiderio di realizzare kosen-rufu. Possiamo avere risultati positivi evitando i litigi e i pensieri negativi, stando attenti a non commettere nessuna delle quattordici offese, perché questo distrugge la buona fortuna. Bisogna decidere di non farle. Se riusciamo a eliminare le quattordici offese, sicuramente tutte le cause positive che mettiamo ogni giorno produrranno molto più effetto. Quando si comincia a parlar male di qualcuno si creano fazioni, si distrugge l’armonia, e così si frena la realizzazione di kosen-rufu.
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La vita brilla di gratitudine
Tomoko Kimura, vice responsabile nazionale donne, ha parlato dello spirito dell’offerta leggendo un poema di Daisaku Ikeda sulla gratitudine
Una persona che prova gratitudine è una persona felice.
Un cuore pieno di gioia e ricchezza, vivace e luminoso,
brilla di buona fortuna e virtù.
Una persona che non prova gratitudine non è felice.
Le persone si allontanano da chi è sempre scontento,
si lamenta, prova gelosia e rancore.
La sorgente per far brillare la nostra vita
si trova nell’ichinen basato sul debito di gratitudine.
Riconoscere che ciò che abbiamo in questa esistenza
è grazie all’aiuto di tante persone
e provare profonda gratitudine per questo,
vuol dire riconoscere e affermare noi stessi.
Così possiamo costruire una forte base e svilupparci.
Riconoscere i debiti di gratitudine significa sfidarsi
nella propria rivoluzione umana
per aprire al massimo le nostre potenzialità.
Il grande scrittore Goethe afferma:
«Tante volte incontriamo persone
verso cui abbiamo un debito di gratitudine
perché ci hanno sostenuto, ma spesso ci dimentichiamo
e non lo riconosciamo».
È proprio così. Non bisogna mai dare per scontato
coloro che ci hanno sostenuto e aiutato.
Dimostrare gratitudine anche solo con una parola
tocca il cuore umano.
Questo cuore è la base che determina tutto.
Se non dimentichiamo i debiti di gratitudine,
nella nostra vita emergono infinito coraggio e saggezza
che possiamo manifestare attraverso le nostre azioni.
Una persona che prova gratitudine risplende
e il mondo prospera.
(Seikyo Shimbun, febbraio 2017)