Dopo l’adozione di una versione breve di Gongyo, la SGI propone un testo delle preghiere silenziose che rispecchi ancora più chiaramente i suoi obiettivi e i principi ispiratori. Eiichi Wada, direttore generale della SGI, spiega le motivazioni di questa scelta
L’adozione della forma di Gongyo introdotta nel 2002 (vedere a questo proposito il Nuovo Rinascimento, n. 260, pag. 2 e n. 261, pagg. 20-24) è stata accolta con grande favore dai membri della SGI in tutto il mondo tanto che sono giunte anche molte richieste da parte di varie organizzazioni locali SGI per la revisione delle preghiere silenziose. In seguito alla delibera del Comitato direttivo e della Direzione generale della SGI è stata ufficilamente concordata anche l’adozione di un nuovo testo per le preghiere silenziose.
In giapponese è stato deciso di accettare l’introduzione di un nuovo termine che indicasse le preghiere silenziose, passando dall’utilizzo di “go-kannen-mon” a “go-kinen-mon”, da preghiere formali a preghiere che esprimono una determinazione individuale.
Cosa cambia
Nel caso della prima preghiera, non è necessario rivolgersi a est, perché nel Gohonzon stesso sono presenti le funzioni protettrici della vita e dell’ambiente. Perciò si offre questa preghiera rimanendo rivolti verso il Gohonzon, mandando loro Daimoku per aumentarne il potere di protezione. Per chi lo desidera può continuare a rivolgersi a est per la preghiera agli shoten zenjin.
La seconda preghiera, riassume sia la gratitudine per il Gohonzon, che per Nichiren Daishonin, Nikko Shonin e Nichimoku Shonin. Nichiren Daishonin rivelò il Gohonzon affinché tutte le persone potessero ottenere la Buddità in questa vita e si potesse realizzare kosen-rufu. Perciò esprimiamo il nostro profondo apprezzamento al Daishonin e giuriamo di dedicarci con fede nel Gohonzon.
Esprimiamo anche il nostro apprezzamento a Nikko Shonin e a Nichimoku Shonin per aver ereditato e trasmesso il vero spirito della fede nel Gohonzon e per il loro altruistico impegno per kosen-rufu. Questa preghiera è quindi un’espressione di apprezzamento e gratitudine totalmente diversa dal “culto” dei patriarchi successivi che ritroviamo nel clero.
La terza preghiera è dedicata alla realizzazione di kosen-rufu, uno degli intenti fondamentali della cerimonia di Gongyo, e a chi ne ha promosso lo sviluppo con il suo altruismo, Tsunesaburo Makiguchi, Josei Toda e Daisaku Ikeda. Crediamo che impegnarsi a rispettare e seguire il loro esempio sia la promessa più concreta e appropriata per la realizzazione di kosen-rufu.
Infine le nostre preghiere personali e quelle per i defunti vengono unificate in una unica preghiera.
Nichiren Daishonin e la lettura del sutra
Abbiamo resoconti inequivocabili del fatto che Nichiren Daishonin faceva Gongyo recitando i capitoli Espedienti e Durata del Sutra del Loto e così anche il suo legittimo successore Nikko Shonin. La pratica dei credenti laici era basata principalmente sulla recitazione di Nam-myoho-renge-kyo, ma, a seconda delle circostanze individuali, il Daishonin incoraggiava i discepoli ad aggiungere al Daimoku anche la lettura di alcune parti dei capitoli Espedienti e Durata.
Tuttavia all’epoca del Daishonin la recitazione di questi due capitoli non seguiva un modello prestabilito. Non era specificato quali parti andassero lette e nemmeno quanto spesso o per quante volte, cioè non esisteva il modello di Gongyo composto da cinque preghiere silenziose che si sviluppò nei secoli successivi.
