Deprecated: Function strftime() is deprecated in /var/www/vhosts/ilnuovorinascimento.org/wp-dev.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/themes/nuovo-rinascimento/functions.php on line 220
Roma - Lo spirito della città eterna è racchiuso nella rete solidale dei giovani - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 13:53

669

Stampa

Roma – Lo spirito della città eterna è racchiuso nella rete solidale dei giovani

Presentiamo un saggio di Daisaku Ikeda, dalla serie “Incontri indimenticabili – Amici con un cuore come il sole”, pubblicato sulla rivista Pumpkin del 27 gennaio 2020

Dimensione del testo AA

Presentiamo un saggio di Daisaku Ikeda, dalla serie “Incontri indimenticabili – Amici con un cuore come il sole”, pubblicato sulla rivista Pumpkin del 27 gennaio 2020

Una città di felicità eterna
nel mio cuore;
creiamo e percorriamo
insieme
il cammino della gioia.

C’è un’espressione a me particolarmente cara, che ho condiviso spesso con i giovani incoraggiandoli a farne tesoro. Si tratta della domanda: “A quale scopo? Per quale motivo?”.
Questa domanda ci permette di tornare ogni volta al punto di origine fondamentale nella fede e fa emergere in noi la forza per continuare a percorrere il cammino della nostra missione.
Credo inoltre che sia la sorgente dell’energia per costruire la società e la nostra stessa esistenza, dialogando con l’essenza dell’umanità e con tutti gli esseri viventi, trascendendo il tempo e lo spazio.
Marco Aurelio (121-180 d.C.), celebre imperatore nonché filosofo dell’antica Roma, si interrogava così: «Ogni singolo essere esiste per uno scopo: il cavallo, la vite […]. Anche il sole dirà: “Esisto per un determinato compito” […]. E tu, allora, per quale scopo esisti?».
Credo che l’attitudine a porsi sinceramente questa domanda – “A quale scopo? Per quale motivo?” – sia anche alla base della costruzione di Roma e della prosperità che, nel corso dei secoli, l’ha portata a essere definita “Città eterna”.
Dalla mia prima visita nel 1961 ho incontrato moltissimi amici in tutta Italia, a cominciare dalla capitale, Roma. Sono tutti dotati di un forte spirito di ricerca nei riguardi della filosofia della vita, e di una mente sempre aperta, volta a imparare con vivacità da culture diverse con lo stesso spirito che ha animato fin dai tempi antichi le popolazioni del Mediterraneo, dove diverse civiltà si sono incontrate e si sono unite in modo armonioso.
Inoltre amano dialogare, e sul palcoscenico della vita quotidiana ciascuno di loro esprime i propri sentimenti anche attraverso i gesti delle mani e del corpo, proprio come se fossero attori famosi. Condividono una grande filosofia e una cultura altrettanto grande, e si preoccupano gli uni degli altri.
Insieme dialogano, insieme studiano e, nelle situazioni avverse, insieme piangono, vincono e sorridono: in questo modo i miei cari amici italiani stanno espandendo giorno dopo giorno la rete solidale della “repubblica umana”.

Anche nelle salite impervie
piene di difficoltà indescrivibili
se ho degli amici
con cui condividere dolore e gioia,
non ho paura.

Vi è un detto pieno di saggezza che ho spesso condiviso nel corso dei miei dialoghi con personalità di tutto il mondo. Si tratta dell’affermazione di Terenzio (190-185/159 a.C.), celebre drammaturgo dell’antica Roma: «Sono un essere umano, nulla di ciò che è umano mi è estraneo».
I nostri predecessori dell’antica Roma ricercarono un cammino per vivere meglio, osservando se stessi e basandosi sul punto d’origine comune e universale: l’essere umano.
Qui è racchiuso lo spirito che porta a unire gli individui, superando qualsiasi differenza di etnia. Questo spirito è in seguito rifiorito con la cultura rinascimentale, e ha dato i suoi frutti anche in epoca moderna e contemporanea con una nuova visione umanistica.
«Tutte le vittorie e il progresso umano riposano sulla forza interiore dell’individuo»: questa era la convinzione di Maria Montessori (1870-1952), madre amorevole, promotrice di un’educazione che valorizzava la spontaneità e la dignità dei bambini, e che contribuì al movimento per l’emancipazione delle donne.

