Sennichi-ama Gozen Gohenji – Raimon no Tsuzumi Gosho
Gosho Zenshu, pag. 1315
Gli scritti di Nichiren Daishonin, vol. 7, pag. 215
Ho ricevuto mille monete, un to[ref]To: misura di capacità corrispondente a 18 litri circa.[/ref] di riso seccato e altri generi. Tokusho Doji che offrì al Budda una torta di fango, rinacque come il Gran re Ashoka[ref]Questa storia appare nel Aikuo den (Biografia del re Ashoka). Due bambini, Tokusho Doji e Musho Doji, vedendo Shakyamuni che chiedeva l’elemosina, non avendo altro gli offrirono una torta di fango. Cento anni dopo la morte del Budda, Tokusho rinacque come il re Ashoka e Musho come la sua consorte.[/ref], e la vecchia che offrì al Budda una farinata di riso, rinacque come un pratyekabuddha[ref]Mentre Shakyamuni accompagnato da Ananda chiedeva l’elemosina, una vecchia offrì loro una farinata di riso era andata a male. Tuttavia, poiché l’intenzione della donna era sincera, ella rinacque come pratyekabuddha.[/ref].
Il Sutra del Loto è il maestro di tutti i Budda delle dieci direzioni e delle tre esistenze. I Budda delle dieci direzioni[ref]L’espressione “Budda delle dieci direzioni” include tutti i Budda dell’universo.[/ref] sono il Budda Zentoku a est, Muutoku a sud-est, Sendantoku a sud, Hose a sud-ovest, Muryomyo a ovest, Ketoku a nord-ovest, Sotoku a nord, Sanjogyo a nord-est, Koshutoku allo zenit e Myotoku al nadir. I Budda delle tre esistenze sono i mille Budda del passato kalpa della gloria, i mille Budda del presente kalpa della saggezza, i mille Budda del futuro kalpa della costellazione e tutti i Budda descritti nei Sutra Kegon, del Loto e del Nirvana e in tutti i sutra mahayana e hinayana, veri e provvisori, esoterici ed essoterici, e i bodhisattva dei mondi nelle dieci direzioni numerosi come granelli di sabbia, originano tutti dal singolo carattere myo[ref]Il myo di Myoho-renge-kyo, titolo della traduzione del sutra fatta da Kumarajiva. Myo significa mistico o meraviglioso.[/ref] del Sutra del Loto. Perciò il Sutra Fugen che conclude il Sutra del Loto[ref]Il Sutra Fugen ribadisce il messaggio del Sutra del Loto e sostiene la necessità di propagarlo.[/ref], dice: «I tre corpi illuminati del Budda originano da Hodo[ref]Hodo: parola formata di due ideogrammi, il primo significa dottrina corretta e il secondo imparziale o universale. In generale viene riferito ai sutra del Grande veicolo, qui indica il Sutra del Loto.[/ref]». Hodo è un termine indiano che in cinese è tradotto Grande veicolo e Grande veicolo, o Mahayana, è un sinonimo di Sutra del Loto. I Sutra Agon, paragonati alle scritture non buddiste, sono considerati sutra mahayana[ref]Mahayana significa Grande veicolo, cioè un insegnamento che conduce all’Illuminazione un gran numero di persone; Hinayana è il Piccolo veicolo che può salvare solo poche persone. Qui il Daishonin usa i due termini nel senso di insegnamento superiore e inferiore. I Sutra Agon sono in realtà insegnamenti hinayana, ma sono superiori alle scritture non buddiste.[/ref]; i Sutra Kegon, Hannya e Dainichi, paragonati ai Sutra Agon, sono sutra mahayana, ma paragonati al Sutra del Loto sono sutra hinayana o del Piccolo veicolo. Poiché nessun sutra sorpassa il Sutra del Loto, esso è l’unico sutra mahayana.
