Il primo saggio di Josei Toda che inaugura la serie che riproporrà i suoi scritti, è un testo dedicato alla fase della giovinezza come periodo per coltivare la lettura e la riflessione; in particolare, egli dice, i giovani devono sentire l’esigenza di scovare nelle loro giornate, dense di impegni e attività, il tempo per farlo. Nessuna scusa, quindi: i giovani che solitamente non leggono e che non sono abituati alla riflessione non possono aspettarsi di migliorare. Al contrario, afferma ancora Toda, coltivando queste qualità «la prossima epoca sarà piena di speranza».
Tre anni dopo la stesura di questo saggio, il 16 marzo 1958, Toda organizzò un incontro con seimila giovani, per essere sicuro che essi avessero chiaro che cosa ci si aspettava da loro. In quell’occasione chiese ai giovani se erano davvero pronti a farsi carico della stessa determinazione del maestro e a continuare a portare avanti l’impegno affinché ci fossero le condizioni in cui sempre più persone potessero vivere una condizione di benessere. In questo senso, scrive Tamotsu Nakajima nel suo editoriale, praticare correttamente il Buddismo di Nichiren Daishonin «significa far conoscere la Legge mistica agli altri. Gongyo e Daimoku servono per aiutare gli altri: recitando per kosen-rufu, per la felicità di tutti, sicuramente diventiamo felici noi stessi e realizziamo lo scopo della nostra vita».
La Divisione giovani sta crescendo e ogni giorno ci sono delle fantastiche occasioni per imparare da questi novelli discepoli uno spirito sempre rinnovato. Rispondendo alle nostre domande, Linda, Elena e i referenti degli studenti hanno portato una ventata di freschezza in queste pagine.
Un numero fatto principalmente dai giovani che hanno voluto ricordare il 16 marzo anche con il puzzle dell’immagine di copertina.
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