L’ideale del bodhisattva, il desiderio di dedicare la vita alla felicità degli altri, è la chiave per trasformare il futuro dell’umanità. È l’opinione unanime di molti fra i più importanti pensatori del ventesimo secolo. Uno di loro è J.K. Galbraith con cui il presidente Ikeda ha iniziato un nuovo dialogo
Il viaggio per propagare
la Legge mistica
è lungo;
incoraggiamoci gli uni con gli altri
e avanziamo uniti.
Scriveva il secondo presidente della Soka Gakkai Josei Toda. Proprio come raccomandano queste righe, ci siamo incoraggiati gli uni con gli altri, avanzando insieme verso il comune traguardo di kosen-rufu. Di conseguenza il nostro movimento è cresciuto e si è sviluppato non solo in Giappone ma su scala globale. Toda ne sarebbe stato felice. E anche il primo presidente Tsunesaburo Makiguchi. Il maestro si rallegra degli sforzi dei discepoli. Il desiderio di dare una gioia al proprio maestro attraverso il nostro successo e le nostre realizzazioni è una componente essenziale della vita e del Buddismo.
Desidero ringraziare tutti voi, miei cari compagni nella fede, dal profondo del cuore per il vostro instancabile impegno per kosen-rufu. Congratulazioni alla Divisione donne per questa gioiosa riunione di responsabili. È importante che gli uomini rispettino le donne. Chiedo a tutti gli uomini che occupano posizioni di responsabilità di impegnarsi a essere quel genere di leader nel quale le donne hanno fiducia e che rispettano.
Il Buddismo è il regno dell’uguaglianza dei sessi, come spiega Nichiren: «Non possono esserci discriminazioni fra […] uomini o donne» (SND, 4, 233). Le donne non devono mai essere considerate inferiori. Gli uomini che guardano dall’alto in basso le donne agiscono contro i principi del Buddismo. Guardare dall’alto in basso un qualunque figlio del Budda è un’offesa alla Legge.
Molti di voi conosceranno il commovente romanzo Anna del tetto verde (più noto come Anna dai capelli rossi per via delle serie a cartoni animati tratta dal libro, n.d.r.). È stato scritto da Lucy Maud Montgomery (1874-1942), che ha dichiarato: «Dovremmo avere degli ideali e cercare di esserne all’altezza. Senza ideali, la vita sarebbe spiacevole; avendo ideali, invece, diventa piacevole e grande. Tenetevi stretti i vostri ideali…». Ha detto proprio così.
Con il bello e il cattivo tempo, le nostre donne hanno lavorato con sincerità, dedizione e impegno appassionato per realizzare kosen-rufu, il più nobile degli ideali. Si stanno impegnando a vivere con i piedi ben piantati per terra; sono il tesoro più prezioso delle loro comunità e della Soka Gakkai. Il susseguirsi di vittorie che abbiamo conseguito sino a oggi, sono tutte principalmente dovute alle valorose lotte delle nostre amiche della Divisione donne. Questo è un fatto incontrovertibile.
Tutti gli sforzi fatti per kosen-rufu portano alla vostra vita fortuna e benefici che assicureranno una crescente prosperità non solo a voi stessi, ma anche ai vostri figli e ai figli dei vostri figli, attraverso le generazioni. Nel Buddismo sarà per sempre così.
Il Daishonin ci sprona a parlare agli altri di Buddismo al meglio delle nostre capacità, anche condividendo una sola frase o una sola parola (vedi SND, 4, 235). Questo è l’insegnamento del Budda dell’Ultimo giorno della Legge. Noi della SGI, seguendo le indicazioni del Daishonin, continueremo per tutta la vita a dialogare con gli altri, condividendo con loro le nostre convinzioni e raccontando loro la grandezza del Buddismo. Da ora in poi, intendo instaurare dialoghi di profondità e ampiezza ancor maggiore con eminenti intellettuali di tutto il mondo.