Spiegando con un esempio, i re degli ottantaquattromila paesi di Jambudvipa, sono chiamati grandi re nei loro rispettivi paesi, ma, se paragonati a un Re che gira la ruota[ref]Re che gira la ruota: sovrano ideale della mitologia indiana. Nel Buddismo sono i sovrani che governano i quattro continenti con giustizia girando la ruota ricevuta dal cielo al momento della loro incoronazione. Le ruote sono di quattro tipi: oro, argento, rame e ferro.[/ref], sono piccoli re. Così i re dei sei cieli del Mondo dei desideri e dei quattro cieli di meditazione possono essere considerati grandi o piccoli [a seconda del re con cui si paragonano], ma Daibonten che regna in cima al Mondo della forma è unicamente un grande re e non può mai essere chiamato piccolo re.
Un Budda è un figlio e il Sutra del Loto è un genitore. Se un genitore ha mille figli, lodando il genitore i suoi mille figli si rallegrano. Se si fanno offerte a un genitore, si fanno offerte anche ai suoi mille figli. Chi fa offerte al Sutra del Loto acquista lo stesso merito che se facesse offerte ai Budda e bodhisattva delle dieci direzioni, perché tutti i Budda delle dieci direzioni originano dall’unico carattere myo. Supponete che un leone abbia cento cuccioli: quando il leone ruggisce vedendo i cuccioli minacciati da altre fiere o da uccelli da preda, i cento cuccioli si sentono incoraggiati e la testa delle altre fiere e uccelli da preda si rompe in sette pezzi. Il Sutra del Loto è come un re leone che domina tutti gli altri animali.
Una donna che abbraccia il re leone del Sutra del Loto, non deve temere le belve dell’Inferno, dell’Avidità e dell’Animalità. Tutte le colpe commesse da una donna nella sua vita sono come erba secca; il carattere myo del Sutra del Loto è come una fiammella. Quando si accosta una fiammella a una distesa d’erba, non solo tutta l’erba, ma anche grandi alberi e grandi pietre saranno consumati dalle fiamme. Con il fuoco della saggezza del carattere myo, non solo tutte le colpe svaniranno, ma si trasformeranno in cause di benefici. Questo è il significato di cambiare il veleno in amrita[ref]Amrita: bevanda degli dèi. Si dice che cada dal cielo quando la terra è in pace. Amrita che significa “immortalità”, rimuoverebbe ogni sofferenza conferendo vita eterna.[/ref]. Per esempio, la lacca nera diventa bianca mescolandovi della polvere bianca: i peccati di una donna sono come la lacca e le parole Nam-myoho-renge-kyo sono come la polvere bianca.
Al momento della morte, se una persona è destinata a cadere nell’inferno, la sua pelle diventa scura e il suo corpo pesante come una pietra che solo mille uomini possono smuovere. Nel caso di una donna virtuosa, anche se è alta sette o otto piedi e di carnagione scura, al momento della morte la sua pelle diventa chiara e il corpo leggero come come una piuma d’oca e morbido come un fiocco di cotone.
Da Sado a questa provincia vi sono mille ri[ref]Ri: unità di misura lineare. Qui mille ri indicano una grande distanza.[/ref] di mare e montagne. Tu, come donna, hai mantenuto la fede nel Sutra del Loto e per anni mi hai fatto visita inviando qui tuo marito in tua vece. Sicuramente il Sutra del Loto, Shakyamuni, Taho e tutti i Budda delle dieci direzioni conoscono la tua devozione. Per esempio, anche se la luna nel cielo dista quarantamila yojana[ref]Yojana: la distanza che l’esercito poteva coprire in una giornata di marcia.[/ref], il suo riflesso appare istantaneamente negli stagni sulla terra; il suono del tamburo alla Porta del tuono[ref]Porta del tuono: una porta che si trovava a K’uai-chi nel Shao-hsing della provincia di Chekiang. Si dice che il suono del tamburo giungesse fino alla lontana Lo-yang.[/ref] si ode immediatamente a distanza di dieci milioni di ri. Benché tu sia rimasta a Sado, il tuo cuore è giunto in questa provincia.