Anche le raccomandazioni che il Daishonin rivolge in proposito ai suoi discepoli nel Gosho variano. In alcuni casi esorta a recitare le parti in prosa di entrambi i capitoli; in altri la recitazione del capitolo Espedienti fino alla spiegazione dei dieci fattori compresa (la parte che termina con nyoze-hon-makku-kyo-to) insieme alla sezione in versi, jigage, del capitolo Durata. Senza dubbio queste variazioni sono dovute all’attenzione con cui egli considerava le capacità, la situazione e le circostanze di ogni singolo individuo.
Gongyo comprende la cosiddetta “pratica primaria” e la “pratica integrativa”. La prima consiste ovviamente nella recitazione di Nam-myoho-renge-kyo. La recitazione del Daimoku è il mezzo per manifestare, sulla base del Gohonzon, la Buddità presente in noi, è la pratica di base per purificare e costruire la nostra vita e conseguire la Buddità in questa esistenza. E anche la pratica fondamentale per realizzare kosen-rufu. La “pratica integrativa” consiste nella recitazione dei capitoli Espedienti e Durata. In parole povere la recitazione di questi capitoli serve a lodare Nam-myoho-renge-kyo, la legge fondamentale per l’ottenimento della Buddità, utilizzando le incomparabili parole del Budda contenute in questi due capitoli.
Il significato originale di Gongyo nel Buddismo di Nichiren Daishonin consiste nel recitare Nam-myoho-renge-kyo con fede nel Gohonzon e nel lodare la Legge, purificando e rafforzando così la vita. Nel contempo per ognuno di noi lo scopo per il quale facciamo Gongyo è raggiungere la Buddità in questa vita e realizzare kosen-rufu.
La parte in versi del capitolo Durata è un riassunto del capitolo stesso; essa esprime il nucleo essenziale dei ventotto capitoli del Sutra del Loto, l’essenza del Buddismo. Il jigage espone la vita eterna del Budda. Il Daishonin si illuminò a questa condizione eterna di Buddità che esisteva dentro di lui e rivelò la propria Illuminazione come Nam-myoho-renge-kyo. In tal senso possiamo dire che la porzione jigage contiene la più profonda spiegazione e lode di Nam-myoho-renge-kyo di tutto il sutra.
Di conseguenza un Gongyo che consista della recitazione di un brano del capitolo Espedienti e della parte jigage del capitolo Durata, più la recitazione di Nam-myoho-renge-kyo esprime, senza la minima omissione, il significato e l’intento originale di Gongyo nel Buddismo di Nichiren Daishonin.
Cenni storici sulla pratica di Gongyo
Al tempo del Daishonin e di Nikko Shonin non esisteva un modello prestabilito di Gongyo. Esso si sviluppò nelle epoche successive, man mano che il Taiseki-ji cresceva e diventava un grande tempio con molti edifici e strutture. Faceva parte della pratica buddista dei preti compiere ogni giorno, prima dell’alba, un giro degli edifici principali ed eseguire la cerimonia di Gongyo in ognuno di essi. In totale erano cinque preghiere e tale pratica era chiamata Gongyo mattina o Ushitora Gongyo.
Poi, circa quattrocento anni dopo la morte del Daishonin, alla metà del periodo Edo (fine del XVII secolo-inizi del XVIII), si iniziò invece ad eseguire in un’unica sede questo Gongyo composto da cinque preghiere che prima si svolgevano in cinque luoghi diversi. Ancor più tarda è l’aggiunta successiva delle tre preghiere della sera che inizialmente erano riservate al clero e solo in seguito divennero un rituale istituzionalizzato.
All’epoca del secondo presidente della Soka Gakkai, Josei Toda, Gongyo venne incluso nella pratica dei credenti laici della Soka Gakkai, non solo come uno dei riti ma come parte essenziale della pratica buddista per ottenere l’Illuminazione personale in questa vita e realizzare kosen-rufu, sulla base del significato originario di Gongyo illustrato in precedenza. Da allora in poi i membri della Soka Gakkai e poi della SGI si sono dedicati sinceramente alla pratica di Gongyo.