Ho anche intrapreso un nuovo dialogo con John Kenneth Galbraith, uno degli economisti più stimati d’America, professore all’Università di Harvard. Nel corso degli anni ci siamo incontrati numerose volte sia in America che in Giappone e abbiamo stretto una calorosa amicizia. Conservo affettuosi ricordi degli incontri con Galbraith, un signore alto e distinto, nella sua casa appena fuori Boston. [settembre 1993, n.d.r.]. Io e mia moglie siamo anche molto amici di sua moglie Kitty.
Galbraith ha novantaquattro anni, quasi venti più di me. Eppure continua ad affinare la sua mente brillante e ad analizzare le tendenze dell’economia mondiale con penetrante acume, facendo osservazioni significative e di immenso valore per il futuro del nostro pianeta. Anno dopo anno, sforziamoci di approfondire sempre di più il nostro carattere e di accrescere la nostra saggezza. L’ultimo capitolo della vita è decisivo. Viviamo con lo spirito di rinnovare sempre il confronto con noi stessi, con lo spirito d’avere ancora tutte le strade aperte, indipendentemente dall’età.
Ho sentito dire che di recente Galbraith ha pronunciato queste parole: «Credo che il prmo requisito per il vivere civile sia l’esistenza di persone che hanno una sufficiente considerazione dell’altro e della gente in generale. Questa, secondo me, è la motivazione umana più importante». Concordo pienamente. Questa è anche la forza motrice della SGI. Inoltre, parlando dei suoi tre figli – un brillante avvocato, un professore universitario e un economista – Galbraith ha commentato: «Se non aiutassero chi è meno fortunato di loro, ne sarei deluso». Le sue parole esprimono un nobile sentire. Ciò che conta per gli esseri umani non è la fama o ricchezza. È di estrema importanza invece condurre una vita al servizio dei propri simili, che sono nostri fratelli e sorelle, un modo di vivere che contribuisce alla società. Tutte le grandi personalità internazionali con le quali ho parlato condividono questo punto di vista.
Arnold J. Toynbee (1889-1975), uno dei massimi storici del ventesimo secolo, e Linus Pauling (1901-94), il padre della chimica moderna, sentivano una forte affinità con il modo di vivere altruistico del bodhisattva, insegnato nel Buddismo mahayana. Questa è una delle ragioni per cui riponevano tanta fiducia nella SGI, che sta realizzando la missione del bodhisattva nel mondo di oggi. Stimati pensatori come loro continuano a cercare sinceramente e con umiltà risposte alle domande sulla vita, chiedendosi: «Qual è il corretto cammino per gli esseri umani?», «Chi sta percorrendo quel cammino?».
Il terzo capitolo del Sutra del Loto, Parabola, afferma: «Perché in quella terra i bodhisattva saranno considerati un grande tesoro» (SDL, 67). Che cosa costituisce un grande tesoro per un paese? Sono i politici arroganti? Sono le celebrità vanitose? Assolutamente no! Il Sutra del Loto insegna che sono i bodhisattva. In questa epoca corrotta dell’Ultimo giorno della Legge, coloro che seguono la via del bodhisattva, ovvero le persone che, sebbene calunniate e attaccate, continuano a impegnarsi a beneficio degli altri, combattono per la felicità delle persone, e propagano la Legge mistica hanno un valore inestimabile. Sono il tesoro supremo. E queste persone siete voi.
Nessuno è più nobile di chi si dedica a kosen-rufu. Nutro il massimo rispetto per voi tutti e penso sempre: «Senza queste preziose persone non ci sarebbe la Soka Gakkai. Senza di loro non potremmo realizzare kosen-rufu». Prego sempre per la vostra salute, sicurezza e benessere, perchè accumuliate fortuna e non vi accadano incidenti. Non prego per me, ma per la Gakkai e i miei cari compagni di fede.