Anche la strada per raggiungere la Buddità è così: noi viviamo nella terra impura[ref]Nei sutra precedenti e nello Shakumon del Sutra del Loto il mondo di saha abitato dai comuni mortali è una terra impura, piena di illusioni e sofferenza. Ma nello Honmon del Sutra del Loto, Shakyamuni rivela che il mondo di saha è la “Pura terra di Luce tranquilla”, la vera terra del Budda (Honkokudo myo)[/ref], ma il nostro cuore risiede sul Picco dell’Aquila. Vedere la faccia non è importante, è il cuore quello che conta. Un giorno ci incontreremo sul Picco dell’Aquila dove risiede il Budda Shakyamuni. Nam-myoho-renge-kyo, Nam-myoho-renge-kyo.
Rispettosamente,
Nichiren
Il 19 del decimo mese intercalare del primo anno di Koan (1278)
Cenni storici
Questa lettera era destinata a Sennichi-ama, la moglie di Abutsu-bo. Il Daishonin si era ritirato sul monte Minobu dal 1274 per curare la trasmissione dei suoi insegnamenti nel futuro. Aveva conosciuto Abutsu-bo durante l’esilio a Sado e tra i due si era formato subito uno strettissimo legame. Durante la permanenza a Sado, Abutsu-bo e sua moglie avevano sostenuto il maestro procurandogli cibo, vesti e materiale per scrivere. Da quanto emerge dalla lettera La Torre Preziosa, Abutsu-bo doveva essere attivo nelle attività di propagazione e nella cura dei discepoli di Sado. Benché fosse ormai anziano, dopo il perdono di Nichiren e il suo ritiro sul monte Minobu, aveva attraversato il Giappone per andare a trovarlo almeno tre volte, affrontando un cammino lungo e pericoloso. Sennichi-ama doveva essere una donna dotata di un grande spirito di ricerca e attenta studiosa di Buddismo; con questo scritto il Daishonin la ringrazia per le sue offerte e per aver permesso al marito di recarsi a Minobu.
Spiegazione
Ho ricevuto mille monete, un to di riso seccato e altri generi … rinacque come un pratyekabuddha.
Nei testi buddisti si narra la storia di due fratelli che, desiderosi di fare una offerta al Budda, ma non possedendo nulla, impastarono una torta con il fango e la donarono a Shakyamuni. Uno dei due, Tokusho Doji, per i meriti ottenuti con questa offerta sincera, rinacque come il grande Re Ashoka che governò su parte dell’India ed è ricordato per aver istituito un governo prospero e giusto basato sulla Legge buddista. Essendo un monaco, il Daishonin viveva delle offerte che riceveva; tuttavia non le considerava dirette a lui personalmente, ma al Sutra del Loto. Questo derivava dal fatto che dall’età di trentadue anni aveva fatto voto di dedicarsi al sutra affrontando ogni tipo di persecuzione per confutare gli insegnamenti errati e affermare la superiorità del Sutra del Loto. Mentre i monaci di altre sette consideravano le offerte come dovute e le usavano per concedersi agi e privilegi, il Daishonin dedicava tutto quello che aveva al Sutra del Loto. Il suo unico pensiero era rivolto a gettare le basi affinché Nam-myoho-renge-kyo si diffondesse e portasse pace e sicurezza a tutti gli abitanti della terra. La tradizione di fare offerte materiali è rimasta e il suo significato è valido ancora oggi. I contributi affidati all’organizzazione servono esclusivamente per compiere la volontà del Daishonin: propagare la Legge mistica. Le offerte in tal senso sono da intendersi destinate alla Legge. Tutti coloro che si impegnano nella pratica dell’offerta, sia materiale che spirituale, sono persone di valore che meritano la massima gratitudine e possono sentire i ringraziamenti del Daishonin espressi in questa lettera come rivolti a loro.
Il Sutra del Loto è il maestro di tutti i Budda … è un sinonimo di Sutra del Loto.
