Roberta Rossi, responsabile di un gruppo di Terni, ci ha raccontato di come hanno accolto due nuovi giovani che a febbraio hanno ricevuto il Gohonzon
«Adesso desidero che ciascun membro si impegni a lottare con coraggio come se fosse Shin’ichi Yamamoto».
Daisaku Ikeda, NRU, vol. 30, cap. 2, p.ta 37
Nel gruppo in cui sono responsabile ci sono sempre tante giovani donne e tanti giovani uomini agli zadankai. Ci chiedono spesso come facciamo a fare shakubuku a tanti giovani, e l’unica risposta che abbiamo trovato è che ci sforziamo di avere rapporti profondi cuore a cuore. Cerchiamo di avere cura di ogni singola persona, incontrandoci anche in contesti informali, come davanti a un caffè, cerchiamo di far arrivare il calore della famiglia Soka.
Inoltre abbiamo capito che è fondamentale che i giovani si sentano inspirati dalle esperienze di vittorie gioiose e di valore, non solo di altri giovani ma anche degli adulti.
In sintesi le parole chiave sono per noi: empatie, condivisioni, esempi di vittorie.
Nel mese di febbraio 2018 una giovane donna ed un giovane uomo sono diventati membri, entrambi ispirati sia dall’esempio e dalla determinazione della giovane donna che li ha portati nel gruppo ed accompagnati con passione a ricevere il Gohonzon, sia da tutti noi, giovani e adulti, uniti per kosen-rufu.
A gennaio abbiamo determinato per il 2018 la vittoria assoluta di tutti i membri con l’obiettivo di accogliere almeno altri due nuovi membri giovani.
Per la campagna Io sono Shin’ichi Yamamoto, abbiamo deciso di fare una recitazione a settimana e molti membri hanno offerto la propria casa.
Vogliamo fare sempre un’attività divertente e gioiosa, in cui tutti possano respirare un’aria fresca e rigenerante.