A Roma le strade, i negozi e le abitazioni si mescolano ai reperti archeologici e si vive in mezzo alla storia.
Ammirando i monumenti del Foro romano o un Arco di Trionfo nel cuore della città, si può rivivere la prosperità di allora, quando Roma era riuscita a unire Europa, Africa e Asia. Anche il Pantheon, giunto fino ai nostri giorni quasi perfettamente integro, dopo millenovecento anni si erge maestoso come simbolo dell’eccezionale conoscenza architettonica dell’epoca.
Prestando ascolto sembra quasi di udire in ogni angolo di Roma, anche nelle strade più trafficate, un appello accorato: “Nulla a questo mondo può sfuggire all’impermanenza della vita, fatta di ascesa e declino. Ciononostante, in che modo si possono tramandare alle generazioni future valori eterni, che non periscano mai?”.
Il professor Aurelio Peccei (1908-1984), fondatore del Club di Roma, un istituto di ricerca globale, era un mio caro amico per il quale ho sempre nutrito profondo rispetto e stima. Egli comprese che quando l’umanità si trova di fronte a sofferenze e avversità, sono sempre le capacità dell’individuo a determinare il progresso o il declino, il successo o il fallimento.
Durante il nostro indimenticabile dialogo ci trovammo d’accordo sul fatto che realizzare la propria rivoluzione umana permette di sviluppare a pieno le illimitate capacità inerenti all’essere umano.
“La città eterna”: credo che questa espressione rappresenti il “luogo” dove ogni singola persona riesce a far emergere il potere creativo illimitato che è racchiuso nella sua vita. Lì continuano a emergere senza sosta persone capaci che creano valore. In questo modo, la solidarietà creativa continua a espandersi all’infinito.
A Roma ho condiviso con i miei amici la mia visione del futuro, quando la mia amata Italia avrebbe illuminato con i raggi di una nuova speranza l’intera umanità, come “città eterna di rinascita umana”, come “repubblica umana”. Abbiamo trascorso momenti indimenticabili e ricchi di significato: camminando insieme tra le rovine o mangiando panini, determinammo di far crescere compagni di fede che condividessero la nostra stessa determinazione, prendendoci cura di ogni singola persona. Questo perché eravamo consapevoli che un flusso eterno ha inizio da un singolo individuo.

Il coraggio e la speranza
che arde in ogni singola persona
è la fiamma
che illumina una storia
grandiosa.

Roma è una vera città d’arte. Oltre ad avere innumerevoli musei e gallerie, è ricca di palazzi storici, statue, piazze e fontane in diversi stili, tra cui quello rinascimentale e barocco; credo che molti di voi abbiano avuto modo di ammirare queste vedute di Roma, un vero e proprio capolavoro artistico, nel celebre film Vacanze romane. Tornando indietro nel tempo, la prima missione diplomatica giapponese in Europa fu quella dell’“l’Ambasciata Tensho”, partita dalla regione del Kyushu nel secolo sedicesimo, nel periodo rinascimentale. Nel secolo diciassettesimo, durante il periodo barocco, dalla regione del Tohoku partì una seconda missione, “l’Ambasciata in Europa nell’era Keicho”. Entrambe le delegazioni visitarono Roma, promuovendo fecondi scambi culturali tra oriente e occidente.
Nei Musei Vaticani è possibile ammirare l’arte dei maestri rinascimentali, come Michelangelo Buonarroti (1475-1564) e Raffaello Sanzio (1483-1520). Il grandioso ciclo di affreschi realizzato da Michelangelo nella volta della Cappella Sistina raffigurante “la creazione”, così come altri suoi capolavori come Il giudizio universale, ci trasmettono la consapevolezza che una singola persona possiede una forza incredibile che le consente di affrontare e vincere qualsiasi difficoltà e realizzare opere straordinarie. Queste opere ci fanno riflettere sull’origine dell’universo e dell’essere umano, sulla vera natura della vita e della morte, del peccato e della punizione, della giustizia e della vittoria, della bellezza e della bruttezza. Una tale ricerca di carattere universale mi commuove immensamente.
Raffaello ci ha lasciato innumerevoli splendide opere d’arte raffiguranti la Vergine con il Bambino, che hanno reso familiare in tutto il mondo la figura di Maria, madre amorevole che veglia sul suo piccolo e lo avvolge in un tenero abbraccio.
Ogni essere umano è nato da una madre. Per quanto i tempi possano cambiare, il legame che unisce madre e figli è eterno, è ciò che accomuna l’intera umanità ed è una fonte inesauribile di amore.
Nei Musei Vaticani, inoltre, è possibile ammirare opere d’arte realizzate da Raffaello insieme ai suoi allievi, a cominciare dalla celebre Scuola di Atene.
Oltre che per il suo talento, Raffaello è famoso per essere stato una persona di buon carattere, dal comportamento virtuoso, qualità che gli permisero di costruire una solida armonia tra gli artisti suoi collaboratori, che lavorarono insieme in unità realizzando grandi creazioni.
Grazie agli insegnamenti di Raffaello, pervasi da un profondo affetto, i suoi allievi poterono sviluppare notevolmente le loro capacità. Dopo la sua morte improvvisa, si assunsero la responsabilità di completare le opere incompiute del maestro e di diffondere lo stile di bellezza da lui creato.
In questo modo il maestro ha continuato a vivere tra i suoi discepoli. Il legame che si crea facendo crescere le persone e unendo le forze con gli altri – insieme all’eredità che viene trasmessa – permette la creazione di un valore indistruttibile, che dura per l’eternità.