Nichiren prosegue lodando la grandezza della Legge. Il Sutra del Loto, in questa frase, deve essere inteso come il Gohonzon di Nam-myoho-renge-kyo mentre l’espressione «tutti i Budda delle dieci direzioni e delle tre esistenze» si riferisce alla natura di Budda di tutti gli esseri dell’universo nelle tre esistenze di passato presente e futuro. Per quanto ignari di possedere questo gioiello di inestimabile valore, tutti sono dotati della natura di Budda che è l’essenza stessa della Legge. Questa è la suprema rivelazione del Sutra del Loto ed anche l’essenza del Buddismo. Avere fede nel Sutra del Loto significa avere fede in Nam-myoho-renge-kyo e risvegliarsi alla natura di Budda propria e di tutti gli esseri. Non credere o negare la natura di Budda significa offendere il Sutra del Loto. In pratica questo si traduce nel non perdere mai la fiducia nelle persone. Lottare per mantenere la fiducia nelle persone rappresenta la lotta contro l’oscurità innata che invece porta alla divisione e al disprezzo.
«Il Sutra del Loto è il maestro di tutti i Budda» significa che per manifestare la natura di Budda dovremo fare del Sutra del Loto il nostro maestro. La mente cambia spesso e seguendo l’istinto o le emozioni possiamo causare la rovina nostra e altrui con azioni sconsiderate. “Fare della Legge il nostro maestro” significa invece basarci sulla recitazione del Daimoku di fronte al Gohonzon e sul Gosho, anche se non è una cosa facile. Non basta recitare, questa è solo la prima condizione, è necessaria la fede. La fede a sua volta si risveglia attraverso la pratica e lo studio. Quando parliamo dello studio, non parliamo tuttavia di un mero studio dottrinale. La conoscenza degli insegnamenti buddisti non ci libera dalle sofferenze e dalle illusioni finché non viene messa in pratica. Ad esempio il Daishonin dice: «“Con un’unica mente desiderano vedere il Budda e non risparmiano la propria vita”. Grazie a questa frase io, Nichiren ho fatto apparire la Buddità nella mia vita» (SND, 5, 4). «Grazie a questa frase» è una parola chiave e significa “vivendo questa frase”. Vuol dire che Nichiren aveva perfettamente messo in pratica quella frase del sedicesimo capitolo del Sutra del Loto. Allo stesso modo per assimilare gli insegnamenti buddisti e risvegliare una profonda fede esiste il Gosho da mettere in pratica. La raccolta degli scritti di Nichiren non è solo una sorgente di conoscenza ma la viva cronaca delle lotte vissute dal Daishonin e della sua Illuminazione. Il Gosho è scritto per essere vissuto e chi oggi, come modello per tutti, lo sta vivendo è il presidente Ikeda.
I Sutra Agon, paragonati alle scritture … e non può mai essere chiamato piccolo re.
Il Daishonin usa il sistema delle comparazioni per dimostrare la superiorità e l’importanza del Sutra del Loto. I Sutra Agon sono sutra Hinayana (Piccolo veicolo) ma paragonati ai testi non buddisti rappresentano comunque una grande rivelazione e possono essere considerati un Grande veicolo. Allo stesso modo i Sutra Kegon e gli altri sutra Mahayana, superiori comunque ai sutra Hinayana, paragonati al Sutra del Loto che è superiore a tutti, sono solo Piccoli veicoli. Dato il grande numero di sutra e scuole buddiste era necessario stabilire con chiarezza quali sutra fossero superiori e quali inferiori. Nel capitolo Espedienti (Hoben) del Sutra del Loto Shakyamuni spiega di aver fino ad allora predicato vari insegnamenti diversi (hoben) secondo la capacità delle persone per permettere a tutti di comprenderli e avvicinarsi alla verità fondamentale ma di non aver ancora rivelato la verità. Il Sutra del Loto invece fu esposto in accordo con la saggezza del Budda e in esso Shakyamuni abbandona gli espe-dienti, rivela che esiste una sola Legge e che il suo scopo è sempre stato quello di trasmetterla alla gente. La rivelazione del Sutra del Loto è che la natura di Budda è presente in tutti gli esseri dal tempo senza inizio e per questo è considerato l’insegnamento supremo. Il sistema del confronto e della comparazione è molto usato dal Daishonin per riuscire a liberare le persone della sua epoca dall’attaccamento agli insegnamenti errati. Questo metodo di propagazione ovviamente non è valido nei paesi – inclusa l’Europa – dove il Buddismo non è conosciuto, nei quali deve essere esposto direttamente l’insegnamento di Nam-myoho-renge-kyo senza confutare le altre religioni.