Lo spirito del Sutra del Loto venne originariamente portato in Giappone dal Gran Maestro Dengyo (767-822, anche noto con il nome di Saicho, il fondatore della scuola buddista Tendai). Egli scrive: «Qual è il tesoro del paese? Una mente che ricerca la Via è un tesoro, e coloro che hanno una mente dedita a questa ricerca sono il tesoro del paese».
«Una mente che ricerca la Via», in parole povere indica una ferma determinazione a praticare il Buddismo che si esprime sostanzialmente nell’atteggiamento di impegnarsi per kosen-rufu. Chi possiede questo spirito è un tesoro per il proprio paese. Noi crediamo nella Legge eterna e indistruttibile e la insegniamo agli altri. Non c’è attività più meravigliosa di questa.
Dengyo continua: «Coloro che sono abili nel parlare e nell’agire sono il tesoro della nazione. […] Coloro che non sono capaci di parlare e agire sono i traditori della nazione». Coloro che non si stancano mai di difendere a gran voce la giustizia, confutano gli errori e agiscono, dice, sono il tesoro della nazione. E addita invece come traditori coloro che, indipendentemente dalla posizione sociale o dalla carica, non riescono ad agire o a servirsi della propria voce per difendere la giustizia.
Le persone come voi che parlano e agiscono senza sosta per kosen-rufu, sono tesori inestimabili. Siete persone che meritano di essere rispettate e apprezzate al massimo. Inoltre, nessuno sta lavorando più delle nostre amiche della Divisione donne. Nessuno regge il confronto con loro in termini di preghiera, azione, industriosità, dialogo e appassionata eloquenza. Desidero lodare le donne come il principale tesoro della nazione. Grazie per i vostri sforzi devoti.
Il sessantaseiesimo patriarca Nittatsu (1902-79), sempre citando le parole del grande maestro Dengyo, lodò i membri della Soka Gakkai come tesori del paese per la loro dedizione a kosen-rufu [durante un discorso tenuto alla quattordicesima riunione generale della Divisione giovani nel 1965, n.d.r.]. La Soka Gakkai è un’organizzazione che si dedica alla realizzazione del volere e del mandato del Budda. L’attuale patriarca Nikken e il suo gruppo, spinti dalla gelosia nei nostri confronti, hanno cercato di fermare il flusso di kosen-rufu, dimostrandosi “traditori” senza pari.
Cambiando discorso, una delle nostre responsabili di settore della Divisione giovani donne di Hong Kong, Au Kawing, è stata scelta per partecipare a uno speciale progetto di ricerca che mira a identificare il virus della SARS. La giovane scienziata ha lavorato insieme a un gruppo di scienziati incaricati di scoprire la sequenza genetica del virus SARS e i risultati conseguiti dal team sono stati ampiamente divulgati in televisione.
Tre anni fa [in dicembre, n.d.r.] l’Università cinese di Hong Kong mi ha conferito una laurea honoris causa in scienze sociali. Au Kawing ha partecipato alla cerimonia in veste di studentessa laureata in quella istituzione. Mi avevano già detto dei suoi studi e in precedenza le avevo inviato un messaggio di incoraggiamento.
Nella SGI cominciano a comparire molti brillanti giovani intelletti, come una galassia di stelle luminose. Stranamente sembra che negli ultimi due o tre anni – e specialmente nell’ultimo – questi talenti stiano spuntando a una crescente velocità.
Ho vinto per merito dell’educazione. Mi sono dedicato seriamente a coltivare le persone. Un vasto numero di talentosi diplomati alle scuole Soka – così tanti che non posso presentarli tutti – si stanno impegnando nei loro rispettivi settori. Non ho il minimo dubbio che in futuro continuerà questo flusso incessante di persone estremamente dotate.
