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Inseparabilità di vita e ambiente (esho funi) - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 14:13

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    Inseparabilità di vita e ambiente (esho funi)

    E (contrazione di eho) = ambiente. Sho (contrazione di shoho) = corpo, vita. Funi (contrazione di nini funi) = due ma non due. Anche se percepiamo ciò che ci circonda come se fosse separato da noi, in realtà la vita individuale è tutt’uno con l’universo

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    E (contrazione di eho) = ambiente. Sho (contrazione di shoho) = corpo, vita. Funi (contrazione di nini funi) = due ma non due. Anche se percepiamo ciò che ci circonda come se fosse separato da noi, in realtà la vita individuale è tutt’uno con l’universo

    Ognuno ha il suo ambiente
    Al livello fondamentale della vita non c’è separazione tra se stessi e l’ambiente. Il Buddismo insegna che la vita si manifesta sia in un soggetto vivente che in un ambiente oggettivo. Nichiren Daishonin ha scritto: «La vita in ogni istante abbraccia […] il corpo e l’ambiente di tutti gli esseri senzienti in ognuno dei dieci mondi e dei tremila mondi, come pure tutti gli esseri insenzienti: le piante, il cielo e la terra, fino alla più piccola particella di polvere» (SND, 4, 3). “Vita” significa l’io soggettivo che sperimenta gli effetti delle azioni passate e riesce a creare nuove cause per il futuro. L’ambiente è il regno oggettivo dove gli effetti karmici della vita prendono forma. Ogni essere umano ha un proprio unico ambiente. Per esempio, una persona nel mondo di Inferno potrebbe percepire un treno della metropolitana affollato come un luogo infernale, mentre nello stato vitale di Bodhisattva potrebbe riuscire a provare compassione e un sentimento di unione con gli altri individui pressati che le stanno attorno.

    L’ambiente dipende dallo stato vitale
    Le persone creano altresì ambienti fisici che riflettono la loro realtà interiore. Per esempio, chi è depresso verosimilmente trascurerà la casa e la sua persona. D’altro canto, una persona solida e generosa crea attorno a sé un ambiente caloroso e attrattivo. Secondo il Buddismo, ogni cosa attorno a sé, inclusi lavoro e relazioni familiari, è il riflesso della propria vita interiore. Tutto è percepito attraverso il sé e si modifica a seconda del proprio stato vitale. Ergo, cambiando se stessi, anche la propria condizione inevitabilmente cambierà. Questo è un concetto di libertà poiché significa che non c’è alcun bisogno di ricercare l’Illuminazione al di fuori di sé o in un luogo particolare. Ovunque e in qualunque circostanza si può far emergere la propria innata Buddità e quindi trasformare l’ambiente che si sperimenta nella “terra del Budda”, un luogo gioioso dove è possibile creare valore per sé e per gli altri. Come scrive Nichiren Daishonin: «Se la mente degli uomini è impura, anche la loro terra è impura, ma se la loro mente è pura, lo è anche la loro terra; non ci sono terre pure o terre impure di per sé: la differenza sta unicamente nella bontà o malvagità della nostra mente» (SND, 4, 5). “Malvagità” significa azioni egocentriche e miopi, basate sull’avidità, l’arroganza, la paura e l’aggressione.

    Preservare l’ecosistema
    Un esempio è costituito dalla diversità di rapporti che le varie società umane hanno con il proprio habitat. In alcune comunità rurali tradizionali, purtroppo per la maggior parte isolate e considerate “sottosviluppate”, gli abitanti dimostrano un profondo rispetto per la natura circostante, non prendendo più di quanto sia loro necessario, e le ricchezze naturali che vengono così preservate offrono in cambio agli uomini protezione e sostentamento. Invece, nelle zone del mondo cosiddetto “sviluppato” dove predomina l’avidità materialista e la vita passa in secondo piano rispetto all’accumulo di denaro, l’habitat è stato spesso sfruttato indiscriminatamente, depauperato e a volte addirittura distrutto, con effetti catastrofici per la sopravvivenza degli esseri umani e delle altre forme di vite. L’azione più positiva che si possa fare per la società e il territorio è trasformare la propria vita, influenzando positivamente nel contempo anche quella degli altri, in modo che non sia più dominata dalla rabbia, dall’avidità e dalla paura. Quando, nutrita dalla recitazione del Daimoku e dalla pratica costante per se stessi e per gli altri, la nostra vita manifesta le proprie qualità più nobili, di saggezza, generosità e integrità, è naturale compiere scelte di valore e ottenere sostegno e nutrimento dall’ambiente circostante. Spesso, non si riescono a prevedere gli effetti a lungo termine delle proprie azioni ed è difficile credere che la scelta di un individuo possa realmente influenzare lo stato del mondo, ma il Buddismo insegna, anche attraverso il principio di inseparabilità della vita e del suo ambiente, che tutti i fenomeni dell’universo sono connessi fra loro in una rete inscindibile di relazioni di causa ed effetto. E più si crede che le proprie azioni facciano davvero la differenza, maggiore è la differenza che si riesce a fare.

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