Un Budda è un figlio e il Sutra del Loto è un genitore … un re leone che domina tutti gli altri animali.
In questa analogia il Daishonin spiega l’importanza della devozione al Sutra del Loto di Nam-myoho-renge-kyo rispetto alla devozione a un singolo Budda o a una statua. All’epoca era usanza riverire i Budda e i maestri buddisti, ma Nichiren spiega che riverire la sorgente dell’Illuminazione equivale a riverire tutti i Budda che si sono illuminati alla Legge. La Legge comprende tutto e, qualunque siano le circostanze della vita, il Gohonzon rappresenta il punto a cui tornare. Il rapporto del leone con i suoi cuccioli evoca anche l’immagine del rapporto tra maestro e discepolo. Nel Mondo del Gosho Ikeda commenta così questa frase: «Predendo coraggio dal ruggito del re leone, il maestro, i cento cuccioli, che rappresentano i discepoli, sconfiggono le altre bestie e i predatori che li attaccano» (pag. 170).
Una donna che abbraccia il re leone del Sutra del Loto… sono come la polvere bianca.
Il Daishonin incoraggia Sennichi-ama rassicurandola con l’esempio della distesa d’erba in fiamme. Il fatto che le proprie colpe possano volatilizzarsi come erba in fiamme sembra andare contro il principio di causa ed effetto per cui una persona deve espiare le offese soffrendo per innumerevoli vite. In effetti il concetto di karma, così come trasmesso dalla tradizione indiana, portava a pensare che fossero necessarie molte vite dedicate alla pratica buddista per espiare le proprie passate offese. Questo ovviamente generava un senso di frustrazione e di impotenza che portava a rassegnarsi alla sofferenza derivata dalle cause poste nel passato. L’insegnamento di Nichiren invece va ben oltre questa concezione e insegna il principio dell’alleggerimento della retribuzione karmica che può essere sintetizzato affermando che la manifestazione della Buddità eclissa anche le sofferenze del karma più pesante. In una puntata del Mondo del Gosho non ancora pubblicata in italiano sensei afferma: «Il karma negativo è incluso nel mondo di Buddità e viene purificato dal suo potere. Per fare un’analogia l’apparizione del mondo di Buddità è come il sorgere del sole. Quando il sole sorge a est, le stelle che hanno brillato vividamente nel cielo notturno svaniscono subito come se non ci fossero mai state… Questo non nega né contraddice la legge di causalità generale che rimane alla base del Buddismo. Ma essa viene inclusa in una causalità più grande, la legge causale dell’ottenimento della Buddità. È la causalità del Sutra del Loto e della Legge mistica».
Anche una persona afflitta dal karma più pesante può gioire come la più felice del mondo quando manifesta la condizione della Buddità. Non si dovrebbe aspettare il cambiamento totale del karma per essere felici qui ed ora, ma semplicemente ricercare la Buddità attraverso una fede dedicata a kosen-rufu. Manifestare la Buddità non è semplicemente un modo per essere felici lontano dai problemi, significa anche esprimere le massime potenzialità come individui. Pieni di saggezza, forza vitale e fortuna come i Bodhisattva della Terra, i bodhi-sattva dell’epoca di mappo si muovono tra la gente risolvendo i loro problemi e trasmettendo gioia. Nel Gosho Lettera a Niike, dopo aver affermato che tutte le offese svaniscono al sole del Sutra del Loto, il Daishonin continua dicendo: «Tuttavia, se commettiamo una o due delle quattordici offese a questo sutra, sarà quasi impossibile espiare la colpa» (SND, 4, 244). Se in un primo momento sembra negare quanto affermato sopra, in realtà ammonisce i discepoli dall’andare contro lo spirito del sutra che significa non rispettare la natura di Budda delle persone. Per questo è così importante mantenersi umili e perseverare nella pratica di rispettare gli altri. Secondo la teoria buddista, se lodare la Legge produce benefici, offenderla produce punizioni. Difficile evitare tutte le quattordici offese, ma più importante è impegnarsi sinceramente a cambiare le tendenze negative come l’arroganza, la pigrizia, la sfiducia. Ciò equivale a combattere il demone dell’oscurità fondamentale e allo stesso tempo permette l’emergere della condizione di Buddità.
