Come annunciato, il secondo numero di ogni mese presenta un’ampia sezione dei capitoli più recenti della Nuova rivoluzione umana che, giunta al ventisettesimo volume, Daisaku Ikeda pubblica quotidianamente sul Seikyo shimbun. In queste pagine, rivolto alla platea giunta per ascoltare un suo intervento, Shin’ichi parla della differenza fra i benefici visibili e quelli invisibili: «I bambini ad esempio, trascorsi venti, trent’anni, diventano eccellenti adulti. I giovani alberelli crescono trasformandosi in grandi alberi. Anche la neve che scende silenziosa, se ci facciamo caso, si accumula in poco tempo tingendo tutto d’argento. Allo stesso modo, anche se in un primo momento non comprendiamo, in seguito ci accorgeremo che tutto si è trasformato in modo sorprendente e che le nostre preghiere sono state tutte esaudite. Questi sono i benefici invisibili».
I benefici invisibili sono quelli appunto che maturano istante dopo istante e non sempre riconoscibili a occhio nudo. Sono però i lenti e profondi mutamenti che portano l’essere umano a coltivare un atteggiamento fiducioso che non si lascia abbattere dalle difficoltà, neanche di fronte a tragedie come quelle che si abbattono sempre più frequentemente sul nostro territorio. Questa volta dalla Sardegna ascoltiamo la testimonianza di uomini e donne che ci raccontano la paura provata durante l’alluvione, insieme alla determinazione che eventi simili non accadano più.
E a proposito di alberelli che crescono e superano anche freddi inverni, la consueta rubrica dei giovanissimi delle Divisione futuro italiana ci regala parole confortanti: «Grazie alla pratica buddista alleniamoci a percepire il valore di ogni persona, indipendentemente da quanto sia compatibile con il nostro carattere. Andiamo avanti senza arrenderci mai con lo spirito di realizzare tutte le nostre promesse».
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