Negli anni il nostro movimento per la realizzazione di kosen-rufu in tutto il mondo si è sviluppato su larga scala. Nel desiderio di istituire una pratica di Gongyo il più adeguata possibile alle esigenze dei tempi abbiamo deciso, in base all’accordo raggiunto nel 2002 e seguendo lo spirito originale di Nichiren Daishonin di adottare ufficialmente per la SGI la nuova forma di Gongyo .
In ogni caso è la fede sincera nel recitare Gongyo e Daimoku che fa scaturire da dentro di sé la condizione vitale di Buddità recando infiniti benefici e fortuna alla nostra vita. La fede rimane la cosa più importante. Mantenere l’atteggiamento postitivo di continuare a migliorare e ad avanzare è vitale nella pratica buddista.
Per concludere, spero che comprenderete sempre più profondamente il significato di questi cambiamenti applicandoli nella vostra pratica quotidiana di Gongyo.
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La nuova versione adottata dalla SGI
Rivolti al Gohonzon, suonare la campana e recitare Nam-myoho-renge-kyo, per tre volte, tutti insieme.
Gratitudine per le forze protettrici dell’universo (shoten zenjin)
(Questa preghiera si svolge solo al mattino e viene omessa nel Gongyo della sera che inizia direttamente con tre Daimoku e la recitazione del sutra).
Rimanendo rivolti al Gohonzon recitare Daimoku altre tre volte, tutti insieme (in segno di rispetto per le forze prottetrici dell’universo).
Chi lo desidera può continuare a volgersi a est per questa preghiera.
Offrire la seguente preghiera silenziosa:
Esprimo la mia gratitudine per le funzioni protettrici della vita e dell’ambiente (shoten zenjin) e prego affinché il loro potere possa essere ulteriormente rafforzato e accresciuto dalla mia pratica della Legge.
Recitare Daimoku per tre volte (*)
Recitazione del sutra seguita dal Daimoku
Suonare la campana.
Recitare la porzione del capitolo “Espedienti” (parte A)
Suonare la campana
Recitare la porzione del capitolo “Durata” (parte C)
Suonare la campana e recitare Daimoku
Suonare la campana e recitare Daimoku per tre volte (*)
Offrire le seguenti preghiere silenziose:
Gratitudine per il Gohonzon, per Nichiren Daishonin, per Nikko Shonin e per Nichimoku Shonin
Esprimo la mia più profonda devozione e la mia più sincera gratitudine al Dai-Gohonzon delle Tre grandi leggi segrete, donato al mondo intero.
Esprimo il mio rispetto e la mia più profonda gratitudine a Nichiren Daishonin, il Budda originale dell’Ultimo giorno della Legge.
Esprimo il mio rispetto e la mia più profonda gratitudine a Nikko Shonin.
Esprimo sincera gratitudine a Nichimoku Shonin.
Recitare Daimoku per tre volte (*)
Per l’ottenimento di kosen-rufu
Prego per la realizzazione del grande desiderio di kosen-rufu in tutto il mondo e perché la Soka Gakkai Internazionale possa eternamente adempiere a questa missione.
Esprimo la mia più sincera gratitudine ai tre presidenti fondatori, Tsu-ne-sa-bu-ro Makiguchi, Josei Toda e Daisaku Ikeda, eterni esempi di totale dedizione alla propagazione della Legge.
Recitare Daimoku per tre volte (*)
Preghiere personali e preghiera per i defunti
Prego per poter estinguere il karma negativo creato dalle mie offese alla Legge in questa vita e in quelle passate e per realizzare i miei desideri nel presente e nel futuro.
(offrire qui le proprie preghiere specifiche).
Prego per tutti i miei parenti, amici e credenti defunti. In particolare per:
(suonare la campana ripetutamente mentre si offrono le preghiere).
Recitare Daimoku tre volte (*)
Prego per la pace nel mondo e la felicità di tutta l’umanità.
Suonare la campana
Recitare Daimoku per tre volte, tutti insieme, per concludere Gongyo.
(*) Questi tre Daimoku sono recitati solo dalla persona che conduce il rito.