Ci sono due cari amici di lunga data – miei e di mia moglie – che sono fratello e sorella.
La sorella più grande, nel fiore della sua giovinezza, si trasferì dal Giappone in Italia con il forte desiderio di dare il proprio contributo alla cultura e alla pace sul palcoscenico mondiale. Si iscrisse quindi all’Accademia di Belle Arti di Roma e, determinata a mettere salde e profonde radici in Italia, si mise a studiare la lingua italiana con pazienza, e a coltivare con costanza l’amicizia e la fiducia con ogni singola persona accanto a lei, tra cui i suoi compagni di Accademia e il proprietario della casa in cui viveva.
In seguito anche suo fratello minore, animato dalla stessa determinazione, si iscrisse all’Accademia di Belle Arti di Roma e, nonostante fosse molto difficile trovare lavoro, grazie ai suoi instancabili sforzi riuscì a diventare insegnante delle scuole medie.
Apprezzava sempre più gli italiani, allegri e solari, seri e onesti, che si prendono cura delle persone e hanno un forte desiderio di comprendersi reciprocamente; e così consolidò la sua determinazione di dedicare la propria vita a questa terra.
Una volta mi recai appositamente a Roma da Parigi per incontrarlo, con il desiderio di lodarlo e incoraggiarlo. Ha sempre continuato a coltivare il dialogo con moltissimi amici italiani, basandosi sul principio di “prendersi cura e far tesoro di ogni singola persona” e “dedicarsi completamente a ciascun individuo”.
In particolare, ha sempre trasmesso speranza affermando con forza che il destino non è qualcosa di prestabilito e ineluttabile, e che noi stessi possiamo cambiarlo.
Anche sua moglie, insegnante di ikebana (l’arte giapponese di disporre i fiori, n.d.t.), continua a diffondere il sorriso con gioia, affermando che tutte le difficoltà che ci troviamo ad affrontare sono il nutrimento che ci permette di trasformare noi stessi e far sbocciare fiori di felicità. Insieme a suo marito, ha continuato a impegnarsi attivamente con la convinzione che “rinascimento” significa che ogni singola persona che soffre riacquista vitalità.

Quando il grande politico e pensatore italiano Giuseppe Mazzini (1805-1872), che si impegnò attivamente anche a Roma come figura chiave del movimento per l’unificazione d’Italia, venne a sapere che un suo amico aveva perso il suo amatissimo e unico figlio ed era sprofondato in un abisso di dolore, gli inviò la seguente lettera: «Anch’io ho perso delle persone a me molto care, e ancora adesso ne sono estremamente addolorato. Riflettendo profondamente su tutto ciò, mi sono convinto che la vita non può che essere eterna, e che la legge della vita è un progresso infinito. Ho compreso che vivere fino in fondo un’esistenza ancora migliore e colma di amore verso l’umanità porterà gioia anche a coloro che sono venuti a mancare». Anche i miei amici italiani, di cui vado fiero, continuano a offrire il loro contributo in diversi campi incoraggiandosi a vicenda e superando qualsiasi tipo di difficoltà o sofferenza, come il dolore di perdere un familiare amato, la sofferenza che nasce dalle discordie familiari, la malattia propria o di un membro della famiglia, o ancora le difficoltà economiche. Proprio come i gigli, simbolo di speranza nell’antica Roma, i miei amici sono fiori di speranza per la società, in quanto buoni cittadini.

Un mio caro amico di lunga data, nato a Roma, credeva che il suo lavoro in banca non fosse adatto a lui, e per di più soffriva a causa di difficoltà di relazione con i colleghi. Proprio in quel momento, però, fu profondamente colpito dall’incoraggiamento di un suo amico e cambiò completamente atteggiamento, assumendo un’attitudine positiva e proattiva al punto da affermare: «Non mi arrenderò mai! Qualsiasi cosa accada, troverò sempre una soluzione, assolutamente!».
Inoltre, durante un periodo di forte crisi economica a livello mondiale, si impegnò al massimo unendo le forze con i suoi colleghi e riuscì a ottenere risultati eccellenti divenendo un esempio per gli altri.
Dare il meglio di sé e impegnarsi sinceramente ora, nel luogo in cui ci si trova, fino a diventare una persona indispensabile: in ciò risiede lo splendore della propria missione.