Al momento della morte, se una persona è destinata … morbido come un fiocco di cotone.
Quella descritta è una esperienza vera che tanti membri della Soka Gakkai hanno potuto constatare. Il momento della morte è il momento conclusivo di tutta una vita. Di fronte alla morte non si può mentire. Ognuno è quello che è e quello che ha fatto. Il Daishonin disse che cominciò a studiare il Buddismo sin da bambino convinto che prima di tutto si doveva risolvere il problema della morte e poi tutti gli altri (Risposta a Myoho-ama, GZ, 1404). La paura della morte è l’origine di tutte le paure umane e il modo di trattare la morte riflette la cultura e le tendenze di un’epoca. Nella nostra epoca la morte fa paura; la si sfugge, non se ne parla ai bambini. Questo riflette l’incapacità di affrontarla serenamente e naturalmente. Più l’attenzione si sposta verso valori materiali ed effimeri, più la morte viene percepita in modo oscuro e inafferrabile come negazione di questi valori. Nel Buddismo invece i “tesori del cuore” sono di primaria importanza. Nel celebre passaggio dell’Eredità della Legge fondamentale della vita si legge: «Per chi, sentendosi giunto al suo ultimo momento, raccoglie la sua fede e recita Nam-myoho-renge-kyo, il sutra proclama: “Dopo la morte mille Budda gli tenderanno le mani per liberarlo dal timore e impedirgli di cadere nei cattivi sentieri”» (SND, 4, 222-223). Continuare a recitare e a vivere per la Legge fino all’ultimo istante della vita significa morire nel mondo di Buddità.
Da Sado a questa provincia vi sono mille ri … Nam-myoho-renge-kyo, Nam-myoho-renge-kyo.
Il Daishonin loda Sennichi-ama per aver sostenuto il marito e aver acconsentito alle sue visite nonostante l’età e la difficoltà dell’impresa. Abutsu-bo, per questa sua devozione nell’andare a visitare Nichiren, è rimasto un esempio di spirito di ricerca per tutte le generazioni future. Per la moglie, anziana, rimanere da sola per i lunghi periodi in cui il marito si recava a Minobu deve essere stata una dura prova. Anche per questo, oltre che per le offerte ricevute, Nichiren Daishonin la loda e la incoraggia. Anche nella Soka Gakkai ci sono tante Sennichi-ama, uomini o donne che rimangono a casa da soli o con i figli mentre i loro compagni e compagne sono fuori per qualche attività. Il loro sostegno, la loro pazienza sono preziosi e non dovremmo mai mancare di considerazione per questi sforzi invisibili che rivelano una dedizione e un contributo a kosen-rufu insostituibile.
«Vedere la faccia non è importante – afferma Nichiren – è il cuore quello che conta». Non è la vicinanza fisica ad un’altra persona l’unico modo di incoraggiarla. E per essere in unità con il maestro non è necessario frequentarlo fisicamente.
È il cuore che conta, si legge spesso nel Gosho e, come spiegava Ikeda, il cuore cancella le distanze. A volte le condizioni della vita impongono una mancanza di libertà, ma il cuore è sempre libero. Nessuno può imprigionare il cuore di una persona se non l’arrendersi alle proprie tendenze negative. Come espressione della più grande libertà del cuore il secondo presidente Toda ottenne l’illuminazione in carcere. Per questo non dobbiamo mai farci sconfiggere, qualunque cosa accada.