A tutti i responsabili di ogni parte del mondo vorrei dire: siate dei Chuko K’ung-ming di kosen-rufu e dimostratevi dei leader esemplari. [Chuko K’ung-ming, conosciuto anche come Zhuge Liang, era il brillante primo ministro dell’antico regno cinese di Shu ed è uno dei protagonisti cinesi del classico cinese Il romanzo dei tre regni, n.d.r.]. Era anche a questo scopo che a noi giovani Toda faceva leggere Il romanzo dei tre regni. Siamo oramai in un’epoca in cui la Soka Gakkai sarà sempre più importante per il futuro. Oggi, ovunque si vada nel mondo, ci sono membri della SGI che si stanno impegnando energicamente per kosen-rufu. I tempi sono completamente cambiati. Invito i nostri responsabili a studiare assiduamente, a essere uniti e a ritmo, e a svilupparsi in leader del calibro di Chuko K’ung-ming. E chiedo loro di essere dei responsabili saggi, per la felicità e la vittoria di tutti.
Il Daishonin scrive: «Se una nave è condotta da un nocchiere poco abile, tutti quelli che si trovano a bordo affonderanno con lui» (SND, 5, 156). Nichiren Daishonin si batté per fare capire che tutto dipende da chi ha in mano il timone, ed è per questo che i leader sono così importanti.
Oggi abbiamo in sala il capitano Tetsuo Ozaki e sua moglie Fumiko. Il capitano Ozaki è l’eroico membro della Hato-kai (gruppo d’alto mare) della Soka Gakkai che molti anni fa guidò una drammatica operazione di salvataggio nel mare in tempesta. Ho visto di recente il documentario televisivo che mostra questo incidente. Desidero lodarla, capitano Ozaki, per il suo incredibile coraggio.
[L’operazione di salvataggio si svolse nell’Oceano Pacifico alla fine del 1980. A quel tempo il capitano Ozaki (ora vice responsabile di capitolo della Soka Gakkai) era il capitano della Dampier Maru. Nel mare in burrasca rispose a un SOS lanciato da una imbarcazione in navigazione lì vicino, la Onomichi Maru, in avaria, che stava cominciando ad affondare. Mettendo in pericolo la propria vita, il capitano Ozaki e il suo equipaggio salvarono tutte le ventinove persone imbarcate sull’altra nave. Il capitano ha raccontato d’aver agito con la convinzione che lui e il suo equipaggio sarebbero riusciti a portare in salvo i ventinove membri dell’altro equipaggio, e per questo ha recitato Daimoku durante tutta l’operazione di salvataggio, tra onde alte fino a venti metri, n.d.r.]. Abbiamo tutti da imparare dalla compostezza e dal coraggioso senso di responsabilità del capitano Ozaki.
Il Daishonin scrive: «Quanto più grandi saranno le difficoltà che incontrerà, tanto più grande la gioia che egli [il devoto del Sutra del Loto] proverà grazie alla sua forte fede» (SND, 4, 261). Per quante onde tempestino la nave, è importante fronteggiarle con tanta forza d’animo. È cruciale non scappare dai problemi, o non cedere alla codardia. Alla fine, l’unico modo per vincere è diventare forti.
Vorrei far conoscere alcune parole del sessantaquattresimo patriarca Nissho (1879-1957). Egli era un patriarca che sinceramente apprezzava la Soka Gakkai e di conseguenza il Tempio principale prosperò e si sviluppò sotto la sua guida: «Proprio come Shijo Kingo protesse il Daishonin –- mi disse -– a rischio della sua stessa vita, tu ti sei dedicato senza pensare a te stesso per proteggere il presidente Toda, leader di kosen-rufu e mentore di tutti voi [membri della Soka Gakkai]». Questa era la profonda considerazione del patriarca.
Ho protetto il mio maestro risolutamente, dedicando a questo compito tutto me stesso senza riserve, senza mai pensare al mio benessere, contribuendo anche con le mie misere finanze al suo sostegno. E quando i suoi affari piombarono in difficoltà economiche, feci il possibile per sostenerlo e assisterlo. A quel tempo non ero un alto responsabile o altro. Ero solo un giovane. Lottavo per il bene del mio maestro. Aderendo al principio di unità di maestro e discepolo, feci tutto quel che potevo per lui. Ecco perché la Soka Gakkai ha raggiunto il suo attuale sviluppo in tutto il mondo.