Fiore di felicità
che continui a resistere
ora, qui dove ti trovi,
supera difficoltà e sofferenze
e sboccia con coraggio.

Il maestro del Barocco Gian Lorenzo Bernini (1598-1680), molto attivo a Roma nel campo dell’arte e dell’architettura, che collaborò tra l’altro alla realizzazione della Basilica di San Pietro – cuore della Chiesa cattolica – e della piazza antistante, affermò: «L’armonia è la cosa più bella al mondo».
Il mondo oscilla costantemente tra armonia e discordia. L’impegno più bello e prezioso, sia nella vita personale che nella comunità locale, è creare armonia tra mente e corpo, tra gli esseri umani e tra questi e la natura.
Inoltre, credo che la sfida per costruire la pace sia di riuscire a intessere l’armonia tra le varie etnie del mondo.
Il motto del Club di Roma è: “Pensare globalmente, agire localmente”.
In collaborazione con le Nazioni Unite e come Organizzazione non governativa (ONG) per i diritti umani, la rete solidale dei miei amici del Club di Roma ha organizzato eventi quali mostre, conferenze e campagne di raccolta firme a Roma e in altre città del mondo per promuovere i diritti umani, la pace, la nonviolenza e la tutela dell’ambiente.
Il padre fondatore dell’educazione Soka, Tsunesaburo Makiguchi, vissuto nello stesso periodo storico della “madre dell’educazione” Maria Montessori, morì in carcere per tener fede fino in fondo alle proprie convinzioni sulla libertà religiosa e la pace, senza mai piegarsi di fronte alle oppressioni del governo militarista giapponese dell’epoca; tutto questo ha portato e continua a portare all’espansione di una profonda fiducia.
I miei amici italiani hanno diffuso la filosofia della dignità della vita in vari modi, ad esempio pubblicando per la prima volta il Sutra del Loto in italiano. Vengono lodati e apprezzati per il loro impegno nel promuovere uno spirito di compassione, tolleranza e dialogo, in difesa dei diritti umani. Hanno organizzato un festival artistico di beneficienza a sostegno dei rifugiati, e intrapreso numerosi scambi con la FAO, che ha sede a Roma.

Ereditando e portando avanti la Dichiarazione per l’abolizione delle armi nucleari del mio maestro Josei Toda, la campagna Senzatomica guidata dai giovani è diventata il più grande movimento in Italia per l’abolizione delle armi nucleari.
I miei amici italiani continuano inoltre a promuovere il dialogo interreligioso e, puntando al disarmo nucleare e al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs), stanno lavorando sempre più a stretto contatto anche con il Vaticano.
Non solo, hanno realizzato l’Intesa con lo Stato italiano e si dedicano costantemente a costruire il bene comune, ovvero la prosperità e la pace nella società.
Nel 2018, insieme al professor Adolfo Pérez Esquivel, difensore argentino dei diritti umani, abbiamo presentato presso la Sala stampa estera di Roma il nostro appello congiunto dal titolo “Per i giovani del mondo – Appello alla resilienza e alla speranza”. Con il desiderio di affidare loro il compito di proteggere la dignità della vita e la nostra Madre Terra, nonché di eliminare la miseria e l’infelicità dal mondo, abbiamo lanciato questo appello «affinché i giovani si uniscano per affrontare le importanti sfide dell’umanità», affermando con assoluta convinzione che «se i giovani sapranno unirsi, potranno trovare soluzioni per percorrere insieme nuove strade di convivenza, di resilienza e di speranza» (NR, 630, 17).

I miei giovani amici italiani cantano con orgoglio: «All’arrivo dell’inverno / freddo e gelo affronterò / fiducioso ora il sole / brilla dentro me».
A prescindere dalle circostanze, la rete solidale dell’umanesimo brillerà sempre là dove i giovani fanno risplendere nei loro cuori il sole del coraggio, della saggezza e della compassione, domandandosi costantemente: “A quale scopo? Per quale motivo?”.
Italia, terra ammirata dall’intera umanità! Continuo a pregare con tutto me stesso affinché diventi una “città eterna dei giovani”!

Dagli sforzi incessanti
dei giovani,
nell’ombra,
sorge il sole
che rischiara il futuro.

©ilnuovorinascimento.org – diritti riservati, riproduzione riservata