Vi chiedo di non dimenticare questa solenne vicenda nemmeno per un momento. Per favore, siate leader che tengono sempre a mente questo spirito. Perché questo è lo spirito di un sincero protettore di kosen-rufu.
Il Daishonin insegna che chi diffonde il corretto insegnamento nell’Ultimo giorno della Legge deve aspettarsi di incontrare delle calunnie e nel Gosho L’apertura degli occhi giunge ad affermare: «Essere lodato dagli stupidi: questa è la più grande vergogna» (SND, 1, 208). È inevitabile che coloro che praticano gli insegnamenti del Budda e si impegnano per realizzare kosen-rufu incontrino critiche. Questo dimostra che sono i veri devoti del Sutra del Loto. E chi oggi sta ricevendo ingiurie a causa degli sforzi profusi per diffondere la Legge mistica in tutto il mondo? Io e voi, i membri della SGI.
Il coinvolgimento attivo nella lotta per kosen-rufu colma le nostre vite di incredibilibenefici. Lavorare insieme al maestro per lo scopo di kosen-rufu è una tradizione immutabile della Gakkai dai tempi di Makiguchi. È la ricetta infallibile per riuscire a diffondere il Buddismo.
Infine, vorrei accennare ad alcune parole del terzo presidente degli Stati Uniti Thomas Jefferson (1743-1826), noto come il “padre della democrazia americana”. Egli scrisse: «Non ho paura dei preti. Mi hanno scaricato addosso senza tregua tutta la loro artiglieria di pie lamentazioni, ipocriti luoghi comuni, menzogne e calunnie, senza riuscire a infliggermi il minimo dolore». Gli attacchi e le critiche dei preti corrotti non hanno potuto sconfiggere Jefferson.
Scomunicando la Soka Gakkai una decina d’anni fa, Nikken ha cercato di distruggere questa organizzazione dedita a kosen-rufu. Ma noi siamo rimasti sereni di fronte a questi complotti.
Cicerone (106-43 a.C.), il filosofo dell’antica Roma, affermò: «Maggiore è la difficoltà, maggiore è lo splendore: in nessuna situazione dovrebbe mancare la giustizia».
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John Kenneth Galbraith
John Kenneth Galbraith è una figura di primissimo piano nello sviluppo del pensiero economico keynesiano e post-keynesiano. Il suo pensiero ha stimolato a più riprese la discussione pubblica sui temi di politica economica, indirizzandosi non solo all’ambiente accademico, ma rivolgendosi anche al più vasto pubblico non specializzato.
Nato nel 1908 a Iona Station nell’Ontario, ha insegnato all’Università della California e a Princeton, prima di trasferirsi a Harvard nel 1948, dove ha insegnato fino al 1975, anno del suo ritiro. Da quell’anno è Paul M. Warburg Professor of Economics Emeritus dell’Università di Harvard. All’attività accademica e di ricerca, Galbraith ha costantemente affiancato una partecipazione attiva alla vita politica e istituzionale degli Stati Uniti. Attivo nel Partito Democratico, ha collaborato alle campagne presidenziali di Adlai Stevenson nel 1952 e nel 1956 e, come consigliere economico, a quella di John Fitzgerald Kennedy nel 1960. Galbraith, inoltre, è stato fra i primi oppositori all’intervento militare statunitense nel Vietnam. È stato presidente della American Economic Association, Fellow del Trinity College di Cambridge (di cui è attualmente Honorary Fellow), Visiting Fellow dell’All Souls College di Oxford. È membro di numerose accademie statunitensi e non ed è stato insignito di più di quarantacinque lauree ad honorem da parte di università di tutto il mondo.